Talking Heads: differenze tra le versioni

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* Il logo dei [[Nine Inch Nails]] (abbreviato NIИ) fu ispirato dalla tipografia di [[Tibor Kalman]] dell'album ''[[Remain in Light]]''.
* Il logo dei [[Nine Inch Nails]] (abbreviato NIИ) fu ispirato dalla tipografia di [[Tibor Kalman]] dell'album ''[[Remain in Light]]''.
* Il regista [[Paolo Sorrentino]] ha intitolato il suo film ''[[This Must Be the Place]]'' prendendo il titolo da [[This Must Be the Place (Naive Melody)|una canzone del gruppo]]. Ricevendo nel [[2014]] l'[[Premio Oscar|Oscar]] per il film ''[[La grande bellezza]]'', lo stesso Sorrentino ha ringraziato i Talking Heads definendoli una delle sue fonti d'ispirazione.
* Il regista [[Paolo Sorrentino]] ha intitolato il suo film ''[[This Must Be the Place]]'' prendendo il titolo da [[This Must Be the Place (Naive Melody)|una canzone del gruppo]]. Ricevendo nel [[2014]] l'[[Premio Oscar|Oscar]] per il film ''[[La grande bellezza]]'', lo stesso Sorrentino ha ringraziato i Talking Heads definendoli una delle sue fonti d'ispirazione.
* Nel famoso fumetto giapponese ''[[Le bizzarre avventure di JoJo]]'' ben due stand, gli "spettri" ricorrenti della serie, citano il gruppo tramite il loro nome; "''Talking Head''" di Tiziano e "''Burning Down the House''" Emporio, che cita il titolo di una loro canzone.
* Nel famoso fumetto giapponese ''[[Le bizzarre avventure di JoJo]]'' ben due stand, gli "spettri" ricorrenti della serie, citano il gruppo tramite il loro nome: "''Talking Head''" di Tiziano e "''Burning Down the House''" Emporio, che cita il titolo di una loro canzone.


== Formazione ==
== Formazione ==

Versione delle 18:49, 23 nov 2016

Disambiguazione – Se stai cercando i monologhi di Alan Bennett, vedi Signore e signori (Bennett).
Talking Heads
I Talking Heads dal vivo a Toronto, 13 maggio 1978
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereNew wave[1]
Post-punk[1]
College rock[1]
Rock alternativo[1]
Dance rock[1]
American punk[1]
Periodo di attività musicale1974 – 1991
Logo ufficiale
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Sito ufficiale

I Talking Heads (spesso reso graficamente come T∀LKING HE∀DS) sono stati un gruppo rock statunitense, formatisi a New York nel 1974 e attivi fino al 1991.

Sono stati uno dei complessi caratterizzati da un equilibrio tra pop e avanguardia, fruibilità e sperimentazione, riconoscibilità e contaminazione, musica bianca e musica nera,[2] costituendo di fatto una delle colonne portanti della new wave americana.[3][4]

Formatisi nel 1974 e guidati da colui che è forse l'emblema dell'approccio avanguardistico alla musica pop, David Byrne, i Talking Heads sono ricordati per la loro proposta artistica eclettica ed estrosa, che trovava la sua più congeniale espressione in concerti dalla grandissima carica emotiva, con un impianto quasi orchestrale e dall'inusitato impatto sonoro e scenico (come testimonia il celebre film-concerto del 1984 Stop Making Sense, diretto da Jonathan Demme).[5]

Storia del gruppo

David Byrne, nato nel 1952, frequenta la Rhode Island School of Design, dove incontra Chris Frantz (batterista) e Tina Weymouth (bassista). Cresciuti nella New York degli anni settanta, ne hanno vissuto e assimilato i fermenti. Il periodo era quello di Andy Warhol e delle nuove avanguardie nelle arti visuali e grafiche. Saranno proprio la frenesia, i colori ma anche il senso di alienazione della Grande Mela ad ispirare profondamente la loro cifra musicale. I tre musicisti formano il gruppo nel 1974, arruolando anche Jerry Harrison, chitarrista ex-Modern Lovers conosciuto a Boston. Tale formazione è rimasta sostanzialmente invariata fino allo scioglimento.

La prima produzione del gruppo è il 45 giri Love Goes to Building Fire, a cui fa seguito un tour con i Ramones e l'uscita dell'album Talking Heads: 77, avvenuta appunto nel 1977. L'impatto nel circuito underground è molto forte e non sfugge all'occhio di Brian Eno, che l'anno successivo produce il disco More Songs About Buildings and Food. I primi due album sono abbastanza simili e propongono uno stile molto originale fatto di canzoni brevi e fresche tra cui spiccano i due pezzi più famosi, Psycho Killer e la cover di Al Green Take Me to the River.

Con il terzo disco Fear of Music (1979), la collaborazione con Eno si evidenzia maggiormente nelle sonorità, con hit come Life During Wartime e I Zimbra (brano in cui spicca la chitarra di Robert Fripp).

Con Remain in Light (1980), considerato il loro capolavoro e uno dei dischi "definitivi" della musica contemporanea[6], si compie una svolta significativa verso un funky molto ritmato, dove le percussioni si fanno ossessive e i brani velocissimi (tra le hit Once in a Lifetime e Houses in Motion). Si tratta fondamentalmente di un complesso studio sul ritmo, costruito mediante stratificazioni sovrapposte di note e percussioni, una sorta di obliqua rilettura della musica afroamericana imbevuta di world music di diverse latitudini, con una sfrenata fantasia che si riflette anche nei testi, enigmatici e visionari. Partecipano all'album musicisti del calibro di Adrian Belew, Jon Hassel, Robert Palmer e Nona Hendryx. Da questo disco viene estratto il singolo Once in a Lifetime.

Nel giro dei quattro anni successivi il gruppo si prende un periodo di pausa, ma tuttavia pubblica l'album live The Name of This Band Is Talking Heads (1982), che contiene diverse registrazioni effettuate tra il 1977 ed il 1981 in diverse città tra cui New York e Tokyo.

Nel 1983 viene pubblicato il successivo album, dal titolo Speaking in Tongues. A partire da questo disco in poi gli elementi di musica etnica si fanno più pervasivi e la sonorità si allontanano dal rock, ma il gruppo non perde mai di vista la propria originalità. Da segnalare che negli anni ottanta i Talking Heads erano accompagnati, sia in studio che in tournée, dal bassista e chitarrista Busta Jones.

Nel giugno 1985 esce invece Little Creatures, i cui brani più importanti sono Road to Nowhere e And She Was. Un anno dopo (ottobre 1986) è la volta di True Stories, pubblicato in contemporanea rispetto all'omonimo film di David Byrne, avente lo stesso titolo; il disco però non costituisce la colonna sonora.

Nel marzo 1988 esce l'ottavo e ultimo album della band: si tratta di Naked, registrato a Parigi e coprodotto da Steve Lillywhite. Dopo la pubblicazione di questo disco il gruppo entra in pausa, ma solo nel dicembre 1991 viene comunicato ufficialmente lo scioglimento del gruppo. Il loro ultimo brano è rappresentato da Sax and Violins, una canzone inserita nella colonna sonora del film Fino alla fine del mondo di Wim Wenders. Tuttavia nel video musicale del brano appaiono solo Byrne e Harrison e questo fa insorgere dubbi sulla reale partecipazione di Frantz e Weymouth al pezzo.

Dopo lo scioglimento e altri progetti

Dopo lo scioglimento del gruppo, di fatto avvenuto nel 1988, Byrne inizia anche un percorso di ricerca che lo porta a lavorare con artisti brasiliani, Brian Eno e altri ancora. Già nel 1989 Byrne aveva debuttato con un album solista dal titolo Rei Momo.

Nel 1996 tre membri del gruppo (tutti tranne Byrne) si sono riuniti e hanno realizzato un album a nome The Heads e intitolato No Talking, Just Head. A questo disco partecipano numerosi vocalist della scena punk e non solo: tra questi Johnette Napolitano (Concrete Blonde), Debbie Harry (Blondie), Gordon Gano (Violent Femmes), Michael Hutchence (INXS) e Andy Partridge (XTC). La pubblicazione del disco viene seguita da un tour a cui partecipa la Napolitano.

Negli anni successivi Harrison inizia un'eccellente carriera come produttore discografico che lo porta a collaborare con Violent Femmes, Fine Young Cannibals, Crash Test Dummies e No Doubt.

Nel 1981 Weymouth e Frantz (sposatisi nel 1977) formano un gruppo chiamato Tom Tom Club, che esordisce con l'album omonimo proprio nel 1981.

Influenze

L'enorme influenza del gruppo è facilmente riscontrabile in buona parte nell'indie rock che domina le classifiche degli ultimi anni, in particolare nell'utilizzo delle chitarre e nei tipo di strutture ritmiche.[7]

Tra i gruppi che hanno citato i Talking Heads come fonte di ispirazione vi sono Radiohead, Bell X1 e Primus.

Citazioni e riferimenti

  • Anagrammando il nome del gruppo si ottiene King's Lead Hat, titolo di una canzone del già citato Brian Eno.
  • Da una canzone dei Talking Heads (Radio Head, inserita nell'album True Stories) deriva il nome del complesso inglese Radiohead.
  • Il logo dei Nine Inch Nails (abbreviato NIИ) fu ispirato dalla tipografia di Tibor Kalman dell'album Remain in Light.
  • Il regista Paolo Sorrentino ha intitolato il suo film This Must Be the Place prendendo il titolo da una canzone del gruppo. Ricevendo nel 2014 l'Oscar per il film La grande bellezza, lo stesso Sorrentino ha ringraziato i Talking Heads definendoli una delle sue fonti d'ispirazione.
  • Nel famoso fumetto giapponese Le bizzarre avventure di JoJo ben due stand, gli "spettri" ricorrenti della serie, citano il gruppo tramite il loro nome: "Talking Head" di Tiziano e "Burning Down the House" Emporio, che cita il titolo di una loro canzone.

Formazione

Discografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia dei Talking Heads.
Copertina di Talking Heads: 77, album d'esordio del gruppo

Album studio

Album dal vivo

Raccolte

Cofanetti

Filmografia

Note

Bibliografia

  • Jorge Lima Barreto, Rock & Droga. Misteri e segreti stupefacenti: una "Bibbia" rock-psichedelica, Milano, Gammalibri, 1984.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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