John Cassavetes: differenze tra le versioni

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===Gli anni settanta===
===Gli anni settanta===
Dopo ''Volti'' Cassavetes girò nel [[1970]] ''[[Mariti]]'', interpretato da [[Ben Gazzara]], [[Peter Falk]]e lo stesso Cassavetes. Il film, nella versione originale, dura 140 minuti, ma la distribuzione [[italia]]na tagliò 35 minuti.
Dopo ''Volti'' Cassavetes girò nel [[1970]] ''[[Mariti]]'', interpretato da [[Ben Gazzara]], [[Peter Falk]] e lo stesso Cassavetes. Il film, nella versione originale, dura 140 minuti, ma la distribuzione [[italia]]na tagliò 35 minuti.


Il film successivo fu ''[[Minnie e Moskowitz]]'' ([[1972]]), una commedia sofisticata, più professionale rispetto ai film precedenti, ma contiene la solita improvvisazione e parodia il tipo di [[Generi cinematografici|genere]].
Il film successivo fu ''[[Minnie e Moskowitz]]'' ([[1972]]), una commedia sofisticata, più professionale rispetto ai film precedenti, ma contiene la solita improvvisazione e parodia il tipo di [[Generi cinematografici|genere]].

Versione delle 09:16, 8 nov 2016

«Non penso mai a me stesso come regista, penso di essere uno dei peggiori registi esistenti. Io non conto, non faccio nulla. Sono responsabile del film nella misura in cui ne sono responsabili tutti gli altri. Per me i film hanno poca importanza. È la gente che è più importante»

John Cassavetes nel 1959

John Cassavetes (New York, 9 dicembre 1929Los Angeles, 3 febbraio 1989) è stato un attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e montatore statunitense.

Attivo nel campo cinematografico, teatrale e televisivo, è stato uno dei primi registi indipendenti.[1] Fin dall'inizio affiancò alla recitazione la ricerca narrativa come regista di film indipendenti; fu epìgono e al tempo stesso migliore esponente della corrente della "Scuola di New York" (gruppo in realtà eterogeneo che comprendeva Sidney Meyers, Shirley Clarke, Lionel Rogosin e altri), che assunse come criteri stilistici e contenutistici il realismo, il documentarismo, l'improvvisazione, la povertà di mezzi produttivi, con richiami a volte espliciti alla "poetica del pedinamento" di Cesare Zavattini.

Il suo stile di regia è noto per l'improvvisazione degli attori e per la sua capacità di narrare storie realistiche. Il suo è stato un cinema "familiare" (nei suoi film hanno recitato amici come Seymour Cassel, Ben Gazzara e Peter Falk, la moglie Gena Rowlands, la madre, la suocera e i figli) che ha raccontato storie di coppie in crisi o di problemi della vita metropolitana.[2] Da Gena Rowlands ebbe tre figli. Uno di essi, Nick, è oggi un regista.

Biografia

Gli inizi

John Cassavetes in Nel fango della periferia

Nato a New York da una famiglia di origini greche, John Cassavetes passò l'infanzia nella terra della sua famiglia prima di tornare definitivamente negli Stati Uniti.

A vent'anni iniziò a frequentare i corsi di recitazione e di regia all'American Academy of Dramatic Arts. Nel 1951 si diplomò, ma non trovò lavoro a Broadway, quindi iniziò a lavorare come attore per la televisione. Recitò in un'ottantina di film televisivi, in ruoli da comprimario, fino ad essere protagonista di serial, in ruoli alla James Dean. Intanto recitò per la prima volta un piccolo ruolo nel film Taxi, di Gregory Ratoff.

Nel 1954 sposò la donna della sua vita: l'attrice Gena Rowlands, l'interprete femminile di quasi tutti i suoi film. Nel 1957 Cassavetes partecipò come co-protagonista al film Nel fango della periferia, diretto da Martin Ritt. Nello stesso anno fondò l'Actor's Workshop, un laboratorio di recitazione off-Broadway, operandovi come insegnante, produttore e regista.

Gli anni sessanta

In questo ambito nacque il primo lungometraggio di Cassavetes: Ombre, girato tra il 1959 e il 1960, concepito come un "saggio collettivo di recitazione e di regia" (didascalia che apre il film), l'esempio migliore di quel movimento.

Il film fu finanziato grazie ad un annuncio sul New York Times e a una richiesta di finanziamento lanciata via radio nel corso di una trasmissione notturna, e narra di tre fratelli afroamericani, due ragazzi e una ragazza, dalla pelle di gradazione differente (dal totalmente nero del fratello maggiore, al mulatto dell'altro fratello, alla pelle quasi bianca della sorella), dei loro problemi e sogni. Il film fu girato in bianco e nero, con sfocature della pellicola e una fotografia sgranata e costò 15.000 dollari.

Il film fu girato in due versioni: la prima aderiva molto di più alla cosiddetta '"Scuola di New York", ma Cassavetes girò una seconda versione, ripulita da quelli che secondo lui erano tempi morti e intellettualismi. Presentata alla Mostra di Venezia e uscita nel 1961, è quella che si conosce, e portò ad una frattura insanabile tra Cassavetes e gli esponenti della "Scuola di New York", che gli rimproverarono di aver modificato il film per ottenere più incassi.

La critica, per mezzo dell'entusiasta direttore di Film Culture Jonas Mekas, provò a fare di Cassavetes il simbolo del neonato New American Cinema Group, ma il regista non accettò mai di aderire al manifesto costitutivo, e pur rimanendo coerente a un'impostazione liberal ("un umanista" per sua definizione) non farà mai film didascalicamente politici.

Il successo di Ombre diede a Cassavetes la possibilità di girare nel 1961 un film a Hollywood. La Paramount lo chiamò per dirigere Blues di mezzanotte, un dramma ambientato nel sottobosco del jazz. Cassavetes accettò, ma la sua indipendenza era fuori posto ad Hollywood, così dovette scendere a compromessi: poté scegliere solo in parte gli attori e dovette rispettare i tempi e i modi di un film hollywoodiano, ma non ne rimase un granché soddisfatto.

Lo stesso anno Stanley Kramer gli propose di girare un film di impegno civile, Gli esclusi, che uscì nel 1963. Il film risultò ancora più insoddisfacente di Blues di mezzanotte, e finì per non essere riconosciuto né da Kramer né da Cassavetes. Inoltre si rivelò un vero fiasco al botteghino, e costò un periodo di oblio al regista, che si rifugiò nuovamente nella televisione, dove comparve in molti serial (tra i quali due puntate della celebre serie Alfred Hitchcock presenta), fino al 1964, quando fece ritorno al cinema come attore, chiamato da Don Siegel per interpretare Contratto per uccidere.

Cassavetes iniziò a ideare un progetto sperimentale, una sorta di work in progress da realizzare con attori professionisti e no. Nel primo semestre del 1965 iniziò a girare in 16mm, sfruttando per gli interni anche la sua abitazione, diciassette ore di pellicola, lavorando con trecento persone. L'impresa si concluse solo nel 1968, quando il film, con il titolo Volti, uscì snellito dalle diciassette ore originali a due ore e dieci. Il film partecipò alla Mostra di Venezia, dove vinse un premio per la migliore interpretazione maschile (a John Marley). Negli Stati Uniti fu nominato agli Oscar del 1969, per la sceneggiatura originale.

Contemporaneamente alla realizzazione di Volti, Cassavetes continuò a lavorare come attore in film come Rosemary's Baby e Quella sporca dozzina.

Gli anni settanta

Dopo Volti Cassavetes girò nel 1970 Mariti, interpretato da Ben Gazzara, Peter Falk e lo stesso Cassavetes. Il film, nella versione originale, dura 140 minuti, ma la distribuzione italiana tagliò 35 minuti.

Il film successivo fu Minnie e Moskowitz (1972), una commedia sofisticata, più professionale rispetto ai film precedenti, ma contiene la solita improvvisazione e parodia il tipo di genere.

Dopo tre anni, due dei quali spesi nella ricerca di un distributore, Cassavetes girò Una moglie, uno show di Gena Rowlands (forse la sua migliore interpretazione) e probabilmente la sua migliore opera. Il film ricevette due nomination agli Oscar, per la migliore attrice e per il miglior regista, e ottenne un buon successo di pubblico e critica.

Due anni dopo Cassavetes girò L'assassinio di un allibratore cinese, che negli USA fu snobbato e considerato un film "minore", un "divertissement". Il film uscì in due versioni: la seconda uscì nel 1978, e in Italia fu massacrata dalla distribuzione, che tagliò 23 minuti. Il film è una rivisitazione del "gangster movie", e vede protagonista un ottimo Ben Gazzara.

L'anno dopo il regista diresse La sera della prima, altra prova maiuscola di Gena Rowlands, che crea con il regista-marito duetti indimenticabili.

Gli anni ottanta

Nel 1980 Cassavetes girò Gloria - Una notte d'estate, una rivisitazione del thriller, con protagonista ancora la moglie. Il film vinse il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia e ottenne un gran successo presso la critica e il pubblico. Nel 1998 Sidney Lumet diresse un remake della pellicola, Gloria. Il ruolo della Rowlands fu interpretato da Sharon Stone. Questo fu l'ultimo grande film di Cassavetes. Gli ultimi due suoi film infatti furono girati tra problemi con i produttori e l'incombere della malattia che gli sarà fatale.

Nel 1983 Cassavetes girò Love Streams - Scia d'amore, tratto da una pièce teatrale diretta dallo stesso regista. Il film fu prodotto dall'allora forte Cannon, ma la critica lo considerò un prodotto commerciale come tanti altri, lontano dallo stile cassavetessiano. Il film comunque vinse l'Orso d'oro al Festival di Berlino.

Durante la lavorazione di Love Streams - Scia d'amore, il regista scoprì di avere la cirrosi epatica. Interpretò ancora alcuni film come attore e nel 1985 accettò di subentrare al regista Andrew Bergman sul set di Il grande imbroglio, a riprese abbondantemente iniziate. Il film è una commedia interpretata da due amici di Cassavetes: Peter Falk e Alan Arkin. Il film però deluse in toto il regista, che lo ripudiò.

Dopo il 1985 la malattia del regista si aggravò e si rivelò incurabile. Cassavetes morì il 3 febbraio 1989, a 59 anni.

Influenze

John Cassavetes ha influenzato e ispirato molti registi, da Martin Scorsese, a registi indipendenti come Jim Jarmusch e Alexandre Rockwell.

Filmografia

Regie cinematografiche

Regie televisive

Attore

Doppiatori italiani

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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