Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini: differenze tra le versioni

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==Cenni storici==
==Cenni storici==
La prima edificazione di locali adibiti ad ospizio per sacerdoti poveri avvenne nel 1532 per l’iniziativa del sacerdote Benedetto Tizzone, con l’aiuto del conte d’Oppido, Giovanni Antonio Caracciolo. Per quanto riguarda la chiesa, poche sono le informazioni sulla sua fondazione. Una visita pastorale riferisce che nel Cinquecento vi fu rinvenuta una lapide sepolcrale scritta “in lettera longobarda” e datata 1358 (E. Ricciardi, 1998).
La prima edificazione di locali adibiti ad ospizio per sacerdoti poveri avvenne nel 1532 per l’iniziativa del sacerdote Benedetto Tizzone, con l’aiuto del conte d’Oppido, Giovanni Antonio Caracciolo. Per quanto riguarda la chiesa, poche sono le informazioni sulla sua fondazione. Una visita pastorale riferisce che nel Cinquecento vi fu rinvenuta una lapide sepolcrale scritta “in lettera longobarda” e datata 1358.<ref name="Ricciardi">E. Ricciardi, 1998</ref>


Nel '''1533 [[Gaetano Thiene|San Gaetano Thiene]]''', insieme ad altri [[Teatini]], fu invitato a Napoli da [[Gian Pietro Carafa|Giampietro Carafa]] per fondarvi una casa dell’Ordine. I Padri furono ospitati presso l’ospizio e San Gaetano dimorò negli ambienti posti sopra la chiesa, ma l’anno seguente, eletto Preposto della Casa dell’Ordine dei [[Chierici regolari teatini|Teatini]], lasciò il complesso. I Padri accolsero, infatti, l’invito della fondatrice dell’[[Ospedale degli Incurabili di Napoli|Ospedale degli Incurabili,]] [[Maria Lorenza Longo|Maria Longo]], e si trasferirono presso l’impianto sanitario (L. Saddi, 1991).
Nel 1533 [[Gaetano Thiene|San Gaetano Thiene]], insieme ad altri [[Teatini]], fu invitato a Napoli da [[Gian Pietro Carafa|Giampietro Carafa]] per fondarvi una casa dell’Ordine. I Padri furono ospitati presso l’ospizio e San Gaetano dimorò negli ambienti posti sopra la chiesa, ma l’anno seguente, eletto Preposto della Casa dell’Ordine dei [[Chierici regolari teatini|Teatini]], lasciò il complesso. I Padri accolsero, infatti, l’invito della fondatrice dell’[[Ospedale degli Incurabili di Napoli|Ospedale degli Incurabili,]] [[Maria Lorenza Longo|Maria Longo]], e si trasferirono presso l’impianto sanitario.<ref name="Saddi">L. Saddi, 1991</ref>


Nel '''1540''' tutto il complesso fu affidato ad alcune '''monache Benedettine''' che, sotto la guida della badessa Dionora Gallucci, impiegarono i soldi delle loro doti per ristrutturare la chiesa, arricchendola di opere d’arte ed arredi. Nel 1565, però, l’arcivescovo [[Alfonso Carafa]], incaricato di applicare le nuove disposizioni del Concilio di Trento per la riforma dei monasteri femminili, “dopo di un’esattissima visita”, ordinò alle monache di abbandonare la casa per ritirarsi all’interno della mura cittadine.
Nel 1540 tutto il complesso fu affidato ad alcune monache Benedettine che, sotto la guida della badessa Dionora Gallucci, impiegarono i soldi delle loro doti per ristrutturare la chiesa, arricchendola di opere d’arte ed arredi. Nel 1565, però, l’arcivescovo [[Alfonso Carafa]], incaricato di applicare le nuove disposizioni del Concilio di Trento per la riforma dei monasteri femminili, "dopo di un’esattissima visita”, ordinò alle monache di abbandonare la casa per ritirarsi all’interno della mura cittadine.


Nel 1566 e nel 1569 due alluvioni devastarono la zona e anche la chiesa della Misericordia fu danneggiata.<ref name="Ricciardi"/> Nel [[1585]] la Congregazione di nobili istituita da San Gaetano fece ristrutturare i locali della Casa che furono destinati ad ospedale per sacerdoti poveri e pellegrini. Fra le altre opere di misericordia, la Confraternita si occupava della sepoltura, prestava servizio presso l’ospedale e offriva alloggio ai pellegrini. In questi anni anche la chiesa, sepolta dalle alluvioni, fu ricostruita ad un livello superiore sullo stesso luogo e la stanza dove era vissuto san Gaetano, annessa al nuovo tempio, divenne l’attuale sacrestia.
'''Nel 1566 e nel 1569''' due '''alluvioni devastarono la zona''' e anche la chiesa della Misericordia fu danneggiata (E. Ricciardi, 1998).


Nella prima metà del XVIII secolo il complesso fu ristrutturato e arricchito di opere d’arte dei migliori artisti napoletani. In particolare, la chiesa fu decorata con dipinti e stucchi da artisti dell'ambito di [[Domenico Antonio Vaccaro]]. In seguito, ai lati della [[navata]] della chiesa, in prossimità dell’arco trionfale, furono eretti due monumenti funebri, l’uno a Gennaro Mascabruni, datato 1740 (scuola di [[Francesco Pagano (scultore)|Francesco Pagano]]) e l’altro a Domenico de Liguori, datato 1752, entrambi benefattori della Confraternita e donatori di grandi ricchezze al sodalizio.
Nel '''1585''' la '''Congregazione''' di nobili istituita da S. Gaetano fece '''ristrutturare i locali della Casa''' che furono destinati ad '''ospedale''' per sacerdoti poveri e pellegrini. Fra le altre opere di misericordia, la Confraternita si occupava della sepoltura, prestava servizio presso l’ospedale e offriva alloggio ai pellegrini.


Il sito fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1806 e fatto restaurare dai Governatori della Confraternita, come ricorda l’iscrizione esposta sul portale d‘ingresso della chiesa. Tuttavia l’impianto precedente dell’intero complesso non subì considerevoli alterazioni.<ref name="Saddi"/>
In questi anni anche '''la chiesa''', sepolta dalle alluvioni, '''fu ricostruita ad un livello superiore''' sullo stesso luogo e la stanza dove era vissuto san Gaetano, annessa al nuovo tempio, divenne l’attuale sacrestia.


Durante i [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti]] dell’ultimo conflitto mondiale la chiesa subì gravi danni e nel 1967 fu completato un importante intervento di restauro, con cui si ricostruirono, sul modello precedente, il soffitto della navata e la cupola.
'''Nella prima metà del 1700''' il complesso fu '''ristrutturato e arricchito di opere d’arte''' dei migliori artisti napoletani. In particolare, la chiesa fu decorata con dipinti e stucchi da '''artisti dell'ambito di [[Domenico Antonio Vaccaro]]'''. In seguito, ai lati della [[navata]] della chiesa, in prossimità dell’arco trionfale, furono eretti '''due monumenti funebri''', l’uno a '''Gennaro Mascabruni''', datato 1740 (scuola di Francesco Pagano) e l’altro a '''Domenico de Liguori''', datato 1752, entrambi benefattori della Confraternita e donatori di grandi ricchezze al sodalizio.


La chiesa, con i locali attigui e gli ambienti ipogei, chiusa al pubblico per decenni e non più adibita al culto, è stata a lungo abbandonata all’incuria e al degrado. Dal 2015 l’associazione "SMMAVE - Centro per l’Arte Contemporanea" che sta portando avanti la pulizia, il recupero e la valorizzazione per favorirne la fruizione e farne un luogo di ricerca, didattica e produzione artistica.
Il sito fu gravemente danneggiato dal '''terremoto del 1806''' e fatto restaurare dai Governatori della Confraternita, come ricorda l’iscrizione esposta sul portale d‘ingresso della chiesa. Tuttavia l’impianto precedente dell’intero complesso non subì considerevoli alterazioni (L. Saddi, 1991).

Durante i [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti]] dell’ultimo conflitto mondiale la Chiesa subì gravi danni e nel '''1967''' fu completato un '''importante intervento di restauro''', con cui si ricostruirono, sul modello precedente, il soffitto della navata e la cupola.

La chiesa, con i locali attigui e gli ambienti ipogei, chiusa al pubblico per decenni e non più adibita al culto, è stata a lungo abbandonata all’incuria e al degrado. Dal 2015 l’associazione '''[http://smmave.it/ SMMAVE - Centro per l’Arte Contemporanea]''' ne sta portando avanti la pulizia, il recupero e la valorizzazione per favorirne la fruizione e farne un luogo di ricerca, didattica e produzione artistica.
==Architettura==
==Architettura==
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Al di sotto della chiesa - ad aula unica, con [[cupola]] e cappelle laterali poco profonde - è presente un ambiente [[ipogeo]] di pari dimensioni, con funzione di “terrasanta”, molto probabilmente sito al livello della chiesa originaria, interrata dai ben noti fenomeni alluvionali che nel corso dei secoli hanno caratterizzato l’area dei Vergini.
Al di sotto della chiesa - ad aula unica, con [[cupola]] e cappelle laterali poco profonde - è presente un ambiente [[ipogeo]] di pari dimensioni, con funzione di “terrasanta”, molto probabilmente sito al livello della chiesa originaria, interrata dai ben noti fenomeni alluvionali che nel corso dei secoli hanno caratterizzato l’area dei Vergini.


La chiesa è parte del più ampio complesso, dotato di un bell’impianto a corte e [[Portico|porticato]] al pian terreno, comprendente l’ex ospedale e l’[[oratorio]] dell'[[Arciconfraternita]] di Santa Maria della Misericordia. I locali dell'Arciconfraternita furono completamente ristrutturati negli anni ’30 del 1700. Per l‘'''oratorio''' dei confratelli furono commissionati la '''grande tela del soffitto''', realizzata nel 1733 da '''Leonardo Olivieri''', raffigurante ''Cristo e la Vergine e, in basso, le tre [[virtù teologali]] e [[Filippo Neri|San Filippo Neri]] in atto di accogliere pellegrini'', e gli '''splendidi pavimenti maiolicati''', opera di '''Gaetano Massa''' (1735).
La chiesa è parte del più ampio complesso, dotato di un bell’impianto a corte e [[Portico|porticato]] al pian terreno, comprendente l’ex ospedale e l’[[oratorio]] dell'[[Arciconfraternita]] di Santa Maria della Misericordia. I locali dell'Arciconfraternita furono completamente ristrutturati negli anni trenta del [[XVIII secolo]]. Per l'oratorio dei confratelli furono commissionati la grande tela del soffitto, realizzata nel 1733 da [[Leonardo Olivieri]], raffigurante ''Cristo e la Vergine e, in basso, le tre virtù teologali e [[Filippo Neri|San Filippo Neri]] in atto di accogliere pellegrini'', e gli splendidi pavimenti maiolicati, opera di [[Gaetano Massa]] (1735).

==Note==
<references />


==Bibliografia==
==Bibliografia==
*M. Rippa, ''Il sole tra i vicoli'', Napoli 2011
*M. Rippa, ''Il sole tra i vicoli'', Napoli, 2011
*F. Strazzullo, ''Notizie sulle chiese di S. Maria della Misericordia e di S. Maria dei Vergini fuori Porta S. Gennaro'', Rendiconti dell'Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti, Volume LXXII, Napoli 2003
*Francesco Strazzullo, ''Notizie sulle chiese di S. Maria della Misericordia e di S. Maria dei Vergini fuori Porta S. Gennaro'', Rendiconti dell'Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti, Volume LXXII, Napoli 2003
*E. Ricciardi, ''La Chiesa di Santa Maria dei Vergini'', ed. Parrocchia di S. Maria dei Vergini, Napoli 1998
*E. Ricciardi, ''La Chiesa di Santa Maria dei Vergini'', ed. Parrocchia di S. Maria dei Vergini, Napoli 1998
*A. Terminio ''Santa Maria della Misericordia'', in “Napoli Sacra. Guida alle chiese della città”, 14° itinerario, Napoli 1996
*A. Terminio, ''Santa Maria della Misericordia'', in “Napoli Sacra. Guida alle chiese della città”, 14° itinerario, Napoli 1996
*L. Saddi, ''Cenni storici sul complesso di S. Maria della Misericordia ai Vergini'' in ''Il Borgo dei Vergini. Storia e struttura di un ambito urbano'', a cura di A. Buccaro, Cuen editrice, 1991
*L. Saddi, ''Cenni storici sul complesso di S. Maria della Misericordia ai Vergini'' in ''Il Borgo dei Vergini. Storia e struttura di un ambito urbano'', a cura di A. Buccaro, Cuen editrice, 1991
*C. Fedele, ''Gli edifici fuori Porta S. Gennaro: dalla città murata al borgo'' in ''Il Borgo dei Vergini. Storia e struttura di un ambito urbano'', cit., 1991
*C. Fedele, ''Gli edifici fuori Porta S. Gennaro: dalla città murata al borgo'' in ''Il Borgo dei Vergini. Storia e struttura di un ambito urbano'', cit., 1991
*S. BB. AA. AA. di Napoli, Ufficio Catalogo, Scheda A “Chiesa”, a cura di A. Buccaro, campagna di catalogazione 1990
*S. BB. AA. AA. di Napoli, Ufficio Catalogo, Scheda A “Chiesa”, a cura di A. Buccaro, campagna di catalogazione 1990
*C. De Seta, ''Le città nella storia d’Italia. Napoli'', Bari 1981
*Cesare De Seta, ''Le città nella storia d’Italia. Napoli'', Bari 1981
*C. De Seta, ''Cartografia della città di Napoli'', 1969
*Cesare De Seta, ''Cartografia della città di Napoli'', 1969
*S. D’Aloe, ''Catalogo di tutti gli edifici sacri della città di Napoli e dei suoi sobborghi'' in ''Archivio Storico per le Province Napoletane'', vol. VIII, Napoli 1883
*S. D’Aloe, ''Catalogo di tutti gli edifici sacri della città di Napoli e dei suoi sobborghi'' in ''Archivio Storico per le Province Napoletane'', vol. VIII, Napoli 1883
*C. T. Dal Bono, ''Nuova Guida di Napoli e dintorni'', Napoli 1876
*Carlo Tito Dal Bono, ''Nuova Guida di Napoli e dintorni'', Napoli 1876
*G. A. Galante, ''Guida Sacra della Città di Napoli'', Napoli, 1872
*Gennaro Aspreno Galante, ''Guida Sacra della Città di Napoli'', Napoli, 1872
*G. Ceva Grimaldi, ''Memorie storiche della città di Napoli dalla fondazione sino al presente'', Napoli 1857
*G. Ceva Grimaldi, ''Memorie storiche della città di Napoli dalla fondazione sino al presente'', Napoli 1857
*G. Sigismondo, ''Descrizione della città di Napoli e suoi borghi'', Napoli 1789
*Giuseppe Sigismondo, ''Descrizione della città di Napoli e suoi borghi'', Napoli 1789
*B. De Dominici, ''Vite de'pittori, scultori ed architetti napoletani'',  Napoli 1742
*Bernando De Dominici, ''Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani'',  Napoli 1742
*C. Celano, ''Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli'' [...], Napoli 1692, ''Giornata Settima''
*Carlo Celano, ''Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli'' [...], Napoli 1692, ''Giornata Settima''
*C. de Lellis, ''Aggiunta alla "Napoli sacra" dell’Engenio Caracciolo'', Napoli entro il 1689, Tomo V
*Camillo de Lellis, ''Aggiunta alla "Napoli sacra" dell’Engenio Caracciolo'', Napoli entro il 1689, Tomo V
*P. De Stefano, ''Descrittione de i luoghi sacri della città di Napoli con li fondatori di essi, reliquie, sepolture et epitaphii, che in quelle si trovano, et altre degne memorie'', Napoli 1560
*Pietro De Stefano, ''Descrittione de i luoghi sacri della città di Napoli con li fondatori di essi, reliquie, sepolture et epitaphii, che in quelle si trovano, et altre degne memorie'', Napoli 1560


==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Napoli]]
*[[Chiese di Napoli]]
*[[Chiese di Napoli]]



Versione delle 00:09, 8 nov 2016

Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini
Esterno con cupola
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Località Napoli
Coordinate40°51′22.32″N 14°15′19.01″E / 40.8562°N 14.25528°E40.8562; 14.25528
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareMaria
DiocesiArcidiocesi di Napoli
Sito websmmave.it/

La chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini (o Misericordiella) è una delle chiese di Napoli, sita nel cuore del centro storico, all'angolo tra via Fuori Porta San Gennaro e via Misericordiella, proprio nella zona d’ingresso al Borgo dei Vergini, all’altezza di Porta San Gennaro. Fa parte di un complesso comprendente l’ex ospedale e l’oratorio dell'Arciconfraternita di Santa Maria della Misericordia.

Cenni storici

La prima edificazione di locali adibiti ad ospizio per sacerdoti poveri avvenne nel 1532 per l’iniziativa del sacerdote Benedetto Tizzone, con l’aiuto del conte d’Oppido, Giovanni Antonio Caracciolo. Per quanto riguarda la chiesa, poche sono le informazioni sulla sua fondazione. Una visita pastorale riferisce che nel Cinquecento vi fu rinvenuta una lapide sepolcrale scritta “in lettera longobarda” e datata 1358.[1]

Nel 1533 San Gaetano Thiene, insieme ad altri Teatini, fu invitato a Napoli da Giampietro Carafa per fondarvi una casa dell’Ordine. I Padri furono ospitati presso l’ospizio e San Gaetano dimorò negli ambienti posti sopra la chiesa, ma l’anno seguente, eletto Preposto della Casa dell’Ordine dei Teatini, lasciò il complesso. I Padri accolsero, infatti, l’invito della fondatrice dell’Ospedale degli Incurabili, Maria Longo, e si trasferirono presso l’impianto sanitario.[2]

Nel 1540 tutto il complesso fu affidato ad alcune monache Benedettine che, sotto la guida della badessa Dionora Gallucci, impiegarono i soldi delle loro doti per ristrutturare la chiesa, arricchendola di opere d’arte ed arredi. Nel 1565, però, l’arcivescovo Alfonso Carafa, incaricato di applicare le nuove disposizioni del Concilio di Trento per la riforma dei monasteri femminili, "dopo di un’esattissima visita”, ordinò alle monache di abbandonare la casa per ritirarsi all’interno della mura cittadine.

Nel 1566 e nel 1569 due alluvioni devastarono la zona e anche la chiesa della Misericordia fu danneggiata.[1] Nel 1585 la Congregazione di nobili istituita da San Gaetano fece ristrutturare i locali della Casa che furono destinati ad ospedale per sacerdoti poveri e pellegrini. Fra le altre opere di misericordia, la Confraternita si occupava della sepoltura, prestava servizio presso l’ospedale e offriva alloggio ai pellegrini. In questi anni anche la chiesa, sepolta dalle alluvioni, fu ricostruita ad un livello superiore sullo stesso luogo e la stanza dove era vissuto san Gaetano, annessa al nuovo tempio, divenne l’attuale sacrestia.

Nella prima metà del XVIII secolo il complesso fu ristrutturato e arricchito di opere d’arte dei migliori artisti napoletani. In particolare, la chiesa fu decorata con dipinti e stucchi da artisti dell'ambito di Domenico Antonio Vaccaro. In seguito, ai lati della navata della chiesa, in prossimità dell’arco trionfale, furono eretti due monumenti funebri, l’uno a Gennaro Mascabruni, datato 1740 (scuola di Francesco Pagano) e l’altro a Domenico de Liguori, datato 1752, entrambi benefattori della Confraternita e donatori di grandi ricchezze al sodalizio.

Il sito fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1806 e fatto restaurare dai Governatori della Confraternita, come ricorda l’iscrizione esposta sul portale d‘ingresso della chiesa. Tuttavia l’impianto precedente dell’intero complesso non subì considerevoli alterazioni.[2]

Durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale la chiesa subì gravi danni e nel 1967 fu completato un importante intervento di restauro, con cui si ricostruirono, sul modello precedente, il soffitto della navata e la cupola.

La chiesa, con i locali attigui e gli ambienti ipogei, chiusa al pubblico per decenni e non più adibita al culto, è stata a lungo abbandonata all’incuria e al degrado. Dal 2015 l’associazione "SMMAVE - Centro per l’Arte Contemporanea" che sta portando avanti la pulizia, il recupero e la valorizzazione per favorirne la fruizione e farne un luogo di ricerca, didattica e produzione artistica.

Architettura

La chiesa presenta una notevole facciata lineare su due registri: il primo è composto da lesene ioniche, mentre il secondo da fasce in stucco che incorniciano un finestrone. La facciata termina con un timpano triangolare con oculo centrale. Di notevole interesse è il portale in piperno del XVIII secolo, in stile rococò.

Al di sotto della chiesa - ad aula unica, con cupola e cappelle laterali poco profonde - è presente un ambiente ipogeo di pari dimensioni, con funzione di “terrasanta”, molto probabilmente sito al livello della chiesa originaria, interrata dai ben noti fenomeni alluvionali che nel corso dei secoli hanno caratterizzato l’area dei Vergini.

La chiesa è parte del più ampio complesso, dotato di un bell’impianto a corte e porticato al pian terreno, comprendente l’ex ospedale e l’oratorio dell'Arciconfraternita di Santa Maria della Misericordia. I locali dell'Arciconfraternita furono completamente ristrutturati negli anni trenta del XVIII secolo. Per l'oratorio dei confratelli furono commissionati la grande tela del soffitto, realizzata nel 1733 da Leonardo Olivieri, raffigurante Cristo e la Vergine e, in basso, le tre virtù teologali e San Filippo Neri in atto di accogliere pellegrini, e gli splendidi pavimenti maiolicati, opera di Gaetano Massa (1735).

Note

  1. ^ a b E. Ricciardi, 1998
  2. ^ a b L. Saddi, 1991

Bibliografia

  • M. Rippa, Il sole tra i vicoli, Napoli, 2011
  • Francesco Strazzullo, Notizie sulle chiese di S. Maria della Misericordia e di S. Maria dei Vergini fuori Porta S. Gennaro, Rendiconti dell'Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti, Volume LXXII, Napoli 2003
  • E. Ricciardi, La Chiesa di Santa Maria dei Vergini, ed. Parrocchia di S. Maria dei Vergini, Napoli 1998
  • A. Terminio, Santa Maria della Misericordia, in “Napoli Sacra. Guida alle chiese della città”, 14° itinerario, Napoli 1996
  • L. Saddi, Cenni storici sul complesso di S. Maria della Misericordia ai Vergini in Il Borgo dei Vergini. Storia e struttura di un ambito urbano, a cura di A. Buccaro, Cuen editrice, 1991
  • C. Fedele, Gli edifici fuori Porta S. Gennaro: dalla città murata al borgo in Il Borgo dei Vergini. Storia e struttura di un ambito urbano, cit., 1991
  • S. BB. AA. AA. di Napoli, Ufficio Catalogo, Scheda A “Chiesa”, a cura di A. Buccaro, campagna di catalogazione 1990
  • Cesare De Seta, Le città nella storia d’Italia. Napoli, Bari 1981
  • Cesare De Seta, Cartografia della città di Napoli, 1969
  • S. D’Aloe, Catalogo di tutti gli edifici sacri della città di Napoli e dei suoi sobborghi in Archivio Storico per le Province Napoletane, vol. VIII, Napoli 1883
  • Carlo Tito Dal Bono, Nuova Guida di Napoli e dintorni, Napoli 1876
  • Gennaro Aspreno Galante, Guida Sacra della Città di Napoli, Napoli, 1872
  • G. Ceva Grimaldi, Memorie storiche della città di Napoli dalla fondazione sino al presente, Napoli 1857
  • Giuseppe Sigismondo, Descrizione della città di Napoli e suoi borghi, Napoli 1789
  • Bernando De Dominici, Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani,  Napoli 1742
  • Carlo Celano, Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli [...], Napoli 1692, Giornata Settima
  • Camillo de Lellis, Aggiunta alla "Napoli sacra" dell’Engenio Caracciolo, Napoli entro il 1689, Tomo V
  • Pietro De Stefano, Descrittione de i luoghi sacri della città di Napoli con li fondatori di essi, reliquie, sepolture et epitaphii, che in quelle si trovano, et altre degne memorie, Napoli 1560

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