Campo visivo: differenze tra le versioni

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Il campo visivo viene approssimato come un [[cono (solido)|cono]] ellittico con [[apertura angolare]] variabile in base alla [[visione periferica]] considerata. Escludendo la lontana periferia, tende ad approssimarsi con il campo della [[visione binoculare]], ossia un cono di circa 95° orizzontali e per circa 80° verticali.
Il campo visivo viene approssimato come un [[cono (solido)|cono]] ellittico con [[apertura angolare]] variabile in base alla [[visione periferica]] considerata. Escludendo la lontana periferia, tende ad approssimarsi con il campo della [[visione binoculare]], ossia un cono di circa 95° orizzontali e per circa 80° verticali.
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== Astronomia ==
== Astronomia ==

Versione delle 03:30, 7 set 2016

Disambiguazione – Se stai cercando il concetto geometrico di campo visivo, vedi Campo visivo (geometria descrittiva).
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Sovrapposizione dei campi visivi monoculari
Angoli di visuale

Il campo visivo è un'area che rappresenta la parte del mondo esterno visibile quando si fissa un punto.

Caratteristiche

Si deve, ovviamente, distinguere, tra campo visivo binoculare, che rappresenta ciò che è visibile con entrambi gli occhi, dal campo visivo monoculare, che si riferisce a un solo occhio. I campi visivi monoculari dei due occhi si sovrappongono parzialmente nella zona binoculare.

Gli stimoli visivi provenienti dalla metà destra del campo visivo raggiungono in parte l'emisfero sinistro del cervello e, per il resto, l'emisfero destro (nel chiasma ottico le fibre provenienti da un solo occhio si dividono in due). Il campo visivo, così come la retina, viene di solito diviso in 4 quadranti (due assi perpendicolari tra loro si intersecano in un punto detto 'di fissazione', che corrisponde alla fovea retinica).

L'esistenza dei due campi visivi è detta disparazione binoculare.

Anatomia e disturbi di campo visivo

Il nervo ottico è costituito da fibre nervose provenienti dalle emiretine nasali e temporali di ciascun occhio (rispettivamente la parte della retina 'interna' e quella verso le tempie); dunque, una lesione del nervo ottico determinerà la perdita totale della vista dell'occhio omolaterale. I nervi ottici si uniscono nel chiasma ottico, dove solo le fibre provenienti dalle emiretine nasali si incrociano, mentre quelle provenienti dalle emiretine temporali procedono ipsilateralmente nel tratto ottico. Il tratto ottico di sinistra, ad esempio, sarà composto da fibre che provengono dalla emiretina temporale sinistra e dalla emiretina nasale destra. In altri termini, il tratto ottico sinistro conterrà una rappresentazione completa dell'emicampo visivo destro.

Una lesione sagittale del chiasma ottico produrrà emianopsia eteronima bitemporale (cioè perdita della vista delle due metà temporali di entrambi i campi visivi), mentre una lesione del tratto ottico determinerà emianopsia omonima controlaterale (cioè la cecità della stessa metà del campo visivo di ciascun occhio).

Gli assoni del tratto ottico prendono sinapsi nel corpo genicolato laterale (CGL) del talamo. Le fibre talamiche di proiezione dal CGL si aprono a ventaglio a formare le radiazione ottica e raggiungono la corteccia occipitale che occupa i due labbri della scissura calcarina. Il labbro superiore riceve le informazioni che provengono dai campi visivi inferiori (che cadono sull'emiretina superiore), il labbro inferiore riceve informazioni che provengono dai campi visivi superiori (che cadono sull'emiretina inferiore).

La lesione di una radiazione ottica subito dopo il CGL determina un disturbo emianoptico limitato ad un quadrante omonimo del campo visivo (superiore o inferiore), poiché le lesioni non distruggono mai tutte le fibre delle radiazioni ottiche. Lesioni della corteccia occipitale possono, se interessano entrambi i labbri della scissura calcarina, produrre emianopsia omonima controlaterale, e se il danno riguarda entrambi gli emisferi, cecità corticale. Tuttavia, a differenza della lesione del tratto ottico, viene quasi sempre risparmiata la porzione centrale del campo visivo (risparmio maculare).

Esami diagnostici

Lo studio del campo visivo permette di misurare la sensibilità retinica e gli eventuali difetti periferici o centrali, in questo modo è possibile valutare la nascita o il progredire di malattie come il glaucoma.

Le alterazioni alla sensibilità del campo visivo possono essere un effetto anche di patologie neurologiche, quali la neurite ottica e l'edema della papilla, e di patologie cerebrovascolari quali l'ischemia del nervo ottico.

Geometria descrittiva

In geometria descrittiva il campo visivo indica la porzione di spazio che può essere percepita da un osservatore e proiettata su un piano visivo.

Il campo visivo viene approssimato come un cono ellittico con apertura angolare variabile in base alla visione periferica considerata. Escludendo la lontana periferia, tende ad approssimarsi con il campo della visione binoculare, ossia un cono di circa 95° orizzontali e per circa 80° verticali. Considerando la massima visione periferica possibile, si aggiungono orizzontalmente ulteriori 60°-70° coperti solo da un'occhio per volta. Può raggiungere i 130°–135° verticali[1][2] e 200°–220° orizzontali[3][4].

Astronomia

In astronomia il campo visivo è conosciuto con l'acronimo FOV (Field Of View).

Voci correlate

Altri progetti

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  1. ^ Gislin Dagnelie, Visual Prosthetics: Physiology, Bioengineering, Rehabilitation, Springer Science & Business Media, 21 febbraio 2011, p. 398, ISBN 978-1-4419-0754-7. URL consultato il 9 novembre 2014.
  2. ^ K.C. Dohse, Effects of Field of View and Stereo Graphics on Memory in Immersive Command and Control, ProQuest, 2007, p. 6, ISBN 978-0-549-33503-0. URL consultato il 9 novembre 2014.
  3. ^ Martin Szinte e Patrick Cavanagh, Apparent Motion from Outside the Visual Field, Retinotopic Cortices May Register Extra-Retinal Positions, in PLOS ONE, 15 October 2012, DOI:10.1371/journal.pone.0047386. URL consultato il 9 novembre 2014.
    «With our head and eyes steady, our normal binocular vision covers a visual field of about 200 to 220 degrees of visual angle.»
  4. ^ Wolfgang Kühn, Fundamentals of Road Design, WIT Press, 2013, p. 24, ISBN 978-1-84564-097-2. URL consultato il 9 novembre 2014.