Anamorfismo: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 16: | Riga 16: | ||
La tecnica è usata nel [[cinema]], nel [[teatro]] e nel settore [[Pubblicità|pubblicitario]]. Nella tecnica cinematografica ''[[CinemaScope]]'', l'anamorfismo è utilizzato per riprendere un [[formato di schermo]] con [[rapporto base/altezza]] differente da quello della [[Pellicola cinematografica|pellicola]]. Speciali [[lente anamorfica|lenti anamorfiche]] comprimono l'immagine lateralmente (''compressione anamorfica'') al momento della ripresa e la riespandono durante la [[Proiettore cinematografico|proiezione]]. Un utilizzo pratico dell'effetto anamorfico è quello praticato nell'esecuzione di scritte per [[Segnalazione|segnalazioni]] sul [[Pavimento stradale|manto stradale]], i cui caratteri sono deformati e allungati in modo tale che, visti da una certa distanza, appaiano normali e leggibili. Altri esempi di anamorfismo sono le scritte pubblicitarie disegnate sui campi da gioco di varie discipline sportive (come nel [[Calcio (sport)|calcio]] e nella [[Formula 1]]). Tali insegne sono disegnate distorte sul suolo, in modo da apparire perfettamente dritte dal punto di vista delle [[Telecamera|telecamere]] che riprendono l'evento sportivo. |
La tecnica è usata nel [[cinema]], nel [[teatro]] e nel settore [[Pubblicità|pubblicitario]]. Nella tecnica cinematografica ''[[CinemaScope]]'', l'anamorfismo è utilizzato per riprendere un [[formato di schermo]] con [[rapporto base/altezza]] differente da quello della [[Pellicola cinematografica|pellicola]]. Speciali [[lente anamorfica|lenti anamorfiche]] comprimono l'immagine lateralmente (''compressione anamorfica'') al momento della ripresa e la riespandono durante la [[Proiettore cinematografico|proiezione]]. Un utilizzo pratico dell'effetto anamorfico è quello praticato nell'esecuzione di scritte per [[Segnalazione|segnalazioni]] sul [[Pavimento stradale|manto stradale]], i cui caratteri sono deformati e allungati in modo tale che, visti da una certa distanza, appaiano normali e leggibili. Altri esempi di anamorfismo sono le scritte pubblicitarie disegnate sui campi da gioco di varie discipline sportive (come nel [[Calcio (sport)|calcio]] e nella [[Formula 1]]). Tali insegne sono disegnate distorte sul suolo, in modo da apparire perfettamente dritte dal punto di vista delle [[Telecamera|telecamere]] che riprendono l'evento sportivo. |
||
Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'[[Inghilterra|inglese]] [[Julian Beever]], si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono. |
Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'[[Inghilterra|inglese]] [[Julian Beever]], si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono. Altri artisti, tra cui l'italiano Alessandro Diddi e l'olandese Ramon Bruin, realizzano su carta i loro disegni anamorfici in modo da far credere al osservatore che essi escano dal foglio e vadano ad interagire con oggetti ed elementi reali che li circondano. |
||
Altri artisti, tra cui l'italiano Alessandro Diddi e l'olandese Ramon Bruin, realizzano su carta i loro disegni anamorfici in modo da far credere al osservatore che essi escano dal foglio e vadano ad interagire con oggetti ed elementi reali che li circondano. |
|||
__NOTOC__ |
__NOTOC__ |
Versione delle 07:06, 25 ago 2016
L'anamorfismo è un effetto di illusione ottica per cui una immagine viene proiettata sul piano in modo distorto, rendendo il soggetto originale riconoscibile solamente guardando l'immagine da una posizione precisa (anamorfosi: dal greco ἀναμόρϕωσις, composto di ana- e mórfosis= forma ricostruita).[1]
Descrizione
Il soggetto originale può essere una figura piana oppure un oggetto tridimensionale. Nel secondo caso, l'osservatore dell'anamorfismo percepirà la figura come tridimensionale. In altri casi la visione è possibile utilizzando uno specchio curvo (ad esempio cilindrico o conico).
A partire dal Rinascimento diversi pittori hanno fatto uso dell'anamorfismo per nascondere significati alternativi in un'opera. Leonardo da Vinci ha tracciato in alcuni suoi appunti diversi esempi di figure anamorfiche. Nella parte inferiore del dipinto Ambasciatori di Hans Holbein il Giovane è visibile una strana figura. Osservando il quadro da destra tenendo la testa vicina al piano, si può chiaramente vedere che la figura anamorfizzata è un teschio.
La tecnica è usata nel cinema, nel teatro e nel settore pubblicitario. Nella tecnica cinematografica CinemaScope, l'anamorfismo è utilizzato per riprendere un formato di schermo con rapporto base/altezza differente da quello della pellicola. Speciali lenti anamorfiche comprimono l'immagine lateralmente (compressione anamorfica) al momento della ripresa e la riespandono durante la proiezione. Un utilizzo pratico dell'effetto anamorfico è quello praticato nell'esecuzione di scritte per segnalazioni sul manto stradale, i cui caratteri sono deformati e allungati in modo tale che, visti da una certa distanza, appaiano normali e leggibili. Altri esempi di anamorfismo sono le scritte pubblicitarie disegnate sui campi da gioco di varie discipline sportive (come nel calcio e nella Formula 1). Tali insegne sono disegnate distorte sul suolo, in modo da apparire perfettamente dritte dal punto di vista delle telecamere che riprendono l'evento sportivo.
Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'inglese Julian Beever, si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono. Altri artisti, tra cui l'italiano Alessandro Diddi e l'olandese Ramon Bruin, realizzano su carta i loro disegni anamorfici in modo da far credere al osservatore che essi escano dal foglio e vadano ad interagire con oggetti ed elementi reali che li circondano.
Note
- ^ Anamorfosi, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Bibliografia
- Jurgis Baltrušaitis, Anamorfosi o Thaumaturgus opticus, Adelphi 1978
- Fabrizio D'Urso, Anamorfismo e prospettiva oculare, CEDAM 2001
- Agostino De Rosa, Giuseppe D'Acunto, La vertigine dello sguardo: tre saggi sulla rappresentazione anamorfica, Cafoscarina, Venezia 2002, ISBN 978-88-88613-31-4
- Agostino De Rosa, a cura di, Jean François Nicéron. Prospettiva, catottrica e magia artificiale, Aracne, Roma 2013, ISBN 978-88-548-6032-2
Voci correlate
- Illusione ottica
- Trompe-l'œil
- Lente anamorfica
- Widescreen
- Letterbox
- Pan and scan
- Formati cinematografici
- Video anamorfico
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'anamorfismo