Galina grisa: differenze tra le versioni

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La luna, la luna cavalca i monti<br />
questa l'è l'ora di fare i conti...<br />
e una micca e una rubiöla<br />
la farìzam föra (bis)!<br />
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La luna, la luna cavalca i monti<br />
questa l'è l'ora di fare i conti...<br />
e una micca e una rubiöla<br />
la farìzam föra (bis)!<br />
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E ch'la ma scüza sciura padrona<br />
sa l'um cantà da spresia (bis),<br />
la cantrum mei dam vegn indré<br />
suta la sua finestra (bis).<br />
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E ch'la ma scüza sciura padrona<br />
sa l'um cantà da spresia (bis),<br />
la cantrum mei dam vegn indré<br />
suta la sua finestra (bis).<br />

==Bibliografia==
*I rituali sacri e profani dell'Oltrepò pavese, Pavia e il suo territorio - Silvana editoriale - Milano 1990
*i Romagnese e la sua storia, Enrico e Milla Crevan-- Tipografia editrice La Nazionale: Parma: 1970


==Discografia==
==Discografia==
*[[1987]] - ''I canti rituali, i balli, il piffero'' [[Baraban]] -- ACB
*[[1987]] - ''I canti rituali, i balli, il piffero'' [[Baraban]] -- ACB
*[[2005]] - ''La galena grisa'' Voci di confine


==Voci correlate==
==Voci correlate==

Versione delle 19:58, 17 apr 2007

La galina grisa è il nome che si dà alla questua legata ai riti del calendimaggio in val Tidone.

Nel paese di Romagnese, l'unico che ha conservato un ciclo pasquale nel territorio delle quattro province, si svolge la sera del sabato Santo.

Il ciclo pasquale

  • Inizia il giovedì Santo con una processione che segue un penitente incappucciato (anonimo) che porta una croce di legno, partendo dalla parrocchia si snoda fino all'oratorio di Casa Picchi.
  • Il venerdì Santo si accendono falò in vari punti della vallata in concomitanza con la processione che porta il Cristo morto.
  • La sera di sabato vi è la questua, che si svolge con le modalità del cantamaggio itinerante, per il canto augurale e la raccolta delle uova.

La questua

Presto nella sera di sabato i cantori si trovano in paese e si dividono in squadre che battono percorsi diversi dato l'alto numero di frazioni e cascine di Romagnese (una quarantina).

Non hanno un abbigliamento particolare ma sono tutte dotate di un cesto (a cavagna) per raccogliere i doni, tradizionalmente uova o cibo, oggi anche denaro.

Accompagnate da un suonatore di fisarmonica passano di casa in cascina per cantare le strofe bene auguranti della galina griza, i padroni di casa offrono vino, salumi, focacce e frittelle che vengono gustati dopo l'ascolto del canto. Gli spostamenti che un tempo erano effettuati solamente a piedi a volte vengono velocizzati con passaggi in auto, data la grande estensione del territorio da coprire.

La frittata

Dopo la mezzanotte le squadre si ritrovano nella piazza del capoluogo, in una sala vicina sono state preparate le tavolate dove vengono servite le frittate confezionate con il frutto della questua.

Le uova avanzate vengono consumate nel pranzo di Pasqua nella frittata rognosa, antica ricetta preparata con l'aggiunta di salame.

La festa prosegue fino a notte inoltrata con musica e canti.

I canterini

Non vi è una organizzazione gerachica del coro che esegue il canto, attacca un canterino autorevole, non sempre lo stesso, e gli altri seguono ripetendo la strofa. La prima strofa è fissa, le altre si susseguono senza un ordine preciso.

Se non trovano ospitalità i canterini hanno pronta una strofa di malaugurio:

In co dell'orto gh'è fiorì la rama,

dentro dentro questa casa gh'è la gente grama

Se la padrona non mi da il cocon

crapa la ciosa e tüt i so padron"

Il canto

Süza süza, gh'è chì 'l galante

de la vostra galina griza.

E la negra, e la bianca

püra che la canta (bis).


E gh'è chì la Santa Pasqua

con l'erba e coi bei fiori (bis),

e con l'erba e coi bei fiori

e la fresca rugiada (bis).


È venuta d'una brinata

e l'erba la si n'è 'ndata (bis).

Ed è venuta d'una rugiada

e l'erba l'è ritornata (bis).


In co de l'orto gh'è fiorì la fava,

dentro dentro in questa casa c'è la gente brava (bis).

E se lei la sarà brava

la mi darà le uova (bis).


E dami delle uova

della vostra gallina (bis).

In co de l'orto gh'è fiorì la rosa,

dentro dentro questa casa c'è la mia morosa (bis).


In co de l'orto gh'è fiorì la vessa,

dentro dentro questa casa c'è la mia belessa (bis).

Met la scala al casinôt,

öv dêi zü a vôt a vôt (bis),

meta la scala a la cascina,

öv dêi zü a la ventina (bis),


La luna, la luna cavalca i monti

questa l'è l'ora di fare i conti...

e una micca e una rubiöla

la farìzam föra (bis)!


E ch'la ma scüza sciura padrona

sa l'um cantà da spresia (bis),

la cantrum mei dam vegn indré

suta la sua finestra (bis).

Bibliografia

  • I rituali sacri e profani dell'Oltrepò pavese, Pavia e il suo territorio - Silvana editoriale - Milano 1990
  • i Romagnese e la sua storia, Enrico e Milla Crevan-- Tipografia editrice La Nazionale: Parma: 1970

Discografia

  • 1987 - I canti rituali, i balli, il piffero Baraban -- ACB
  • 2005 - La galena grisa Voci di confine

Voci correlate

Collegamenti esterni