Basilica di Santa Maria Maggiore: differenze tra le versioni

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erebbe difficoltà giuridiche, poiché le autorità italiane hanno il divieto assoluto di accesso all'area.
La '''papale basilica patriarcale maggiore arcipretale liberiana di Santa Maria Maggiore''', conosciuta semplicemente con il nome di "basilica di Santa Maria Maggiore", è una delle quattro [[basiliche papali]] di [[Roma]]. Collocata sulla sommità del colle [[Esquilino]], è la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da successive aggiunte.

L'[[arciprete]] della [[basilica]] è il [[cardinale]] [[Santos Abril y Castelló]], mentre il [[canonico|protocanonico onorario]] è di diritto il [[re di Spagna]].

L'edificio della Basilica, comprese le scalinate esterne, costituisce area extraterritoriale a favore della [[Santa Sede]]. Non è cioè territorio del Vaticano, come comunemente si crede, ma territorio italiano con il privilegio del diritto di extraterritorialità. Essendo l'ampia scalinata posta ai piedi dell'abside anch'essa extraterritoriale, è oggi delimitata da una cancellata metallica, allo scopo di impedire che vi sostino dei passanti. Infatti, nel caso si rendesse necessario l'intervento di forze dell'ordine italiane, ciò creerebbe difficoltà giuridiche, poiché le autorità italiane hanno il divieto assoluto di accesso all'area.


La basilica gode, insieme ad altri immobili e in base ad accordi tra [[Italia|Stato italiano]] e Santa Sede, del privilegio di [[extraterritorialità]] e dell'esenzione da [[Espropriazione per pubblica utilità|espropriazioni]] e da [[Tributo#Italia|tributi]], come stabilito dai [[Patti Lateranensi]] e formalizzato nell'[[Accordo di Villa Madama]] <ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-04-01/ecco-immobili-vaticani-esenti-imposte-italiane-140449.shtml?uuid=ABcLgmID Il Sole 24 Ore]</ref><ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/01/finisce-segreto-bancario-italia-vaticano-niente-tasse-per-gli-immobili/1556933/ Finisce segreto bancario Italia-Vaticano. Ma ancora niente tasse per gli immobili]</ref>.
La basilica gode, insieme ad altri immobili e in base ad accordi tra [[Italia|Stato italiano]] e Santa Sede, del privilegio di [[extraterritorialità]] e dell'esenzione da [[Espropriazione per pubblica utilità|espropriazioni]] e da [[Tributo#Italia|tributi]], come stabilito dai [[Patti Lateranensi]] e formalizzato nell'[[Accordo di Villa Madama]] <ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-04-01/ecco-immobili-vaticani-esenti-imposte-italiane-140449.shtml?uuid=ABcLgmID Il Sole 24 Ore]</ref><ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/01/finisce-segreto-bancario-italia-vaticano-niente-tasse-per-gli-immobili/1556933/ Finisce segreto bancario Italia-Vaticano. Ma ancora niente tasse per gli immobili]</ref>.


== Storia ==
== Storia ==
Fu fatta erigere da [[papa Sisto III]] ([[432]]-[[440]]), che la dedicò al culto della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], la cui divina maternità era appena stata riconosciuta dal [[concilio di Efeso]] ([[431]])<ref name=cattab/>.
Fu fatta erigere da [[papa Sisto III]] ([[432]]-[[440]]), che la dedicò al culto della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], la cui divina maternità era appena stata riconosciuta dal [[concilio di Efeso]] ([[431]])<ref name="cattab">[[Alfredo Cattabiani]], ''Calendario'', Milano, Rusconi libri, 1994, ISBN 88-18-70080-4. p. 280</ref>.


[[File:Maggiore-obelisk.jpg|thumb|sinistra|Veduta dell'abside ([[Carlo Rainaldi]])]]
[[File:Maggiore-obelisk.jpg|thumb|sinistra|Veduta dell'abside ([[Carlo Rainaldi]])]]
La costruzione avvenne su una chiesa precedente, che una diffusa tradizione vuole sia stata la Madonna stessa ad ispirare apparendo in sogno a [[papa Liberio]] e al [[Giovanni (patrizio romano)|patrizio Giovanni]] e suggerendo che il luogo adatto sarebbe stato indicato miracolosamente. Così quando la mattina del 5 agosto un'insolita nevicata imbiancò l'Esquilino papa Liberio avrebbe tracciato nella neve il perimetro della nuova basilica, costruita poi grazie al finanziamento di Giovanni. Di questo antico edificio rimane il ricordo solo in un passo del ''[[Liber Pontificalis]]'' che afferma che Liberio «''fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae''».

Ad ogni modo il 5 agosto di ogni anno, in ricordo della [[Madonna della Neve]], avviene la rievocazione del cosiddetto "miracolo della nevicata": durante una suggestiva celebrazione viene fatta scendere dalla cupola della cappella Paolina una cascata di petali bianchi.

Storicamente parlando, la chiesa precedente era dedicata alla fede nel [[Simbolo niceno-costantinopolitano|Credo]] proclamato dal [[Concilio di Nicea I|primo concilio di Nicea]]<ref name="cattab">[[Alfredo Cattabiani]], ''Calendario'', Milano, Rusconi libri, 1994, ISBN 88-18-70080-4. p. 280</ref>.

== Descrizione ==
[[File:Dehio 17 Santa Maria Maggiore.jpg|thumb|Pianta della basilica originaria]]
[[File:Dehio 17 Santa Maria Maggiore.jpg|thumb|Pianta della basilica originaria]]
[[File:The British Library - Rome - Basilica di Santa Maria Maggiore.jpg|thumb|upright=1.5|La basilica in una pubblicazione del 1842]]
[[File:The British Library - Rome - Basilica di Santa Maria Maggiore.jpg|thumb|upright=1.5|La basilica in una pubblicazione del 1842]]


La basilica costruita da [[papa Sisto III]] a partire dall'anno [[432]] si presentava a tre [[navata|navate]], divise da 21 colonne di spoglio per lato, sormontate da capitelli ionici, sopra le quali correva un architrave continuo. La navata centrale era illuminata da 21 finestre per lato (la metà delle quali furono successivamente tamponate) ed era sormontata da una copertura lignea con capriate a vista.
sormontate da capitelli ionici, sopra le quali correva un architrave continuo. La navata centrale era illuminata da 21 finestre per lato (la metà delle quali furono successivamente tamponate) ed era sormontata da una copertura lignea con capriate a vista.


=== I mosaici ===
=== I mosaici ===
La navata venne decorata sempre in età sistina da splendidi [[mosaico|mosaici]], entro pannelli collocati sotto le finestre, in origine racchiusi da edicolette, con un ciclo di storie del Vecchio Testamento: storie di Abramo, Giacobbe, Isacco sul lato sinistro, Mosè e Giosuè su quello destro. Degli originari 42 riquadri, molti dei quali presentavano due scene sovrapposte, ne restano 27 (12 sulla parete sinistra e 15 sulla destra) dopo le distruzioni dovute alle aperture laterali settecentesche.

Si tratta certamente del primo ciclo figurativo apparso in una chiesa romana. Le storie veterotestamentarie mostrano indubbie tangenze stilistiche con il cosiddetto "Virgilio Vaticano", manoscritto dell'[[Eneide]] conservato nella [[Biblioteca apostolica vaticana]], e con la [[Bibbia]] detta ''Itala'' di [[Quedlinburg]], ma sono stati notati anche legami con l'iconografia imperiale, secondo un processo di appropriazione dell'immagine e degli attributi visivi imperiali tipico dell'arte paleocristiana. Questi rapporti, nonché la disposizione non sempre cronologica delle scene e del tutto funzionale a ogni singolo episodio e a rispondenze ritmiche all'interno della serie, sottendono l'utilizzo di un piano figurativo appositamente studiato, forse addirittura dal giovanissimo [[papa Leone I|Leone]] non ancora papa<ref>Ernst Kitzinger, ''All'origine dell'arte bizantina'', Milano, 2005</ref>.

Queste storie presentano caratteri stilistici legati alla pittura tardoantica (una tradizione seicentesca che inizia con [[Giovanni Giustino Ciampini|Ciampini]] voleva addirittura che fossero state realizzate nel IV secolo): ombreggiature, sfumature con passaggi di colore graduali, realistica raffigurazione dello spazio e dei volumi, macchie di colore, fondo cangiante in relazione al contrasto con le figure.

Più ieratiche e ritmicamente dilatate sono le scene dei mosaici dell'arco trionfale, rappresentanti alcuni momenti dell’''Infanzia di Cristo'', alcune delle quali tratte da [[apocrifo|Vangeli Apocrifi]] (Annunciazione, ''[[Presentazione al Tempio]]'', ''[[Epifania|Adorazione dei Magi]]'', ''Incontro con il governatore Afrodisio'', ''[[Strage degli innocenti]]'', ''[[Magi (Bibbia)|Re Magi]] presso [[Erode il Grande|Erode]])''. In particolare, l'incontro con il governatore egiziano Afrodisio davanti alla città di Sotine, oltre ad essere un ''pendant'' visivo all'adorazione dei Magi sul lato opposto, è un episodio attestato solo in Santa Maria Maggiore, e tratto dai Vangeli apocrifi: Gesù, durante la [[fuga in Egitto]], entra con i genitori nella città di Sotine, gli idoli pagani immediatamente cadono a terra e Afrodisio saluta il Bambino come [[Redentore]]. Alla sommità dell'arco, il Trono dell'[[Etimasia]] con una Croce, affiancato dai santi [[Pietro apostolo|Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]], e sormontato dal [[Tetramorfo]]. Sotto, compare un pannello con l'iscrizione ''Xystus episcopus plebi Dei''. Ai lati, le due città sante, [[Gerusalemme]] e [[Betlemme]], all'interno delle quali si prolungano illusionisticamente i colonnati della basilica, a indicare in essa quasi un preludio alla Gerusalemme celeste.

Il disegno programmatico di questa decorazione sistina intendeva perciò riaffermare la divinità del Cristo incarnato nella Vergine, come ribadito nel recente [[Concilio di Efeso]] ([[431]]), e allo stesso tempo il primato della Chiesa romana nell'ecumene cristiano. La disposizione stessa delle scene veterotestamentarie, la scelta degli episodi dell'arco trionfale, la priorità delle rispondenze visive rispetto a quelle cronologiche, tutto converge nell'individuazione di una sorta di ''teologia visiva'', di manifesto simbolico figurativo, che rappresentava una novità nel quadro della Roma di quegli anni cruciali del V secolo.


=== Gli interventi dal XII al XIV secolo: nuova abside e mosaici ===
=== Gli interventi dal XII al XIV secolo: nuova abside e mosaici ===
nel museo della basilica (vedi avanti).
Risalivano alla metà del [[XII secolo]], al tempo di [[papa Eugenio III]], il pavimento [[Cosmati|cosmatesco]], rifatto nei restauri del [[Ferdinando Fuga|Fuga]], e un portico addossato alla facciata (rimaneggiato sotto [[Papa Gregorio XIII]] e poi distrutto nel Settecento per far posto alla nuova fronte barocca del Fuga).

La basilica fu oggetto di importanti interventi in vista del primo giubileo dell'anno [[1300]]; in particolare durante il pontificato di [[papa Niccolò IV|Niccolò IV]] venne aggiunto il [[transetto]] e fu creata una nuova [[abside]] che venne decorata con ricchi mosaici realizzati da [[Jacopo Torriti]] (''Incoronazione di Maria'' e ''Storie di Maria''). Alla stessa epoca risalgono i mosaici della facciata, opera di [[Filippo Rusuti]], la cui commissione è da riferire al cardinale [[Pietro Colonna (cardinale XIII secolo)|Pietro Colonna]], e la realizzazione della cappella del Presepe di [[Arnolfo di Cambio]] (distrutta per far posto alla Cappella Sistina). Le figure superstiti del presepe sono oggi esposte nel museo della basilica (vedi avanti).


=== Gli interventi del XV secolo: il soffitto d'oro della navata ===
=== Gli interventi del XV secolo: il soffitto d'oro della navata ===
.
Nel [[XV secolo|Quattrocento]] il cardinale Guglielmo d'Estouteville (1443-83) fece coprire con volte le navate laterali, mentre la navata centrale fu decorata da un ricco soffitto a cassettoni realizzato su progetto attribuito all'architetto [[Giuliano da Sangallo]], su commissione del cardinale Rodrigo Borgia, salito al soglio pontificio col nome di [[papa Alessandro VI|Alessandro VI]].
Il soffitto [[Cassettone|cassettonato]], riccamente intagliato, presenta al centro lo stemma araldico del pontefice, riconoscibile per la presenza del toro. Ogni elemento scolpito ha dorature a foglia d'oro che, secondo la tradizione, furono realizzate con il primo oro giunto dalle Americhe e donato dal sovrano spagnolo alla Chiesa.
[[File:Interior of Santa Maria Maggiore (Rome).jpg|thumb|L'interno]]
[[File:Interior of Santa Maria Maggiore (Rome).jpg|thumb|L'interno]]


=== Gli interventi del XVI secolo: la Cappella Sistina ===
=== Gli interventi del XVI secolo: la Cappella Sistina ===
[[File:Santa Maria Maggiore (Rome) 06.jpg|thumb|left|La cappella Sistina]]
[[File:Santa Maria Maggiore (Rome) 06.jpg|thumb|left|La cappella Sistina]][[Michelangelo Buonarroti]].
[[Papa Sisto V|Sisto V]], grande protagonista della trasformazione urbanistica di Roma alla fine del [[XVI secolo]], scelse la basilica come sede di fastosa sepoltura per sé medesimo, per la propria famiglia e per il suo grande protettore [[Papa Pio V]] Ghislieri. A questo scopo incaricò il suo architetto [[Domenico Fontana]], nel [[1585]], di erigere una nuova cappella monumentale, dedicata al [[Corpus Domini|Santissimo Sacramento]], memorabile – oltre che per gli arredi e i materiali impiegati – perché integrava in sé l'antico oratorio del Presepe, con le sculture di Arnolfo e le connesse reliquie della mangiatoia.

L'intero piccolo ambiente venne così spostato dalla sua posizione originaria (come annesso della navata destra) al centro della nuova cappella sotto l'altare, in una nuova cripta dotata di deambulatorio, come una vera e propria confessione. Per l'ornamentazione della cappella furono fra l'altro utilizzati marmi policromi e colonne provenienti dal [[Settizonio]], mentre la decorazione cosmatesca dell'antica cappella venne trasferita a rivestire l'altare della nuova confessione sotto l'[[altare papale]], il quale è sormontato da un prezioso [[ciborio]], in cui sono scolpiti angeli in bronzo dorato che sostengono il modello della cappella medesima.
Sisto V fece anche eseguire un ciclo di affreschi sulle murature che tamponarono alcune delle finestre [[Arte paleocristiana|paleocristiane]].

Alla fine del secolo risale la ''Cappella Sforza'' eseguita su disegno di [[Michelangelo Buonarroti]].


=== Gli interventi del XVII secolo: la Cappella Paolina ===
=== Gli interventi del XVII secolo: la Cappella Paolina ===
[[File:Virgin salus populi romani.jpg|thumb|L'immagine della [[Salus populi romani]] ]]
[[File:Virgin salus populi romani.jpg|thumb|L'immagine della [[Salus populi romani]] ]]baldacchino della confessione, eretto su colonne di porfido.
Nel giugno [[1605]] [[papa Paolo V]] [[Borghese (famiglia)|Borghese]] decise di edificare in basilica la cappella di famiglia, a croce greca e delle dimensioni di una piccola chiesa. La parte architettonica venne affidata a [[Flaminio Ponzio]], vincolato nella pianta dalla speculare cappella di [[Papa Sisto V]]. Completata la struttura nel [[1611]], la parte decorativa, con marmi colorati, ori e pietre preziose, venne terminata alla fine del [[1616]]. Alle Pareti laterali sono poste le due tombe dei papi [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]] e [[Papa Paolo V|Paolo V]], racchiuse in un'architettura ad arco trionfale con al centro la loro statua e bassorilievi pittorici.

La parte scultorea venne realizzata tra il [[1608]] e il [[1615]] da un eterogeneo gruppo di artisti: [[Silla Longhi]], che ebbe la parte maggiore del lavoro realizzando le due statue papali, [[Ambrogio Buonvicino]], [[Giovanni Antonio Paracca]] detto il Valsoldo, [[Cristoforo Stati]], [[Nicolas Cordier]], [[Ippolito Buzio]], [[Camillo Mariani]], [[Pietro Bernini]], [[Stefano Maderno]] e [[Francesco Mochi]].

La direzione del lavoro pittorico venne affidata al [[Cavalier d'Arpino]] che realizzò i pennacchi della cupola e la lunetta sopra l'altare. [[Ludovico Cigoli]] realizzò la cupola mentre [[Guido Reni]] fu l'autore principale delle singole figure di santi alle quali posero mano anche il [[Domenico Cresti|Passignano]], [[Giovanni Baglione]] e [[Baldassarre Croce]]; successivamente il [[Giovanni Lanfranco|Lanfranco]], secondo il [[Giovanni Pietro Bellori|Bellori]], intervenne trasformando un angelo nella Vergine.

Sull'altare della cappella è l'icona della ''[[Salus populi romani]]'', immagine dipinta della Vergine del tipo romano orientalizzante (secoli XII-XIII)<ref>In questa cappella, nel [[1974]], è stata tumulata la salma del principe [[Junio Valerio Borghese]], noto ai più per essere stato il fondatore del [[Fronte Nazionale (1967)|Fronte Nazionale]] e l'organizzatore dell'abortito [[golpe Borghese]] (7-8 dicembre [[1970]]), dopo il quale si era rifugiato in [[Spagna]], sotto la protezione del dittatore [[Francisco Franco]].</ref>.

L'esterno dell'abside, rivolto verso piazza dell'[[Esquilino]], è opera di [[Carlo Rainaldi]], che presentò a [[papa Clemente IX]] un progetto meno dispendioso di quello del contemporaneo [[Gian Lorenzo Bernini]]. Questo avrebbe fra l'altro comportato la distruzione dei mosaici dell'abside, che nel nuovo assetto sarebbe arrivata quasi all'altezza dell'[[obelisco Esquilino|obelisco]] retrostante.

=== Gli interventi dal XVIII secolo ai nostri giorni ===
Gli ultimi interventi di grande rilievo sull'esterno della basilica furono realizzati durante il pontificato di [[Papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]], che commissionò a [[Ferdinando Fuga]] il rifacimento della facciata principale, caratterizzata da un portico e da una loggia per le benedizioni, che fu eseguito tra il [[1741]] e il [[1743]]. Al Fuga si deve anche il baldacchino della confessione, eretto su colonne di porfido.


La [[Confessione (architettura)|Confessione]] sotto l'altar maggiore fu voluta da [[Papa Pio IX]] e realizzata dal suo architetto preferito, [[Virginio Vespignani]]. Qui, in un reliquiario di cristallo realizzato da [[Luigi Valadier]] sono state riposte le reliquie della culla della natività.
La [[Confessione (architettura)|Confessione]] sotto l'altar maggiore fu voluta da [[Papa Pio IX]] e realizzata dal suo architetto preferito, [[Virginio Vespignani]]. Qui, in un reliquiario di cristallo realizzato da [[Luigi Valadier]] sono state riposte le reliquie della culla della natività.
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=== La scultura del presepio ===
=== La scultura del presepio ===
[[File:Sacra culla.jpg|thumb|"Sacra culla", [[reliquia]]]]
[[File:Sacra culla.jpg|thumb|"Sacra culla", [[reliquia]]]]

Nel museo della basilica di Santa Maria Maggiore è attualmente conservata l'opera scultorea che per tanto tempo è stata considerata il presepio più antico fatto con statue. Si tratta di un'Adorazione dei Magi in pietra, comprensiva delle parziali figure del bue e dell'asino.

Tuttavia un'attenta osservazione dei gruppi scultorei denota che in realtà non si tratta di vere statue a tutto tondo, bensì di altorilievi scolpiti da blocchi di pietra, il cui dorso è visibilmente rimasto piatto, eccettuata la figura del Mago inginocchiato, che risulta essere stata completata successivamente a tutto tondo (cioè scolpendo anche il dorso) da un autore successivo ad [[Arnolfo di Cambio]], così come è accaduto alla figura della Vergine col Bambino, che non è l'originale scolpita da Arnolfo. Le più recenti indagini, infatti, hanno evidenziato che essa sarebbe stata modificata in epoca rinascimentale, scolpendo e modificando la figura originale della Vergine di Arnolfo<ref>In realtà in Italia vi sono opere scultoree più antiche di questa con il tema del Presepio o dell'Adorazione dei Magi, che sono ugualmente altorilievi e non sono mai state considerate presepi di statue per la ragione che le figure sono sempre state cementate insieme, anche se sono state scolpite da blocchi di marmo separati.
Uno di questi antichissimi gruppi è quello situato nella lunetta del portale nord del [[battistero di Parma]], scolpito da [[Benedetto Antelami]] nel [[1196]].
Un altro gruppo si trova a [[Forlì]] nella lunetta del portale dell'[[abbazia di San Mercuriale]], scolpito dal Maestro dei Mesi di Ferrara nel [[1230]], anch'esso raffigurante l'Adorazione dei Magi.
Entrambi sono più antichi del gruppo di Arnolfo, il primo addirittura antecedente al presepio vivente ideato da san [[Francesco d'Assisi]] nel [[1223]].
Inoltre, il più antico presepio composto da statue a tutto tondo staccate fra loro è conservato a [[Bologna]], nella [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)|basilica di Santo Stefano]] e fu scolpito in legno nel [[1291]] circa da un anonimo scultore bolognese.</ref>.

Fu il [[papa Niccolò IV]] che nel [[1288]] commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione della "Natività", che egli terminò di scolpire in pietra nel 1291. La tradizione di questa rappresentazione sacra ha origini sin dal [[432]] quando [[papa Sisto III]] ([[432]]-[[440]]) creò nella primitiva basilica una "grotta della Natività" simile a [[Betlemme]]. La basilica prese la denominazione di Santa Maria ''ad praesepem'' (dal latino: ''praesepium'' = mangiatoia)<ref>{{cita libro| Elsa | Bragaglia | Quaderno di religione| 2005| Ed Dehoniane| Bologna | coautori=''et al.'' |isbn= 88-10-61229-9}}</ref>. I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla [[Terra santa]], portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla (''cunabulum'') oggi custoditi nella teca dorata della Confessione<ref>{{Cita web|http://www.vatican.va/various/sm_maggiore/it/storia/interno.htm |Il "Presepio" di Arnolfo di Cambio |accesso=10 dicembre 2006|editore=Basilica Patriarcale Santa Maria Maggiore }}</ref>.


== Organi ==
== Organi ==

Versione delle 09:41, 31 mar 2016

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Basilica di Santa Maria Maggiore (disambigua).
Basilica di Santa Maria Maggiore
La facciata della basilica
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′51″N 12°29′55″E / 41.8975°N 12.498611°E41.8975; 12.498611
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSanta Maria Maggiore
DiocesiDiocesi di Roma
ConsacrazioneV secolo
Fondatorepapa Sisto III
ArchitettoFerdinando Fuga
Stile architettonicoPaleocristiano, barocco
Sito webwww.basilicasantamariamaggiore.va/it.html

erebbe difficoltà giuridiche, poiché le autorità italiane hanno il divieto assoluto di accesso all'area.

La basilica gode, insieme ad altri immobili e in base ad accordi tra Stato italiano e Santa Sede, del privilegio di extraterritorialità e dell'esenzione da espropriazioni e da tributi, come stabilito dai Patti Lateranensi e formalizzato nell'Accordo di Villa Madama [1][2].

Storia

Fu fatta erigere da papa Sisto III (432-440), che la dedicò al culto della Madonna, la cui divina maternità era appena stata riconosciuta dal concilio di Efeso (431)[3].

Veduta dell'abside (Carlo Rainaldi)
Pianta della basilica originaria
La basilica in una pubblicazione del 1842

sormontate da capitelli ionici, sopra le quali correva un architrave continuo. La navata centrale era illuminata da 21 finestre per lato (la metà delle quali furono successivamente tamponate) ed era sormontata da una copertura lignea con capriate a vista.

I mosaici

Gli interventi dal XII al XIV secolo: nuova abside e mosaici

nel museo della basilica (vedi avanti).

Gli interventi del XV secolo: il soffitto d'oro della navata

.

L'interno

Gli interventi del XVI secolo: la Cappella Sistina

La cappella Sistina

Michelangelo Buonarroti.

Gli interventi del XVII secolo: la Cappella Paolina

L'immagine della Salus populi romani

baldacchino della confessione, eretto su colonne di porfido.

La Confessione sotto l'altar maggiore fu voluta da Papa Pio IX e realizzata dal suo architetto preferito, Virginio Vespignani. Qui, in un reliquiario di cristallo realizzato da Luigi Valadier sono state riposte le reliquie della culla della natività.

Risale poi al 2001 la benedizione da parte di Papa Giovanni Paolo II della Porta Santa, opera dello scultore contemporaneo Luigi Enzo Mattei[4].

In Santa Maria Maggiore è sepolto Gian Lorenzo Bernini, nella tomba di famiglia.

Il museo della basilica

La scultura del presepio

"Sacra culla", reliquia

Organi

Organo maggiore

L'organo della basilica è collocato nelle due testate del transetto ed è opera della famiglia Mascioni. Realizzato nel 1955 su commissione di papa Pio XII, sostituisce un più antico organo, collocato sulla cantoria destra del transetto, realizzato nel 1716 dal sublacense Cesare Catarinozzi ed ampliato nell'Ottocento da una pedaliera scavezza a leggio di 18 tasti (do1-la2). L'organo non fu demolito, ma rimosso dalla sua collocazione originaria nel 1911 e spostato nella Parrocchiale di Aliforni (frazione di San Severino Marche, MC), ove si trova tuttora (2011).

Disposizione fonica dell'organo Catarinozzi
  • Flauto in XII (Soprani)
  • Principale (8' Soprani)
  • Principale (8' Bassi)
  • Ottava (4')
  • XV
  • XIX
  • XXII
  • XXVI
  • XXIX
  • Tiratutti

L'organo Mascioni conta tre tastiere (Positivo, Grand'Organo e Espressivo) ed è a trasmissione elettro-pneumatica. Lo strumento è privo di cassa e i due prospetti sono esclusivamente composti dalle canne di facciata. L'attuale organista titolare è il Maestro Paolo Tagliaferri, che ricopre questa carica dal 2014.

Disposizione fonica dell'organo Mascioni[5]

Prima tastiera – Positivo

in Cornu Epistulae, aperto

  • Principale 8'
  • Flauto Aperto 8'
  • Corno di Camoscio 4'
  • XV 2'
  • Ripieno 4 file
  • Tromba Dolce 8'
  • Unda Maris 8'

in Cornu Evangeli, espressivo

  • Principale 8'
  • Corno di Notte 8'
  • Viola 8'
  • Flauto a Camino 4'
  • Nazardo 2'2/3'
  • Flagioletto 2'
  • Terza 1'3/5'
  • Cornetto Combinato
  • Cromorno 8'
  • Tremolo

Seconda tastiera – Grand'Organo

in Cornu Epistulae, aperto

  • Principale 16'
  • Principale I 8'
  • Principale II 8'
  • Flauto Cuneiforme 8'
  • Dulciana 8'
  • Ottava 4'
  • Flauto a Cuspide 4'
  • XII 2'2/3'
  • XV 2'
  • Ripieno 4 file
  • Ripieno 5 file
  • Controfagotto 16'
  • Tromba 8'
  • Voce Umana 8'

Terza tastiera – Espressivo

in Cornu Evangeli, espressivo

  • Bordone 16'
  • Principale Stentor 8'
  • Principale 8'
  • Bordone 8'
  • Viola Gamba 8'
  • Salicionale 8'
  • Ottava 4'
  • Flauto Armonico 4'
  • Flauto in XII 2'2/3'
  • Silvestre 2'
  • XV 2'
  • Decimino 1'3/5'
  • Ripieno 4 file
  • Sesquialtera Combinata
  • Tuba Forte a Squillo 8'
  • Tromba Armonica 8'
  • Oboe 8'
  • Clarinetto 8'
  • Voce Celeste 8'
  • Coro Viole 3 file 8'
  • Voce Corale 8'
  • Tremolo

Pedaliera

in Cornu Epistulae

  • Acustico 32'
  • Contrabbasso 16'
  • Subbasso 16'
  • Quinta 10'2/3'
  • Basso 8'
  • Corno Camoscio 8'
  • Quinta 5'1/3'
  • Ottava 4'
  • Ripieno 6 file
  • Bombarda 16'
  • Trombone 8'
  • Clarone 4'

in Cornu Evangeli

  • Violone 16'
  • Bordone 16'
  • Principale 8'
  • Bordoncino 8'
  • Violoncello 8'
  • Flauto 4'
  • Ottavino 2

Unioni ed accoppiamenti

  • I 8' Ped
  • II 8' Ped
  • III 8' Ped
  • I 4' Ped
  • II 4' Ped
  • III 4' Ped
  • I 16' I
  • III 16' I
  • III 8' I
  • I 4' I
  • III 4' I
  • I 16' II
  • III 16' II
  • I 8' II
  • III 8' II
  • I 4' II
  • II 4' II
  • III 4' II
  • III 16' III
  • III 4' III

Annulli

  • Ance I Man.
  • Ance II Man.
  • Ance III Man.
  • Ance Ped
  • Ance Generali
  • Ripieni
  • Mutazioni
  • Fondi 16' ai Manuali
  • Accoppiamenti
  • Unioni dei Manuali al Pedale
  • Unioni dei Manuali

Organo della cappella Sforza

L'organo della Cappella Sforza[6] fu realizzato nell'anno 1900 dalla ditta Anneessens & Ruyssers e collocato entro una cassa in stile barocco posta sopra la porta d'accesso alla cappella nell'apposita cantoria. Durante i restauri della basilica in vista del Giubileo del 2000, la cantoria è stata demolita e l'organo ricostruito soltanto nel 2005 da Francesco Zanin, recuperando le parti rimaste dallo strumento originario e collocandolo in una nicchia sulla parete destra. L'attuale (2011) strumento, a trasmissione elettronica, ha una tastiera di 56 note ed una pedaliera di 27 ed ha la seguente disposizione fonica:

Disposizione fonica dell'organo Anneessens & Ruyssers

Manuale

  • Montre 8'
  • Prestant 4'
  • Doublette 2'
  • Forniture
  • Violon
  • Bourdon

Pedale

  • Susbasse 16'

Unioni e accessori

  • Unione manuale-pedale
  • Tremolo

Organo della cappella Paolina

Nella cappella Paolina, si trova un organo a canne costruito da Natale Balbiani nel 1910[6]. Lo strumento, collocato sopra una cantoria alla destra dell'ingresso della cappella, ha una tastiera unica di 56 note ed una pedaliera di 27. A trasmissione pneumatica tubolare, ha la seguente disposizione fonica:

Disposizione fonica dell'organo Balbiani

Manuale

  • Principale 8'
  • Viola 8'
  • Celeste 8'
  • Ottava 4'
  • Flauto 4'
  • Pieno 3-5 file

Pedale

  • Subbasso 16'

Unioni e accessori

  • Unione manuale-pedale
  • Tutti

Organo Corale

L'organo corale della Basilica, costruito nel 1932 da Giuseppe Migliorini, ricoprì, fino alla costruzione dell'organo Mascioni nel 1956, il ruolo di organo per l'accompagnamento delle liturgie. Collocato alla sinistra del presbiterio maggiore ed interamente espressivo, è a trasmissione elettrica e conta un'unica tastiera di 58 note ed una pedaliera di 30. La sua disposizione fonica è la seguente:

Disposizione fonica dell'organo corale

Manuale

  • Principale 8'
  • Ottava 4'
  • Pieno 3-5 file
  • Viola 8'
  • Coro Viole 8'
  • Flauto 4'

Pedale

  • Bordone 16'

Unioni e accoppiamenti

  • Unione manuale-pedale
  • Ottava acuta manuale-pedale
  • Ottava acuta manuale

Il campanile, le campane e la storia della "Sperduta"

Il campanile romanico di S. Maria Maggiore è alto 75 metri[7], il più alto di Roma[7]. Costruito tra il 1375-1376[8], è stato, nei secoli, rialzato e completato sotto il cardinale Guglielmo d'Estouteville, arciprete della basilica fra il 1445 e il 1483, a cui si deve anche, per fini statici, la grossa volta a crociera di divisione tra la parte inferiore e il primo piano. Nei primi anni dell'Ottocento fu munito di un orologio. Vi troviamo ordini di doppie monofore e, nei piani successivi bifore. Il campanile contiene 5 antiche campane che emettono le seguenti note musicali:

  • Do♯3 calante
  • Do♯3
  • Re3
  • Fa♯3
  • Sol3

La campana più grande conservata nella cella campanaria è del 1289, fusa da Guidotto Pisano per interessamento dei Savelli; le altre campane risalgono ai secoli XVI-XIX. Il campanile conservava anche la campana donata da Alfano, camerlengo di Callisto II (1119-1124), che, rimossa sotto Leone XIII, si conserva oggi nei Musei Vaticani.

Una delle campane è detta "La Sperduta" e suona appena dopo le 21[7] in merito ad una leggenda che risale al XVI secolo: quella della pastorella (pare cieca) che si era persa nei prati intorno all'Esquilino, pascolando il suo gregge; era ormai sera e la pastorella non tornava, furono fatte suonare le campane della Basilica di Santa Maria Maggiore perché i rintocchi la guidassero a casa. Sembra poi che effettivamente lei non tornò mai più ma le campane continuino a chiamarla. Da qui il rito serale detto appunto della "Sperduta". Altra storia simile, ambientata nello stesso periodo, narra che, invece di una pastorella, si fosse sperduta una pellegrina (o un distinto viaggiatore, secondo altre fonti) che, venendo a Roma a piedi, avesse appunto perso la strada e pertanto si fosse raccomandata alla Vergine per essere aiutata. Subito udì i rintocchi della campana, seguendo i quali raggiunse la Basilica di Santa Maria Maggiore e quindi la salvezza. In ricordo del fatto la pellegrina lasciò una rendita affinché alle 2 di notte (trasformate alle 9 di sera nei tempi recenti) venisse perpetuamente suonata la campana[9].

Gli scavi sotto la basilica

Pianta degli scavi

Tra il 1966 e il 1971, per risolvere problemi di umidità, venne effettuata una campagna di scavi sotto il pavimento della basilica, condotta esclusivamente lungo le navate laterali. Rimosso l'interro che li colmava, vennero rinvenuti numerosi ambienti di II e III secolo, attualmente musealizzati ed accessibili dal museo della basilica.

Il complesso, sulla cui destinazione originaria sono state fatte varie ipotesi, ma nulla che avesse attinenza con la basilica liberiana, si presume privato e quindi non da identificare con il Macellum Liviae, nelle cui prossimità le fonti attestano la primitiva basilica liberiana. Esso si compone di molti ambienti articolati attorno ad un vasto cortile, a vari livelli e di non facile interpretazione, anche perché ascrivibili a diversi periodi e variamente obliterati da successive murature realizzate in tempi diversi. Lungo il percorso si incontrano: tracce di un piccolo stabilimento termale, con mosaici e intercapedini per il riscaldamento; l'esposizione delle tegole antiche; tracce ben conservate di affreschi geometrici decorativi; tracce di affreschi relativi ad un calendario agricolo (che costituiscono forse il reperto più noto del sito); un piccolo ambiente semicircolare con nicchie, resti di affreschi e di un pavimento in opus sectile su suspensura, presumibilmente pertinente all'impianto termale.

Arcipreti della Basilica di Santa Maria Maggiore

Masolino da Panicale Fondazione di Santa Maria Maggiore a Roma

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Opere già in Santa Maria Maggiore

Collegamenti

È raggiungibile dalla fermata Napoleone III del tram 5
È raggiungibile dalla fermata Napoleone III del tram 14

Onorificenze

Rosa d'oro - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ Il Sole 24 Ore
  2. ^ Finisce segreto bancario Italia-Vaticano. Ma ancora niente tasse per gli immobili
  3. ^ Alfredo Cattabiani, Calendario, Milano, Rusconi libri, 1994, ISBN 88-18-70080-4. p. 280
  4. ^ Basilica papale di Santa Maria Maggiore.
  5. ^ fonte
  6. ^ a b G. Fronzuto, Organi di Roma. Gli organi delle quattro basiliche maggiori, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2007, pp. 34-38.
  7. ^ a b c Basilica Papale – Santa Maria Maggiore – Interno, su vatican.va.
  8. ^ Medioevo.Roma – Campanili medioevali di Roma, su medioevo.roma.it.
  9. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XI, Venezia, 1841, p. 118.

Bibliografia

  • Sante Guido, Il presepio di Arnolfo di Cambio, Città del Vaticano 2005.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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