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In quegli anni Ottaviani portò il suo contributo come giurista nella stipulazione dei [[Patti Lateranensi]]. Successivamente divenne assessore, pro-segretario e segretario. Il 12 gennaio [[1953]], [[papa Pio XII]] lo nominò pro segretario della Congregazione del Santo Uffizio, e contestualmente creato e pubblicato [[cardinale]]. Essendo conservatore ebbe forti contrasti con chi voleva innovare la secolare tradizione ecclesiale. Il 5 aprile [[1962]] fu elevato al rango di [[arcivescovo]] da [[papa Giovanni XXIII]]. Il 21 giugno [[1963]], in qualità di [[cardinale protodiacono]], ha annunciato l'elezione di [[Papa Paolo VI]], proclamando l'[[Habemus Papam]]''. |
In quegli anni Ottaviani portò il suo contributo come giurista nella stipulazione dei [[Patti Lateranensi]]. Successivamente divenne assessore, pro-segretario e segretario. Il 12 gennaio [[1953]], [[papa Pio XII]] lo nominò pro segretario della Congregazione del Santo Uffizio, e contestualmente creato e pubblicato [[cardinale]]. Essendo conservatore ebbe forti contrasti con chi voleva innovare la secolare tradizione ecclesiale. Il 5 aprile [[1962]] fu elevato al rango di [[arcivescovo]] da [[papa Giovanni XXIII]]. Il 21 giugno [[1963]], in qualità di [[cardinale protodiacono]], ha annunciato l'elezione di [[Papa Paolo VI]], proclamando l'[[Habemus Papam]]''. |
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Essendo responsabile del dicastero, a cui è istituzionalmente demandata la tutela del sacro patrimonio della fede e della morale cattolica, ricoprì questo ruolo tenendo un comportamento attento e preciso, nella convinzione, in lui maturata con l'esperienza, che la "rectitudo fidei", cioè l'ortodossia, è patrimonio irrinunciabile ed è condizione primaria per la "rectitudo morum", o ortoprassi. La sua preparazione giuridica, che già in età giovanile gli aveva garantito l'attenzione di altri sacerdoti, lo sostenne nel lavoro che svolse a difesa della fede cattolica |
Essendo responsabile del dicastero, a cui è istituzionalmente demandata la tutela del sacro patrimonio della fede e della morale cattolica, ricoprì questo ruolo tenendo un comportamento attento e preciso, nella convinzione, in lui maturata con l'esperienza, che la "rectitudo fidei", cioè l'ortodossia, è patrimonio irrinunciabile ed è condizione primaria per la "rectitudo morum", o ortoprassi. La sua preparazione giuridica, che già in età giovanile gli aveva garantito l'attenzione di altri sacerdoti, lo sostenne nel lavoro che svolse a difesa della fede cattolica<ref>Dall'omelia di Giovanni Paolo II nel giorno dei funerali del cardinale</ref>. |
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Anche durante il pontificato di [[Pio XII]], si dimostrò fermo nelle sue posizioni, battendosi quando fu necessario e preparando anche scomuniche contro gli oppositori [[comunismo|comunisti]] e i cattolici progressisti italiani, fautori tedeschi e francesi della nuova teologia, [[prete operaio|preti operai]], inventori del catechismo liberale. Ottaviani fu tuttavia, anche per le sue mai dimenticate radici popolari, un uomo di grande sensibilità pastorale, in particolare con i ragazzi e i giovani dell'oratorio di San Pietro, per i giovani che bighellonavano a Trastevere e nei pressi del [[Vaticano]] per i quali si prodigava quotidianamente, pagando le rette per lo studio, le tasse per lo sport: per i giovani fu come un padre sollecito ed affettuoso. |
Anche durante il pontificato di [[Pio XII]], si dimostrò fermo nelle sue posizioni, battendosi quando fu necessario e preparando anche scomuniche contro gli oppositori [[comunismo|comunisti]] e i cattolici progressisti italiani, fautori tedeschi e francesi della nuova teologia, [[prete operaio|preti operai]], inventori del catechismo liberale. Ottaviani fu tuttavia, anche per le sue mai dimenticate radici popolari, un uomo di grande sensibilità pastorale, in particolare con i ragazzi e i giovani dell'oratorio di San Pietro, per i giovani che bighellonavano a Trastevere e nei pressi del [[Vaticano]] per i quali si prodigava quotidianamente, pagando le rette per lo studio, le tasse per lo sport: per i giovani fu come un padre sollecito ed affettuoso. |
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Questa sua presenza tra i giovani non era un diversivo per superare la stanchezza tediosa delle carte d'ufficio e degli impegni burocratici, ma un'esigenza che scaturiva spontanea, intenzionale e generosa da un programma sacerdotale: era una "prestazione comandata" della sua vocazione |
Questa sua presenza tra i giovani non era un diversivo per superare la stanchezza tediosa delle carte d'ufficio e degli impegni burocratici, ma un'esigenza che scaturiva spontanea, intenzionale e generosa da un programma sacerdotale: era una "prestazione comandata" della sua vocazione<ref>''Ibidem''</ref>. La convocazione del [[Concilio Vaticano II]] ad opera di [[papa Giovanni XXIII]], la riforma della [[Curia romana|Curia]], l'inizio dell'attività del [[Sinodo episcopale]], furono forse per un uomo con le sue convinzioni, uno strappo eccessivo. Fu tra i ''leader'' dell'ala conservatrice del [[Coetus Internationalis Patrum]]. Tra i suoi interventi vi fu, nel [[1962]], la redazione dell'attento documento ''[[Crimen sollicitationis]]'', riservato a tutti i [[Vescovo|Vescovi]], tramite il quale essi venivano istruiti sulle modalità di gestione dei [[casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica]]. |
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In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la [[scomunica]] per coloro che non vi si fossero attenuti. Il documento fu approvato dall'allora pontefice [[Giovanni XXIII]]. Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente nelle ''applicazioni distorte'' del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.). Egli fu più o meno tacitamente ostile anche alla riforma del Sant'Uffizio e all'abolizione dell'[[Indice dei libri proibiti]] e del [[giuramento]] [[antimodernismo|antimodernista]]. Così, l'8 gennaio [[1968]]<ref>[[Roma (quotidiano)|Roma]], 9 gennaio 1968, pagina 1.</ref> rassegnò le dimissioni. |
In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la [[scomunica]] per coloro che non vi si fossero attenuti. Il documento fu approvato dall'allora pontefice [[Giovanni XXIII]]. Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente nelle ''applicazioni distorte'' del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.). Egli fu più o meno tacitamente ostile anche alla riforma del Sant'Uffizio e all'abolizione dell'[[Indice dei libri proibiti]] e del [[giuramento]] [[antimodernismo|antimodernista]]. Così, l'8 gennaio [[1968]]<ref>[[Roma (quotidiano)|Roma]], 9 gennaio 1968, pagina 1.</ref> rassegnò le dimissioni. |
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Nel settembre del [[1969]] Ottaviani firmò, insieme al cardinal [[Antonio Bacci]], una lettera con un opuscolo, noto come [[Breve esame critico del Novus Ordo Missae]] (scritto principalmente dal [[teologo]] [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] [[Michel Guérard des Lauriers]]) , a [[papa Paolo VI]], nella quale esprimeva la propria opposizione alla [[riforma liturgica]] e, in specie, al [[messale|nuovo messale romano]] o ''Novus Ordo Missae'', allora in procinto di entrare in vigore<ref>[http://www.maranatha.it/Miscel/docum/ottaviani.htm Testo completo dell'intervento qui]</ref>. Nel [[1970]] fu nominato |
Nel settembre del [[1969]] Ottaviani firmò, insieme al cardinal [[Antonio Bacci]], una lettera con un opuscolo, noto come [[Breve esame critico del Novus Ordo Missae]] (scritto principalmente dal [[teologo]] [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] [[Michel Guérard des Lauriers]]) , a [[papa Paolo VI]], nella quale esprimeva la propria opposizione alla [[riforma liturgica]] e, in specie, al [[messale|nuovo messale romano]] o ''Novus Ordo Missae'', allora in procinto di entrare in vigore<ref>[http://www.maranatha.it/Miscel/docum/ottaviani.htm Testo completo dell'intervento qui]</ref>. Nel [[1970]] fu nominato gran priore dell'Ordine Militare del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia e insignito del gran collare dell'Ordine. Morì nella [[Città del Vaticano]] il 3 agosto [[1979]]. Le sue esequie furono celebrate da [[papa Giovanni Paolo II]] il 6 agosto, giorno in cui un anno prima, come ricordò [[Giovanni Paolo II]], nella medesima ora moriva [[papa Paolo VI]]. È sepolto nella [[chiesa di San Pietro in Borgo]], nota anche come chiesa di San Salvatore in Ossibus. |
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== [[Genealogia episcopale]] == |
== [[Genealogia episcopale]] == |
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Alfredo Ottaviani cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Semper idem | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 29 ottobre 1890, Roma |
Ordinato presbitero | 18 marzo 1916 |
Nominato arcivescovo | 5 aprile 1962 da papa Giovanni XXIII (poi santo) |
Consacrato arcivescovo | 19 aprile 1962 da papa Giovanni XXIII (poi santo) |
Creato cardinale | 12 gennaio 1953 da papa Pio XII |
Deceduto | 3 agosto 1979, Città del Vaticano |
Firma | |
Alfredo Ottaviani (Roma, 29 ottobre 1890 – Città del Vaticano, 3 agosto 1979) è stato un cardinale italiano, rigoroso difensore della tradizione e oppositore di tendenze riformistiche della Chiesa cattolica.
Biografia
Ottaviani nacque povero nel quartiere popolare di Trastevere, figlio del fornaio Enrico Ottaviani e della casalinga Palmira Catalini. Dopo essere stato ordinato prete il 18 marzo 1916, svolse attività pastorale nella diocesi di Roma. Nel marzo 1922 ottenne i primi incarichi nella Curia romana come segretario personale del nuovo papa Pio XI. Il Papa lo chiamò alla Segreteria di Stato nel 1928 come sostituto della sezione Affari Ecclesiastici straordinari, occupò soltanto un anno dopo il posto di sostituto alla Segreteria di Stato.
In quegli anni Ottaviani portò il suo contributo come giurista nella stipulazione dei Patti Lateranensi. Successivamente divenne assessore, pro-segretario e segretario. Il 12 gennaio 1953, papa Pio XII lo nominò pro segretario della Congregazione del Santo Uffizio, e contestualmente creato e pubblicato cardinale. Essendo conservatore ebbe forti contrasti con chi voleva innovare la secolare tradizione ecclesiale. Il 5 aprile 1962 fu elevato al rango di arcivescovo da papa Giovanni XXIII. Il 21 giugno 1963, in qualità di cardinale protodiacono, ha annunciato l'elezione di Papa Paolo VI, proclamando l'Habemus Papam.
Essendo responsabile del dicastero, a cui è istituzionalmente demandata la tutela del sacro patrimonio della fede e della morale cattolica, ricoprì questo ruolo tenendo un comportamento attento e preciso, nella convinzione, in lui maturata con l'esperienza, che la "rectitudo fidei", cioè l'ortodossia, è patrimonio irrinunciabile ed è condizione primaria per la "rectitudo morum", o ortoprassi. La sua preparazione giuridica, che già in età giovanile gli aveva garantito l'attenzione di altri sacerdoti, lo sostenne nel lavoro che svolse a difesa della fede cattolica[1].
Anche durante il pontificato di Pio XII, si dimostrò fermo nelle sue posizioni, battendosi quando fu necessario e preparando anche scomuniche contro gli oppositori comunisti e i cattolici progressisti italiani, fautori tedeschi e francesi della nuova teologia, preti operai, inventori del catechismo liberale. Ottaviani fu tuttavia, anche per le sue mai dimenticate radici popolari, un uomo di grande sensibilità pastorale, in particolare con i ragazzi e i giovani dell'oratorio di San Pietro, per i giovani che bighellonavano a Trastevere e nei pressi del Vaticano per i quali si prodigava quotidianamente, pagando le rette per lo studio, le tasse per lo sport: per i giovani fu come un padre sollecito ed affettuoso.
Questa sua presenza tra i giovani non era un diversivo per superare la stanchezza tediosa delle carte d'ufficio e degli impegni burocratici, ma un'esigenza che scaturiva spontanea, intenzionale e generosa da un programma sacerdotale: era una "prestazione comandata" della sua vocazione[2]. La convocazione del Concilio Vaticano II ad opera di papa Giovanni XXIII, la riforma della Curia, l'inizio dell'attività del Sinodo episcopale, furono forse per un uomo con le sue convinzioni, uno strappo eccessivo. Fu tra i leader dell'ala conservatrice del Coetus Internationalis Patrum. Tra i suoi interventi vi fu, nel 1962, la redazione dell'attento documento Crimen sollicitationis, riservato a tutti i Vescovi, tramite il quale essi venivano istruiti sulle modalità di gestione dei casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica.
In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la scomunica per coloro che non vi si fossero attenuti. Il documento fu approvato dall'allora pontefice Giovanni XXIII. Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente nelle applicazioni distorte del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.). Egli fu più o meno tacitamente ostile anche alla riforma del Sant'Uffizio e all'abolizione dell'Indice dei libri proibiti e del giuramento antimodernista. Così, l'8 gennaio 1968[3] rassegnò le dimissioni.
Nel settembre del 1969 Ottaviani firmò, insieme al cardinal Antonio Bacci, una lettera con un opuscolo, noto come Breve esame critico del Novus Ordo Missae (scritto principalmente dal teologo domenicano Michel Guérard des Lauriers) , a papa Paolo VI, nella quale esprimeva la propria opposizione alla riforma liturgica e, in specie, al nuovo messale romano o Novus Ordo Missae, allora in procinto di entrare in vigore[4]. Nel 1970 fu nominato gran priore dell'Ordine Militare del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia e insignito del gran collare dell'Ordine. Morì nella Città del Vaticano il 3 agosto 1979. Le sue esequie furono celebrate da papa Giovanni Paolo II il 6 agosto, giorno in cui un anno prima, come ricordò Giovanni Paolo II, nella medesima ora moriva papa Paolo VI. È sepolto nella chiesa di San Pietro in Borgo, nota anche come chiesa di San Salvatore in Ossibus.
Genealogia episcopale
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Pietro Francesco Galleffi
- Cardinale Filippo de Angelis
- Cardinale Amilcare Malagola
- Cardinale Giovanni Tacci Porcelli
- Papa Giovanni XXIII
- Cardinale Alfredo Ottaviani
Opere
- Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci, Breve esame critico del Novus ordo Missae, Roma, 25 settembre 1969
- Alfredo Ottaviani, Institutiones iuris publici ecclesiastici, Vaticano 1957-1960.
- Alfredo Ottaviani, Il Baluardo, Edizioni Ares, Roma 1961
Onorificenze
Note
- ^ Dall'omelia di Giovanni Paolo II nel giorno dei funerali del cardinale
- ^ Ibidem
- ^ Roma, 9 gennaio 1968, pagina 1.
- ^ Testo completo dell'intervento qui
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
Bibliografia
- Francesco Leoni, Il cardinale Alfredo Ottaviani carabiniere della Chiesa, Apes, Roma 2002
- Emilio Cavaterra, Il prefetto del Sant'Offizio. Le opere e i giorni del cardinale Ottaviani, Mursia, Milano 1990
- Filippo Rizzi, "Ottaviani l'austero difensore della fede", Avvenire, pagina 25, 30 luglio 2009, scritto per il trentennale della morte.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Alfredo Ottaviani
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alfredo Ottaviani
Collegamenti esterni
- Curriculum vitae in forma tabellare e in lingua inglese, su catholic-hierarchy.org.
- Curriculum vitae in lingua inglese, su fiu.edu.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 22159609 · ISNI (EN) 0000 0001 0877 8341 · SBN LO1V089077 · BAV 495/113268 · LCCN (EN) n80013012 · GND (DE) 122403452 · BNE (ES) XX1387873 (data) · BNF (FR) cb12040455n (data) · J9U (EN, HE) 987007522805205171 · CONOR.SI (SL) 91952995 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80013012 |
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