Processione (teologia): differenze tra le versioni

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La grazia è un dono sprannaturale prodotto da Dio nell’uomo, una qualità soprannaturale che è forma accidentale dell’anima, e che risiede nell’essenza dell’anima (I q.35 a.2 ad 3). <br/>
La grazia è un dono sprannaturale prodotto da Dio nell’uomo, una qualità soprannaturale che è forma accidentale dell’anima, e che risiede nell’essenza dell’anima (I q.35 a.2 ad 3). <br/>
Per il dono della grazia santificante la creatura ragionevole viene elevata a fruire della stessa persona divina. Perciò la missione invisibile avviene per il dono della grazia santificante (I q.43 a.3 ad 1 ; I q.8 a.3 ad 4). La grazia implica il dono dlele persone divine.
Per il dono della grazia santificante la creatura ragionevole viene elevata a fruire della stessa persona divina. Perciò la missione invisibile avviene per il dono della grazia santificante (I q.43 a.3 ad 1 ; I q.8 a.3 ad 4). La grazia implica il dono dlele persone divine. è la preghiera ad impetrare la grazia santificante, e tale preghiera deriva da qualche altra grazia, cioè da un dono gratuito (II-II q.83 a.15 ad 1).


Il Figlio procede da Dio per l’eternità, e nel tempo: mediante una missione visibile come uomo ; e mediante una missione invisibile viene ad essere nell’uomo (''Summa theologiae'', I q.43 a.2). L’effetto dell’inabitazione del Figlio, la sua missione invisibile sono in vista dei doni che riguardano l’intelletto. L’effetto dell’inabitazione del Figlio è l’illuminazione dell’intelletto, « illuminatio intellectus » (I q.43 a.5 ad 3 ; II-II q.8 a.4 ad 2): il Figlio è il Verbo, non un verbo qualunque, ma un Verbo che spira Amore. Infatti il Figlio abita in noi, quando lo conosciamo e lo percepiamo (I q.43 a.5 ad 1), intendendo per percezione una certa conoscenza sperimentale, che viene chiamata « sapida scientia », scienza gustosa (I q.43 a.5 ad 2).
Il Figlio procede da Dio per l’eternità, e nel tempo: mediante una missione visibile come uomo ; e mediante una missione invisibile viene ad essere nell’uomo (''Summa theologiae'', I q.43 a.2). L’effetto dell’inabitazione del Figlio, la sua missione invisibile sono in vista dei doni che riguardano l’intelletto. L’effetto dell’inabitazione del Figlio è l’illuminazione dell’intelletto, « illuminatio intellectus » (I q.43 a.5 ad 3 ; II-II q.8 a.4 ad 2): il Figlio è il Verbo, non un verbo qualunque, ma un Verbo che spira Amore. Infatti il Figlio abita in noi, quando lo conosciamo e lo percepiamo (I q.43 a.5 ad 1), intendendo per percezione una certa conoscenza sperimentale, che viene chiamata « sapida scientia », scienza gustosa (I q.43 a.5 ad 2).

Versione delle 10:45, 27 nov 2015

Disambiguazione – "Emanazionismo" rimanda qui. Se stai cercando un altro significato, vedi Emanatismo.

La processione è un concetto prettamente teologico, presente nella dottrina cristiana, oltre che in filosofia. Essa designa l'attività con cui, nell'unica Sostanza di Dio, vengono generate le tre Persone, o ipostasi, di cui Egli è composto.

Dio (concepito dunque non staticamente) genera le ipostasi senza che tuttavia queste divengano entità separate poiché rimangono in Lui. Si parla in proposito di consustanzialità: i tre livelli spirituali in cui Dio si articola sono fatti della stessa sostanza divina. Nel Cristianesimo queste tre realtà o ipostasi sono: Padre, Figlio, e Spirito Santo.

Nella Trinità cristiana si distinguono in particolare due processioni: il Padre genera il Figlio, mentre dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito Santo.[1] La prima è chiamata generazione, la seconda è detta spirazione. Il Padre invece non ha alcuna processione, resta totalmente trascendente senza manifestarsi nella storia.

La processione dal punto di vista dottrinario

La processione stabilisce dei particolari legami di Relazione reciproca. La generazione del Figlio, Verbo di Dio, è essenzialmente un processo conoscitivo: nel proprio Figlio il Padre conosce se stesso. Lo Spirito Santo è invece relazione d'amore: è il dono che il Padre e il Figlio si scambiano vicendevolmente.

L'influsso della concezione trinitaria cristiana si ebbe già in un pensatore pagano: Plotino di Licopoli, il quale dall'Uno faceva derivare il Nous o Intelletto, che a sua volta generava l'Anima. In Plotino tuttavia questa processione avveniva in senso digradante.

Origene Adamantio e poi Gregorio Nazianzeno affermarono invece per la prima volta un rapporto paritario e non di subordinazione fra le tre ipostasi.

Agostino d'Ippona e Tommaso d'Aquino approfondirono quindi la natura della processione divina, affermando che le tre Persone non possono essere tre sostanze diverse, altrimenti si avrebbero tre divinità. Essi insistettero sul concetto di relazione, quale ragione dell'articolarsi di un'unica natura divina in tre Persone distinte.

Processioni e inabitazione della Trinità

Diciamo di possedere quello di cui possiamo liberamente fare uso o godere. La creatura ragionevole quando è fatta partecipe del Verbo divino e dell’Amore procedente può liberamente conoscere con verità Dio e rettamente amarlo; quindi una creatura ragionevole può possedere una persona divina (I q.38 a.1 ; I q.43 a.2). Una persona divina abita in noi ed è posseduta da noi. (I. q.43 a.3 ad 3).

Tutta la Trinità penetra ed abita nell’anima » (III q.8 a.8). « Una persona divina non può separarsi dall’altra, né una persona divina può abitare senza l’altra »(I q.43 a.5 ad 3). Quando una persona divina abita nell’anima, l’anima diventa simile alla persona divina.

«Il concetto di « missione », come già precisato, implica processione da altri. Quindi il Padre, che non deriva da altri, in nessun modo si può dire inviato.»

«il Padre per la grazia inabita nell’anima umana, non perché sia inviato, ma perché si dona lui stesso»

Il fatto che il Padre, non derivando da altri, non è mandato da nessuno, non impedisce che l'essere umano possa entrarvi in contatto in questa vita con l'inabitazione dell'intera Trinità, solamente vuol dire che è lui stesso a donarsi e offrirsi.

«Sebbene con la grazia santificante abiti nell’anima tutta la Trinità, la missione invisibile è propria del Figlio e dello Spirito Santo»

La grazia è un dono sprannaturale prodotto da Dio nell’uomo, una qualità soprannaturale che è forma accidentale dell’anima, e che risiede nell’essenza dell’anima (I q.35 a.2 ad 3).
Per il dono della grazia santificante la creatura ragionevole viene elevata a fruire della stessa persona divina. Perciò la missione invisibile avviene per il dono della grazia santificante (I q.43 a.3 ad 1 ; I q.8 a.3 ad 4). La grazia implica il dono dlele persone divine. è la preghiera ad impetrare la grazia santificante, e tale preghiera deriva da qualche altra grazia, cioè da un dono gratuito (II-II q.83 a.15 ad 1).

Il Figlio procede da Dio per l’eternità, e nel tempo: mediante una missione visibile come uomo ; e mediante una missione invisibile viene ad essere nell’uomo (Summa theologiae, I q.43 a.2). L’effetto dell’inabitazione del Figlio, la sua missione invisibile sono in vista dei doni che riguardano l’intelletto. L’effetto dell’inabitazione del Figlio è l’illuminazione dell’intelletto, « illuminatio intellectus » (I q.43 a.5 ad 3 ; II-II q.8 a.4 ad 2): il Figlio è il Verbo, non un verbo qualunque, ma un Verbo che spira Amore. Infatti il Figlio abita in noi, quando lo conosciamo e lo percepiamo (I q.43 a.5 ad 1), intendendo per percezione una certa conoscenza sperimentale, che viene chiamata « sapida scientia », scienza gustosa (I q.43 a.5 ad 2).

Il donare è dare senza pensare alla retribuzione e diamo una cosa gratuitamente a qualcuno perché gli vogliamo bene: il dono implica gratuità e fedeltà, quindi il primo dono è l’amore da cui provengono tutti gli altri doni gratuiti. Poiché lo Spirito Santo procede come Amore, lo Spirito Santo è il primo dono, ed allo stesso tempo tutti i doni si attribuiscono allo Spirito Santo (I q.38 a.2 ; I q.43 a.5 ad 1). L’anima diventa simile a lui mediante il dono della carità, possiamo affermare che la missione dello Spirito Santo è in vista del dono della carità (I q.43 a.5 ad 2). Effetto dell’inabitazione dello Spirito Santo è l’eccitazione degli affetti, « inflammatio affectus» (I q.43 a.5 ad 3).

Note

  1. ^ Secondo il rito cristiano greco-ortodosso lo Spirito Santo procede esclusivamente dal Padre, a differenza di quello professato dai Cattolici romani che, nel Credo, hanno aggiunto la parola Filioque («e dal Figlio»).

Voci correlate