Castello Orsini-Colonna: differenze tra le versioni

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Dopo il completamento dei lavori di recupero attuati negli [[anni 1990|anni novanta]], nel maniero è stata inserita a piano terra una platea per lo svolgimento di convegni e spettacoli mentre al primo piano è stata insediata la [[Museo di Arte Moderna di Avezzano|Pinacoteca d'arte moderna]]<ref>{{cita web|url=http://www.avezzano.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=196|titolo=Pinacoteca d'arte moderna|editore=TerreMarsicane (Leo Strozzieri)|accesso=}}</ref>.
Dopo il completamento dei lavori di recupero attuati negli [[anni 1990|anni novanta]], nel maniero è stata inserita a piano terra una platea per lo svolgimento di convegni e spettacoli mentre al primo piano è stata insediata la [[Museo di Arte Moderna di Avezzano|Pinacoteca d'arte moderna]]<ref>{{cita web|url=http://www.avezzano.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=196|titolo=Pinacoteca d'arte moderna|editore=TerreMarsicane (Leo Strozzieri)|accesso=}}</ref>.

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== Storia ==
== Storia ==
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Concepito - come si legge in un'iscrizione posta sul portale ogivale - come fortilizio ''Ad exitum seditiosis Avejani'' (ovvero come monito da eventuali rivolte della popolazione avezzanese<ref name="Colapietra40">{{Cita|Colapietra||Colapietra, 1998}}, pag.40</ref>), il maniero venne progettato con ogni probabilità dall'ingegnere militare [[Francesco di Giorgio Martini]], in quegli anni al servizio degli [[Orsini]] ed autore documentato dell'intervento al vicino castello a pianta fallica di [[Scurcola Marsicana]]<ref>{{cita web|url=http://www.terremarsicane.it/castello-orsini-colonna-di-avezzano/|titolo=Castello Orsini Colonna di Avezzano|editore=TerreMarsicane|accesso=}}</ref>.
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L'edificio di Avezzano fu ampliato a palazzo con giardino rinascimentale nel [[1565]] da [[Marcantonio Colonna]] e nel [[1571]] dallo stesso Colonna dotato di ingresso trionfale a ricordo della vittoria a Lepanto nella [[Battaglia di Lepanto|omonima battaglia]]<ref>{{cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=castelloaq&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuCast2143&tom=143|titolo=Castello Orsini-Colonna|editore=Regione Abruzzo|accesso=}}</ref>.
L'edificio di Avezzano fu ampliato a palazzo con parco nel [[1565]] da [[Marcantonio Colonna]] e nel [[1571]] dallo stesso Colonna dotato di ingresso trionfale (?) a ricordo della vittoria a Lepanto nella [[Battaglia di Lepanto|omonima battaglia]]<ref>{{cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=castelloaq&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuCast2143&tom=143|titolo=Castello Orsini-Colonna|editore=Regione Abruzzo|accesso=}}</ref>.


I Colonna, dal 1504 in poi, diverranno definitivamente feudatari di quasi tutto il territorio per tre lunghi secoli. Perciò, l'assetto amministrativo della contea dei Marsi, coll'avvento del Borbone, si presenterà diviso in due tronconi: ad Ovest, lo Stato di Tagliacozzo e Albe, che resterà pressoché intatto fino all'abolizione della feudalità; ad Est, la contea di Celano e la baronia di Pescina. Occorre specificare che, tutta la zona sarà teatro di forti tensioni e liti tra baroni e vescovi per questioni di nomina degli ecclesiastici ai benefici e alle cappellanie. Oltretutto, usurpazioni, interessi, privilegi, supremazie e contese di ogni genere, faranno scatenare dure diatribe senza esclusione di colpi tra potenti del luogo, finalizzate quasi sempre a togliere ai comuni gli "''iura civitatis''"<ref name="D'Amore9-10">{{Cita|D'Amore||D'Amore, 1998}}, pp.9-10</ref>.
I Colonna, dal 1504 in poi, diverranno definitivamente feudatari di quasi tutto il territorio per tre lunghi secoli. Perciò, l'assetto amministrativo della contea dei Marsi, coll'avvento del Borbone, si presenterà diviso in due tronconi: ad Ovest, lo Stato di Tagliacozzo e Albe, che resterà pressoché intatto fino all'abolizione della feudalità; ad Est, la contea di Celano e la baronia di Pescina. Occorre specificare che, tutta la zona sarà teatro di forti tensioni e liti tra baroni e vescovi per questioni di nomina degli ecclesiastici ai benefici e alle cappellanie. Oltretutto, usurpazioni, interessi, privilegi, supremazie e contese di ogni genere, faranno scatenare dure diatribe senza esclusione di colpi tra potenti del luogo, finalizzate quasi sempre a togliere ai comuni gli "''iura civitatis''"<ref name="D'Amore9-10">{{Cita|D'Amore||D'Amore, 1998}}, pp.9-10</ref>.

Versione delle 20:25, 15 ott 2015

Castello Orsini-Colonna
Castello Orsini-Colonna
Ubicazione
StatoRegno di Napoli
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
Regione  Abruzzo
CittàAvezzano
Coordinate42°01′39.3276″N 13°25′33.3336″E / 42.027591°N 13.425926°E42.027591; 13.425926
Informazioni generali
TipoCastello
Stilemedievale
CostruzioneXV secolo-1490
CostruttoreFrancesco di Giorgio Martini
Primo proprietarioGentile Virginio Orsini
Condizione attualeRestaurato e visitabile
Proprietario attualecomune di Avezzano
Sito webLink
Informazioni militari
Termine funzione strategica1806
www.terremarsicane.it/castello-orsini-colonna-di-avezzano
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Il castello Orsini-Colonna è un castello situato nel comune di Avezzano. Fu voluto nel 1490 da Gentile Virginio Orsini che lo fece edificare attorno ai resti della distrutta torre di Gentile da Palearia, signore di Manoppello.

Dopo il completamento dei lavori di recupero attuati negli anni novanta, nel maniero è stata inserita a piano terra una platea per lo svolgimento di convegni e spettacoli mentre al primo piano è stata insediata la Pinacoteca d'arte moderna[1].

Storia

Iscrizione dei Colonna sul secondo portale

Concepito - come si legge in un'iscrizione posta sul portale ogivale - come fortilizio Ad exitum seditiosis Avejani (ovvero come monito da eventuali rivolte della popolazione avezzanese[2]), il maniero venne progettato con ogni probabilità dall'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini, in quegli anni al servizio degli Orsini ed autore documentato dell'intervento al vicino castello a pianta fallica di Scurcola Marsicana[3].

L'edificio di Avezzano fu ampliato a palazzo con parco nel 1565 da Marcantonio Colonna e nel 1571 dallo stesso Colonna dotato di ingresso trionfale (?) a ricordo della vittoria a Lepanto nella omonima battaglia[4].

I Colonna, dal 1504 in poi, diverranno definitivamente feudatari di quasi tutto il territorio per tre lunghi secoli. Perciò, l'assetto amministrativo della contea dei Marsi, coll'avvento del Borbone, si presenterà diviso in due tronconi: ad Ovest, lo Stato di Tagliacozzo e Albe, che resterà pressoché intatto fino all'abolizione della feudalità; ad Est, la contea di Celano e la baronia di Pescina. Occorre specificare che, tutta la zona sarà teatro di forti tensioni e liti tra baroni e vescovi per questioni di nomina degli ecclesiastici ai benefici e alle cappellanie. Oltretutto, usurpazioni, interessi, privilegi, supremazie e contese di ogni genere, faranno scatenare dure diatribe senza esclusione di colpi tra potenti del luogo, finalizzate quasi sempre a togliere ai comuni gli "iura civitatis"[5].

Castello Orsini-Colonna

L'amministratore e l'erario del Contestabile Colonna in Avezzano era Don Giacomo Antonio Grimaldi, che teneva la contabilità (entrate e spese) delle Università di Cappelle, Scurcola, Luco, Trasacco, Avezzano, Magliano e Antrosano. Nell'agosto del 1653 il barone romano annunciò ai suoi vassalli la sua visita nella Marsica occidentale e, per questo motivo, già fervevano i preparativi finalizzati alla restaurazione e alle migliorie da apportare al Palazzo Ducale. Mastro Giulio Pasquale fu incaricato di procurare:"spondoni per li pomi delle lettiere; libre quattro serviti per le porte del corridore di detto Palazzo; una libra di chiodi; bannelle grosse libre quattro; un catenaccio di libre cinque; una serratura alla porta del Torrione; una serratura per la porta della sala a basso con una stanghetta; mezzo centinaro di centarole per accomodare li quadri". Berardino Di Berardo ricevette "grana undeci perché carreggiò la pozzolana per il servitio del Palazzo"; mentre alcune donne di Avezzano dovettero lavare ed eseguire "la biancatura di venti lenzola". Alla data del 9 ottobre 1653, quindi, risale "la prima venuta dell'Eccellentissimo Signor Contestabile". Nel giugno del 1655, l'amministrazione Colonna, mandò ad Avezzano i mastri Pasquale, Andrea e Marino Piccioli (erano nativi di Rocca di Mezzo) per aggiustare il mulino[6].

Il 17 marzo 1680: "Nella Casa del Pubblico o nel Palazzo Baronale venne convocato il Consiglio di Dodici Cittadini di Avezzano per discutere l'esperienza della revisione de' conti ultimamente fatti per conto dell'Ill.mo Sig.r Marchese di Barisciano con l'assistenza dell'Auditore Generale Don Marco Mancini delegato speciale, e il Governatore Don Bartolomeo Milone. Per Bando si propone alle SS.Loro che si debba fare un'elezione di ventiquattro Cittadini con titolo di Consiglieri Pubblici, quali uniti con i dodici del Consiglio privato. Direttore, deputati, e Massari debbono comporre il Conseglio Pubblico, acciò si possa più maturamente risolvere tutto quello si giudicherà d'utile comune".

Tutto questo conferma che il dominio zonale dei Colonna era minacciato da forti contrapposizioni per benefici o eredità. Anche i suo rappresentanti in loco cercavano di rosicchiare le sue proprietà, presentando conti falsi al barone assenteista. Nel 1688, l'Uditore di Tagliacozzo mise in allarme gli armigeri baronali di Avezzano poiché aveva scoperto una congiura ai danni degli amministratori del Colonna: "una congiura fatta da molti particolari cittadini, di voler ammazzare li principali, e abbruggiarli le case".

Leggendo il manoscritto Aloysi, veniamo a conoscenza di altri inquietanti episodi perpetrati a danno dei Colonna: "Feronsi capi di detta congiura infame, quelli che dovevano invigilare al bon governo, et alla difesa, cioè il Governatore et il Medico condottato dell'Università di Avezzano, li nomi dei quali si tacciano, per essere cogniti, che per esser forastieri, dello Stato Ecclesiastico". A capo dei rivoltosi c'era il governatore Francesco Della Valle, acerrimo nemico dei baroni romani, pronto ad uccidere i rappresentanti del Conseglio Pubblico della città sede dei Colonna. Il rappresentante della corte baronale affermò che Della Valle doveva ricevere un "castigo esemplare".

Nel 1722 il "Signore" di Avezzano, Don Fabrizio Colonna giunse nel suo palazzo baronale, accompagnato dalla moglie Donna Caterina Salviati. Come da cerimoniale, fu accolto dai vassalli del contado con "iscrizioni poste sopra gli archi eretti nelle vie in onore del principe, le poesie latine e greche e gli altri scritti composti in occasione dell'avvenimento". Gli amministratori di Avezzano, in segno di omaggio, gli donarono regalie di ogni genere e furono ricevuti nel castello dal 17 settembre al 15 ottobre dello stesso anno[7].

Rimase in mano alla famiglia Colonna fino all'abolizione dei feudi avvenuta nel 1806. In questo periodo risultava molto utilizzato un teatro sotterraneo del castello, con probabile ingresso laterale nel fossato che i signori Colonna, generosi nei secoli con gli avezzanesi, concedevano di buon grado ai cittadini[8] Il viaggiatore ed artista inglese Edward Lear nel suo diario di viaggio, intitolato Illustrated Excursions in Italy, pubblicato a Londra nel 1846, riportò un disegno del maniero corredando così i testi dell'opera che riportavano i resoconti dei suoi viaggi in Abruzzo affrontati tra il luglio 1843 e l'ottobre 1844[9].

La decadenza

Il castello Orsini-Colonna prima del terremoto di Avezzano del gennaio 1915

Il maniero passò quindi nel 1806 ai Lante della Rovere che lo conservarono fino al 1905 quando, con atto a rogito del notaio Pietro Vannisanti in Roma, lo acquistò il vicesindaco di Avezzano, Francesco Spina, il quale ne adibì una parte ad albergo ed affittò il lato verso via Fucino alla Regia scuola normale "Matilde di Savoja" ed il resto al tribunale di Avezzano.

Spina affittò anche parte del parco rinascimentale denominato al Catasto "Orto di San Francesco" come rimessa per cavalli.

Singolare "l'Osteria dentro la Terra" realizzata nel fossato del castello nella metà del cinquecento, perfettamente funzionante nelle foto precedenti il terremoto che colpì Avezzano il 13 gennaio 1915.

Francesco Spina iniziò nel 1912 gli interventi di rimozione delle aggiunte colonnesi abbattendo la loggetta di Marcantonio ma per ragioni economiche non andò oltre. Il castello venne distrutto dalla seconda scossa del 13 gennaio 1915, rilevata alle ore 07:52, pochi minuti dopo la prima scossa. La struttura crollò dal primo piano in su e furono quindi perdute le aggiunte cinquecentesche dei Colonna.

Rovine del Castello Orsini-Colonna di Avezzano dopo il terremoto

Castello Orsini prima e dopo il 1915

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Avezzano.

Ad Avezzano la popolazione residente era di poco oltre le 13.000 unità. Nel primo Novecento la cittadina aveva appena perduto la funzione di borgo fortificato, essendo state abbattute le mura medievale perimetrali.

I monumenti principali erano oltre al castello Orsini, la vicina chiesa di San Giovanni Battista e la caserma dei carabinieri. Più lontano, all'interno del nucleo urbano originario, sorgeva la piazza municipale con la chiesa di San Bartolomeo. Poco distante erano collocate la villa comunale e il palazzo Torlonia con annesso parco.

Il castello si presentava in forme perfettamente conservate, tanto che il sindaco aveva adibito gran parte di esso come albergo per i turisti dell'aristocrazia italiana. Il castello aveva tutte e quattro le torri perimetrali con i tre lati scanditi, e i tetti in merlatura erano adornati da copertura con tegole circolari, simili a quelli di una pagoda. Al centro del corpo v'era la residenza gentilizia dei Colonna con gli affreschi interni del Cinquecento. La facciata infatti mostrava un terzo settore, appunto occupato dalla residenza, che sulla destra, rispetto alla facciata, possedeva una torretta più alta e slanciata delle quattro del perimetro, con bucature ad archi classicheggianti, ed anch'essa con la caratteristica copertura in tegole del tetto "a pagoda".

Con il terremoto del 1915 il castello perse i livelli del tetto di tutte le colonne, ridotte a moncherini; la vicina chiesa di San Giovanni fu sventrata, con la perdita di gran parte della torre campanaria. Anche palazzo Torlonia crollò quasi completamente, e la chiesa di San Bartolomeo, non ancora cattedrale, rovinò del tutto. Rimase in piedi solo una parte del primo livello della facciata. La chiesa di San Giovanni furono ricostruiti. Dell'originaria chiesa di San Bartolomeo rimase in piedi solo una colonna del portale, su cui è stata incisa una lapide commemorativa, in ricordo della tragedia del 1915. Quella che dal 1924 divenne cattedrale, la nuova chiesa di San Bartolomeo, nota anche con il nome di Cattedrale dei Marsi, fu ricostruita nel cuore della città, in piazza Risorgimento.

Il maniero risultò restaurabile nella fase Orsini fino alla seconda guerra mondiale, e l'amministrazione comunale sembrò muovere alcuni passi in tal senso. Tre bombe alleate, però, cadute durante i bombardamenti protratti per otto mesi sulla città, ne decretarono il passaggio a rudere[10].

Negli anni cinquanta il Sindaco Jatosti autorizzò famiglie di rom a risiedere stabilmente ad Avezzano dislocandole nel castello Orsini. In seguito l'amministrazione comunale, come da apposita ordinanza, usò l'interno del castello come canile[11].

Il restauro

Il castello venne finalmente restaurato negli anni sessanta in due riprese ad opera dell'ingegnere Tommaso Lelio Orlandi, dirigente del locale Genio Civile. Una campagna di scavi archeologici svolta negli anni settanta hanno portato alla scoperta delle basi delle mura interne e di parte dei locali sotterranei.

Divenuto quindi spazio estivo per mostre di pittura ed arena per proiezioni cinematografiche negli anni settanta e ottanta, è stato recuperato nel 1994 su progetto dell'architetto Alessandro Del Bufalo il quale ha inserito una struttura interna autoportante[12][13].

Descrizione e architettura

Facciata

Portale
Torre della facciata di sinistra

La facciata del castello è piana e suddivisa in due livelli da un cornicione marcapiano. Il portale centrale è rettangolare ed è decorato ai lati della porta da due file di piramidi minute, e più all'esterno da due figure in bassorilievo, a grandezza d'uomo, di un cinghiale rampante e di un orso brandente una spada, simboli delle famiglie Orsini e Colonna. Al centro, sopra la porta, in alto vi è lo stemma del casato fondatore. Tra tale stemma e il legno della porta c'è una lapide le cui scritte sono sbiadite (a causa del terremoto del '15), recante le imprese dei duchi Orsini nella presa del feudo di Avezzano.

Il secondo livello è scandito da due ordini di due finestre, con una centrale sopra il portale. Attorno alla facciata vi è il fossato prosciugato che circonda tutto il castello, e il portale è collegato alla terraferma da un ponte levatoio. Sulla sinistra della facciata, fino al punto focale del centro, è possibile ammirare i resti della decorazione in merlature e beccatelli, che poi è andata quasi tutta distrutta con il grande terremoto.

Un secondo portale di accesso è posto sul lato destro del castello (rispetto alla facciata) e reca sopra di esso una lapide con scritte le imprese della famiglia Colonna nella conquista di Avezzano.


Le quattro torri

Le quattro torri perimetrali del castello sono conservate in buona parte. Originalmente erano in tre livelli, suddivise da cornici, ma dopo il grande terremoto solo la torre della facciata a sinistra conserva parte della muratura ornativa con beccatelli e merlature. Le torri sono circolari e sono famose perché rendono il castello simile ad una rosa dei venti con i punti cardinali.

Interno e il museo

L'interno è andato quasi completamente distrutto con il grande terremoto, e rimangono le fondamenta. Originalmente aveva un piano superiore, ossia la residenza gentilizia dei Colonna. L'interno è occupato dalla collezione d'arte moderna e contemporanea della pinacoteca che espone gallerie di opere d'arte in stile moderno. Il portico centrale ospita un giardino coperto da una tettoia in vetro. L'edificio a sinistra ospita la collezione d'arte moderna, essendosi conservato, ed anche il corpo della parte posteriore è rimasto intatto ospitando la pinacoteca d'arte moderna. Sul lato destro del castello, rispetto alla facciata, si può accedere mediante il secondo portale con ponte levatoio.

Note

  1. ^ Pinacoteca d'arte moderna, su avezzano.terremarsicane.it, TerreMarsicane (Leo Strozzieri).
  2. ^ Colapietra, pag.40
  3. ^ Castello Orsini Colonna di Avezzano, su terremarsicane.it, TerreMarsicane.
  4. ^ Castello Orsini-Colonna, su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  5. ^ D'Amore, pp.9-10
  6. ^ D'Amore, pp.41-42
  7. ^ D'Amore, pag.48
  8. ^ Di Domenico, pag.131
  9. ^ Edward Lear, Il castello di Avezzano, su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  10. ^ Avezzano: castello Orsini-Colonna, su mondimedievali.net, MondiMedievali.
  11. ^ Di Domenico, pag.145
  12. ^ Di Domenico, pag.176
  13. ^ La rocca Orsini ad Avezzano, su inabruzzo.it, InAbruzzo.

Bibliografia

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