Assassino: differenze tra le versioni

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Il termine '''assassino''' indica una [[persona]] compie un [[omicidio]] volontariamente.
In [[criminologia]] il termine '''assassino''' indica colui che, volontariamente, compie un [[omicidio]].


== Storia ==
==[[Etimologia]]==
La parola "assassino" si rifà al termine usato per identificare comunemente i [[Nizariti]] (gli Assassini, appunto), ovvero gli aderenti al movimento [[Ismailismo|ismailita]] fondato da [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]] ([[Veglio della Montagna]]), che nell'Oriente islamico dell'età delle [[Crociata|Crociate]] diede vita a una peculiare esperienza statuale ad [[Alamūt]], nelle montagne dell'[[Iran]] centro-occidentale. I Nizariti erano infatti chiamati Asasyyn, termine che secondo [[Amin Maalouf]] ha origine dalla parola ''asās'' (basi, fondamenti): gli Assassini erano appunto "fondamentalisti" controllati dal loro capo [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]]. Il termine potrebbe più semplicemente significare "seguaci di Hasan". Secondo un'altra ipotesi il nome deriverebbe da ''al-Hashīshiyyūn'', cioè "coloro che sono dediti all'[[hashish]]" (che deriva a sua volta da '' ašīš'', "[[canapa]]") , di cui si sarebbe servito il ''vecchio della montagna'' per provocare l'inebriamento dei suoi fedeli.
Il nome assassino era usato nell'Occidente cristiano per designare i seguaci del veglio della montagna o ''gran maestro degli assassini'', [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]], l'[[Imam]] cui dovevano cieca obbedienza. Questa organizzazione fu una diramazione degli eretici musulmano-sciiti fondata dal persiano [[Hasan al-Sabbah]] il quale, dapprima sostenitore dei [[Fatimiti]] egiziani, divenne poi seguace di [[Nizar]], fratello e rivale del loro capo, ''musta'li'': egli, postosi alla testa degli ismailiti persiani, stabilì nel [[1090]] la propria base nella fortezza di [[Alamut]] a Nord/Est di [[Qazwin]] ([[Persia]] orientale), organizzando rigidamente la setta e combattendo con successo i sovrani musulmani ortodossi, specialmente i [[selgiuchidi]].


Una teoria minore identifica il nome come derivante da İstfan Muhammed Aziz (ستيفنمُحَمَّدعزيز), leader di un gruppo di mercenari Persiani ai tempi delle crociate, i cui seguaci (azizin) erano conosciuti per la loro scaltrezza e discrezione nel commettere omicidi a pagamento.
Morto Hasan nel [[1124]], la setta perfezionò ulteriormente i suoi dogmi ereticali, perdendo, tuttavia, progressivamente potere, finché fu abbattuta dal khan mongolo [[Hulagu]] nel [[1256]] e l'ultimo degli assassini, ''Rukn ad-din'', fu condannato alla [[pena di morte]]. La setta contò fino a 60.000 membri. Uno dei suoi rami si era esteso anche in [[Siria]], dominando empori come [[Aleppo]], [[Apamea]], [[Diyarbakır|Amida]], mescolandosi alle rotte fra musulmani e [[Crociato|Crociati]], parteggiando ora per questi ora per quelli, adoperando i metodi di assassinio politico istituiti dal fondatore (da cui il nome moderno di assassino nel senso di omicida). Anche questo ramo però cadde definitivamente nel [[1273]], ad opera di [[Baibars]], [[sultano]] d'[[Egitto]]. Altri si salvarono, dando vita ai '''[[Khoja (ismailiti)|Khoja]]''', comandati nel ventunesimo secolo da [[Karim Aga Khan IV]]. Molte delle notizie sul ''vecchio della montagna'' e sui Nizariti si hanno da [[Marco Polo]].


== Etimologia ==
==Storia del termine==
Il nome assassino era usato nell'Occidente cristiano per designare i seguaci del veglio della montagna o ''gran maestro degli assassini'', [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]], l'[[Imam]] cui dovevano cieca obbedienza. Questa organizzazione fu una diramazione degli eretici musulmano-sciiti fondata dal persiano [[Hasan al-Sabbah]] il quale, dapprima sostenitore dei [[Fatimiti]] egiziani, divenne poi seguace di [[Nizar]], fratello e rivale del loro capo, ''musta'li'': egli, postosi alla testa degli ismailiti persiani, stabilì nel [[1090]] la propria base nella fortezza di [[Alamut]] a Nord/Est di [[Qazwin]] ([[Persia]] orientale), organizzando rigidamente la setta e combattendo con successo i sovrani musulmani ortodossi, specialmente i [[selgiuchidi]].
La parola si rifà al termine usato per identificare comunemente i [[Nizariti]] (gli Assassini, appunto), ovvero gli aderenti al movimento [[Ismailismo|ismailita]] fondato da [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]] ([[Veglio della Montagna]]), che nell'Oriente islamico dell'età delle [[Crociata|Crociate]] diede vita a una peculiare esperienza statuale ad [[Alamūt]], nelle montagne dell'[[Iran]] centro-occidentale. I Nizariti erano infatti chiamati Asasyyn, termine che secondo [[Amin Maalouf]] ha origine dalla parola ''asās'' (basi, fondamenti): gli Assassini erano appunto "fondamentalisti" controllati dal loro capo [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]]. Il termine potrebbe più semplicemente significare "seguaci di Hasan". Secondo un'altra ipotesi il nome deriverebbe da ''al-Hashīshiyyūn'', cioè "coloro che sono dediti all'[[hashish]]" (che deriva a sua volta da '' ašīš'', "[[canapa]]") , di cui si sarebbe servito il ''vecchio della montagna'' per provocare l'inebriamento dei suoi fedeli.


Morto Hasan nel [[1124]], la setta perfezionò ulteriormente i suoi dogmi ereticali, perdendo, tuttavia, progressivamente potere, finché fu abbattuta dal khan mongolo [[Hulagu]] nel [[1256]] e l'ultimo degli assassini, ''Rukn ad-din'', fu condannato alla [[pena di morte]]. La setta contò fino a 60.000 membri. Uno dei suoi rami si era esteso anche in [[Siria]], dominando empori come [[Aleppo]], [[Apamea]], [[Diyarbakır|Amida]], mescolandosi alle rotte fra musulmani e [[Crociato|Crociati]], parteggiando ora per questi ora per quelli, adoperando i metodi di assassinio politico istituiti dal fondatore (da cui il nome moderno di assassino nel senso di omicida). Anche questo ramo però cadde definitivamente nel [[1273]], ad opera di [[Baibars]], [[sultano]] d'[[Egitto]]. Altri si salvarono, dando vita ai '''[[Khoja (ismailiti)|Khoja]]''', comandati nel ventunesimo secolo da [[Karim Aga Khan IV]]. Molte delle notizie sul ''vecchio della montagna'' e sui Nizariti si hanno da [[Marco Polo]].
Una teoria minore identifica il nome come derivante da İstfan Muhammed Aziz (ستيفنمُحَمَّدعزيز), leader di un gruppo di mercenari Persiani ai tempi delle crociate, i cui seguaci (azizin) erano conosciuti per la loro scaltrezza e discrezione nel commettere omicidi a pagamento.


==Diritto penale==
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[[Categoria:Criminologia]]
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Template:Avvisounicode In criminologia il termine assassino indica colui che, volontariamente, compie un omicidio.

Etimologia

La parola "assassino" si rifà al termine usato per identificare comunemente i Nizariti (gli Assassini, appunto), ovvero gli aderenti al movimento ismailita fondato da Ḥasan-i Ṣabbāḥ (Veglio della Montagna), che nell'Oriente islamico dell'età delle Crociate diede vita a una peculiare esperienza statuale ad Alamūt, nelle montagne dell'Iran centro-occidentale. I Nizariti erano infatti chiamati Asasyyn, termine che secondo Amin Maalouf ha origine dalla parola asās (basi, fondamenti): gli Assassini erano appunto "fondamentalisti" controllati dal loro capo Ḥasan-i Ṣabbāḥ. Il termine potrebbe più semplicemente significare "seguaci di Hasan". Secondo un'altra ipotesi il nome deriverebbe da al-Hashīshiyyūn, cioè "coloro che sono dediti all'hashish" (che deriva a sua volta da ašīš, "canapa") , di cui si sarebbe servito il vecchio della montagna per provocare l'inebriamento dei suoi fedeli.

Una teoria minore identifica il nome come derivante da İstfan Muhammed Aziz (ستيفنمُحَمَّدعزيز), leader di un gruppo di mercenari Persiani ai tempi delle crociate, i cui seguaci (azizin) erano conosciuti per la loro scaltrezza e discrezione nel commettere omicidi a pagamento.

Storia del termine

Il nome assassino era usato nell'Occidente cristiano per designare i seguaci del veglio della montagna o gran maestro degli assassini, Ḥasan-i Ṣabbāḥ, l'Imam cui dovevano cieca obbedienza. Questa organizzazione fu una diramazione degli eretici musulmano-sciiti fondata dal persiano Hasan al-Sabbah il quale, dapprima sostenitore dei Fatimiti egiziani, divenne poi seguace di Nizar, fratello e rivale del loro capo, musta'li: egli, postosi alla testa degli ismailiti persiani, stabilì nel 1090 la propria base nella fortezza di Alamut a Nord/Est di Qazwin (Persia orientale), organizzando rigidamente la setta e combattendo con successo i sovrani musulmani ortodossi, specialmente i selgiuchidi.

Morto Hasan nel 1124, la setta perfezionò ulteriormente i suoi dogmi ereticali, perdendo, tuttavia, progressivamente potere, finché fu abbattuta dal khan mongolo Hulagu nel 1256 e l'ultimo degli assassini, Rukn ad-din, fu condannato alla pena di morte. La setta contò fino a 60.000 membri. Uno dei suoi rami si era esteso anche in Siria, dominando empori come Aleppo, Apamea, Amida, mescolandosi alle rotte fra musulmani e Crociati, parteggiando ora per questi ora per quelli, adoperando i metodi di assassinio politico istituiti dal fondatore (da cui il nome moderno di assassino nel senso di omicida). Anche questo ramo però cadde definitivamente nel 1273, ad opera di Baibars, sultano d'Egitto. Altri si salvarono, dando vita ai Khoja, comandati nel ventunesimo secolo da Karim Aga Khan IV. Molte delle notizie sul vecchio della montagna e sui Nizariti si hanno da Marco Polo.

Diritto penale

Il diritto penale fa rientrare la condotta dell'assassino nella casistica di omicidio doloso. In tale contesto il termine assassino non viene però usato, a favore di omicida (che può riferirsi anche all'uccisore involontario).

Bibliografia

  • M. G. S. Hodgson: The order of assassins
  • F. Gabrieli: Aspetti della civiltà arabo-islamica
  • B. Lewis: The assassins: a radical sect in islam
  • G. C. Frere: L'ordre des assassins
  • AA.VV., "L'Anello Invisibile", Arktos Edizioni, il libro ipotizza tramite un'analisi storica e delle dottrine esoteriche i rapporti tra Templari e Assassini

Voci correlate

Altri progetti

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