Capi di governo dell'Ucraina: differenze tra le versioni

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Il primo ministro dell'Ucraina (in ucraino: Прем'єр-міністр України) è la carica istituzionale che presiede il Governo dell'Ucraina, organo che detiene il potere esecutivo.

Primi ministri

I Primi ministri susseguitisi a partire dal 1990 sono i seguenti.

Presidente Mandato Note
da a
Vitol'd Fokin 23 ottobre 1990 1º ottobre 1992 ad interim fino al 14 novembre 1990
Valentyn Symonenko 2 ottobre 1992 13 ottobre 1992 ad interim
Leonid Kučma 13 ottobre 1992 22 settembre 1993
Jukhym Zvjahil's'kyj 22 settembre 1993 16 giugno 1994 ad interim
Vitalij Masol 16 giugno 1994 6 marzo 1995
Jevhen Marčuk 6 marzo 1995 27 maggio 1996 fino al 7 giugno 1995 ad interim
Pavlo Lazarenko 28 maggio 1996 18 giugno 1997
Vasyl' Durdynec' 19 giugno 1997 16 luglio 1997 ad interim
Valerij Pustovojtenko 16 luglio 1997 22 dicembre 1999 dal 30 novembre 1999 ad interim
Viktor Juščenko 22 dicembre 1999 29 maggio 2001 dal 28 aprile 2001 ad interim
Anatolij Kinakh 29 maggio 2001 21 novembre 2002 dal 16 novembre 2002 ad interim
Viktor Janukovyč 21 novembre 2002 7 dicembre 2004
Mykola Azarov 7 dicembre 2004 28 dicembre 2004 ad interim
Viktor Janukovyč 28 dicembre 2004 5 gennaio 2005
Mykola Azarov 5 gennaio 2005 24 gennaio 2005 ad interim
Julija Tymošenko 24 gennaio 2005 8 settembre 2005 fino al 4 febbraio 2005 ad interim
Jurij Jechanurov 8 settembre 2005 10 agosto 2006 ad interim fino al 21 settembre 2005 e dal 10 gennaio 2006
Viktor Janukovyč 10 agosto 2006 18 dicembre 2007
Julija Tymošenko 18 dicembre 2007 3 marzo 2010
Oleksandr Turčinov 3 marzo 2010 11 marzo 2010 ad interim
Mykola Azarov 11 marzo 2010 27 gennaio 2014
Arsenij Jacenjuk 26 febbraio 2014 ad interim

Nomina e rimozione

Il primo ministro è nominato dal Verchovna Rada (Parlamento nazionale) a seguito della proposta del presidente dell'Ucraina, secondo l'articolo 114 della Costituzione. La candidatura viene scelta e portata al presidente da parte di una coalizione parlamentare. Formalmente, il presidente ha 15 giorni per considerare la candidatura e la Costituzione non pone norme riguardo a un suo eventuale rifiuto.

Prima della riforma costituzionale del 2004, il presidente non aveva limiti nella scelta della candidatura del primo ministro e la ratificazione nel Parlamento era solitamente preceduta da alcuni giorni di consultazioni e interrogazioni del candidato da parte delle fazioni parlamentari. L'approvazione da parte del parlamento non era una mera formalità. La ratifica di alcuni candidati avveniva con uno stretto margine e il candidato poteva pertanto non essere ammesso alla carica. Ad esempio, nel 1999 Valerij Pustovojtenko non fu eletto per soli tre voti, quindi non poté essere riconfermato dopo la rassegnazione delle dimissioni all'inizio del secondo mandato del Presidente Kučma. Kučma scelse Viktor Juščenko come candidato alternativo.

Prima della riforma costituzionale, il primo ministro era rimosso unilateralmente dal presidente, mentre con la riforma, il Capo del governo può essere rimosso soltanto dal Parlamento. Formalmente, la Verkhovna Rada deve manifestare una sfiducia verso il governo, che deve causare la dimissione del primo ministro. Il Parlamento non può però porre ai voti la risoluzione entro un anno dall'approvazione del programma del governo. Nella storia, il Parlamento ha rimosso i premier Viktor Juščenko e Viktor Janukovyč. Quest'ultimo ha rifiutato di rassegnare le dimissioni al presidente sostenendo la violazione del periodo di un anno. Il governo di Jurij Jechanurov fu anche formalmente rimosso, ma l'atto parlamentare fu subito ritirato.

Il primo ministro, come ogni altro membro del governo, può dimettersi volontariamente rassegnando le dimissioni al Parlamento; in conseguenza alle dimissioni del premier, tutto il governo viene dimesso. A seguito dell'approvazione dell'attuale Costituzione dell'Ucraina, solo Pavlo Lazarenko ha perso la carica in questo modo.

Inoltre, il primo ministro e il Governo sono obbligati alle dimissioni a ogni insediamento di un nuovo Parlamento.

Autorità

Il primo ministro supervisiona l'operato del Governo e firma i suoi atti; propone inoltre le candidature dei ministri al Parlamento (eccetto il Ministro degli Affari Esteri e quello della Difesa), come anche altre candidature alle amministrazioni regionali (governatori) al presidente.

Inoltre, il primo ministro ha l'autorità per controfirmare gli editti presidenziali, insieme al ministro responsabile. La Costituzione non espone chiaramente se la mancanza della controfirma renda l'editto nullo.

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