Necropoli di Moseddu: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
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La [[necropoli]] è situata su un ampio affioramento [[calcare]]o e risulta piuttosto degradata a causa dello sfaldamento naturale tipico di quel genere di roccia. È formata da diciotto tombe ipogeiche del tipo a ''[[domus de janas]]'' con sviluppo planimetrico semplice, mono o bicellulare. Alcune sono interessate dalla presenza di elementi architettonici quali architravi, stipiti, gradini e cornici scolpiti a bassorilievo nella roccia.
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La ''domus'' che riveste maggior interesse è la Tomba Branca. Posta in posizione leggermente isolata rispetto agli altri ipogei della necropoli, è formata da un'ampia camera a pianta rettangolare, con misure 3,10 x 5&nbsp;m, alla quale si accede superando un breve ''[[dromos]]''. La peculiarità della tomba è data dalla presenza di una ventina di [[petroglifi]], alcuni alti quasi 30&nbsp;cm, incisi con la tecnica della [[martellina]] sui lati destro e sinistro del ''dromos'' e ai bordi del portello d'ingresso. Si tratta di figure antropomorfe estremamente stilizzate, con corpo filiforme e testa rappresentata da un cerchio, talune con le braccia rivolte verso l'alto. La disposizione di alcune figure porta a suggerire lo svolgimento di un ballo mentre una figura capovolta potrebbe essere la raffigurazione del defunto.
La ''domus'' che riveste maggior interesse è la tomba Branca. Posta in posizione leggermente isolata rispetto agli altri ipogei della necropoli, è formata da un'ampia camera a pianta rettangolare, con misure 3,10 x 5&nbsp;m, alla quale si accede superando un breve ''[[dromos]]''. La peculiarità della tomba è data dalla presenza di una ventina di [[petroglifi]], alcuni alti quasi 30&nbsp;cm, incisi con la tecnica della [[martellina]] sui lati destro e sinistro del ''dromos'' e ai bordi del portello d'ingresso. Si tratta di figure [[Antropomorfismo|antropomorfe]] particolarmente stilizzate, con corpo filiforme e testa rappresentata da un cerchio, talune con le braccia rivolte verso l'alto. La disposizione di alcune figure con gli avambracci alzati porta a suggerire lo svolgimento di un ballo, mentre una figura capovolta potrebbe essere la raffigurazione del defunto.


Identiche rappresentazioni sono riscontrabili anche nella Tomba della Cava, così chiamata per la sua vicinanza ad una cava di pietra, peraltro risalente ad epoca romana.
Identiche rappresentazioni sono riscontrabili anche nella tomba della Cava, così chiamata per la sua vicinanza ad una cava di pietra, peraltro risalente ad epoca romana.


La necropoli, segnalata durante gli [[Anni 1940|anni quaranta]] del secolo scorso dall'archeologo [[Antonio Taramelli]], è cronologicamente collocabile nella ''[[Cultura di Ozieri]]'' del [[Neolitico]] finale (3200-2800 a.C.).
La necropoli, segnalata durante gli [[Anni 1940|anni quaranta]] del secolo scorso dall'archeologo [[Antonio Taramelli]], è cronologicamente collocabile nella [[cultura di Ozieri]] del [[Neolitico]] finale (3200-2800 a.C.).


==Bibliografia==
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* [[Ercole Contu]], ''Moseddu (Cheremule), Notiziario'', in ''Rivista di Scienze Preistoriche'', XX, 1965, pp.&nbsp;381–382;
* [[Ercole Contu]], ''Moseddu (Cheremule), Notiziario'', in ''Rivista di Scienze Preistoriche'', XX, 1965, pp.&nbsp;381–382;
* Giuseppa Tanda, ''L'Arte delle domus de janas nelle immagini di Jngeborg Mangold'', Sassari, Chiarella, 1985, p.&nbsp;29, n. 15.
* Giuseppa Tanda, ''L'Arte delle domus de janas nelle immagini di Jngeborg Mangold'', Sassari, Chiarella, 1985, p.&nbsp;29, n. 15.

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Versione delle 08:51, 4 mar 2015

Necropoli di Moseddu
CiviltàPrenuragica
UtilizzoArea funeraria
EpocaNeolitico
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Comune Cheremule
Altitudine427 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie900 
Amministrazione
EnteSoprintendenza per i beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro
VisitabileSi
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°29′09.29″N 8°43′49.91″E / 40.485914°N 8.730531°E40.485914; 8.730531

La necropoli di Moseddu è un sito archeologico situato alle pendici dell'antico vulcano di monte Cuccuruddu, nella regione storica del Meilogu, Sardegna nord occidentale. Appartiene amministrativamente al comune di Cheremule, centro abitato in provincia di Sassari, da cui dista circa due chilometri.

Descrizione

La necropoli è situata su un ampio affioramento calcareo e risulta piuttosto degradata a causa dello sfaldamento naturale tipico di quel genere di roccia. È formata da diciotto tombe ipogeiche del tipo a domus de janas con sviluppo planimetrico semplice, mono o bicellulare. Alcune sono interessate dalla presenza di elementi architettonici quali architravi, stipiti, gradini e cornici, scolpiti a bassorilievo nella roccia.

La domus che riveste maggior interesse è la tomba Branca. Posta in posizione leggermente isolata rispetto agli altri ipogei della necropoli, è formata da un'ampia camera a pianta rettangolare, con misure 3,10 x 5 m, alla quale si accede superando un breve dromos. La peculiarità della tomba è data dalla presenza di una ventina di petroglifi, alcuni alti quasi 30 cm, incisi con la tecnica della martellina sui lati destro e sinistro del dromos e ai bordi del portello d'ingresso. Si tratta di figure antropomorfe particolarmente stilizzate, con corpo filiforme e testa rappresentata da un cerchio, talune con le braccia rivolte verso l'alto. La disposizione di alcune figure con gli avambracci alzati porta a suggerire lo svolgimento di un ballo, mentre una figura capovolta potrebbe essere la raffigurazione del defunto.

Identiche rappresentazioni sono riscontrabili anche nella tomba della Cava, così chiamata per la sua vicinanza ad una cava di pietra, peraltro risalente ad epoca romana.

La necropoli, segnalata durante gli anni quaranta del secolo scorso dall'archeologo Antonio Taramelli, è cronologicamente collocabile nella cultura di Ozieri del Neolitico finale (3200-2800 a.C.).

Bibliografia

  • Antonio Taramelli, Foglio 193 (Bonorva), in Edizione Archeologica della Carta d'Italia, Firenze, Istituto Geografico Militare, 1940, p. 86, n. 84;
  • Ercole Contu, Moseddu (Cheremule), Notiziario, in Rivista di Scienze Preistoriche, XX, 1965, pp. 381–382;
  • Giuseppa Tanda, L'Arte delle domus de janas nelle immagini di Jngeborg Mangold, Sassari, Chiarella, 1985, p. 29, n. 15.

Galleria fotografica

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