Riflesso condizionato: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
LiveRC : Annullate le modifiche di 151.24.91.44 (discussione), riportata alla versione precedente di IncolaBot
Riga 7: Riga 7:
L'esperimento classico di [[Ivan Pavlov|Pavlov]] si propone la dimostrazione del riflesso condizionato, cioè con uno stimolo naturale si è in grado di provocare il verificarsi di un determinato evento (risposta). Gli organismi (animali ed umani) imparano ad associare uno stimolo con un altro. Centrali per il condizionamento classico sono i [[riflesso|riflessi]], ovvero risposte non apprese e non controllabili, come la salivazione, la contrazione [[pupilla (anatomia)|pupillare]], la chiusura degli [[occhi]].
L'esperimento classico di [[Ivan Pavlov|Pavlov]] si propone la dimostrazione del riflesso condizionato, cioè con uno stimolo naturale si è in grado di provocare il verificarsi di un determinato evento (risposta). Gli organismi (animali ed umani) imparano ad associare uno stimolo con un altro. Centrali per il condizionamento classico sono i [[riflesso|riflessi]], ovvero risposte non apprese e non controllabili, come la salivazione, la contrazione [[pupilla (anatomia)|pupillare]], la chiusura degli [[occhi]].


Associando per un certo numero di volte la presenza di [[carne]] ad un [[cane]] con un suono di campanello, alla fine, quest'ultimo determinerà la salivazione nel [[Canis lupus familiaris|cane]]. La salivazione è perciò indotta nel cane da un riflesso condizionato provocato artificialmente.
Associando per un certo numero di volte la presentazione di [[carne]] ad un [[cane]] con un suono di campanello, alla fine il solo [[suono]] del campanello determinerà la salivazione nel [[Canis lupus familiaris|cane]]. La salivazione è perciò indotta nel cane da un riflesso condizionato provocato artificialmente.


Pavlov approntò la fase di condizionamento: dava da mangiare al cane ogni qualvolta si presentava il suono del campanello. Dopo varie ripetizioni, lo stimolo del campanello si trasformava in stimolo condizionato capace di produrre da solo una risposta, questa volta condizionata, di salivazione. Pavlov si rese anche conto che, più corto era il tempo fra la suoneria e l'arrivo del cibo, più rapido era l'apprendimento del riflesso.<ref>T.L. Brink (2008) Psychology: A Student Friendly Approach. "Unit 6: Learning." pp.&nbsp;97–98 [http://www.saylor.org/site/wp-content/uploads/2011/01/TLBrink_PSYCH06.pdf], in inglese</ref><ref>{{cita pubblicazione |coautori=Gallistel, R.; Gibbon, J. |anno=2000|titolo=Time, rate and conditioning |rivista=Psychological Review|volume=107 |pagine=289-304 |lingua=inglese }}</ref>
Pavlov approntò la fase di condizionamento: dava da mangiare al cane ogni qualvolta si presentava il suono del campanello. Dopo varie ripetizioni, lo stimolo del campanello si trasformava in stimolo condizionato capace di produrre da solo una risposta, questa volta condizionata, di salivazione. Pavlov si rese anche conto che, più corto era il tempo fra la suoneria e l'arrivo del cibo, più rapido era l'apprendimento del riflesso.<ref>T.L. Brink (2008) Psychology: A Student Friendly Approach. "Unit 6: Learning." pp.&nbsp;97–98 [http://www.saylor.org/site/wp-content/uploads/2011/01/TLBrink_PSYCH06.pdf], in inglese</ref><ref>{{cita pubblicazione |coautori=Gallistel, R.; Gibbon, J. |anno=2000|titolo=Time, rate and conditioning |rivista=Psychological Review|volume=107 |pagine=289-304 |lingua=inglese }}</ref>

Versione delle 17:31, 18 nov 2014

Il riflesso condizionato o riflesso pavloviano, dal nome dello scienziato russo Ivan Pavlov che elaborò il concetto agli inizi del Novecento nell'ambito degli studi sul comportamento,[1] è la risposta che il soggetto dà alla presentazione di uno stimolo condizionante.

Il riflesso condizionato è una reazione prodotta nell’animale in cattività da un elemento esterno, che l’animale si abitua ad associare ad un preciso stimolo (presentato subito dopo durante la fase di condizionamento; subito prima una volta effettuato il condizionamento). Il primo agente diventa perciò lo stimolo chiave, ciò che attiva il riflesso condizionato.

Esperimento di Pavlov

Uno dei cani di Pavlov con impianto di cannula per misurare la salivazione (Pavlov Museum, Ryazan, Russia, 2005)

L'esperimento classico di Pavlov si propone la dimostrazione del riflesso condizionato, cioè con uno stimolo naturale si è in grado di provocare il verificarsi di un determinato evento (risposta). Gli organismi (animali ed umani) imparano ad associare uno stimolo con un altro. Centrali per il condizionamento classico sono i riflessi, ovvero risposte non apprese e non controllabili, come la salivazione, la contrazione pupillare, la chiusura degli occhi.

Associando per un certo numero di volte la presentazione di carne ad un cane con un suono di campanello, alla fine il solo suono del campanello determinerà la salivazione nel cane. La salivazione è perciò indotta nel cane da un riflesso condizionato provocato artificialmente.

Pavlov approntò la fase di condizionamento: dava da mangiare al cane ogni qualvolta si presentava il suono del campanello. Dopo varie ripetizioni, lo stimolo del campanello si trasformava in stimolo condizionato capace di produrre da solo una risposta, questa volta condizionata, di salivazione. Pavlov si rese anche conto che, più corto era il tempo fra la suoneria e l'arrivo del cibo, più rapido era l'apprendimento del riflesso.[2][3]

Lo stimolo incondizionato è qualsiasi stimolo che naturalmente evoca un comportamento riflesso, ad esempio la salivazione in seguito alla vista/odore del cibo; risposta incondizionata è il comportamento riflesso, come ad esempio la salivazione, evocato da uno stimolo incondizionato; stimolo neutro è uno stimolo che non ha alcun significato per l'organismo (campanello). Quando è associato a uno stimolo incondizionato, lo stimolo neutro può diventare uno stimolo condizionato[4]

Note

  1. ^ Pavlov I.P. (1927) Conditional Reflexes. Dover Publications, New York (translation by Oxford University Press).
  2. ^ T.L. Brink (2008) Psychology: A Student Friendly Approach. "Unit 6: Learning." pp. 97–98 [1], in inglese
  3. ^ (EN) Gallistel, R.; Gibbon, J., Time, rate and conditioning, in Psychological Review, vol. 107, 2000, pp. 289-304.
  4. ^ M.E. Bouton, Learning and Behavior: A Contemporary Synthesis, Sunderland, MA, Sinauer, 2007.
  Portale Psicologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di psicologia