Rimessa: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 25: Riga 25:


== Panoramica ==
== Panoramica ==
[[File:HK Causeway Bay 禮頓道 Leighton Road Haven Road view Rita house entrance BRIngin Remittance shop 麥國風 Mak Kwok Fung Aug-2010.JPG|thumb|uptight=1.5|Tipico esercizio per rimesse estere a [[Hong Kong]], in [[Leighton Road]]]]


Il fenomeno delle rimesse non appartiene al solo mondo [[globalizzazione|globalizzato]], ma risale piuttosto indietro nel tempo, essendo sempre stato in normale concomitanza con le [[Migrazioni dell'uomo|migrazioni terrestri]] che hanno sempre fatto parte della [[storia umana]]. Economie di molti [[Stati europei]], come [[Economia della Spagna|Spagna]], [[Economia italiana|Italia]], e [[Economia dell'Irlanda|Irlanda]], hanno fatto grande affidamento, nel [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]], sulle rimesse prodotte dai loro emigranti (molti dei quali [[Immigrazione negli Stati Uniti d'America|stabilitisi negli Stati Uniti d'America]]). Per fare un esempio, nella [[Spagna]] del [[1946]] le rimesse estere davano conto di ben 21% del [[Conto delle partite correnti|bilancio delle partite correnti]]<ref>{{lingue|es}} [http://remesas.org/files/WP4_invenci_n_codesarrollo_ST.pdf/ Emigrantes construyendo escuelas: La primera política oficial de codesarrollo], Remesas.org</ref>. Tutti questi paesi crearono apposite linee guida sulle rimesse, sviluppate dopo significativi sforzi di ricerca nel campo. Ad esempio, nel [[1901]] l'[[Italia]] fu il primo paese del mondo promulgare una legge che introduceva nell'ordinamento norme a protezione delle rimesse<ref>{{Lingue|es}} [http://remesas.org/files/La_primera_Ley_de_Remesas.pdf La primera Ley de remesas de la historia], Remesas.org</ref>, mentre la Spagna è stato la prima nazione del mondo a sottoscrivere un [[trattato internazionale]] (con l'[[Argentina]], nel [[1960]]) per ridurre il costo delle transazioni sulle rimesse in entrata{{citazione necessaria}}.
Il fenomeno delle rimesse non appartiene al solo mondo [[globalizzazione|globalizzato]], ma risale piuttosto indietro nel tempo, essendo sempre stato in normale concomitanza con le [[Migrazioni dell'uomo|migrazioni terrestri]] che hanno sempre fatto parte della [[storia umana]]. Economie di molti [[Stati europei]], come [[Economia della Spagna|Spagna]], [[Economia italiana|Italia]], e [[Economia dell'Irlanda|Irlanda]], hanno fatto grande affidamento, nel [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]], sulle rimesse prodotte dai loro emigranti (molti dei quali [[Immigrazione negli Stati Uniti d'America|stabilitisi negli Stati Uniti d'America]]). Per fare un esempio, nella [[Spagna]] del [[1946]] le rimesse estere davano conto di ben 21% del [[Conto delle partite correnti|bilancio delle partite correnti]]<ref>{{lingue|es}} [http://remesas.org/files/WP4_invenci_n_codesarrollo_ST.pdf/ Emigrantes construyendo escuelas: La primera política oficial de codesarrollo], Remesas.org</ref>. Tutti questi paesi crearono apposite linee guida sulle rimesse, sviluppate dopo significativi sforzi di ricerca nel campo. Ad esempio, nel [[1901]] l'[[Italia]] fu il primo paese del mondo promulgare una legge che introduceva nell'ordinamento norme a protezione delle rimesse<ref>{{Lingue|es}} [http://remesas.org/files/La_primera_Ley_de_Remesas.pdf La primera Ley de remesas de la historia], Remesas.org</ref>, mentre la Spagna è stato la prima nazione del mondo a sottoscrivere un [[trattato internazionale]] (con l'[[Argentina]], nel [[1960]]) per ridurre il costo delle transazioni sulle rimesse in entrata{{citazione necessaria}}.

Versione delle 22:35, 18 ott 2014

Cartellonistica stradale per servizi di rimesse in polacco e russo a Londra, in Oxford Street,

La rimessa estera è un trasferimento di denaro da un lavoratore straniero a un altro individuo residente nel suo paese di origine.

Dal complesso di questi invii individuali emerge un fenomeno economico di notevoli dimensioni su scala planetaria. All'interno di questo flusso di denaro, un ruolo importante è svolto dalle rimesse che sono dirette a residenti nei paesi in via di sviluppo: le somme inviate in patria dai migranti costituiscono, insieme agli aiuti internazionali, uno dei più grandi flussi finanziari verso i paesi in via di sviluppo. Nel 2013, ad esempio, secondo il Report della Banca mondiale, il flusso di rimesse verso i paesi in via di sviluppo ha raggiunto la cifra record di 404 miliardi di dollari statunitensi, all'interno del flusso globale di rimesse che assommava, nel 2013, a 542 miliardi di dollari[1].

Gli studiosi e i ricercatori non sono concordi nel valutare dell'impatto economico di tali flussi su questioni economiche e geopolitiche, come la crescita economica globale e la riduzione della povertà[2][3] . Tuttavia, il trasferimento di rimesse ha l'effetto di indirizzare i soggetti beneficiari all'utilizzo dei servizi finanziari localmente disponibili, il che rende leva delle rimesse un promotore dello sviluppo economico[4].

Importanza

Rimesse dei cinesi d'oltremare

Le rimesse in denaro giocano un ruolo crescente nelle economie di molti paesi, contribuendo alla crescita economica e al sostentamento economico della gente meno abbiente (in genere, però, non gli ultimi tra i poveri). Secondo stime della Banca mondiale, le rimesse del 2009 ammontavano a 414 miliardi di dollari, di cui 316 miliardi dirette a paesi in via di sviluppo, col coinvolgimento di 192 milioni di lavoratori migranti[5] For some individual recipient countries, remittances can be as high as a third of their GDP.[5] Poiché i destinatari di queste somme hanno una più alta propensione all'attivazione di servizi bancari, le rimesse finiscono per promuovere l'accesso a servizi finanziari sia per chi invia sia per chi ne beneficia, un aspetto essenziale nella capacità della leva finanziaria delle rimesse nel promuovere lo sviluppo economico. Secondo alcuni studiosi di scienze sociali [6], le rimesse hanno ripercussioni sociali che vanno ben oltre la dimensione meramente finanziaria.

Le rimesse hanno anche un effetto significativo sullo sviluppo di aziende e startup che operano nel campo del trasferimento fondi. Negli Stati Uniti, la competizione crescente nel mercato ha prodotto un calo significativo nelle commissioni dovute agli operatori[7], mentre un fenomeno analogo si è registrato nell'economia europea[8]. Grazie al volume crescente delle rimesse, il mercato dei trasferimenti internazionali è divenuto molto appetibile e competitivo, soprattutto dopo l'ingresso con successo, sul mercato, di operatori come TransferWise, Dwolla, TransferGo.

La Banca mondiale e la Banca dei regolamenti internazionali hanno definito e sviluppato standard internazionali per i servizi di rimessa [9].

Nel 2004, durante il trentesimo summit del G8, tenutosi a Sea Island, si è deciso di assumere iniziative per ridurre i costi per i lavoratori migranti che inviano denaro a parenti e amici nel loro paese di origine. Alla luce di questo, alcune organizzazioni governative dedite allo sviluppo, di nazioni facenti parte del G8 (ad esempio, il Department for International Development-DFID del governo britannico e la United States Agency for International Development-USAID del del governo americano) hanno cominciato a riflettere sui modi con cui sia possibile ridurre i costi.

Nel mese di settembre 2008, la Banca mondiale ha creato il primo database internazionale dei prezzi delle rimesse, il Remittance Prices Worldwide Database[10], che fornisce dati su come mandare e ricevere rimesse su 200 "direttrici internazionali". L'esame di questi "corridoi" comprende flussi di rimesse da i principali 32 paesi emittenti e gli 89 che ne ricevono i flussi, realizzando un quadro che dà conto per più del 60% del totale delle rimesse desinate ai paesi in via di sviluppo[11]. La pubblicazione del Remittance Prices Worldwide Database che ne è scaturita serve a 4 scopi principali: miglioramenti nel benchmarking, permettere confronti tra i vari paesi, aiutare le scelte dei consumatori, ed esercitare una pressione sui fornitori di servizio affinché migliorino i loro servizi[11].

Durante il 35º vertice tenutosi nel luglio 2009 a l'Aquila, gli stati e i capi dei governi del G8 hanno approvato l'obiettivo di ridurre i costi dei servizi di rimessa del 5% in 5 anni. Per spingere i prezzi al ribasso, la Banca mondiale ha iniziato a certificare database regionali e nazionali che usano una metodologia coerente per confrontare il costo di invio delle rimesse[12].

Al summit del G20 tenutosi a Cannes nel 2011, Bill Gates ha affermato che "se i costi di transazione sulle rimesse fossero tagliati, a livlelo globale a circa il 5%, rispetto all'attuale media del 10%, [...] si libererebbero risorse per 15 miliardi di dollari nei paesi poveri"[13] Un certo numero di servizi online low-cost come Azimo sono emersi con l'obiettivo di abbassare i costi del trasferimento di denaro verso i paesi emergenti e in via di sviluppo.

Panoramica

Tipico esercizio per rimesse estere a Hong Kong, in Leighton Road

Il fenomeno delle rimesse non appartiene al solo mondo globalizzato, ma risale piuttosto indietro nel tempo, essendo sempre stato in normale concomitanza con le migrazioni terrestri che hanno sempre fatto parte della storia umana. Economie di molti Stati europei, come Spagna, Italia, e Irlanda, hanno fatto grande affidamento, nel XIX e XX secolo, sulle rimesse prodotte dai loro emigranti (molti dei quali stabilitisi negli Stati Uniti d'America). Per fare un esempio, nella Spagna del 1946 le rimesse estere davano conto di ben 21% del bilancio delle partite correnti[14]. Tutti questi paesi crearono apposite linee guida sulle rimesse, sviluppate dopo significativi sforzi di ricerca nel campo. Ad esempio, nel 1901 l'Italia fu il primo paese del mondo promulgare una legge che introduceva nell'ordinamento norme a protezione delle rimesse[15], mentre la Spagna è stato la prima nazione del mondo a sottoscrivere un trattato internazionale (con l'Argentina, nel 1960) per ridurre il costo delle transazioni sulle rimesse in entrata[senza fonte].

A partire dal 2000, le rimesse ha conosciuto un aumento notevolissimo a livello mondiale, arrivando a triplicare il proprio volume nel 2012, quando i flussi si sono attestati su 529 miliardi di dollari americani. Nel 2012, i soli migranti dall'India e dalla China hanno inviato più di $130 miliardi vero i loro paesi d'origine[16]

Principali paesi emissari

Per quanto riguarda la provenienza dei flussi, in base ai dati disponibili, gli Stati Uniti sono stati la principale fonte di rimesse per tutti gli anni a partire dal 1983, quando ha scavalcato in graduatoria l'Arabia Saudita[17]. Federazione Russa, Arabia saudita, e Svizzera, sono quelli che seguono immediatamente, per volume dei flussi di rimesse in uscita, a partire dal 2007[17].

Principali paesi destinatari

Quella che segue è la lista dei paesi che risultano, al 2013, i 17 maggiori beneficiari di rimesse estere, secondo dati forniti dalla Banca mondiale (nota bene: le posizioni in graduatoria sono valide solo per l'ultimo anno riportato in tabella. Nella tabella, infatti, non sono riportati paesi che, come la Polonia, apparivano tra le prime 17 posizioni ma ne sono usciti nel 2013).

Principali destinatari di rimesse (in miliardi di dollari statunitensi)[18]
Paese Rimesse 2009 Rimesse 2010 Rimesse 2011 Rimesse 2012 Rimesse 2013
Bandiera dell'India India 49.20 53.48 62.50 68.82 69.97
Bandiera della Cina Cina 41.60 52.46 61.58 57.99 59.49
Bandiera delle Filippine Filippine 19.96 21.56 23.05 24.61 26.70
Bandiera della Francia Francia 16.06 19.46 22.56 22.05 23.34
Bandiera del Messico Messico 22.08 22.08 23.59 23.37 23.02
Bandiera della Nigeria Nigeria 18.37 19.82 20.62 20.63 20.89
Bandiera dell'Egitto Egitto 7.15 12.45 14.32 19.24 17.83
Bandiera della Germania Germania 12.34 12.79 14.52 15.14 15.20
Bandiera del Pakistan Pakistan 8.72 9.69 12.26 14.01 14.63
Bandiera del Bangladesh Bangladesh 10.74 11.28 12.96 14.24 13.86
Bandiera del Belgio Belgio 10.44 10.29 10.98 10.16 11.11
Bandiera del Vietnam Vietnam 6.02 8.26 8.60 10.00 11.00
Bandiera dell'Ucraina Ucraina 5.94 6.54 7.82 8.45 9.67
Bandiera della Spagna Spagna 8.95 9.10 9.92 9.66 9.58
Bandiera dell'Indonesia Indonesia 6.79 6.92 6.92 7.21 7.62
Bandiera del Libano Libano 7.56 6.92 6.91 6.92 7.55
Bandiera dell'Italia Italia 5.22 6.35 7.03 7.33 7.47

Incidenza sul Prodotto nazionale lorodo (PNL)

Diversa è la situazione se, invece del valore assoluto dei trasferimenti in denaro provenienti dall'estero, si considera la quota percentuale di incidenza delle rimesse sulla composizione del Prodotto nazionale lordo. In base alla percentuale del PNL, la classifica dei principali beneficiari, secondo dati 2012 e 2013 (fonte Banca mondiale), risultano essere le seguenti[18]:

Incidenza sul PNL 2012[18]
Paese Incidenza
Bandiera del Tagikistan Tagikistan 51,9%
Bandiera del Kirghizistan Kirghizistan 31,4%
Bandiera del Nepal Nepal 24.7%
Bandiera della Moldavia Moldavia 24,6%
Bandiera di Samoa Samoa 23,5%
Bandiera del Lesotho Lesotho 22,6%
Bandiera dell'Armenia Armenia 21,4%
Bandiera di Haiti Haiti 20,6%
Bandiera della Liberia Liberia 20,4%
Incidenza sul PNL 2013[18]
Paese Incidenza
Bandiera del Tagikistan Tagikistan 42,1%
Bandiera del Kirghizistan Kirghizistan 31,5%
Bandiera del Nepal Nepal 28.8%
Bandiera della Moldavia Moldavia 24,9%
Bandiera del Lesotho Lesotho 24,4%
Bandiera di Samoa Samoa 23,8%
Bandiera di Haiti Haiti 21,1%
Bandiera dell'Armenia Armenia 21,0%
Bandiera del Gambia Gambia 19.8%

Benefici economici

Poiché i beneficiari di rimesse hanno un'alta propensione a essere titolari di un conto corrente bancario, il fenomeno dei flussi di rimesse dall'estero favorisce un accesso più diffuso ai servizi finanziari, sia da parte di chi invia sia da parte di chi riceve, un aspetto essenziale della capacità della leva delle rimesse di promuovere sviluppo economico[4].

Vi è da considerare anche un altro aspetto di questi movimenti finanziari, la loro stabilità anche in tempi di crisi finanziaria e di recessione economica, una caratteristica rende questi flussi una fonte molto affidabile di risorse per i paesi in via di sviluppo[4]. Poiché le rimesse degli emigrati sono inviate, nel corso degli anni, in maniera cumulativa, e non provengono solo dai nuovi migranti, esse sono in grado di essere persistenti nel tempo. Le rimesse sono spesso mandate dai migranti "ciclici", quei lavoratori che si muovono avanti e indietro, in modo temporaneo e ripetitivo, tra la loro patria e i paesi di accoglienza. Questi lavoratori hanno il vantaggio di lavorare in contesti nazionali ad alto reddito e di inviare e utilizzare le loro rimesse nei paesi d'origine a basso reddito medio, fruendo di un beneficio finanziario.

A livello di singolo stato, quei paesi che hanno conosciuto fenomeni migratori vero destinazioni varie e differenziate hanno maggior probabilità di beneficiare di flussi costanti e sostenibili[4]. Da una prospettiva macroeconomica, le rimesse possono stimolare al domanda aggregata e, di conseguenza, il prodotto interno lordo e la crescita economica. Tuttavia, alcune ricerche indicano che le rimesse possono avere anche effetti macroeconomici negativi, quali degli incrementi nella disuguaglianza dei redditi e una riduzione dell'offerta di lavoro da parte dei destinatari[19].

Uno studio del 2011, commissionato dal Fondo monetario internazionale, ha sviluppato un modello di crescita economica a lungo termine per un paese esportatore di manodopera che riceva grandi flussi di redditi dall'estero (le somme delle rimesse, investimenti provenienti dall'estero, e trasferimenti governativi in genere) da grandi economie esportatrici di petrolio. I benefici economici a lungo termine dalle entrate estere sono stati valutati usando i dati disponibili per la Giordania[20].

Benefici in situazioni di emergenza

In occorrenza di catastrofi ed emergenze umanitarie di varia natura, le rimesse possono essere una fonte vitale di entrate per popolazioni le cui forme di sostentamento possono essere distrutte, o colpite in modo grave, da conflitti o disastri naturali.

Secondo uno studio compiuto dall'Overseas Development Institute, un think tank indipendente con sede a Londra, questo effetto viene riconosciuto come sempre più importante dagli attori che agiscono nel campo degli aiuti umanitari nel prendere in considerazione quali siano i modi migliori, in risposta alle emergenze, per dare sostegno alle popolazioni colpite[21].

Possibili timori per la sicurezza internazionale

Il crescente impegno, coordinato a livello internazionale, per rimuovere possibili fonti di riciclaggio del denaro, o di finanziamento del terrorismo, ha fatto crescere l'onere per l'invio di rimesse, aumentando i costi, in modo diretto, per le aziende di invio di denaro e, per via indiretta, anche quelli gravanti sui soggetti che inviano il denaro. Quale effetto di questa situazione si ha che, in alcune direttrici, una quantità considerevole di rimesse ha preso canali informali (legami familiari, amici in viaggio, prestatori di denaro locali, ecc.).

Secondo la Banca mondiale[22], alcuni paesi non forniscono i dati delle rimesse. Inoltre, quando pure i dati sono disponibili, non vengono rese pubbliche le metodologie usate dai vari stati per la compilazione dei dati sulle rimesse. Una rilevazione statistica mondiale del 2010, compiuta sulle banche centrali, ha trovato significative differenze nella qualità dei sistemi di raccolta dati da paese a paese: alcune banche centrali usavano solo dati provenienti dalle banche commerciali, trascurando di tener conto dei flussi che transitavano dagli uffici postali o passavano attraverso gli operatori professionali di trasferimento denaro[23]

Le rimesse sono di difficile tracciabilità e, pertanto, suscettibili di preoccupazioni sui rischi che nei relativi flussi possano nascondersi operazioni di riciclaggio del denaro o di finanziamento del terrorismo. Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, molti governi e la FATF (Financial Action Task Force on Money Laundering) hanno mosso alcuni passi per affrontare le criticità dei canali informali di trasferimento fondi. Questo viene realizzato, a livello nazionale, attraverso le Financial Intelligence Units (FIUs). Le principali iniziative legislative in quest'area sono il Titolo III del PATRIOT Act per gli Stati Uniti d'America, e, nell'Unione Europea, una serie di direttive europee antiriciclaggio. Sebbene nessun rischio terroristico possa essere associato all'invio di denaro dai migranti alle loro famiglie d'origine, gli abusi e gli usi distorti del sistema finanziario rimangono fonte di preoccupazione da parte dei governi e oggetto di azione legislativa.

Note

  1. ^ Migration and Remittances, su go.worldbank.org, September 2, 2014.
  2. ^ The Impact of Remittances on Economic Growth and Poverty Reduction (PDF), su migrationpolicy.org, Migration Policy Institute. URL consultato il 13 December 2013.
  3. ^ Adolfo Barajas, Do Workers' Remittances Promote Economic Growth? (PDF), su iadb.org, International Monetary Fund. URL consultato il 13 December 2013.
  4. ^ a b c d World Bank - Migration and Development Brief 13
  5. ^ a b The World Bank: Remittance Market Outlook
  6. ^ Migrating - Remitting -‘Building’- Dwelling: House-making as proxy presence in post-socialist Albania., su academia.edu, 2013.
  7. ^ Immigrants Pay Lower Fees to Send Money Home, Helping to Ease Poverty, nytimes.com, 2013.04.27. URL consultato l'8 October 2014.
  8. ^ Cut bank charges when sending money abroad, telegraph.co.uk. URL consultato l'8 October 2014.
  9. ^ The World Bank: Payment Systems & Remittance
  10. ^ Remittance Prices Worldwide Database , dal sito della Banca mondiale.
  11. ^ a b The World Bank: Remittances Activities and Projects
  12. ^ The World Bank: National and Regional Databases Certified by the World Bank.
  13. ^ The Bill & Melinda Gates Foundation: [1].
  14. ^ (ES) Emigrantes construyendo escuelas: La primera política oficial de codesarrollo, Remesas.org
  15. ^ (ES) La primera Ley de remesas de la historia, Remesas.org
  16. ^ The incredicle rise of migrants' remittances, TagesWoche.
  17. ^ a b Annual Remittances Data, updated as of October 2014, Outflows (current US$)
  18. ^ a b c d Annual Remittances Data, updated as of April 2014, Inflows (current US$)
  19. ^ Federal Reserve Bank of Dallas, Do Remittances Boost Economic Development? Evidence From Mexican States, October 2010
  20. ^ Kamiar Mohaddes, Oil Prices, External Income, and Growth: Lessons from Jordan (PDF), in Cambridge Working Papers in Economics, 2011.
  21. ^ Kevin Savage e Paul Harvey, Remittances during crises: implication for humanitarian response. This two year project has looked at the role that remittances play in crises, hpg-Humanitarian Policy Group, HPG Report 25 (maggio 2007) & Briefing Paper 26 (giugno 2007), dal sito dell'Overseas Development Institute (ODI).
  22. ^ AA.VV., Migration and Remittances Factbook 2011, second edition, The World Bank, 2011 (pp. xvi-xvii) ISBN 978-0-8213-8218-9 DOI10.1596/978-0-8213-6218-9
  23. ^ Irving, Mohapatra, Ratha, Migrant Remittance Flows: Findings from a Global Survey of Central Banks, in World Bank Working Paper No.194, World Bank. URL consultato il 4/3/2011.

Altri progetti

Voci correlate

Collegamenti esterni