Pothos: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Rimozione disambiguazione
Atarubot (discussione | contributi)
template citazione; fix formato data; elimino parametri vuoti
Riga 21: Riga 21:


==Storia==
==Storia==
L'opera è datata in via ipotetica all'ultima fase produttiva dell'artista. Fra le poche opere certe attribuite al celebre maestro e di cui ci raccontano [[Pausania il Periegeta|Pausania]] e [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], faceva parte sia di un gruppo con [[Eros (mitologia)|Eros]] e [[Himeros]] dedicato a [[Megara (città)|Megara]]<ref>{{Cita web|titolo=Scòpa, su Treccani on line|url=http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/S/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_S_159351.xml|accesso=8-11-2010}}</ref>, sia di un altro complesso statuario, con [[Afrodite]] e [[Fetonte]], a [[Samotracia]].<ref>{{Cita web|titolo=Scultura greca, i grandi maestri del IV secolo, Prassitele – Scopas - Lisippo|url=http://www.archeologia.unipd.it/docpdf/ghedini/SCULTURA%20GRECA%20DI%20IV%20SECOLO.pdf|accesso=8-11-2010}}</ref>
L'opera è datata in via ipotetica all'ultima fase produttiva dell'artista. Fra le poche opere certe attribuite al celebre maestro e di cui ci raccontano [[Pausania il Periegeta|Pausania]] e [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], faceva parte sia di un gruppo con [[Eros (mitologia)|Eros]] e [[Himeros]] dedicato a [[Megara (città)|Megara]]<ref>{{Cita web|titolo=Scòpa, su Treccani on line|url=http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/S/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_S_159351.xml|accesso=8 novembre 2010}}</ref>, sia di un altro complesso statuario, con [[Afrodite]] e [[Fetonte]], a [[Samotracia]].<ref>{{Cita web|titolo=Scultura greca, i grandi maestri del IV secolo, Prassitele – Scopas - Lisippo|url=http://www.archeologia.unipd.it/docpdf/ghedini/SCULTURA%20GRECA%20DI%20IV%20SECOLO.pdf|accesso=8 novembre 2010}}</ref>


Oggi è possibile risalire all'originale grazie ad una quarantina di repliche di epoca romana ed ellenistica, alcune delle quali per la prima volta definitivamente individuate quali copie del ''Pothos'' di Skopas da [[Adolf Furtwängler]] nella seconda metà dell'Ottocento. Alla centrale di Montemartini se ne conservano due copie: oltre a quella principale sta esposta vicino anche una versione acefala. Altre copie sono quella frammentaria del Louvre (senza le gambe), le due degli [[Uffizi]], e quella dei [[Musei Capitolini]], restaurata con altri frammenti a formare un ''Apollo con cetra''.
Oggi è possibile risalire all'originale grazie ad una quarantina di repliche di epoca romana ed ellenistica, alcune delle quali per la prima volta definitivamente individuate quali copie del ''Pothos'' di Skopas da [[Adolf Furtwängler]] nella seconda metà dell'Ottocento. Alla centrale di Montemartini se ne conservano due copie: oltre a quella principale sta esposta vicino anche una versione acefala. Altre copie sono quella frammentaria del Louvre (senza le gambe), le due degli [[Uffizi]], e quella dei [[Musei Capitolini]], restaurata con altri frammenti a formare un ''Apollo con cetra''.


==Descrizione e stile==
==Descrizione e stile==
La statua rappresenta [[Pothos (divinità)|Pothos]], una divinità minore che rappresentava il desiderio amoroso. Su una [[base (architettura)|base]] si trova il ragazzo nudo dalle forme sinuose e delicate, appoggiato a qualcosa alla sua sinistra: l'[[anca]] sinistra è prominente a quella destra e forma una linea curva con la [[coscia]]; il [[braccio]] destro (perduto) è disteso lateralmente, con l'[[avambraccio]], in alto; invece il sinistro un tempo stringeva un tirso dionisiaco ossia un bastone cinto di edera e pampini.<ref>{{Cita web|titolo=Patrizio Pensabebe, Il teatro romano di Ferento: architettura e decorazione scultorea|url=http://books.google.it/books?id=JTdu-HK_-KoC&pg=PA84&lpg=PA84&dq=Pothos++statua&source=bl&ots=l2p_UUx48Z&sig=CLz98i4WKgoR7wFPvXrBd-JzbCY&hl=it&ei=nJzVTLjEJYaSswaIltiOCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=5&ved=0CCsQ6AEwBA#v=onepage&q=Pothos%20%20statua&f=false|accesso=7-11-2010}}</ref>.
La statua rappresenta [[Pothos (divinità)|Pothos]], una divinità minore che rappresentava il desiderio amoroso. Su una [[base (architettura)|base]] si trova il ragazzo nudo dalle forme sinuose e delicate, appoggiato a qualcosa alla sua sinistra: l'[[anca]] sinistra è prominente a quella destra e forma una linea curva con la [[coscia]]; il [[braccio]] destro (perduto) è disteso lateralmente, con l'[[avambraccio]], in alto; invece il sinistro un tempo stringeva un tirso dionisiaco ossia un bastone cinto di edera e pampini.<ref>{{Cita web|titolo=Patrizio Pensabebe, Il teatro romano di Ferento: architettura e decorazione scultorea|url=http://books.google.it/books?id=JTdu-HK_-KoC&pg=PA84&lpg=PA84&dq=Pothos++statua&source=bl&ots=l2p_UUx48Z&sig=CLz98i4WKgoR7wFPvXrBd-JzbCY&hl=it&ei=nJzVTLjEJYaSswaIltiOCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=5&ved=0CCsQ6AEwBA#v=onepage&q=Pothos%20%20statua&f=false|accesso=7 novembre 2010}}</ref>.


La testa, piccola e coi capelli ben segnati, ha un'espressione trasognata e guarda verso l'alto, a simboleggiare il desiderio per un amore lontano. Gli occhi infossati e profondi sono tipici dello stile del maestro. La figura è inclinata verso sinistra e sorretta dall'appoggio della veste che cade dalla spalla sinistra; punti di appoggio che sono una caratteristica sempre presente nelle sculture di [[Skopas]] e [[Prassitele]] spesso rappresentati da una pianta o un sostegno artificiale; altra caratteristica di entrambi gli scultori è la particolare levigazione della superficie marmorea restituendole una completa realisticità umana.
La testa, piccola e coi capelli ben segnati, ha un'espressione trasognata e guarda verso l'alto, a simboleggiare il desiderio per un amore lontano. Gli occhi infossati e profondi sono tipici dello stile del maestro. La figura è inclinata verso sinistra e sorretta dall'appoggio della veste che cade dalla spalla sinistra; punti di appoggio che sono una caratteristica sempre presente nelle sculture di [[Skopas]] e [[Prassitele]] spesso rappresentati da una pianta o un sostegno artificiale; altra caratteristica di entrambi gli scultori è la particolare levigazione della superficie marmorea restituendole una completa realisticità umana.


In questo complesso statuario si possono notare i caratteri espressivi, di questa nuova corrente, tipici del [[scultura greca classica|IV secolo a.C.]], ovvero il ripiegamento intimista, che si traduce nel raffigurare le divinità olimpiche in momenti intimi e carichi di [[pathos]]<ref>{{Cita web|titolo=Giovanni Becatti, Kosmos|url=http://books.google.it/books?id=WsXzwY1GC_EC&pg=PA72&lpg=PA72&dq=pothos+divinità&source=bl&ots=kkfrKlm7_H&sig=3tisjO9CUC1iMVdxA_K-Drg7_jE&hl=it&ei=6gLXTLOUNsrKswbg1LHjCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CCcQ6AEwAw#v=onepage&q=pothos%20divinità&f=false|accesso=7-11-2010}}</ref>.
In questo complesso statuario si possono notare i caratteri espressivi, di questa nuova corrente, tipici del [[scultura greca classica|IV secolo a.C.]], ovvero il ripiegamento intimista, che si traduce nel raffigurare le divinità olimpiche in momenti intimi e carichi di [[pathos]]<ref>{{Cita web|titolo=Giovanni Becatti, Kosmos|url=http://books.google.it/books?id=WsXzwY1GC_EC&pg=PA72&lpg=PA72&dq=pothos+divinità&source=bl&ots=kkfrKlm7_H&sig=3tisjO9CUC1iMVdxA_K-Drg7_jE&hl=it&ei=6gLXTLOUNsrKswbg1LHjCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CCcQ6AEwAw#v=onepage&q=pothos%20divinità&f=false|accesso=7 novembre 2010}}</ref>.


== Note ==
== Note ==
Riga 46: Riga 46:
* Andrew F. Stewart, ''Skopas of Paros''. Noyes Pr., Park Ridge, New York 1977. ISBN 0-8155-5051-0
* Andrew F. Stewart, ''Skopas of Paros''. Noyes Pr., Park Ridge, New York 1977. ISBN 0-8155-5051-0
* Andrew Stewart, ''Skopas in Malibu. The head of Achilles from Tegea and other sculpures by Skopas in the J. Paul Getty Museum'' J. Paul Getty Museum, Malibu 1982. ISBN 0-89236-036-4
* Andrew Stewart, ''Skopas in Malibu. The head of Achilles from Tegea and other sculpures by Skopas in the J. Paul Getty Museum'' J. Paul Getty Museum, Malibu 1982. ISBN 0-89236-036-4
*{{Cita libro|nome = Gisela M. A.|cognome = Richter|wkautore =|coautori = |curatore = |titolo = L'arte greca|editore = Einaudi|città = Torino|anno = 1969|pagine =|ISBN =|cid =Richter 1969}}
*{{Cita libro|nome = Gisela M. A.|cognome = Richter|titolo = L'arte greca|editore = Einaudi|città = Torino|anno = 1969|cid =Richter 1969}}
*{{Cita libro|nome = Ranuccio|cognome = Bianchi Bandinelli|wkautore = Ranuccio Bianchi Bandinelli|coautori = Enrico Paribeni|curatore = |titolo = L'arte dell'antichità classica. Grecia|editore = UTET Libreria|città = Torino|anno = 1986|pagine =|ISBN = ISBN 88-7750-183-9.}}
*{{Cita libro|nome = Ranuccio|cognome = Bianchi Bandinelli|wkautore = Ranuccio Bianchi Bandinelli|coautori = Enrico Paribeni|titolo = L'arte dell'antichità classica. Grecia|editore = UTET Libreria|città = Torino|anno = 1986|ISBN = ISBN 88-7750-183-9.}}
* Giuliano A., ''Storia dell'arte greca'', Carocci, Roma 1998 ISBN 88-430-1096-4
* Giuliano A., ''Storia dell'arte greca'', Carocci, Roma 1998 ISBN 88-430-1096-4
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7107-8
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7107-8

Versione delle 11:22, 2 ott 2014

Disambiguazione – Se stai cercando un genere di piante da appartamento, vedi Epipremnum.
Pothos
AutoreDa Skopas
Datacopia romana da un originale greco del 330 a.C. circa
Materialemarmo
Altezza180 cm
UbicazioneCentrale Montemartini, Roma
Dettaglio della testa

Il Pothos è una scultura di Skopas, databile al 330 a.C. circa e conosciuta da una serie di repliche marmoree dell'epoca romana, tra cui la migliore è considerata quella di via Cavour (altezza 180 cm) nella Centrale Montemartini dei Musei Capitolini a Roma.

Storia

L'opera è datata in via ipotetica all'ultima fase produttiva dell'artista. Fra le poche opere certe attribuite al celebre maestro e di cui ci raccontano Pausania e Plinio, faceva parte sia di un gruppo con Eros e Himeros dedicato a Megara[1], sia di un altro complesso statuario, con Afrodite e Fetonte, a Samotracia.[2]

Oggi è possibile risalire all'originale grazie ad una quarantina di repliche di epoca romana ed ellenistica, alcune delle quali per la prima volta definitivamente individuate quali copie del Pothos di Skopas da Adolf Furtwängler nella seconda metà dell'Ottocento. Alla centrale di Montemartini se ne conservano due copie: oltre a quella principale sta esposta vicino anche una versione acefala. Altre copie sono quella frammentaria del Louvre (senza le gambe), le due degli Uffizi, e quella dei Musei Capitolini, restaurata con altri frammenti a formare un Apollo con cetra.

Descrizione e stile

La statua rappresenta Pothos, una divinità minore che rappresentava il desiderio amoroso. Su una base si trova il ragazzo nudo dalle forme sinuose e delicate, appoggiato a qualcosa alla sua sinistra: l'anca sinistra è prominente a quella destra e forma una linea curva con la coscia; il braccio destro (perduto) è disteso lateralmente, con l'avambraccio, in alto; invece il sinistro un tempo stringeva un tirso dionisiaco ossia un bastone cinto di edera e pampini.[3].

La testa, piccola e coi capelli ben segnati, ha un'espressione trasognata e guarda verso l'alto, a simboleggiare il desiderio per un amore lontano. Gli occhi infossati e profondi sono tipici dello stile del maestro. La figura è inclinata verso sinistra e sorretta dall'appoggio della veste che cade dalla spalla sinistra; punti di appoggio che sono una caratteristica sempre presente nelle sculture di Skopas e Prassitele spesso rappresentati da una pianta o un sostegno artificiale; altra caratteristica di entrambi gli scultori è la particolare levigazione della superficie marmorea restituendole una completa realisticità umana.

In questo complesso statuario si possono notare i caratteri espressivi, di questa nuova corrente, tipici del IV secolo a.C., ovvero il ripiegamento intimista, che si traduce nel raffigurare le divinità olimpiche in momenti intimi e carichi di pathos[4].

Note

  1. ^ Scòpa, su Treccani on line (XML), su treccani.it. URL consultato l'8 novembre 2010.
  2. ^ Scultura greca, i grandi maestri del IV secolo, Prassitele – Scopas - Lisippo (PDF), su archeologia.unipd.it. URL consultato l'8 novembre 2010.
  3. ^ Patrizio Pensabebe, Il teatro romano di Ferento: architettura e decorazione scultorea, su books.google.it. URL consultato il 7 novembre 2010.
  4. ^ Giovanni Becatti, Kosmos, su books.google.it. URL consultato il 7 novembre 2010.

Altre immagini

Bibliografia

  • Andreas Linfert, Von Polyklet zu Lysipp. Polyklets Schule und ihr Verhältnis zu Skopas v. Paros, Diss, Friburgo 1965.
  • Andrew F. Stewart, Skopas of Paros. Noyes Pr., Park Ridge, New York 1977. ISBN 0-8155-5051-0
  • Andrew Stewart, Skopas in Malibu. The head of Achilles from Tegea and other sculpures by Skopas in the J. Paul Getty Museum J. Paul Getty Museum, Malibu 1982. ISBN 0-89236-036-4
  • Gisela M. A. Richter, L'arte greca, Torino, Einaudi, 1969.
  • Ranuccio Bianchi Bandinelli, Enrico Paribeni, L'arte dell'antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9..
  • Giuliano A., Storia dell'arte greca, Carocci, Roma 1998 ISBN 88-430-1096-4
  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7107-8

Voci correlate

Altri progetti