Eraclea Pontica: differenze tra le versioni

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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
;Fonti primarie
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* {{cita libro|autore=[[Diodoro Siculo]]|titolo=[[Bibliotheca historica]]|cid=Diodoro}}
* {{cita libro|autore=[[Marco Giuniano Giustino]]|titolo=Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi Libri XLIV|cid=Giustino}}
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* {{cita libro|autore=[[Pausania il Periegeta]]|titolo=[[Periegesi della Grecia]]|cid=Pausania}}
* {{cita libro|autore=[[Senofonte]]|titolo=[[Anabasi (Senofonte)|Anabasi]]|cid=Senofonte}}
* {{cita libro|autore=[[Strabone]]|titolo=[[Geografia (Strabone)|Geografia]]|cid=Strabone}}
* {{cita libro|autore=[[Tucidide]]|titolo=[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|La guerra del Peloponneso]]|cid=Tucidide}}

;Fonti secondarie
*{{1911}}
*{{1911}}
*"Outpost of Hellenism: The Emergence of Heraclea on the Black Sea", Stanley Mayer Burstein, University of California Publications: Classical Studies, 14 (Berkeley, 1976).
*"Outpost of Hellenism: The Emergence of Heraclea on the Black Sea", Stanley Mayer Burstein, University of California Publications: Classical Studies, 14 (Berkeley, 1976).

Versione delle 23:58, 27 set 2014

Eraclea Pontica
Mappa indicante Eraclea (evidenziata in rosso) nell'età romana imperiale
Nome originale (GRC) Ἡράκλεια Ποντική
Cronologia
Fondazione 560-558 a.C.
Localizzazione
Stato attuale Bandiera della Turchia Turchia
Località Karadeniz Ereğli
Coordinate 41°17′05″N 31°24′53″E / 41.284722°N 31.414722°E41.284722; 31.414722
Cartografia
Mappa di localizzazione: Turchia
Eraclea Pontica
Eraclea Pontica

Eraclea Pontica (in greco antico: Ἡράκλεια Ποντική?, Herákleia Pontiké) era una città situata nella Bitinia occidentale.

Storia

Eraclea fu fondata all'imboccatura del fiume Lico nel 560-558 a.C. circa da coloni di Megara e della città di Tanagra, in Beozia,[1] anche se Strabone sostiene che la città fosse stata fondata dai Milesi. I cittadini beoti, secondo quanto scrive Giustino, emigrarono in Tracia perché travagliati da una pestilenza e dalla guerra coi Focesi su consiglio dell'oracolo delfico.[2] La città deve il suo nome ad Eracle perché si credeva che nella sua discesa nell'Ade il semidio fosse passato da una grotta del promontorio Acherusio, oggi Capo Baba, vicino al sito dell'insediamento.[3]

I Megaresi sottrassero il territorio della città al popolo dei Mariandini, a cui promisero che non sarebbero mai stati venduti come schiavi in terre straniere; i coloni, inoltre, sottomisero altre città greche in modo da avere un controllo della costa pontica dal Sangario ad ovest a Partenio ad est. Con la fondazione della lega Delio-Attica gli Eracleesi furono costretti a versare un loro contributo economico alla neonata Lega; essi ricusarono la richiesta e gli Ateniesi inviarono Lamaco per costringerli a pagare nel 424 a.C. circa; in seguito allo sbarco, però, gli Ateniesi persero tutte le navi, attraccate alla rinfusa, a causa di una tempesta che le investì. Ciò rese impossibile agli invasori la possibilità di ritorno, preclusa, oltre che per mare, anche via terra. Ma gli Eracleesi, "giudicando che quella fosse occasione più onorevole di beneficio che di vendetta"[2] lasciarono partire gli Ateniesi e li rifornirono.[4]

In questo periodo, dopo una lotta tra aristocrazia e popolo,[5] la città fu soggetta alla tirannide dell'esule Clearco di Eraclea (discepolo di Isocrate e Platone), che gli Eracleesi avevano fatto rientrare proprio per cercare di migliorare la loro politica interna nel 364 a.C. Egli siglò un'alleanza con Mitridate I, sbatté in prigione i membri aristocratici del Consiglio della città e liberò persino gli schiavi costringendoli a immischiarsi con i suoi concittadini. A nulla valse l'uccisione di Clearco da parte dei tirannicidi: Chione e Leonide (anche loro discepoli di Platone) che, riusciti nel proprio intento, velocizzarono solamente la presa del potere da parte del figlio del tiranno, Satiro (376 a.C. circa), che non fu l'ultimo: sappiamo che la città raggiunse il culmine del suo potere con il tiranno Dionigi, parente di Dario III di Persia. La tirannide finì, probabilmente, con la conquista di Lisimaco, nel 281 a.C. circa.[2]

Nel 428 a.C., mentre Mitilene era in rivolta, gli Ateniesi al comando di Lamaco persero dieci triremi nel porto di Eraclea in seguito ad una tempesta.[6]

L'espansione del regno di Bitinia e di quello del Ponto e l'invasione dei Galati misero in crisi i commerci di Eraclea e ne ridussero il territorio. Nel 70 a.C., durante le guerre mitridatiche, venne distrutta da Marco Aurelio Cotta e Cesare la fece ricostruire, ma la città non ricoprì più il ruolo di una prima.[7][8][9] Dopo la riforma tetrarchica delle province romane fu inclusa nella provincia di Honorias, nella diocesi del Ponto.

Oggi Eraclea si trova in Turchia ed è conosciuta con il nome di Karadeniz Ereğli.

Ruolo economico e culturale

L'entroterra di Eraclea era molto fertile e la costa era ricca di pesce, cose che resero in breve tempo la città ricca. I commerci si espansero in tutto il Mar Nero a tal punto che vennero fondate da Eraclea stessa le subcolonie (colonie fondate da un'altra colonia) di Citoro, Callati e Chersoneso. Nel IV secolo a.C. Clearco instaurò una dinastia di tiranni sotto cui vennero coniate monete d'argento ed eretti edifici in stile ellenistico. Eraclea fu patria del filosofo Eraclide Pontico e dello storico Memnone di Eraclea, che le dedicò una grande opera storica.

Note

  1. ^ Pausania, V, 26, 7.
  2. ^ a b c Giustino, XVI, 3, 4-12; 4, 1-4.
  3. ^ Senofonte, VI, 2, 1.
  4. ^ Tucidide, IV, 75, 2.
  5. ^ Aristotele, Politica, V, 5..
  6. ^ Diodoro, XII, 72, 4.
  7. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, VI, 1..
  8. ^ Strabone, XII, 543.
  9. ^ Scilace, Periplo di Scilace, vol. 34..

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • (EN) Hugh Chisholm (a cura di), Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
  • "Outpost of Hellenism: The Emergence of Heraclea on the Black Sea", Stanley Mayer Burstein, University of California Publications: Classical Studies, 14 (Berkeley, 1976).

Voci correlate