Movimento carismatico: differenze tra le versioni

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* [[Doni e frutti dello Spirito Santo]]
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Versione delle 05:25, 2 mag 2014

Rinnovamento carismatico è un termine utilizzato per indicare un movimento che, originatosi dal pentecostalismo evangelico, ora ha assunto una dimensione o anche un valore cristiano interconfessionale, il cui scopo è l'adozione dei carismi all'interno delle chiese in cui le varie comunità ed associazioni carismatiche operano. "Carismatico" è una parola generica, che descrive quei cristiani che ritengono che le manifestazioni dello Spirito Santo viste nei primi tempi della Chiesa (parlare in varie lingue, guarigioni, miracoli) siano ancora possibili per i Cristiani di oggi, e andrebbero sperimentati come allora.

L'incontro di preghiera è il momento portante di questa esperienza ecclesiale: in questi incontri l'esperienza interiore dello Spirito Santo, a detta degli aderenti, si accompagna a particolari manifestazioni dei doni dello Spirito, come la guarigione, il parlare in varie lingue o la profezia.

Storia

Per molti secoli nella Chiese cristiane si è diffusa la convinzione che l'attività carismatica sia finita con la morte degli apostoli. Secondo alcuni (Chiesa ortodossa), i santi manifesterebbero ancora questi carismi mentre secondo altri queste manifestazioni dello Spirito si sarebbero attenuate, se non cessate del tutto per principio (soprattutto nel Calvinismo o nella Chiesa Cristiana Evangelica dei Fratelli), essendo considerati doni utili solo a quel tempo per lanciare e consolidare la Chiesa cristiana (e quindi i cosiddetti doni carismatici oggi sarebbero falsi o addirittura satanici).

L'azione dello Spirito Santo è attestata già nell'Antico Testamento: il Credo di Nicea infatti afferma che lo Spirito Santo "ha parlato per mezzo dei profeti". Ultimo profeta vetero-testamentario, secondo la comune visione cristiana, sarebbe stato Giovanni il Battezzatore.

I doni dello Spirito Santo, secondo la dottrina cristiana, si sono invece manifestati collettivamente il giorno di Pentecoste quando avvenne l'effusione dello Spirito Santo sugli apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo dopo la Resurrezione di Cristo (Atti degli Apostoli Atti 2,1-4[1]).

Nella lunga e variegata storia del Cristianesimo ci sono stati, in tutti i periodi storici, gruppi e comunità che si sono considerati guidati direttamente da Dio attraverso la manifestazione dello Spirito. La gerarchia ecclesiastica ha guardato sempre con molta diffidenza a pratiche "spirituali" di massa. Soprattutto nella Chiesa cattolica ed in quella ortodossa le manifestazioni mistiche erano accettate da parte di singoli, soprattutto religiosi (frati, suore, monaci), ma fino al XIX secolo non sono mai nati movimenti "riconosciuti" che facessero dell'invocazione e dell'ispirazione dello Spirito Santo il centro della propria attività.

Cattolicesimo

Il rinnovamento carismatico ha inizio materialmente negli Stati Uniti entrando in contatto con la comunità evangelica; la prima comunità che espressamente si rifaceva allo Spirito Santo fu quella delle Oblate dello Spirito Santo, fondate dalla beata Elena Guerra.

Elena Guerra fondò a Lucca, nel 1882, quest'ordine, che ha rappresentato, come attestato dalle lettere tra Elena Guerra e papa Leone XIII, la premessa del risveglio spirituale del secolo XX, concretizzato dai movimenti carismatici. Dietro suggerimento della beata, Leone XIII decise di dedicare il secolo nascente allo Spirito Santo; lo fece cantando solennemente, il 1º gennaio 1901, a nome della Chiesa intera, l'inno Veni Creator Spiritus, affinché lo Spirito Santo riunisse tutti i cristiani in una sola Chiesa, come desiderato da Gesù nell'ultima cena (Giovanni 17,11.20-21[2]).

Il risveglio carismatico cattolico è sorto sulla scia del rinnovamento generato dal Concilio Vaticano II. Gli storici cattolici infatti, pur tenendo conto della ininterrotta attività carismatica presente nella Chiesa cattolica, ritengono opportuno collocare l'inizio del rinnovamento carismatico cattolico nel 1967, con gli eventi mistici di un gruppo di studenti dell'università di Duquesne, negli Stati Uniti.

Qui, tra la fine del 1966 e l'inizio del 1967, grazie ad alcuni docenti e studenti di università cattoliche americane, sulla scia dell'esperienza carismatico-protestante o pentecostale, sono sorti i primi gruppi che si sono identificati come "carismatici" cattolici.

Appartiene a questa tipologia il movimento denominato Rinnovamento Carismatico Cattolico. Esso è diffuso in molte nazioni: si calcola che gli aderenti siano circa 20 milioni. A Roma vi è il centro di coordinamento internazionale. Più che un unico movimento il RCC va inteso come una rete di movimenti.

Carismatici e Pentecostali

Il risveglio pentecostale va distinto da quello carismatico in primis per la dottrina. Inoltre, i "Pentecostali" hanno spesso fondato vere e proprie Chiese, separatesi da quelle di appartenenza. I carismatici, invece, accentuano il ruolo dello Spirito Santo, ma restano pienamente inseriti nella Chiesa Cattolica.

Dottrina ecclesiologica

Il RCC è a volte per alcuni di difficile interpretazione, ma in realtà i carismatici fanno parte delle Chiesa cattolica a tutti gli effetti, per cui non formano una Chiesa propria. L'invocazione dello Spirito Santo durante la preghiera dei carismatici cattolici non li mette ai margini della chiesa cattolica, né li pone al di fuori di essa, anzi, ne fa "una chance per la chiesa e per il mondo" (Paolo VI, Discorso ai partecipanti al III Congresso Internazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico).

Già nel IV secolo da sant'Agostino d'Ippona. rispondendo ai donatisti, eretici dei secoli I-IV, il vescovo di Ippona distingue due livelli della Chiesa:

  • la Chiesa come società dei santi
  • la Chiesa come società visibile.

In Sant'Agostino il primo livello di Chiesa designa l'aspetto interiore, ossia quello che si identifica con lo Spirito Santo e unisce in maniera invisibile tutti quelli che vivono secondo lo Spirito. Di questa Chiesa, secondo Agostino, parla Dio nel Cantico dei Cantici Cantico 6,9[3].

La società dei santi, o Ecclesia Spiritualis, non è separata dal corpo più grande e visibile che è la società visibile, o Ecclesia carnalis. Tra le due non ci dovrebbe essere incompatibilità. C'è, però, sicuramente una differenza di livello, nel senso che si può sembrare dentro la Chiesa ed esserne invece, spiritualmente, fuori; come si può essere visibilmente fuori dalla Chiesa e, spiritualmente, dentro. Dice a tal proposito Agostino:

«Quanti lupi che sono dentro l'ovile e quante pecore che sono fuori di esso!»

A partire dalla spiegazione di Agostino è possibile fare un passo ulteriore nella ecclesiologia carismatica, evidenziando il suo Spirito ecumenico impareggiabile. Commenta il predicatore della casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa:

«Il metro di appartenenza alla Chiesa è dato fondamentalmente dalla carità, cioè dallo Spirito Santo che uno ha, o non ha, e non dai legami puramente giuridici e istituzionali. Tra un'appartenenza puramente visibile alla Chiesa e un'appartenenza spirituale, c'è la stessa differenza che c'è nei sacramenti (per esempio nell'eucaristia) tra chi riceve solo il segno visibile (il pane e il vino consacrati) e chi riceve invece anche la grazia invisibile in esso contenuta (la res sacramenti). Qui sta il motivo della nostra comunione ecumenica con tutti i veri credenti in Cristo, anche al di fuori della nostra Chiesa. C'è dunque una comunione tra tutti i cristiani che non è solo in votis, cioè nei desideri e nel futuro, ma già presente ed effettiva. Come pensare che un fratello protestante o ortodosso (e ne conosciamo tutti degli esempi meravigliosi) che ama Gesù, che soffre per la fede, che ha posto tutta la sua vita al servizio del Regno e che vive nello Spirito, mi sia meno unito del fratello nella Chiesa Cattolica, battezzato ma che si disinteressa completamente di Gesù, della Chiesa, del papa, o se ne interessa solo per criticarli? Eppure, dobbiamo confessare che talvolta è più forte in noi il vincolo visibile e istituzionale che ci lega a tutti i cattolici, che non il vincolo spirituale che ci lega a quei fratelli innamorati di Gesù; la comunione dei sacramenti e più forte della comunione dei santi; i segni più sentiti della realtà. È vero che le due cose – segni e realtà, Chiesa istituzionale e Chiesa invisibile – non devono essere separate, ma dal momento che di fatto, per circostanze storiche, o meglio per il peccato degli uomini, c'è stata tale separazione, noi non possiamo ignorarla.»

Caratteristiche

I gruppi carismatici evidenziano le seguenti caratteristiche:

  1. la nostalgia della Chiesa primitiva;
  2. il desiderio di recuperare il soffio potente dello Spirito che ritengono sgorgasse liberamente in seno alla Chiesa dei primi secoli;
  3. l'accento sulla relazione personale con Gesù e sulla vita nello Spirito Santo con i suoi frutti e i suoi carismi;
  4. la testimonianza di una fede viva e operante;
  5. la pratica, quasi sempre, del noto stile di preghiera spontanea, attraverso preghiere in lingue, canti, balli, abbandono allo Spirito e direzione “dall'alto”;
  6. manifestazioni soprannaturali.

Doni carismatici

Il movimento carismatico ama riferirsi al passo biblico di Gioele Gioele 3,1-5[4], peraltro citato nel discorso di Pietro apostolo del giorno di Pentecoste (Atti degli Apostoli, Atti 2,16-21[5]), in cui i doni dello Spirito sono la profezia, le visioni e i sogni.

Le lettere di Paolo enumerano varie volte, in maniera informale, i doni dello Spirito:

Spiritualità

L'esperienza dei carismatici mostra come lo Spirito Santo doni la libertà spirituale di amare secondo il cuore di Cristo: ha dato loro la forza di abbandonare l'alcool, la droga, gli abusi sessuali, ma anche i sentimenti di odio, le vecchie gelosie, rendendoli capaci di amare. Religiosi e religiose hanno ritrovato fervore nella loro vocazione; molti preti hanno riscoperto il loro sacerdozio e per altri il celibato, vissuto prima come un peso intollerabile, è divenuto una forza che li sostiene.

Parallelamente a questa libertà interiore, lo Spirito Santo dona ai cristiani una nuova freschezza nella fede, una nuova semplicità, un nuovo entusiasmo.

Una delle tappe del cammino carismatico è la preghiera di effusione dello Spirito Santo. Tante testimonianze parlano del fatto che l'esperienza dell'effusione dello Spirito è stata un punto di partenza, da cui è nata una nuova sete di incontrare Gesù nella preghiera personale, di lodarlo e non più soltanto di domandargli qualcosa.

Per alcuni, l'effusione dello Spirito Santo, o battesimo nello Spirito Santo, viene vissuta come un'esperienza mistica, generando un prima e un dopo. Per altri no. Ciò che conta è che, al di là dell'esperienza soggettiva che si vive durante la preghiera d'effusione, è il cammino personale che porta a consolidare più o meno intensamente il rapporto con Gesù Cristo, dona uno sguardo nuovo sulle altre persone, sulla Chiesa, sulla Sacra Scrittura, sulla glossolalia.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  1. ^ At 2,1-4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Gv 17,11.20-21, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Cantico 6,9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Gioele 3,1-5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ At 2,16-21, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ 1Cor 12,4-11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ 1Cor 12,28, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Gal 5,22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.