Sibilla de Cetto: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiana
|Nazionalità = italiana

Versione delle 14:48, 16 apr 2014

Sibilla de Cetto, o anche Sibilia da Cetto (13501421), è stata una nobildonna italiana. Sibilia era figlia di Gualperto, ricco mercante, proprietario terriero e prestatore di denaro, e di Benedetta di Pietro Campagnola. Sposò in prime nozze Bonaccorso Naseri di Montagnana, giureconsulto e consigliere di Francesco il Vecchio da Carrara. Da Bonaccorso ebbe dei figli deceduti in tenera età e inumati nella chiesa di San Lorenzo. Il marito, passato nel 1388 dalla parte di Gian Galeazzo Visconti, al ritorno dei Carraresi venne giustiziato. La morte del marito aprì tra Sibilia e il suocero, già protetto da Venezia, una lunga disputa sul testamento che si protrasse anche oltre il successivo matrimonio di Sibilia con Baldo Bonafari, di famiglia oriunda di Piombino, appartenente alla cittadinanza padovana fin dal 1392, quale referendario e consigliere di Francesco Novello da Carrara e suo “vicario” dei beni nei territori di Anguillara e Oriago (1402).

I due coniugi abitarono per alcuni anni il palazzo di fronte alla Cattedrale, si erano poi trasferiti nella contrada S. Margherita, in case di proprietà di Sibilia.
Nel 1407 i coniugi decisero di far erigere l'Ospedale di San Francesco Grande. Sibilla morì il 12 dicembre 1421 e fu sepolta assieme al marito nella chiesa di S.Francesco.

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