Anamorfismo: differenze tra le versioni

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Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'[[Inghilterra|inglese]] [[Julian Beever]], si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono.
Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'[[Inghilterra|inglese]] [[Julian Beever]], si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono.
[[File:Sant'Ignazio - affresco soffitto -antmoose.jpg|thumb|right|400px|Affresco nel soffitto della [[Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio]] a Roma ([[1685]]) di [[Andrea Pozzo]]]]
[[File:Sant'Ignazio - affresco soffitto -antmoose.jpg|thumb|upright=1.8|Affresco nel soffitto della [[Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio]] a Roma ([[1685]]) di [[Andrea Pozzo]]]]


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Versione delle 18:54, 4 mar 2014

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Ambasciatori (1533) di Hans Holbein il Giovane
Nella parte inferiore del dipinto è visibile una strana figura
Osservando il quadro da destra, tenendo la testa vicino al piano, si può chiaramente vedere la figura anamorfizzata
La figura anamorfizzata è un teschio


L'anamorfismo è un effetto di illusione ottica per cui una immagine viene proiettata sul piano in modo distorto, rendendo il soggetto originale riconoscibile solamente guardando l'immagine da una posizione precisa (anamorfosi: dal greco ἀναμόρϕωσις, composto di ana- e mórfosis= forma ricostruita).[1]

Il soggetto originale può essere una figura piana oppure un oggetto tridimensionale. Nel secondo caso, l'osservatore dell'anamorfismo percepirà la figura come tridimensionale. In altri casi la visione è possibile utilizzando uno specchio curvo (ad esempio cilindrico o conico).

A partire dal Rinascimento diversi pittori hanno fatto uso dell'anamorfismo per nascondere significati alternativi in un'opera. Leonardo da Vinci ha tracciato in alcuni suoi appunti diversi esempi di figure anamorfiche. Nella parte inferiore del dipinto Gli ambasciatori di Hans Holbein il Giovane è visibile una strana figura. Osservando il quadro da destra tenendo la testa vicina al piano, si può chiaramente vedere che la figura anamorfizzata è un teschio.

La tecnica è usata nel cinema, nel teatro e nel settore pubblicitario. Nella tecnica cinematografica CinemaScope, l'anamorfismo è utilizzato per riprendere un formato di schermo con rapporto base/altezza differente da quello della pellicola. Speciali lenti anamorfiche comprimono l'immagine lateralmente (compressione anamorfica) al momento della ripresa e la riespandono durante la proiezione. Un utilizzo pratico dell'effetto anamorfico è quello praticato nell'esecuzione di scritte per segnalazioni sul manto stradale, i cui caratteri sono deformati e allungati in modo tale che, visti da una certa distanza, appaiano normali e leggibili. Altri esempi di anamorfismo sono le scritte pubblicitarie disegnate sui campi da gioco di varie discipline sportive (come nel calcio e nella Formula 1). Tali insegne sono disegnate distorte sul suolo, in modo da apparire perfettamente dritte dal punto di vista delle telecamere che riprendono l'evento sportivo.

Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'inglese Julian Beever, si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono.

Affresco nel soffitto della Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma (1685) di Andrea Pozzo


Note

  1. ^ Anamorfosi, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia

  • Fabrizio D'Urso, Anamorfismo e prospettiva oculare, CEDAM 2001

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