Mu'awiya ibn Hudayj: differenze tra le versioni

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Favorevole al terzo [[califfo]] [['Uthman ibn 'Affan|ʿUthmān b. ʿAffān]] e ostile quindi ad [['Ali ibn Abi Talib|ʿAlī b. Abī Ṭālib]], partecipò alla conquista dell'[[Egitto]] e, successivamente, del [[Nordafrica]].
Favorevole al terzo [[califfo]] [['Uthman ibn 'Affan|ʿUthmān b. ʿAffān]] e ostile quindi ad [['Ali ibn Abi Talib|ʿAlī b. Abī Ṭālib]], partecipò alla conquista dell'[[Egitto]] e, successivamente, del [[Nordafrica]].


Appartenente alla [[tribù]] dei [[Kinda|Banū Kinda]], prese parte alla [[battaglia del Yarmuk]],<ref name="Kaegi">Walter Emil Kaegi, ''Muslim Expansion and Byzantine Collapse in North Africa'', Cambridge University Press, 2010.</ref> a quella di [[Battaglia di al-Qadisiyya|al-Qādisiyya]]<ref>Ṭabarī, ''The History of Tabari'', ed. [[Ehsan Yarshater]], volume tradotto da [[Yohanan Friedmann|Y. Friedmann]], 1992, "The battle of al-Qādisiyyah and the conquest of Syria and Palestine: A.D. 635-637/A.H. 14-15", Albany, State University of New York Press, p. 12.</ref> e a quella di [[Battaglia di Jalula|Jalūla]].<ref>"L' Afrique vandale et byzantine", in: ''Revue internationale d'histoire et d'archéologie (IVe - VIIIe s.)'', Turnhout, Brepols, 2002, p. 282</ref>
Appartenente alla [[tribù]] dei [[Kinda|Banū Kinda]], prese parte alla [[battaglia del Yarmuk]],<ref name="Kaegi">Walter Emil Kaegi, ''Muslim Expansion and Byzantine Collapse in North Africa'', Cambridge University Press, 2010.</ref> a quella di [[Battaglia di al-Qadisiyya|al-Qādisiyya]]<ref>Ṭabarī, ''The History of Tabari'', ed. [[Ehsan Yarshater]], volume XII, "The battle of al-Qādisiyyah and the conquest of Syria and Palestine: A.D. 635-637/A.H. 14-15" (trad. [[Yohanan Friedmann|Y. Friedmann]]), Albany, State University of New York Press, 1992, p. 12.</ref> e a quella di [[Battaglia di Jalula|Jalūla]].<ref>"L' Afrique vandale et byzantine", in: ''Revue internationale d'histoire et d'archéologie (IVe - VIIIe s.)'', Turnhout, Brepols, 2002, p. 282</ref>


Fu tra i più accaniti avversari di [[Muhammad ibn Abi Bakr|Muḥammad]], figlio del primo califfo [[Abū Bakr]], destinato da ʿAlī ad assumere la guida del governatorato dell'Egitto e, quando quello fu sconfitto in battaglia, ne identificò il nascondiglio e, con inaudita ferocia, lo fece rinchiudere in una pelle d'[[asino]] per poi farlo bruciare.<ref>Sua sorella [[Aisha|ʿĀʾisha]] rimase talmente sconvolta da quell'avvenimento da dichiarare la sua impossibilità psicologica di mangiare da quel momento in poi qualsiasi tipo di carne arrostita.</ref>
Fu tra i più accaniti avversari di [[Muhammad ibn Abi Bakr|Muḥammad]], figlio del primo califfo [[Abū Bakr]], destinato da ʿAlī ad assumere la guida del governatorato dell'Egitto e, quando quello fu sconfitto in battaglia, ne identificò il nascondiglio e, con inaudita ferocia, lo fece rinchiudere in una pelle d'[[asino]] per poi farlo bruciare.<ref>Sua sorella [[Aisha|ʿĀʾisha]] rimase talmente sconvolta da quell'avvenimento da dichiarare la sua impossibilità psicologica di mangiare da quel momento in poi qualsiasi tipo di carne arrostita.</ref>

Versione delle 10:31, 14 feb 2014

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Muʿāwiya ibn Ḥudayj ibn Jafna al-Sakūnī al-Tujībī (in arabo ﻣﻌﺎﻭﻳـة ﺑﻦ ﺣﺪﻳﺞ?; ... – 672) è stato un Sahaba e un uomo d'arme.

Favorevole al terzo califfo ʿUthmān b. ʿAffān e ostile quindi ad ʿAlī b. Abī Ṭālib, partecipò alla conquista dell'Egitto e, successivamente, del Nordafrica.

Appartenente alla tribù dei Banū Kinda, prese parte alla battaglia del Yarmuk,[1] a quella di al-Qādisiyya[2] e a quella di Jalūla.[3]

Fu tra i più accaniti avversari di Muḥammad, figlio del primo califfo Abū Bakr, destinato da ʿAlī ad assumere la guida del governatorato dell'Egitto e, quando quello fu sconfitto in battaglia, ne identificò il nascondiglio e, con inaudita ferocia, lo fece rinchiudere in una pelle d'asino per poi farlo bruciare.[4]

Note

  1. ^ Walter Emil Kaegi, Muslim Expansion and Byzantine Collapse in North Africa, Cambridge University Press, 2010.
  2. ^ Ṭabarī, The History of Tabari, ed. Ehsan Yarshater, volume XII, "The battle of al-Qādisiyyah and the conquest of Syria and Palestine: A.D. 635-637/A.H. 14-15" (trad. Y. Friedmann), Albany, State University of New York Press, 1992, p. 12.
  3. ^ "L' Afrique vandale et byzantine", in: Revue internationale d'histoire et d'archéologie (IVe - VIIIe s.), Turnhout, Brepols, 2002, p. 282
  4. ^ Sua sorella ʿĀʾisha rimase talmente sconvolta da quell'avvenimento da dichiarare la sua impossibilità psicologica di mangiare da quel momento in poi qualsiasi tipo di carne arrostita.