Idealtipo: differenze tra le versioni

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Idealtipo è un termine coniato nella seconda metà del [[XIX secolo]] dal sociologo [[Max Weber]] e richiamato nel [[1959]] dallo psicologo [[Karl Jaspers]] che lo definisce in questi termini:
Idealtipo è un termine coniato nella seconda metà del [[XIX secolo]] dal sociologo [[Max Weber]] e richiamato nel [[1959]] dallo psicologo [[Karl Jaspers]] che lo definisce in questi termini:
{{quote|Tutta la [[psicologia]] comprensiva [...] si basa su sentimenti di evidenza nei confronti di relazioni comprensibili, distaccate, completamente impersonali. Tale evidenza viene acquisita in occasione dell'esperienza concreta di fronte a personalità umane, ma non induttivamente dimostrata.}}
{{Citazione|Tutta la [[psicologia]] comprensiva [...] si basa su sentimenti di evidenza nei confronti di relazioni comprensibili, distaccate, completamente impersonali. Tale evidenza viene acquisita in occasione dell'esperienza concreta di fronte a personalità umane, ma non induttivamente dimostrata.}}


Secondo Jaspers avrebbe valore a livello di idealtipo la [[conoscenza]] intesa come [[verità]] evidente, mentre al livello del singolo evento la comprensione resta incompleta (''in gewissem Masse unvollständig''). L'idealtipo è quindi da considerare come una connessione "ideale", indipendente dalla realtà del caso in esame: la connessione è evidente ma non necessariamente reale, per cui il rapporto tra idealtipo e caso singolo è quello di un'"interpretazione (''Deutung'')".
Secondo Jaspers avrebbe valore a livello di idealtipo la [[conoscenza]] intesa come [[verità]] evidente, mentre al livello del singolo evento la comprensione resta incompleta (''in gewissem Masse unvollständig''). L'idealtipo è quindi da considerare come una connessione "ideale", indipendente dalla realtà del caso in esame: la connessione è evidente ma non necessariamente reale, per cui il rapporto tra idealtipo e caso singolo è quello di un'"interpretazione (''Deutung'')".

Versione delle 06:05, 27 set 2013

Un idealtipo (o tipo ideale) è una costruzione teorica che in sé contiene i dati storici e contingenti di determinati fenomeni, le cui relazioni e conseguenze sono riconducibili ad un unico modello con il quale è possibile comprendere i tratti essenziali di una realtà storico-sociale. Spesso è un termine estratto dal suo contesto culturale e/o storico che, applicato a realtà diverse, permette di individuare tratti comuni.

Sono esempi di tipi ideali i concetti di autorità, potere, feudalesimo, etica protestante.

Idealtipo è un termine coniato nella seconda metà del XIX secolo dal sociologo Max Weber e richiamato nel 1959 dallo psicologo Karl Jaspers che lo definisce in questi termini:

«Tutta la psicologia comprensiva [...] si basa su sentimenti di evidenza nei confronti di relazioni comprensibili, distaccate, completamente impersonali. Tale evidenza viene acquisita in occasione dell'esperienza concreta di fronte a personalità umane, ma non induttivamente dimostrata.»

Secondo Jaspers avrebbe valore a livello di idealtipo la conoscenza intesa come verità evidente, mentre al livello del singolo evento la comprensione resta incompleta (in gewissem Masse unvollständig). L'idealtipo è quindi da considerare come una connessione "ideale", indipendente dalla realtà del caso in esame: la connessione è evidente ma non necessariamente reale, per cui il rapporto tra idealtipo e caso singolo è quello di un'"interpretazione (Deutung)".

Bibliografia

  • Max Weber, Gesammelte Aufsätze zur Wissenschaftslehre, 1922, traduzione italiana: Il metodo delle scienze storico-sociali, Torino, 1958
  • Karl Jaspers, Allgemeine Psychopathologie, 1959, traduzione italiana Psicopatologia generale, Roma, Il Pensiero Scientifico, 1964