Grotte Kizil: differenze tra le versioni

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Il sito è venuto alla luce grazie ad una prima spedizione archeologica tedesca intorno agli [[anni dieci]] del Novecento.
Il sito è venuto alla luce grazie ad una prima spedizione archeologica tedesca intorno agli [[anni dieci]] del Novecento, a cui seguirono, venti anni dopo, una spedizione giapponese e, dagli [[anni cinquanta]], una cinese.


==Voci correlate==
==Voci correlate==

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Coordinate: 41°47′N 82°30′E / 41.783333°N 82.5°E41.783333; 82.5
"Donatori Tocari", con capelli ed occhi chiari, affresco del VI secolo, Qizil, bacino del Tarim

Le grotte Kizil (chiamate anche grotte Qizil; uiguro: Qizil Ming Öy; cinese semplificato:克孜尔千佛洞, "grotte Kizil dei mille Buddha") sono un complesso di 236 grotte buddhiste scavate nella roccia situate nei pressi di Kizil (克孜尔乡) nella contea di Baicheng, Xinjiang, Cina. Il sito si trova sulla sponda settentrionale del fiume Muzat, 75 km a nord-ovest di Kucha.[1] Quest'area fu uno snodo commerciale della via della seta.[2]

Si dice che queste grotte siano state il primo complesso di grotte buddhiste del Turkestan orientale, dato la loro nascita nel periodo compreso tra il III e l'VIII secolo. Nonostante il sito sia stato danneggiato e saccheggiato, rimangono almeno 1000 m² di murales, nella maggior parte storie Jataka.

In Europa il Museum für Asiatische Kunst di Berlino possiede la più importante collezione di affreschi da Kizil grazie alle spedizioni, all'inizio del Novecento, di Albert Grünwedel e Albert von Le Coq a Turfan e Kucha.[3]

Il sito è venuto alla luce grazie ad una prima spedizione archeologica tedesca intorno agli anni dieci del Novecento, a cui seguirono, venti anni dopo, una spedizione giapponese e, dagli anni cinquanta, una cinese.

Voci correlate

Note

  1. ^ Kezil Thousand-Buddha Grottoes, su xinjiang.gov.cn, xinjiang.gov. URL consultato il 5 agosto 2007.
  2. ^ Kizil Thousand-Buddha Cave, su travelchinaguide.com. URL consultato il 5 agosto 2007.
  3. ^ The Berlin Turfan-Collection, su staatsbibliothek-berlin.de. URL consultato il 28 maggio 2012.

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