Oikeiosis: differenze tra le versioni

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'''Oikeiosis''' (εὐαρέστησις, dal [[lingua greca|greco]] οικεῖος) è un termine introdotto dai filosofi [[Stoici]] (periodo [[300 a.C.]]) per indicare la realizzazione, il fine ultimo degli esseri viventi.
'''Oikeiosis''' (dal [[lingua greca|greco]] οικεῖος) è un termine introdotto dai filosofi [[Stoici]] (ca. [[300 a.C.]]) per indicare la realizzazione, il fine ultimo degli esseri viventi.


Secondo gli stoici è la [[conoscenza]] del proprio [[io]], tramite la ''synaesthesis'', ovvero la percezione interna. Grazie a questa conoscenza di sé, nasce l' istinto di conservazione che consente lo sviluppo del proprio essere.
Secondo gli stoici è la [[conoscenza]] del proprio [[io]], tramite la ''synaesthesis'', ovvero la percezione interna. Grazie a questa conoscenza di sé, nasce l' istinto di conservazione che consente lo sviluppo del proprio essere.
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[[Categoria:Concetti e principi filosofici]]
[[Categoria:Concetti e principi filosofici]]

[[de:Oikeiosis]]

Versione delle 04:40, 24 dic 2006

Oikeiosis (dal greco οικεῖος) è un termine introdotto dai filosofi Stoici (ca. 300 a.C.) per indicare la realizzazione, il fine ultimo degli esseri viventi.

Secondo gli stoici è la conoscenza del proprio io, tramite la synaesthesis, ovvero la percezione interna. Grazie a questa conoscenza di sé, nasce l' istinto di conservazione che consente lo sviluppo del proprio essere.

Questa conoscenza di se è accompagnata dal senso piacevole di compiacimento ovvero l'oikeiosis. Grazie all'oikeiosis, secondo gli stoici, gli esseri viventi possono volare, nuotare, muoversi senza che nessuno l'abbia mai insegnato loro. Dunque sono catalogate in esso la forza, la salute, la bellezza, le funzionalità del corpo, cosi come anche l'amore per la propria specie e nell'uomo per la sua comunità.

Da qui per l'uomo prosegue la strada che lo condurrà alla moralità. L'animale invece, non avendo dentro di se la natura razionale, non da valore alle cose e rimane per sempre nella sfera degli istinti.

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