Oronzo Reale: differenze tra le versioni

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Il suo nome è legato alla paternità della cosiddetta "[[legge Reale]]"<ref name="Treccani"/> in materia di riforma del processo penale, che ebbe anche pesanti riflessi in materia di [[ordine pubblico]], consentendo la detenzione in attesa di processo di un imputato per un numero di anni che poteva giungere fin quasi a 10. Nel [[1978]] la legge fu oggetto di un [[Referendum abrogativi del 1978 in Italia|referendum abrogativo]]: oltre i tre quarti dei votanti si espressero a favore del mantenimento della legge.
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Alla Camera è stato capogruppo del gruppo misto nella III legislatura dal [[18 giugno]] [[1958]] al [[15 maggio]] [[1963]]
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Template:Membro delle istituzioni italiane Oronzo Reale (Lecce, 24 ottobre 1902Roma, 14 luglio 1988) è stato un politico italiano, più volte ministro della Repubblica.

Biografia

Nel 1920, a soli 18 anni, si avvicinò agli ideali repubblicani e quattro anni dopo divenne segretario della Federazione giovanile repubblicana. Durante il regime fascista e fino alla seconda guerra mondiale esercitò la professione di avvocato, senza rinunciare ai suoi ideali. Nel 1943 diventò membro del Comitato Esecutivo del Partito d'Azione.

Nel 1945 entrò nella Consulta Nazionale[1] e divenne segretario della componente azionista.
Nel 1947, non condividendo più le linee "socialisteggianti" del PdA, aderì al Partito Repubblicano Italiano e ne divenne segretario nel 1949[1]: incarico che lasciò nel 1963 per entrare nella compagine ministeriale di centro-sinistra del primo governo di Aldo Moro, come responsabile del Ministero di Grazia e Giustizia.
Il medesimo ministero gli fu affidato anche nel secondo e nel terzo governo Moro.

Il suo nome è legato alla paternità della cosiddetta "legge Reale"[1] in materia di riforma del processo penale, che ebbe anche pesanti riflessi in materia di ordine pubblico, consentendo la detenzione in attesa di processo di un imputato per un numero di anni che poteva giungere fin quasi a 10. Nel 1978 la legge fu oggetto di un referendum abrogativo: oltre i tre quarti dei votanti si espressero a favore del mantenimento della legge.

Alla Camera è stato capogruppo del gruppo misto nella III legislatura dal 18 giugno 1958 al 15 maggio 1963

Dopo essere stato Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, divenne ministro delle Finanze nel primo governo di Mariano Rumor e nel suo terzo Gabinetto fu ancora una volta ministro di Grazia e Giustizia, per essere confermato nel primo governo di Emilio Colombo dell'agosto del 1970, rassegnando le sue dimissioni quando il PRI decise di uscire dalla maggioranza parlamentare provocando la caduta del governo.

È stato capogruppo del gruppo parlamentare del Partito Repubblicano dal 12 luglio 1973 al 23 novembre 1974 e dal 24 febbraio 1976 al 4 luglio 1976, nella VI Legislatura.

Nel 1977 fu nominato giudice della Corte Costituzionale[1]. È stato anche l'estensore della legge sul nuovo diritto di famiglia, e della legge che portava la maggiore età ai 18 anni anziché ai 21.

Onorificenze

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ a b c d Fonte: Treccani.it L'Enciclopedia Italiana, riferimenti in Collegamenti esterni.
  2. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Uffici di governo

Predecessore Ministro di Grazia e Giustizia della Repubblica Italiana Successore
Giacinto Bosco dal 4 dicembre 1963 al 22 luglio 1964 Oronzo Reale I
Oronzo Reale dal 22 luglio 1964 al 23 febbraio 1966 Oronzo Reale II
Oronzo Reale dal 23 febbraio 1966 al 24 giugno 1968 Guido Gonella III
Silvio Gava dal 27 marzo al 6 agosto 1970 Oronzo Reale IV
Oronzo Reale dal 6 marzo 1971 al 17 febbraio 1972 Emilio Colombo (ad interim) V
Mario Zagari dal 23 novembre 1974 al 12 febbraio 1976 Francesco Paolo Bonifacio VI

Collegamenti esterni

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