Piritoo: differenze tra le versioni
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Versione delle 15:28, 5 mag 2013
Nella mitologia greca Piritoo (in greco Πειρίθοος) è il re dei Lapiti, figlio di Issione (o, secondo altre versioni, di Zeus) e di Dia. Piritoo è padre di Polipete.
Mito
Partecipò alla spedizione degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro e fu grande amico di Teseo.
Durante il suo matrimonio con Ippodamia, figlia di Bute, Piritoo invitò alle nozze i centauri, che ubriacatisi cercarono di molestare Ippodamia. Nella rissa che seguì Piritoo, Teseo ed i Lapiti riuscirono a scacciare i centauri dal monte Pelio.
Nel tentativo di rapire Persefone, Piritoo scese nel Tartaro insieme a Teseo. Ade però li catturò facendoli sedere su due troni di pietra, che in realtà erano i seggi dell'oblio.
Quando Eracle scese negli inferi per rapire Cerbero li incontrò e liberò Teseo, ma non poté fare altrettanto con Piritoo: la terra iniziò a tremare ed Eracle capì che per gli dei inferi il Lapita doveva restare nell'Ade. Secondo Virgilio, Ade condannò nuovamente alla "sedia dell'oblio" Teseo quando questi morì, e stavolta per sempre, mentre di Piritoo dice che rimase incollato sul seggio fino alla morte, dopodiché gli fu assegnata un'altra pena da scontare lì nel Tartaro: venne condannato a sostare sotto una rupe, sulla sommità della quale c'era una pietra sempre sul punto di cadergli addosso.
Fonti
- Omero, Odissea XXI, 295-305, XI, 631;
- Ovidio, Metamorfosi, XII
Voci correlate
- Abante, centauro che sopravvisse alla lotta e che fu costretto a fuggire.
- Cillaro, uno dei centauri morto nella famosa lotta
- Polipete
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piritoo