Crêuza: differenze tra le versioni
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La ''crêuza'', tipica struttura viaria suburbana, ha precise caratteristiche: la principale è quella di percorrere le colline se possibile sul crinale e spesso con la massima pendenza, piuttosto che negli avvallamenti, ciò è voluto a minimizzare l'impatto di [[compluvio]] della pioggia, limitando le opere relative; essendo soleggiata è inoltre evitata, o limitata, la permanenza di umidità neve e ghiaccio che negli avvallamenti possono permanere ed essere molto pericolosi, data la possibilità climatica della regione di avere repentini passaggi dal caldo al freddo in poco tempo, in caso di passaggio del vento ai quadranti settentrionali. |
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La pavimentazione tipicamente è data da [[mattoni]] al centro e [[ciottoli]] tondi ai lati, il profilo è decisamente convesso per il drenaggio laterale, anche del pericolosissimo ghiaccio incastrato tra i mattoni; può essere articolata in lunghi e bassi [[gradoni]], definiti da blocchetti in pietra, nei tratti a maggior pendenza. |
Versione delle 23:04, 25 nov 2012
La crêuza (o creusa, crœza; pronuncia [ˈkrøːza]) è un termine ligure spesso italianizzato in crosa che indica il tipico viottolo stretto o mulattiera che fende, spesso verticalmente, le colline del Genovesato e di tutta la Liguria.
Etimologia
Crêuza deriva dal latino medioevale crosus, di etimo incerto (forse relitto antico ligure o gallico), come l'aggettivo francese creux (antico francese crues) e il provenzale cros, "cavo" (cfr. anche il lombardo crös e il valsesiano crös, "torrente", "letto incavato di un torrente")[1].
Caratteristiche
La crêuza, tipica struttura viaria suburbana, ha precise caratteristiche: la principale è quella di percorrere le colline se possibile sul crinale e spesso con la massima pendenza, piuttosto che negli avvallamenti, ciò è voluto a minimizzare l'impatto di compluvio della pioggia, limitando le opere relative; essendo soleggiata è inoltre evitata, o limitata, la permanenza di umidità neve e ghiaccio che negli avvallamenti possono permanere ed essere molto pericolosi, data la possibilità climatica della regione di avere repentini passaggi dal caldo al freddo in poco tempo, in caso di passaggio del vento ai quadranti settentrionali. È quindi privilegiata la conservazione della percorribilità in ogni condizione piuttosto che facilità di percorso.
La pavimentazione tipicamente è data da mattoni al centro e ciottoli tondi ai lati, il profilo è decisamente convesso per il drenaggio laterale, anche del pericolosissimo ghiaccio incastrato tra i mattoni; può essere articolata in lunghi e bassi gradoni, definiti da blocchetti in pietra, nei tratti a maggior pendenza. Le crêuze, così come le coltivazioni a terrazza (le cosiddette fasce) caratterizzano il paesaggio di tutta la Liguria, sia quelle che si affaccia sul mare, più conosciuto e pubblicizzato, sia quello dell'entroterra, meno famoso ma non per questo meno caratteristico e bello, spesso cantato da famosi poeti, come Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro e Dino Campana.
In dialetto genovese il termine di crêuza ha preso anche il significato figurato per “strada” o “percorso”. Così anche un fenomeno meteorologico, ben visibile dalle colline costiere, che si realizza sul mare, con mare calmo e vortici di vento sulla superficie. La superficie del mare appare brillante per il riflesso del sole, ma è percorsa da strisce scure, curve e contorte, prodotte dal diverso increspamento della superficie, quasi a segnare fantastici percorsi che si aprono per quella che è da sempre stata la via privilegiata ed a volte obbligata dei liguri, il mare aperto. Si dice quindi “o mä o fa e crêuze” cioè “ il mare fa le strade, i viottoli”, segna un percorso.
Curiosità
- Fabrizio De André ha intitolato il suo undicesimo album registrato in studio Crêuza de mä.
Note
- ^ Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950–57.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Creuze di Albaro
Bibliografia
- A cura di Corinna Praga, Andar per creuse a Genova, nella collana "Itinerari di Italia Nostra", Genova, Sagep, 1997.