Cava de' Tirreni: differenze tra le versioni

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*[[Pasquale Capone]] (capitano d'artiglieria, medaglia d'oro al valor militare alla memoria)
*[[Pasquale Capone]] (maggiore d'artiglieria, medaglia d'oro al valor militare alla memoria)
*[[Giambattista Castaldo]] (uomo d'armi del [[XVI secolo]])
*[[Giambattista Castaldo]] (uomo d'armi del [[XVI secolo]])
*[[Errico De Marinis]] Deputato del Regno d'Italia
*[[Errico De Marinis]] Deputato del Regno d'Italia

Versione delle 18:53, 10 nov 2012

Panoramica di Cava de' Tirreni da Monte San Liberatore
Cava de' Tirreni
comune
Cava de' Tirreni – Veduta
Cava de' Tirreni – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoMarco Galdi (Centrodestra) dal 29-3-2010
Territorio
Coordinate40°42′00″N 14°43′00″E / 40.7°N 14.716667°E40.7; 14.716667 (Cava de' Tirreni)
Altitudine180 m s.l.m.
Superficie36,46 km²
Abitanti53 520[2] (31-12-2010)
Densità1 467,91 ab./km²
FrazioniAlessia, Annunziata, Arcara, Castagneto, Corpo di Cava, Croce, Dupino, Li Curti, Maddalena, Marini, Passiano, Petrellosa, Pianesi, Pregiato, Rotolo, San Cesareo, San Giuseppe al Pennino, San Giuseppe al Pozzo, San Lorenzo, San Martino, San Nicola, San Pietro a Siepi, Santa Lucia, Santa Maria del Rovo, Sant'Anna, Sant'Arcangelo, Santi Quaranta, Vetranto
Comuni confinantiBaronissi, Maiori, Mercato San Severino, Nocera Superiore, Pellezzano, Roccapiemonte, Salerno, Tramonti, Vietri sul Mare
Altre informazioni
Cod. postale84013
Prefisso089
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065037
Cod. catastaleC361
TargaSA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Nome abitanticavesi / cavensi / metelliani[1]
Patronosanta Maria Incoronata dell'Olmo, sant'Adiutore
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cava de' Tirreni
Cava de' Tirreni
Cava de' Tirreni – Mappa
Cava de' Tirreni – Mappa
Posizione del comune di Cava de' Tirreni all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Cava de' Tirreni è un comune italiano di 53.504 abitanti[4] della provincia di Salerno in Campania.

Geografia fisica

La città di Cava de' Tirreni sorge a ridosso del Mar Tirreno, a 5 km nell'entroterra della Costiera Amalfitana, rappresentandone in pratica la porta nord. L'abitato centrale si sviluppa a 198 m s.l.m., nella vallata situata tra due gruppi montuosi: ad est i Monti Picentini, prevalentemente dolomitici (Monte Caruso, Monte Sant'Adiutore, Monte Castello, Monte Stella, Monte San Liberatore e Colle Croce), ad ovest i Monti Lattari, prevalentemente carbonatici (Monte Finestra, Monte Sant'Angelo, Monte San Martino e Monte Crocella). La cima più alta è costituita da Monte Finestra (1138 metri). Sulle colline che circondano il centro della città in ogni direzione sono ubicate amene frazioni, residenza per molti cittadini.

Cava de' Tirreni confina a nord con i Comuni di Nocera Superiore, Roccapiemonte e Mercato San Severino, ad est con quelli di Baronissi, Pellezzano e Salerno, a sud con Vietri sul Mare e Maiori, ad ovest con Tramonti. La città funge da cerniera tra l'area geografica dell'agro nocerino sarnese (morfologia pianeggiante ed economia agricola e industriale) e quella della penisola sorrentina-amalfitana (morfologia montuosa ed economia di tipo turistica).

Clima

Il clima è tipicamente mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati calde e con piogge scarse: le caratteristiche orografiche del territorio fanno però sì che la città, a causa dei monti che la circondano, sia protetta dai venti, ma sia colpita più frequentemente da piogge rispetto alla vicina costa.

Per informazioni riguardanti il clima cavese in tempo reale, consulta il sito sottostante: http://www.campaniameteo.it/stazionimeteo/ge-cava/summarycava.html (Creato e curato dal professore Marco Esposito)

Le informazioni vengono elaborate dalla stazione meteorologica del Liceo Scientifico A.Genoino, attivata il 01/03/2009, sito in via Ernesto Di Marino 12.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Cava de' Tirreni.

Stemma

Gonfalone della città
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Cava de' Tirreni.

Lo stemma della città è costituito da uno scudo sannitico di diviso verticalmente in due metà: a sinistra (destra araldica) e palato di rosso e d'oro, mentre a destra e di color argento a tre fasce di rosso, lo scudo è timbrato da una corona da città.

Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose

Duomo

Nel 1517 iniziò la costruzione del Duomo, che fu aperto nel 1571. Gravemente danneggiato dal sisma del 1980, è stato riconsegnato alla cittadinanza negli anni novanta.

Santuario francescano di San Francesco e Sant'Antonio

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario francescano di San Francesco e Sant'Antonio.

I francescani, quando accettarono nel 1450 la donazione del suolo dove, a partire dal 1542, furono eretti la chiesa e il convento, mostrarono un notevole acume nella scelta di un luogo con buone prospettive di sviluppo: il loro Ordine si insediava spesso in zone destinate ad una futura espansione. Nel XVI secolo essi ospitarono riunioni del parlamento comunale e, non a caso, chiesa e convento erano tra gli ambienti più amati e abbondavano di stemmi della città: vi era anche la tradizione che il sindaco e gli eletti si riunissero lì per la prima volta la domenica delle Palme e ottenessero una solenne benedizione. La chiesa, consacrata nel 1544, un tempo dedicata a Santa Maria di Gesù e oggi a san Francesco d'Assisi e sant'Antonio di Padova, ha subito più volte danni, causati da vari eventi bellici e naturali. Il terremoto del 1980 l'ha quasi rasa al suolo: si sono salvati la facciata assieme al campanile del 1571, che sfiora i 36 metri di altezza, la zona del transetto e la sacrestia con gli affreschi del Cinquecento attribuiti a Belisario Corenzio.

Facciata del Santuario di San Francesco e Sant'Antonio

Il santuario è stato ricostruito in questi anni grazie alle donazioni dei fedeli ed è stato consacrato il 14 marzo 2009, con la solenne riapertura al pubblico dell'intero corpo centrale della chiesa principale. Nel transetto è un altare marmoreo del XVIII secolo; varie opere scultoree cinquecentesche di ottima fattura; un coro ligneo del 1534 opera di Giovan Marino Vitale; un potente organo Tamburini del 1960. Nella navata si conserva il monumento funebre del 1668 del generale Pietro Carola; sulla facciata principale, invece, si possono ammirare il portale e i battenti lignei del 1528, realizzati da Giovan Marino Vitale e Marcantonio Ferrari. L'antico convento cinquecentesco fu requisito dallo Stato italiano nel 1866; l'attuale convento, progettato dall'ingegner Giuseppe Salsano nel 1931, ospita l'allestimento di un celebre presepe con molti pastori ottocenteschi, opera dello scultore cavese Alfonso Balzico, ed è dotato di ambienti adibiti a biblioteca, con antichi volumi e preziose opere d'arte. Il 15 marzo del 2010 è stato inaugurato l'incensiere più grande del mondo. Il grande botafumeiro (così come viene chiamato nella cattedrale spagnola di Santiago de Compostela) è ancorato al soffitto della navata centrale del santuario, e azionato sotto la mano di circa dodici persone, esso si muove come un'altalena profumando di incenso l'intera chiesa.

Badia

Abbazia Benedettina

L'abbazia fu fondata nel 1011 dal monaco eremita benedettino Alferio Pappacarbone, che fu proclamato santo nel 1893 insieme con gli altri tre primi abati, Leone, Pietro e Costabile. L'attuale facciata risale alla seconda metà del Settecento. La cupola, il coro e la traversa furono affrescati nell'Ottocento da Vincenzo Morani. Rivestono interesse artistico l'ambone con mosaico del XII secolo; due bassorilievi rinascimentali raffiguranti san Matteo e santa Felicita; l'altare seicentesco in marmi policromi della Cappella del Sacramento; la grotta di Sant'Alferio con l'urna che ne custodisce le reliquie e resti di affreschi parietali del XIV secolo; la sagrestia, cui si accede da un portale rinascimentale, arredata con stigli del Settecento; il chiostro romanico (XIII secolo), ornato da sarcofaghi di epoca romana; la vasta sala adibita a museo; la biblioteca, che custodisce più di 50.000 volumi, con numerosissimi incunaboli ed importantissime edizioni cinquecentine; l'archivio, che contiene preziosi codici e manoscritti, più di 15.000 pergamene e una considerevole quantità di documenti. Il testo integrale dei documenti datati dal 792 al 1065 è pubblicato nei volumi del Codex Diplomaticus Cavensis. Una vasta sala del XII secolo è adibita a museo e custodisce: una Madonna con Santi, tavola senese del XV secolo; un cofanetto d'avorio dell'XI secolo; un polittico di scuola raffaellesca, attribuito ad Andrea Sabatini; tele di pittori caravaggeschi; numerosi reperti archeologici; una collezione di monete, completa ed ordinata delle zecche longobarde e normanne di Salerno; maioliche abruzzesi e vietresi; codici miniati.

San Pietro

La chiesa, dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, detta comunemente di San Pietro a Siepi, risale all'XI secolo ed è tra le più importanti e meglio conservate. Rifatta nel Settecento, presenta nella facciata lineare un portale del 1710 con affreschi laterali. All'interno si ammira un soffitto a cassettoni, risalente al XVIII secolo, e, nella cappella a destra dell'altare maggiore, un Crocifisso datato 1689, realizzato dallo scultore Giacomo Colombo. Nelle cappelle laterali si notano alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sacrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opera, nel XVI secolo, dello scultore cavese Ambrogio della Monica; nelle stanze attigue un museo contiene opere di grande pregio.

Santa Maria del Quadruviale

Chiamata così perché situata nei pressi di un quadrivio. La cinquecentesca facciata e il campanile a sei ordini con il cupolino ricoperto di maiolica, arricchito di elementi scultorei, rappresentano un valido esempio di quell'architettura rinascimentale, opera dei noti mastri muratori de "La Cava". Edificata intorno al 1383, prese la forma attuale alla fine del Cinquecento. Attiguo è l'oratorio dell'omonima congregazione, con stalli lignei e soffitto finemente dipinto[5]. Nei locali sottostanti vi era anche un ospizio per i pellegrini, poiché nei pressi passava l'importante Via Maggiore. Ancora oggi si possono ripercorrere tratti di quell'antica strada, per raggiungere da qui Salerno valicando i monti.

Basilica Santa Maria dell'Olmo

L'origine del culto alla Vergine risale all'XI secolo, quando fu ritrovato da alcuni pastori, un quadro impigliato tra i rami di un frondoso olmo (da cui il titolo Madonna dell'Olmo). Trasportato nella chiesa di S. Cesareo, o di Vetranto secondo alcuni, il quadro miracolosamente sarebbe ritornato sul luogo del ritrovamento. Questo secondo la tradizione, ma storicamente è accertata la presenza di un'edicola della Madonna da tempi più antichi. La prima data storica del Santuario risale al Quattrocento quando passò S. Francesco di Paola che pose la prima pietra dell'attuale Santuario (1482).

Fu officiato fino al XIX secolo dai Padri minimi, oggi dai Padri dell'Oratorio di San Filippo Neri. Dal 1672 la Madonna dell’Olmo è dichiarata Patrona della Città e precisamente dalle Delibere comunali si apprende che il 21 maggio 1672, su proposta del Sindaco Fulvio Atenolfi, il Governo della Città stabilì di prendere “per particolare Protettrice la Gloriosa Vergine Madre di Dio sotto il titolo di Santa Maria dell'Olmo”; dal 1931 il Santuario è dichiarato Basilica Minore.

La Chiesa ad una sola navata con piccole cappelle laterali. Il soffitto è interamente dipinto con quadri raffiguranti episodi della vita di San Francesco di Paola (del pittore M. Ragolia – XVII secolo). La cupola che sovrasta l'altare maggiore è decorata da affreschi. Notevole anche una statua dell'Immacolata sull'ultimo altare a sinistra presso la sacrestia (1594 – opera del Naccherino).

L'altare, oggi dedicato al Sacro Cuore, anticamente racchiudeva il Quadro della Madonna oggi venerata sull'altare maggiore. Questo inaugurato nel 1924, è abbellito da quattro statue di Francesco Jerace raffiguranti S. Adiutore, S. Alferio, S. Francesco di Paola e S. Filippo Neri ai piedi di un olmo di bronzo nel cui fogliame è incastonato il quadro della Vergine. Notevole il pulpito marmoreo di A. Balzico che poggia su un leone e un toro simboli evangelici.

Nel penultimo altare a destra è conservato il corpo del Servo di Dio Padre Giulio Castelli (religioso), che nel 1896 fondò la Congregazione dell'Oratorio di S. Filippo Neri a Cava de' Tirreni, di cui è in corso il processo di beatificazione. La Basilica è dotata di un organo che di recente è stato restaurato.

Adiacente alla Basilica trovasi il Convento già dei Minimi, con il chiostro cinquecentesco (1582), dove durante l'anno si tengono concerti. Il complesso attualmente è Casa dei Padri dell'Oratorio, ospita attività giovanili e parrocchiali ed è sede di una Biblioteca. La festa solenne viene celebrata l'8 settembre, giorno della Natività di Maria, fin dal 1581 (Decreto di Mons. Alemagna de Cardona).

Architetture civili

Centro storico

I portici di Borgo Scacciaventi

Il borgo originario, nucleo della città di Cava, è caratterizzato dai portici che si snodano lungo tutto il corso, accompagnando lo shopping cittadino e la vita notturna.

Borgo Scacciaventi
Borgo Scacciaventi
La parte più antica del centro storico, è caratterizzato da residenze storiche quattrocentesche e settecentesche, di architettura barocca, durazzesca e tardocatalana. Il porticato è sede di commercio e di artigianato, e animato di sera da pub, american bar e ristoranti.

Palazzo di Città (ex Teatro G. Verdi)

Il progetto del teatro di Cava fu elaborato dall'architetto Lorenzo Gelanzé poco dopo l'abbattimento del precedente teatro, avvenuto nell'aprile 1860. A causa di stime sbagliate sul costo dell'opera, il costruttore dell'epoca, Andrea Maddaloni di Napoli, bloccò i lavori e, nonostante dal lato giuridico i cavesi avessero ragione, motivi umani e morali militavano a favore dell'appaltatore, il quale aveva già speso il doppio dei 10.822,60 ducati (45.994,90 lire) che sarebbe dovuta costare l'opera. Fu così che la Corte d'Appello di Napoli, al contrario del Tribunale di Salerno, diede ragione al costruttore e, solo dopo anni di immobilità, il 26 ottobre 1875, l'architetto Fausto Niccolini presentò un nuovo progetto con un preventivo di Lire 52.956 ed i lavori furono ultimati il 2 ottobre 1878. La denominazione di "Teatro Municipale" che splendette sul frontone nel giorno dell'inaugurazione, avvenuta nel 1879, fu mutata in Teatro Verdi alla morte del grande musicista, nel 1901. Poi le cose peggiorarono: al "Verdi" per vari anni toccò la sorte dello stivale di Giuseppe Giusti, e per poco non divenne bivacco degli squadristi, quando fu concesso al Fascio locale per esercitazioni. Ultima degradazione: il freddo lenzuolo del cinema muto al posto del pittoresco sipario. Dopo alcuni anni esso fu trasformato nella nuova sede del Comune.

Villa Comunale

La villa adiacente al palazzo di città è un centralissimo luogo di ritrovo e svago per cittadini e turisti.

Monte Castello con il Castrum S. Adjutoris

Oggi teatro di una delle più celebrate feste cittadine, domina la vallata di Cava de' Tirreni. Incerta è la data di nascita del Castello, ma essa fu anteriore al Mille, essendo menzionato nei noti diplomi di donazioni alla Badia del 1035 e del 1058. L'importanza strategica della collina su cui sorge il castello, posta a cavallo delle due strade che conducevano a Salerno, non sfuggì ai Principi Longobardi, i quali, perciò, vi edificarono una fortezza, che dovette essere un bell'esemplare di architettura militare nella quale i discendenti di Alboino si distinsero. Per renderla più efficiente, la fecero caposaldo di una serie di torri, terrapieni e mura che, attraversando le localita Serra, Borrello e Campitello, si attestava ad Arco, per dove passava la "via Maggiore". Questo schieramento difensivo fu prima denominato "Castrum Salerno", poi "Castrum Sancti Adiutoris", dal Santo che aveva dato il nome alla plaga circostante. Ma fin dal 1500 prevalse il termine generico di "Castello".

Monte Castello

Quale importanza acquistasse il caposaldo con le sue propaggini lo prova il fatto che il diploma di Gisulfo I, col quale tutto il territorio della valle metelliana veniva concesso in feudo al Monastero della Santissima Trinità, faceva eccezione della fortezza di Sant' Adiutore: excepta fortelitia dicti castri. Ovviamente il Principe lo volle conservare nella sua dipendenza per la difesa della strada principale che conduceva a Salerno ed anche perché la zona costituiva un'importante posizione militare. Infatti, la rocca fece buona guardia e portò un contributo non indifferente a quel periodo di pace e di sicurezza di cui godette il travagliato Principato di Salerno, in seguito alla Battaglia di Garigliano del 912, com la quale perdettero di virulenza o cessarono le incursioni dei Saraceni. Degna di ricordo è poi la partecipazione valida ed efficace alla guerra combattuta, nel 1527, fra Carlo V e la Lega Papa-Veneziani-Francesi. Quando il Capo della Lega, Valdemont, sbarcato a Salerno, tentò di passare per Cava per andare a Napoli, che era sguarnita di forze essendo assente Carlo V, i cannoni del Castello e i 500 archibugi cavesi impedirono il passaggio. Poi i Cavesi rioccuparono Salerno. Questo aiuto fu ricordato a Carlo V con queste parole: "Cum, anno praeterito 1527, hostes Vestrae Caesareae Maiestatis, navali expeditione Civitatem Salerni, invaserunt, homines et cives ipsi viriliter pugnaverunt, morte et vulneribus multorum, quod fuit causa ne hostes procederent". Il Castello, erroneamente ritenuto caposaldo dell'artiglieria tedesca durante la seconda guerra mondiale, venne raso al suolo dal lancio di bombe da parte di cacciabombardieri anglo-americani. Dal Castello, ogni estate, avviene un eccezionale spettacolo pirotecnico con cui si chiude la Festa di Montecastello in ricordo del miracolo che, nel 1656, salvò Cava dalla peste.

Aree naturali

Cava de' Tirreni è collegata ai villaggi ed ai casali della Valle Metelliana da strade comode adatte per le escursioni naturalistiche. Nel corso dell'anno vengono organizzate anche passeggiate di gruppo, attraverso la Valle di San Liberatore, il piccolo villaggio di Croce, l'Annunziata, Santa Maria a Toro, la Pineta "La serra", Arco, Borrello, Campitello, Sant' Anna, l'eremo di San Martino, le Grotte del Bonea, il Santuario di Maria Santissima Avvocata sopra Maiori e la Costiera Amalfitana.

  • Parco naturale Diecimare: in gestione ai comuni di Cava de' Tirreni, Baronissi, Mercato San Severino ed al WWF, si estende per 444 ettari, includendo i rilievi di Monte Caruso, di Forcella della Cava (852 m s.l.m.), parzialmente di Poggio e Monte Cuculo e il Montagnone. Il parco si caratterizza per due distinte aree geologiche: l'area di Monte Caruso (calcari) e quella di Forcella della Cava (dolomie e calcari dolomitici).

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2009 a Cava de' Tirreni risultano residenti 911 cittadini stranieri. Le nazionalità più numerose sono:[7]

Paese di nascita Popolazione (2010)
Bandiera dell'Ucraina Ucraina Template:Numero
Bandiera della Romania Romania Template:Numero
Bandiera della Bulgaria Bulgaria Template:Numero
Bandiera della Polonia Polonia Template:Numero
Bandiera del Marocco Marocco Template:Numero
Bandiera delle Filippine Filippine Template:Numero
Bandiera del Brasile Brasile Template:Numero
Bandiera della Tunisia Tunisia Template:Numero
Bandiera del Regno Unito Regno Unito Template:Numero
Bandiera dello Sri Lanka Sri Lanka Template:Numero
Bandiera della Russia Russia Template:Numero
Bandiera della Cina Cina Template:Numero

Religione

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico suddivisa in a 23 parrocchie di cui 20 appartenenti all'Arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni e 3 appartenenti alla diocesi dell'Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni.[8][9]

L'altra confessione cristiana presente è quella evangelica con due comunità:

Tradizioni e folclore

Festa di Montecastello

Una delle più importanti manifestazioni religiose e folcloristiche della città di Cava de' Tirreni, è la "Festa di Montecastello". Essa ha luogo ogni anno dal 1656, anno in cui la città e la popolazione cavese furono devastate da una cruenta pestilenza.

La storia tramanda che i parroci della frazione Annunziata, nell'ottava della Solennità del Corpus Domini, organizzarono con i fedeli una processione, portando il Santissimo Sacramento dalla chiesa fin sul Monte Castello; dalla collina che sovrasta la vallata metelliana, fu invocata la benedizione di Dio sulla città e sui cavesi. L'epidemia finì, ed i cavesi in segno di gratitudine per la grazia ricevuta rinnovano ogni anno, da secoli, il rito della processione.

Accanto all'aspetto religioso, nel corso degli ultimi anni, la festa si è arricchita di altri riferimenti storici e folkloristici, come la rievocazione storica della tragica pestilenza con una rappresentazione in costumi d'epoca, e la sfilata lungo le strade cittadine dei gruppi pistonieri (detti anche trombonieri), con la benedizione sul sagrato della Cattedrale. Uno dei principali simboli della Festa di Montecastello è infatti costituito dal pistone: un'arma del XVI secolo (conosciuta anche come archibugio). L'arma, nei secoli, ha perso la sua identità come strumento di guerra diventando invece strumento di "gioia": i cavesi sono soliti esplodere colpi a salve dal Monte Castello per celebrare la festa e la cessazione della pestilenza. Anche i gruppi di sbandieratori, con le loro divise d'epoca ed i giochi di bandiera rallegrano le giornate della festa.

Le celebrazioni sono concluse ogni anno con uno spettacolo pirotecnico dal Monte Castello, tanto caro ai cavesi da far accrescere il valore di una casa per il solo fatto di avere la giusta esposizione verso il Monte.

Non ultimo, l'aspetto della tradizione culinaria, con alcuni piatti tipici che le famiglie cavesi sono solite consumare durante la festa: milza, soppressata, melanzane con la cioccolata, pastiera di maccheroni (la frittata di pasta napoletana), accompagnati da vino di produzione locale.

Disfida dei Trombonieri

Ogni anno ai primi di luglio viene ricordato, con una manifestazione folkloristica in costume d'epoca, un evento storico che vide coinvolta l'intera città per la difesa della propria libertà demaniale: la battaglia di Sarno.

Il 7 luglio 1460 Ferrante I d'Aragona, che all'epoca regnava sui territori di Napoli, nel corso di una battaglia in località Foce (nei pressi di Sarno), per un'errata manovra fu accerchiato dagli Angioini. Il re aragonese fu salvato dall'intervento di genti d'arme, "provisionati" e "coscritti", della Città della Cava, capeggiati dai Capitani Giosuè e Marino Longo: i cavesi, giunti a Foce di Sarno, discesero dal monte ed attaccarono gli Angioini che, sorpresi e non potendo determinare l'entità dell'attacco, furono costretti ad arretrare, concedendo a re Ferrante la possibilità di aprirsi una via di fuga verso Nola e quindi Napoli.

Il 4 settembre 1460 il sindaco della città, Onofrio Scannapieco, chiamato dal re Ferrante alla corte di Napoli, ebbe in dono, in segno di gratitudine, una pergamena in bianco: con essa l'Università de la Cava avrebbe potuto richiedere al sovrano ogni genere di concessione. Poiché nulla venne richiesto, il 22 settembre 1460 il Re, "motu proprio", concesse alla città il titolo di Città fedelissima e allo popolo cavajuolo cospicue guarentigie, quale l'esenzione dal pagamento, in tutto il reame, di ogni tipo di gabella, sia nel vendere che nell'acquistare, oltre il pregio di integrare con le armi Aragonesi (due pali rossi in campo giallo) lo stemma della città e la sovrapposizionne allo stesso della corona regale. La Pergamena Bianca, rimasta immacolata, tale si conserva ancora oggi negli archivi del Palazzo di Città di Cava de' Tirreni.

La rievocazione prevede che gli 8 gruppi di trombonieri, divisi nei 4 distretti della città, si sfidino con batterie di spari di pistoni (meglio conosciuti come tromboni, archibugi dalla canna più corta e svasata all'estremità in modo da somigliare ad una tromba) in quella che viene denominata "La Disfida dei Trombonieri". I trombonieri sfilano, nelle loro imponenti uniformi, in un corteo che si snoda per il centro storico della città, accompagnati dagli abilissimi sbandieratori (tra i più noti ed esperti del mondo), per poi raggiungere il campo di gara: lo stadio "Simonetta Lamberti". Qui i concorrenti si cimentano, un gruppo alla volta, in batterie di sparo davanti ad una giuria di esperti che valuta la velocità di caricamento, la precisione e lo stile dei concorrenti, secondo un rigoroso e dettagliato regolamento. Alla fine della Disfida vengono consegnati i premi "Città Fedelissima" e, soprattutto, la leggendaria Pergamena Bianca, che il Casale vincente conserverà fino all'edizione successiva.

Il 4 luglio 2010 ha vinto la disfida il gruppo Trombonieri SS.Sacramento, aggiudicandosi per l'ottava volta la prestigiosa Pergamena. Il 10 luglio 2011 ha vinto la disfida il gruppo Trombonieri Senatore, aggiudicandosi per la diciottesima volta la prestigiosa Pergamena. L'8 luglio 2012 vince la disfida dei Trombonieri, per la prima volta nella sua storia, il casale Monte Castello.

Albo d'oro

Gruppo
Gruppo Trombonieri Senatore
18
Gruppo Trombonieri Santa Maria del Rovo
10
Gruppo Trombonieri SS. Sacramento
8
Gruppo Trombonieri Sant'Anna
5
Gruppo Trombonieri Filangieri
4
Gruppo Trombonieri Borgo Scacciaventi-Croce
2
Gruppo Trombonieri Sant'Anna all'Oliveto
1
Gruppo Trombonieri Monte Castello
1

Istituzioni, enti e associazioni

  • Ospedale Santa Maria Incoronata dell'Olmo
  • Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Cava de' Tirreni
  • Piano di Zona S3

Cultura

Le farse Cavajole e le dicerie sui cavesi

Lo stesso argomento in dettaglio: Farsa cavaiola.

Nel periodo medievale, in particolare a Capodanno, i cavajoli (cavesi) erano soliti girovagare, per i borghi vicini allietando le popolazioni con recitazioni, filastrocche e rime dialettali (le farse cavajole, teatro satirico), traendone danaro e cibo. Nel secolo XV durante il periodo aragonese, quando i cavesi furono partecipi della vita sociale, politica ed economica della capitale del regno e furono chiamati a coprire alti uffizi del potere centrale, il teatro dialettale cavese fu esportato fino a Napoli. Successivamente, il teatro dialettale e le farse cavajole dalla capitale del Regno si propagarono in tutta Italia, varcando anche i confini al di là delle Alpi. Fu una grande stagione del teatro comico cinquecentesco sia sul versante della farsa in dialetto che su quello della commedia letteraria in cui si distinse Pier Antonio Caracciolo (Napoli secoli XV-XVI) Autore teatrale. Per questo le farse cavajole sono giustamente ritenute all'origine della Storia del Teatro Comico Italiano.

Ma i cavajoli, per la loro intraprendenza e per i privilegi goduti scaturiti dalla fedeltà alla corona aragonese e per gli antichi contrasti campanilistici con la vicino Salerno, si procurarono molti nemici. E anche la satira fu utilizzata dai nemici della città per denigrare i cavajoli. Le antiche farse cavajole, che non avevano un testo prestabilito e le cui battute venivano trasmesse verbalmente da generazione in generazione, con il passare degli anni, nella tradizione popolare, furono manipolate ed utilizzate proprio contro i cittadini della Cava presi di mira e beffeggiati.

La più antica è la Ricevuta dell'Imperatore, di autore anonimo, che si riferisce burlescamente all'accoglienza cavese di Carlo V, di ritorno da Tunisi nel 1535. Essa, pur anonima[12][13], è peraltro ascritta da alcuni a Vincenzo Braca[14].

Le altre sono opera del medico salernitano Vincenzo Braca: come la Farza de lo Mastro de scola e la Farza de la maestra (in endecasillabi con rimalmezzo), Si tratta di un genere incentrato sull'archetipo farsesco dei cavaiuolo, ovvero un ignorante e stolto villico cavese, immaginato dai cittadini salernitani, con la rozzezza del dialetto, nei suoi tratti più grossolani e caricaturali[13], personaggi «non privi però di una loro accattivante vitalità teatrale»[13]. Si tratta come viene delineato, ad esempio, nella Farza de lo Mastro de scola e nella Farza de la Maestra di Vincenzo Braca, in cui il carattere del cavaiolo assurge alla rappresentatività del tipico «popolano sciocco»[14].

L'invidia nei confronti della florida città demaniale ha così suscitato una quantità di dicerie su Cava ed i suoi abitanti (chiamati spregiativamente cavajuoli, mentre la parola cavajuolo se detta da un abitante di Cava non è offensiva).

  • Famoso il detto Passere, fessi e cavajuoli, arò vaje, llà i' truove! ("ovunque tu vada, troverai passeri, stupidi e cavesi"), che affonda le sue radici nel latino medievale, dove aveva valore esaltatore nei confronti dei cavesi.
  • Altra locuzione, tipica del salernitano, è Cavajuole votacannuole ("cavesi voltacannolo"): la leggenda vuole infatti che, per punire un asino per aver mangiato dell'erba su suolo pubblico, gli si doveva insufflare aria nel retto tramite una canna di legno; giunto il turno del sindaco, questi per non sporcare la bocca dove l'avevano poggiata i "plebei" preferì girare la canna.

Ma una migliore interpretazione del detto è quella per la quale il "cannuolo" era il documento racchiuso a "cilindro" che, i commercianti cavesi voltavano ovvero aprivano (votacannuole), ogni volta che dovevano avvalersi del privilegio ricevuto, il 22 settembre 1460 dal re Ferrante I d'Aragona, che esentava i cittadini della Cava, in tutto il regno, da ogni peso di dogana e gabella, da collette e pesi fiscali.

Biblioteche

  • Biblioteca comunale Canonico A. Avallone - viale Guglielmo Marconi,54
  • Biblioteca Monumento Nazionale Badia Di Cava - Via Morcaldi, 2 (Corpo di Cava)

Musei

  • Museo della Badia Benedettina della SS. Trinità di Cava - Via Morcaldi, 6 (Corpo di Cava)
  • Museo della chiesa di Santa Maria del Quadruviale - Via Quadruviale, 1 (fraz. S. Pietro)
  • Museo della chiesa di San Pietro a Siepi - Largo Mons. Genovese (fraz. S. Pietro)
  • Museo di Arti e Mestieri di S. Lucia - Fraz. S. Lucia

Arte

  • Galleria Civica di Cava de' Tirreni - ex Convento Santa Maria del Rifugio - piazza San Francesco
  • Chiostro - ex Convento S.Maria del Rifugio - piazza San Francesco
  • Sala Espositiva Comunale - corso Umberto I, 167
  • Foyer Sala Teatro Comunale - corso Umberto I, 153

Cucina

Quella di Cava è la tipica cucina mediterranea: antipasti "di mare" in virtù della vicinanza alla costiera amalfitana (retaggio di quando la città si estendeva fino al mare con i suoi casali di Vietri e Cetara divenuti poi, nel XIX secolo, comuni autonomi), primi piatti e stuzzicanti pietanze spesso rese piccanti dal peperoncino (u' pupàine), il tutto innaffiato dai robusti vini locali.

Tra le raffinatezze tipiche c'è la pastiera di maccheroni, che può essere rustica o dolce.

Le melanzane alla cioccolata sono un'altra ricetta tipica, che si preparano indorando e friggendo fettine di melanzane, già ricoperte di formaggio e farina. Altro piatto cavese con lo stesso ingrediente principale è la parmigiana di melanzane, guarnita di mozzarella di bufala, pane raffermo, uova, basilico e aglio, il tutto disposto a strati, infornato e tagliato a fette a mo' di torta.

Piatto tipico che si prepara in occasione delle varie sagre e manifestazioni estive ed autunnali fra cui la Festa di Montecastello è invece il Pan e mév'z, vale a dire il pane con fette di milza bovina precedentemente cotta in aceto e farcita con abbondanti menta e peperoncino.

I dolci tradizionali che pur essendo simili a quelli della cucina napoletana, si distinguono per la diversità di alcuni ingredienti utilizzati e/o per la diversa preparazione e manifattura, sono:

  • Nel periodo delle festività natalizie si usa preparare gli struffoli e le zeppole cotte.
    • gli struffoli sono un impasto di farina ridotto in tante piccolissime palline fritte in olio bollente e poi arricchite da canditi tagliati a pezzettini. Il tutto è poi rivestito da miele e confettini (cannellini) variopinti.
    • le zeppole cotte: l'impasto si ottiene da farina bollita e mescolata per qualche minuto in acqua con arancia, limone, vino, olio, zucchero, sale. Si adagia poi il composto così ottenuto su di un piano per farlo raffreddare. Ritagliato in forme di fiocchi viene poi fritto in olio e poi condito con miele e zucchero.
  • A Carnevale è tradizione preparare le chiacchiere, una sfoglia di farina molto sottile ritagliata in diverse forme con la rotella e poi fritte in olio bollente per pochi minuti. Le striscioline ottenute, vengono cosparse di zucchero a velo prima di essere servite.
  • Per Pasqua si è soliti invece servire in tavola a fine pasto la "pizza di grano" molto simile alla pastiera napoletana, da cui differisce per le diverse quantità e qualità di spezie e per gli aromi utilizzati durante la preparazione. Il dolce casalingo è confezionato con chicchi di grano cotti, latte, limone, scorza di cedro candita, ricotta dolce, buccia d'arancia: gli ingredienti vengono amalgamati bene e poi versati in una teglia; al momento d'infornare si ricopre la torta con strisce di sfoglia disposte a rete.

Alcune pietanze tipiche che appartengono alle tradizioni culinarie della città, in particolare la milza, le frittelle, le pastiere e le torte, sono per molti versi simili a quelle descritte nel suo ricettario, dal maestro Martino de' Rubeis (XV secolo) cuoco del cardinale Ludovico Scarampi Mezzarota che fu vescovo della Città de' La Cava dal 1444 al 1465.[15]

Personalità legate a Cava de' Tirreni

Eventi

  • Celebrazioni del Millenario della Fondazione dell'Abbazia Benedetina della S.S.Trinità. 1011-2011[16].
  • Festeggiamenti in Onore del SS. Sacramento - Festa di Montecastello - Ottava del Corpus Domini.
  • Notti al Castello - nello scenario del Castello di Sant'Adiutore, evento storico, culturale, artistico e gastronomico con il mix di arte, teatro e musica - seconda quindicina mese di giugno.
  • Notte Bianca - Tutta mia la Città - La notte dei ricordi. Per le vie della città il 5 gennaio.
  • I grandi della pittura moderna - Galleria Civica di Cava de' Tirreni - ex Convento Santa Maria del Rifugio. Mostra annuale divisa in due semestri con due artisti.
  • Premio Mamma Lucia - Premio internazionale alle donne coraggio. Aula Consiliare Palazzo di Città. mese di marzo.
  • Festival Internazionale di Musica Ritmo-Sinfonica - Chiostro “San Filippo Neri” della Basilica di Santa Maria dell'Olmo. mese di settembre.
  • Festa Medievale - musica, danza, banchetti, animazione e concerto di musica sacra. Borgo Corpo di Cava. Prima settimana di settembre.
  • Le Nozze di Florinella - avvenute nella Città de La Cava il 7 novembre 1423. Borgo Scacciaventi. Prima settimana di novembre.
  • L'Arte del Presepe - Percorso presepiale di 500 m² che lega tradizione partenopea e nuove tecnologie. L'opera, ospitata nell'ex palestra Parisi a Cava, è realizzata con materiali destinati a diventare rifiuti.
  • Festa della birra- musica divertimento e birra organizzata da UNITI PER CAVA.

Geografia antropica

Urbanistica

Il centro della vallata ospita il nucleo urbano principale. Qui troviamo l'antico Borgo Scacciaventi, che in epoca rinascimentale rappresentò il cuore religioso, politico, amministrativo e commerciale della città. Dagli anni cinquanta il centro si è sviluppato in modo abnorme verso nord, saldandosi alla zona industriale ed alle frazioni più vicine (Passiano, Pregiato, S.Arcangelo). Sulle colline realizzano un'opposta corona semicircolare i restanti villaggi che, conservando la fisionomia degli antichi "Casali", vivono in un leggero isolamento.

Frazioni

In base allo statuto comunale di Cava de' Tirreni[17] le frazioni sono 16:

  • Castagneto: la località deve il suo nome ai numerosi castagneti nei pressi dell'abitato, e sorge sulla strada che da Cava porta a Dragonea.
  • Croce: sorge in collina, vicino all'omonima frazione di Salerno (sulla strada verso il Castello Arechi), ed al bivio con la strada per Pellezzano.
  • Pianesi: gli antichi vicoli e le case aggrappate al vallone Tolomei conferiscono ai Pianesi un aspetto presepiale. È una delle frazioni più antiche di Cava, distinta in due aree diverse: la zona denominata Chianis i copp (Pianesi di sopra) rappresenta la parte antica del Rione, dove ogni anno, nel periodo natalizio, si svolge una rievocazione storica della nascita di Gesù Cristo, ovvero un Presepe vivente. Vi si trovano la chiesetta di San Gabriele, la maestosa storica Villa Rende (dal 2009 in fase di ricostruzione), Villa Cesaro, il complesso di Villa Formosa in cui vengono ospitati bambini di un'età scolare compresa tra i 6 e 14 anni, e un monumento dedicato a padre Pio. La seconda area, denominata Chianis i' vasc (Pianesi di sotto) rappresenta la parte moderna del Rione, nei pressi della quale sono ubicati la scuola media Giovanni XXIII e il liceo classico Marco Galdi.
  • Pregiato: frazione situata ad est del centro abitato, oltre la ferrovia, conosciuta localmente per la lavorazione del tabacco.
  • San Cesareo: vi sorgono il santuario dell'Avvocatella e alcuni palazzi storici.
  • San Pietro: frazione situata tra Cava de' Tirreni e Croce. Ospita un'antica chiesa del XIV secolo, Santa Maria al Quadruviale.
  • San Giuseppe al Pozzo: popolosa frazione situata sulla SS18, è situata vicino al confine comunale con Nocera Superiore ed allo svincolo autostradale cavese.
  • Sant'Anna all'oliveto: ricca appunto di uliveti, è la porta del parco WWF di Diecimari. Il 26 luglio questo piccolo paesino in collina, festeggia la sua patrona S.Anna, che si può venerare tutto l'anno nell'omonima chiesetta. Molto caratteristico, nel periodo natalizio, il Presepe Vivente rappresentato dagli stessi abitanti di S.Anna in un vecchio gruppo di case..che rende il tutto molto suggestivo e realistico.
  • Santa Lucia: è la maggiore frazione comunale per popolosità, situata alle pendici del parco WWF del monte Diecimari.
  • Santa Maria del Rovo: frazione situata a nord-est di Cava, in essa sorge una chiesetta omonima del 1830.
  • Corpo di Cava: è la frazione più antica, situata alla maggiore altitudine. Da qui si è originata la città di Cava de' Tirreni, situata a valle. Gode di un clima particolarmente mite in estate, e freddo di inverno. Qui è situata l'Abbazia della Santissima Trinità che festeggia nel 2011 i 1000 anni dalla sua fondazione. Da qui partono i sentieri che conducono fino alla Costiera Amalfitana, attraverso spettacolari percorsi naturistici. Luoghi tipici sono Abbasc' a Frestol', dove sgorga una sorgente direttamente dalla roccia, il Sambuco, con le cascatelle del torrente Bonea, e la passeggiata verso il Monte Avvocata e il Santuario di Maria Santissima Avvocata sopra Maiori.

Economia

L'economia della città si articola sui seguenti settori:

Agricoltura

Fino agli anni ottanta del secolo scorso, la città (e specialmente le frazioni) aveva una vocazione prevalentemente agricola-zootecnica: il clima mite della vallata favoriva i raccolti, e si coltivavano in particolare legumi, broccoli e lattuga. Altrettanto diffusi erano i frutteti e i vigneti. Ma la produzione principe era il tabacco, collegata ai due stabilimenti industriali del Monopolio di Stato presenti nella città, uno per la produzione di sigari (Manifattura Tabacchi) ed uno adibito al ritiro e prima trasformazione del tabacco (Agenzia Tabacchi). Attualmente in forma molto ridotta, negli appezzamenti familiari di terreno si coltivano ancora piccole quantità di tabacco, e il granturco e la verdura necessaria per il sostentamento. Il surplus viene venduto al mercato locale oppure in quello delle vicine città di Vietri e Nocera Inferiore.

Altrettanto scarso è l'allevamento: solo in alcune frazioni rurali è ancora tradizionale consuetudine avere uno o due capi di maiali o bovini, o del pollame, per il sostentamento familiare; è scomparsa quindi anche l'antica usanza contadina di offrire per strada il proprio toro da monta, in cambio di qualche soldo.

Il taglio del legname

Abbastanza diffusa è l'attività del taglio di legname. La vallata abbonda soprattutto di acacie (in dialetto i' pungient) e castagni: oltre alla legna da ardere, dai tronchi si ricava anche il carbone, tramite la tecnica del catuozzo.

Artigianato

Vedere anche L'arte della ceramica a Cava Lungo Borgo Scacciaventi si articola da secoli l'artigianato cavese, il quale annovera tra le sue produzioni principali: oggetti in pelle, lavori in rame e ferro e, soprattutto, la ceramica, che è considerata la regina dell'artigianato cavese.

L'industria

A Cava, al confine con Nocera Superiore, è attiva una zona industriale nella quale sono presenti impianti per la lavorazione di alimentari (specialmente per quanto riguarda l'inscatolamento dei cibi), meccanici, tessili, del mobile e del tabacco stesso.
Cava, inoltre, assieme con Vietri sul Mare, vanta una lunga tradizione della lavorazione della ceramica.

Commercio

Cava è una cittadina dedita principalmente al commercio: molti sono i negozi di qualità (specialmente vestiario) sotto i porticati del Centro Storico. La vocazione commerciale cavese risale ai secoli XIV e XV.

Infrastrutture e trasporti

Strade e autostrade

Strada Statale 18, Autostrada A3 Napoli-Salerno e Ferrovia Napoli-Salerno visti da Alessia

La città di Cava è attraversata dall'autostrada A3 Napoli-Salerno, facente parte della Strada Europea E45.

Le strade regionali e provinciali sono:

  • Strada Regionale 18/a Tirrena Inferiore (dal Km 47+550 al 51+400).
  • Strada Regionale 18/b ex SS18 Dir/a (Tirrena Inferiore)-Di Badia di Cava (dal Km 2+530 al 5+500).
  • Strada Provinciale 75 Innesto SS 163-Bivio Raito-Dragonea-Avvocatella-SP 289.
  • Strada Provinciale 129/a Cava(Villa Cinzia)-Rotolo-S.Pietro-Croce di Cava-Pellezzano.
  • Strada Provinciale 129/b Croce di Cava-Castello Arechi-Salerno(A3).
  • Strada Provinciale 138 Innesto SS 18-S.Lucia di Cava.
  • Strada Provinciale 288 Innesto SP 129(Rotolo)-Santi Quaranta-Marini-Arcara-Innesto SS 18.
  • Strada Provinciale 289 Innesto SS 18-Castagneto-San Cesareo-Bivio Cesinola-Innesto SS 18.
  • Strada Provinciale 290 Innesto SP 288-Marini-Alessia.
  • Strada Provinciale 360 Innesto via Casaburi-S.Lucia-Innesto SS 18 Spineta.
  • Strada Provinciale 361 Innesto comunale P. Nenni-Ponticello sul Torrente Cannamozza-zona industriale (Cava).
  • Strada Provinciale 362 Innesto SP 129-Annunziata-S.Maria a Toro.

Ferrovie

La stazione di Cava de' Tirreni si trova sulla linea Napoli–Salerno, più precisamente sulla diramazione che da Nocera Inferiore porta al capoluogo provinciale. Questa tratta, precedentemente alla costruzione della "Galleria Santa Lucia", era la linea percorsa da tutti i treni (tra l'altro, non senza difficoltà fino a qualche decennio or sono, a causa della pendenza della linea che richiedeva l'intervento di locomotori ausiliari).

Stazione ferroviaria

Ora la variante permette il passaggio in stazione unicamente dei treni interessati al servizio viaggiatori, che offrono la possibilità di raggiungere Salerno in 10-15 minuti, allietati dallo splendido panorama, dovuto alla posizione sopraelevata della strada ferrata, della vallata metelliana e dei primi chilometri di Costiera Amalfitana.

La stazione è di modeste dimensioni: il fabbricato viaggiatori ospita una biglietteria, un'edicola ed una sala d'attesa, mentre all'interno si contano 3 binari utilizzati per il servizio viaggiatori: Il primo in direzione Napoli, il secondo in direzione Salerno, il terzo (adattato al servizio passeggeri nel 2004 con la costruzione di un nuovo marciapiede) utilizzato in caso di coincidenze per entrambe le direzioni. Vi sono due banchine a servizio dei binari unite mediante un sottopassaggio, entrambe coperte. Provenendo da Salerno, un binario si stacca dalla linea principale per giungere allo scalo merci della stazione, scalo che risulta essere di notevoli dimensioni visto la lunga tradizione industriale della città: oggi è inutilizzato.

Nella stazione fermano tutti i treni regionali. Infatti dal 1997 la stazione ha fatto parte del circuito regionale circolare detto Circumsalernitana, con treni da Salerno a Salerno, via Mercato S.Severino - Codola - Nocera.

Esiste inoltre un progetto di ingrandimento della Metropolitana leggera di Salerno, in cui si unirebbe la Stazione di Cava a quella di Duomo-Vernieri (nel centro storico di Salerno) con un prolungamento chiamato possibilmente "Linea 3" (che inizialmente arriverebbe fino a Vietri sul Mare[18]).

Mobilità urbana

Il trasporto pubblico urbano e suburbano è garantito dal CSTP (Consorzio Salernitano Trasporti Pubblici), il quale collega Cava a tutte le città limitrofe, oltre a collegare il centro con le numerose frazioni.

Il trasporto pubblico per distanze maggiori, quali i circa 50 km che separano Cava da Napoli ed i circa 25 km che la separano da Amalfi sono invece garantiti dalla SITA.

Dal piazzale antistante la stazione ferroviaria partono autobus per la Costiera Amalfitana, Salerno, Sarno, Pompei, Napoli e Fisciano (sede dell'Università degli studi di Salerno).

Sia SITA che CSTP fanno parte del Consorzio UnicoCampania, formato da 13 aziende di trasporto pubblico su strada e su ferro, che, tramite delle tariffe unificate, serve tutta la regione.

Aeroporti

Aereo Gli aeroporti più vicini sono:

Amministrazione

Gemellaggi

Altre informazioni amministrative

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Destra Sele.

Sport

Calcio

Storicamente la città è rappresentata dalla S.S. Cavese 1919, fondata nel maggio 1919 ed i cui colori sociali erano il bianco ed il blu; la società vanta un passato in Serie B ed in Serie C.

In seguito all'esclusione della stessa dal campionato di Lega Pro Seconda Divisione[19], sorgono due ulteriori realtà calcistiche cavesi, una militante nel girone I di Serie D (lU.S.D. Pro Cavese), l'altra nel girone F di Prima Categoria (lA.S.D. Aquilotto Metelliano Cavese).

  • Quest'ultima dopo aver vinto i Play Off nazionali contro l'Akragas, parteciperà al prossimo campionato calcistico di Serie D.

Nuoto

La società A.S.D. Cavasports[20] pratica attività di nuoto, pallanuoto e nuoto per salvamento.

Ha raccolto l'eredità del Nuoto Club Cava, nelle cui giovanili iniziarono l'attività agonistica i fratelli Trapanese, l'olimpionico Paolo ed Antonio.

Pallacanestro

Dopo alcuni anni di assenza, la città ritorna ad essere rappresentata agonisticamente nello sport della pallacanestro dalla società Ginnica Basket Cava, che milita nel girone D di Prima Divisione.

Pallavolo

La città è rappresentata dalla Società Sportiva Genoino New Volley, che dopo un biennio, è retrocessa dalla serie C1 alla serie D a causa di problemi dirigenziali; altra realtà pallavolistica cavese è quella dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Cava de'Tirreni, che nel campionato 2008/2009 ha disputato la Serie D.

Attività dilettantistica

  • il C.S.I. Cava de'Tirreni[21], comitato di associazione di promozione sportiva, educazione, crescita, impegno ed aggregazione sociale, ispirato alla visione cristiana dell'uomo e della storia. Svolge un'intensa attività dilettantistica su tutto il territorio cittadino.
Il comitato cavese, oltre all'attività formativa, organizza tornei di calcio, pallavolo, mini-volley, beach volley, tennis tavolo, atletica, danza sportiva.
Ogni anno dal 1970, il 1º maggio, si corre la Scetajorde, una manifestazione sportiva destinata a tutti, che attraversa le vie della città, per poi fermarsi a Piazza Lentini, dove sono allestiti campi da gioco per bambini di tutte le età;
  • ogni anno, verso la metà di settembre, si disputa la Podistica S.Lorenzo[22], gara internazionale di corsa che si snoda su un percorso di 7,8 km che collega il centro della città con le frazioni.Organizzata e promossa sin dal 1962 dal " Presidentissimo " (così viene ricordato) Antonio Ragone e dallo stesso presieduta per mezzo secolo ormai.

Ciclismo

Per tre volte Cava de'Tirreni è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1984, l'ultima nel 2010.

Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1984 Agropoli 104 Bandiera della Norvegia Dag Erik Pedersen Bandiera dell'Italia Francesco Moser
1997 Mondragone 210 Bandiera dell'Italia Mario Manzoni Bandiera della Russia Pavel Tonkov
2010 Frosinone 187 Bandiera dell'Australia Matthew Harley Goss Bandiera del Kazakistan Aleksandr Vinokurov

La tappa del 24 maggio 1997 fu caratterizzata dall'arrivo in grave ritardo di Marco Pantani a causa di una caduta lungo la Costiera Amalfitana che lo costrinse ad abbandonare il Giro.[23]

Impianti sportivi

Tra le principali strutture sportive presenti a Cava de'Tirreni vi sono:

Personalità sportive legate a Cava de' Tirreni

Curiosità

A Napoli c'è un rione (Rione r'e' Cavajuole) ed una strada (o' vico r'e' Cavajuole) intitolati a Cava: a Roma è presente una via della Badia di Cava nel quartiere Ardeatino; a Sciacca c'è una via Cava de' Tirreni.

È la città d'adozione di Biagio Antonacci. Il popolare cantautore milanese vi si legò particolarmente nel 2002 dopo un grande concerto con migliaia di fans. Nel maggio del 2003 coronò il suo sogno all'età di 40 anni e giocò una partita ufficiale con la Cavese nell'ultima giornata del campionato di serie D 2002/2003, vinto dai metelliani.[senza fonte]

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Gentilizio tradizionale tuttora in uso
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Dato Istat al 31/10/2010
  5. ^ Cenni storici sulla chiesa di Santa Maria del Quadruviale
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Dati Istat
  8. ^ La Diocesi-Badia di Cava de' Tirreni
  9. ^ http://www.diocesiamalficava.it/
  10. ^ Salerno
  11. ^ Evangelici.net
  12. ^ Francesco Torraca, Studi di storia letteraria napoletana, p. 106 e segg.
  13. ^ a b c Franco Fido, La commedia a Napoli nel tardo Cinquecento: Della Porta da Italica.rai.it
  14. ^ a b Voce «Vincenzo Braca» dal Dizionario degli autori della Letteratura italiana, a cura di Alberto Asor Rosa, Einaudi editore, 2007.
  15. ^ Massimo Buchicchio, Maestro Martino coquo olim del reverendissimo monsignor Ludovico Scarampo commendatario de' l'abbazia de' la Santissima Trinità et vescovo della città de' La Cava. Cava de' Tirreni, 2010.
  16. ^ Sito ufficiale dell'Ufficio per il Millennio (Comune di Cava de' Tirreni)
  17. ^ http://incomune.interno.it/statuti/statuti/cava_de_tirreni.pdf
  18. ^ Metropolitana di Salerno
  19. ^ Comunicato Ufficiale n. 18/a (PDF), su lnd.it, 18/07/2011.
  20. ^ Cavasports, su cavasports.blogspot.com.
  21. ^ Centro Sportivo Italiano - Cava de' Tirreni, su csicava.it.
  22. ^ Podistica Internazionale San Lorenzo, su podisticasanlorenzo.com.
  23. ^ raisport.it
  24. ^ loStadio, su lacavese.it.

Bibliografia

  • Raffaele Baldi, Saggi storici introduttivi alle Farse Cavajole. Napoli, 1933
  • Massimo Buchicchio, La guerra tra Aragonesi e Angioini nel Regno di Napoli. La Battaglia di Sarno. Cava de' Tirreni, 2009 ISBN 978-88-906429-0-6
  • Valerio Canonico, Noterelle Cavesi. Lions Club Cava-Vietri. Cava de' Tirreni, 1998
  • Comune di Cava de' Tirreni. Guida alla Città di Cava de' Tirreni. Cava de' Tirreni, 2000
  • Tutto su Cava, su tuttosucava.it. URL consultato il 19 - 08 - 2007.
  • Basilica Santa Maria Immacolata dell'Olmo di Cava de' Tirreni, su oratoriocavadetirreni.org.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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