Eutomero: differenze tra le versioni

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All'interno di una miscela racemica l'eutomero è appunto l'isomero più attivo, nel senso dell'azione desiderata e ricercata.
All'interno di una miscela racemica l'eutomero è appunto l'isomero più attivo, nel senso dell'azione desiderata e ricercata.
Il distomero è invece l'enantiomero meno attivo oppure tossico. Il rapporto eudismico è il rapporto di potenza tra l'eutomero ed il distomero. Un alto valore del rapporto eudismico sta a significare un'interazione altamente specifica.
Il distomero è invece l'enantiomero meno attivo oppure tossico. Il rapporto eudismico è il rapporto di potenza tra l'eutomero ed il distomero. Un alto valore del rapporto eudismico sta a significare un'interazione altamente specifica.<br>
Al giorno d'oggi l'industria farmaceutica tende a sviluppare nuovi farmaci chirali de novo o da miscele racemiche già in commercio (fenomeno del chiral switching).
Al giorno d'oggi l'industria farmaceutica, in parte in risposta alle crescenti richieste sollevate dalle autorità di regolamentazione, tende a sviluppare nuovi farmaci chirali de novo o da miscele racemiche già in commercio (fenomeno del chiral switching).
Il chiral switching può risultare estremamente vantaggioso nel caso in cui si riesca ad ottenere una maggiore efficacia ed una più bassa incidenza di effetti avversi o francamente tossici.
Il chiral switching può risultare estremamente vantaggioso nel caso in cui si riesca ad ottenere una maggiore efficacia ed una più bassa incidenza di effetti avversi o francamente tossici. D'altro canto la decisione di sviluppare un farmaco come singolo enantiomero può essere presa solo dopo un'attenta valutazione del rapporto costi-benefici. I vantaggi dell'eutomero in termini di efficacia e tollerabilità devono infatti essere tali da superare il conseguente aumento dei costi di produzione e sviluppo rispetto al farmaco racemico.


==Esempi==
==Esempi==

Versione delle 13:47, 3 ott 2012


In chimica si definisce eutomero, l’enantiomero di un composto chirale (vale a dire una molecola non sovrapponibile alla propria immagine speculare nelle tre dimensioni) che mostra, entro i limiti di una certa caratteristica o proprietà (biologica, farmacologica ed altro), un'attività più accentuata rispetto all’altro enantiomero che viene invece definito distomero.


Gli enantiomeri di un farmaco racemico in genere mostrano delle differenze farmacodinamiche e farmacocinetiche a seguito di un’interazione stereoselettiva tra il farmaco stesso e le macromolecole biologiche.[1] Questo aspetto viene oggi valutato con grande attenzione dai farmacologi, dato che non sempre una miscela isomerica presenta un'attività favorevole: uno degli enantiomeri potrebbe infatti causare effetti avversi od indesiderati. Il trasporto attivo attraverso le membrane, la distribuzione nei tessuti biologici, il metabolismo, il legame con i recettori e spesso la stessa attività o tossicità sono spesso variabili nel caso di molecole enantiomeriche.

Molti farmaci di sintesi sono una miscela di due enantiomeri i quali possono entrambi avere la stessa attività farmacologica e potenza, oppure presentare fra loro attività e potenza diverse. Vi sono casi in cui un enantiomero possiede l'effetto farmacologico desiderato mentre l'altro risulta inattivo od addirittura tossico.[2] Se una molecola enantiomerica produce un determinato effetto biologico il passo successivo è determinare quale dei due enantiomeri agisce in modo piu efficace e funzionale con un recettore per esplicare la maggiore attività. Questo permette la ricerca e la sintesi di farmaci potenti e selettivi.

All'interno di una miscela racemica l'eutomero è appunto l'isomero più attivo, nel senso dell'azione desiderata e ricercata. Il distomero è invece l'enantiomero meno attivo oppure tossico. Il rapporto eudismico è il rapporto di potenza tra l'eutomero ed il distomero. Un alto valore del rapporto eudismico sta a significare un'interazione altamente specifica.
Al giorno d'oggi l'industria farmaceutica, in parte in risposta alle crescenti richieste sollevate dalle autorità di regolamentazione, tende a sviluppare nuovi farmaci chirali de novo o da miscele racemiche già in commercio (fenomeno del chiral switching). Il chiral switching può risultare estremamente vantaggioso nel caso in cui si riesca ad ottenere una maggiore efficacia ed una più bassa incidenza di effetti avversi o francamente tossici. D'altro canto la decisione di sviluppare un farmaco come singolo enantiomero può essere presa solo dopo un'attenta valutazione del rapporto costi-benefici. I vantaggi dell'eutomero in termini di efficacia e tollerabilità devono infatti essere tali da superare il conseguente aumento dei costi di produzione e sviluppo rispetto al farmaco racemico.

Esempi

  • Citalopram: questo antidepressivo fu inizialmente commercializzato sotto forma di miscela racema, successivamente divenne disponibile l'enantiomero puro (S)-(+) chiamato escitalopram.
  • Pemedolac: l'enantiomero attivo di questo analgesico non narcotico è definito PEM-420[3]
  • Talidomide: un farmaco i cui due enantiomeri causano effetti farmacologici nettamente diversi tra loro.
  • Cetirizina: un antistaminico di cui a distanza di qualche anno è divenuto disponibile l'eutomero commercializzato con il nome di levocetirizina.

Note

  1. ^ EJ. Ariëns, Stereoselectivity in pharmacodynamics and pharmacokinetics., in Schweiz Med Wochenschr, vol. 120, n. 5, Feb 1990, pp. 131-4, PMID 1968288.
  2. ^ EJ. Ariëns, Stereochemistry, a basis for sophisticated nonsense in pharmacokinetics and clinical pharmacology., in Eur J Clin Pharmacol, vol. 26, n. 6, 1984, pp. 663-8, PMID 6092093.
  3. ^ T. Chau, Analgesic activities of PEM-420, the active eutomer of pemedolac., in Agents Actions, 39 Spec No, 1993, pp. C27-9, PMID 8273576.

Voci correlate