Jabala ibn al-Ayham: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Riga 6: Riga 6:


'' ... Dopo l'arrivo di ʿUmar in Siria nell'anno 17 dell'[[Egira]]'' (corrispondente al 638)'' Jabala ibn al-Ayham fu portato in [[hajj|pellegrinaggio]] a [[Mecca]]. Durante il suo ''[[tawaf]]'' attorno alla [[Ka'ba|Kaʿba]], un uomo povero pestò il suo abito, tanto che Jabala inciampò. Il fatto fece infuriare Jabala a tal punto che questi colpì a un occhio il responsabile. Dopo di che l'uomo se ne lagnò col Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, chiedendo che Jabala fosse tradotto in giudizio. Dopo essersi fatto spiegare l'accaduto, ʿUmar ordinò che Jabala fosse a sua volta colpito nella stessa maniera all'occhio dalla persona lesa,<ref>In letterale applicazione del comandamento [[Antico testamento|biblico]], che compare anche sul [[Corano]], dell'"''occhio per occhio, dente per dente''".</ref> ma Jabala si oppose affermando "Il suo occhio è forse come il mio?". Al che il califfo rispose "L'Islam via reso uguali.". Jabala chiese che il Califfo desse corso alla sentenza la mattina seguente e durante la notte fuggì verso il suo villaggio. Quindi [[apostasia|apostatò]] e si recò nella terra dei [[Greci]] (i [[Bizantini]]).</br>
'' ... Dopo l'arrivo di ʿUmar in Siria nell'anno 17 dell'[[Egira]]'' (corrispondente al 638)'' Jabala ibn al-Ayham fu portato in [[hajj|pellegrinaggio]] a [[Mecca]]. Durante il suo ''[[tawaf]]'' attorno alla [[Ka'ba|Kaʿba]], un uomo povero pestò il suo abito, tanto che Jabala inciampò. Il fatto fece infuriare Jabala a tal punto che questi colpì a un occhio il responsabile. Dopo di che l'uomo se ne lagnò col Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, chiedendo che Jabala fosse tradotto in giudizio. Dopo essersi fatto spiegare l'accaduto, ʿUmar ordinò che Jabala fosse a sua volta colpito nella stessa maniera all'occhio dalla persona lesa,<ref>In letterale applicazione del comandamento [[Antico testamento|biblico]], che compare anche sul [[Corano]], dell'"''occhio per occhio, dente per dente''".</ref> ma Jabala si oppose affermando "Il suo occhio è forse come il mio?". Al che il califfo rispose "L'Islam via reso uguali.". Jabala chiese che il Califfo desse corso alla sentenza la mattina seguente e durante la notte fuggì verso il suo villaggio. Quindi [[apostasia|apostatò]] e si recò nella terra dei [[Greci]] (i [[Bizantini]]).</br>
Jabala fu re di Ghassān e successore di al-Ḥārith ibn Abī Shimr.''
''Jabala fu re di Ghassān e successore di al-Ḥārith ibn Abī Shimr.''


==Note==
==Note==

Versione delle 14:06, 30 set 2012

Jabala ibn al-Ayham (in arabo جبلة ابن الأيهم?) fu l'ultimo sovrano dei Ghassanidi, prima che i domini di questa dinastia - per lo più estesi nell'odierno Stato del Libano, Siria. Giordania e Israele - entrasse a vario titolo (non solo bellico) nel VII secolo nella Umma musulmana.
Jabala aveva a sua disposizione un esercito non trascurabile, per lo più composto da Arabi cristiani, impegnato nella sfavorevole battaglia dello Yarmuk del 636. Dopo la conquista islamica del Levante vicino-orientale, per breve periodo abbracciò nel 638 anch'egli la religione dei conquistatori, prima però di pentirsene e tornare nel 645 ad abbracciare il Cristianesimo monofisita, tipico delle comunità cristiane di Siria-Palestina. Si trasferì quindi nell'Anatolia bizantina, fino alla sua morte nel 645.

Jabala e ʿUmar b. al-Khaṭṭāb

Ci sono opposte tradizioni concernenti la sua conversione all'Islam. Quella musulmana parla del suo arrivo a Medina, alla corte del secondo Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb:

... Dopo l'arrivo di ʿUmar in Siria nell'anno 17 dell'Egira (corrispondente al 638) Jabala ibn al-Ayham fu portato in pellegrinaggio a Mecca. Durante il suo tawaf attorno alla Kaʿba, un uomo povero pestò il suo abito, tanto che Jabala inciampò. Il fatto fece infuriare Jabala a tal punto che questi colpì a un occhio il responsabile. Dopo di che l'uomo se ne lagnò col Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, chiedendo che Jabala fosse tradotto in giudizio. Dopo essersi fatto spiegare l'accaduto, ʿUmar ordinò che Jabala fosse a sua volta colpito nella stessa maniera all'occhio dalla persona lesa,[1] ma Jabala si oppose affermando "Il suo occhio è forse come il mio?". Al che il califfo rispose "L'Islam via reso uguali.". Jabala chiese che il Califfo desse corso alla sentenza la mattina seguente e durante la notte fuggì verso il suo villaggio. Quindi apostatò e si recò nella terra dei Greci (i Bizantini).
Jabala fu re di Ghassān e successore di al-Ḥārith ibn Abī Shimr.

Note

  1. ^ In letterale applicazione del comandamento biblico, che compare anche sul Corano, dell'"occhio per occhio, dente per dente".