Juan Domingo Perón: differenze tra le versioni

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Fu ininterrottamente [[presidente dell'Argentina]] dal [[1946]] al [[1955]] quando venne rovesciato da un [[golpe]] militare. Rieletto alla stessa carica nel [[1973]], morì l'anno dopo, venendo sostituito dalla terza moglie, già [[vicepresidente]], [[Isabelita Perón|Isabel Martínez de Perón]].
Fu ininterrottamente [[presidente dell'Argentina]] dal [[1946]] al [[1955]] quando venne rovesciato da un [[golpe]] militare. Rieletto alla stessa carica nel [[1973]], morì l'anno dopo, venendo sostituito dalla terza moglie, già [[vicepresidente]], [[Isabelita Perón|Isabel Martínez de Perón]].


I seguaci di Perón acclamavano i suoi sforzi per eliminare la [[povertà]] e dare maggiore dignità al [[lavoro]]; mentre i suoi oppositori politici lo hanno considerato un [[Demagogia|demagogo]] e un [[Dittatura|dittatore]]. Diede vita al movimento politico conosciuto come [[Peronismo]], che si proponeva come una terza via fra il [[capitalismo]] ed il [[socialismo]].
I seguaci di Perón acclamavano i suoi sforzi per eliminare la [[povertà]] e dare maggiore dignità al [[lavoro]]; mentre i suoi oppositori politici lo hanno considerato un [[Demagogia|demagogo]] e un [[Dittatura|dittatore]]. Diede vita al movimento politico conosciuto come [[Peronismo]], che si proponeva come una terza via fra il [[capitalismo]] e il [[socialismo]].


È stato uno dei presidenti argentini più discussi sia per la mancanza di un riferimento politico ben preciso<ref>La sua posizione ideologica ebbe in [[Italia]] un'accoglienza calorosa, alla sua assunzione di potere in Argentina. Nei manifesti politici dell'epoca, infatti, sia il [[Partito Comunista Italiano]], sia il [[Movimento Sociale Italiano]] esaltarono la sua ascesa, sottolineando le affinità ideologiche che l'avrebbero collegato potenzialmente a questa o quella formazione politica italiana.</ref>, sia per aver dato asilo ai [[Nazismo|nazisti]] che scappavano dai processi per crimini di guerra al termine della [[Seconda guerra mondiale]].
È stato uno dei presidenti argentini più discussi sia per la mancanza di un riferimento politico ben preciso<ref>La sua posizione ideologica ebbe in [[Italia]] un'accoglienza calorosa, alla sua assunzione di potere in Argentina. Nei manifesti politici dell'epoca, infatti, sia il [[Partito Comunista Italiano]], sia il [[Movimento Sociale Italiano]] esaltarono la sua ascesa, sottolineando le affinità ideologiche che l'avrebbero collegato potenzialmente a questa o quella formazione politica italiana.</ref>, sia per aver dato asilo ai [[Nazismo|nazisti]] che scappavano dai processi per crimini di guerra al termine della [[Seconda guerra mondiale]].


== Primi anni ==
== Primi anni ==
Juan Peron entrò nella scuola militare all'età di 16 anni e dopo il diploma fece rapidamente carriera nei vari gradi. Prestò servizio in [[Italia]] alla fine degli [[anni 1930|anni trenta]] nel ruolo di osservatore militare<ref>''L'alpino Peron'', in [[Paolo Valente]], ''Porto di mare'', ed. Temi, Trento 2005 - ''Vertigine'', in [[Paolo Valente]], [[La città sul confine]], ed. OGE, Milano 2006.</ref>, e frequentò la Scuola Centrale di Alpinismo di Aosta dove prese lezioni di sci e di arrampicata da [[Gigi Panei]]. Subito dopo venne a contatto con la politica e l'ideologia fascista che insieme all'ideologia socialista, in un particolare sincretismo, sarebbe stata la base ideologica del [[Partito Giustizialista]].
Juan Perón entrò nella scuola militare all'età di 16 anni e dopo il diploma fece rapidamente carriera nei vari gradi. Prestò servizio in [[Italia]] alla fine degli [[anni 1930|anni trenta]] nel ruolo di osservatore militare<ref>''L'alpino Peron'', in [[Paolo Valente]], ''Porto di mare'', ed. Temi, Trento 2005 - ''Vertigine'', in [[Paolo Valente]], [[La città sul confine]], ed. OGE, Milano 2006.</ref>, e frequentò la Scuola Centrale di Alpinismo di Aosta dove prese lezioni di sci e di arrampicata da [[Gigi Panei]]. Subito dopo venne a contatto con la politica e l'ideologia fascista che insieme all'ideologia socialista, in un particolare sincretismo, sarebbe stata la base ideologica del [[Partito Giustizialista]].


Nel [[giugno]] del [[1943]], con il grado di [[colonnello]], svolse un ruolo di primo piano nel golpe militare del GOU (''Grupo de Oficiales Unidos'') contro il governo civile di [[Ramón Castillo]]. Inizialmente sottosegretario alla guerra sotto il generale [[Pedro Ramírez]], divenne ministro del lavoro e dello stato sociale nel [[novembre]] dello stesso anno ed in seguito vicepresidente e segretario alla guerra sotto il generale [[Edelmiro Farrell]] nel [[febbraio]] [[1944]].
Nel [[giugno]] del [[1943]], con il grado di [[colonnello]], svolse un ruolo di primo piano nel golpe militare del GOU (''Grupo de Oficiales Unidos'') contro il governo civile di [[Ramón Castillo]]. Inizialmente sottosegretario alla guerra sotto il generale [[Pedro Ramírez]], divenne ministro del lavoro e dello stato sociale nel [[novembre]] dello stesso anno e in seguito vicepresidente e segretario alla guerra sotto il generale [[Edelmiro Farrell]] nel [[febbraio]] [[1944]].


== Vittoria elettorale ==
== Vittoria elettorale ==
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Costretto alle dimissioni dai suoi oppositori all'interno delle stesse forze armate, il [[9 ottobre]] del [[1945]], Perón fu arrestato poco dopo; tuttavia grandi manifestazioni di massa, organizzate dal [[sindacato]] CGT, fecero pressioni notevoli sul governo e lo portarono al suo rilascio, il [[17 ottobre]]; il supporto popolare gli aprì inoltre la strada per la candidatura alla presidenza, che si concretizzò con il 56% dei voti nelle elezioni del [[24 febbraio]] [[1946]].
Costretto alle dimissioni dai suoi oppositori all'interno delle stesse forze armate, il [[9 ottobre]] del [[1945]], Perón fu arrestato poco dopo; tuttavia grandi manifestazioni di massa, organizzate dal [[sindacato]] CGT, fecero pressioni notevoli sul governo e lo portarono al suo rilascio, il [[17 ottobre]]; il supporto popolare gli aprì inoltre la strada per la candidatura alla presidenza, che si concretizzò con il 56% dei voti nelle elezioni del [[24 febbraio]] [[1946]].


Perón perseguì una politica sociale che mirava all'aumento di potere della [[classe operaia]]. Espanse enormemente il numero di lavoratori iscritti al sindacato e contribuì a rafforzare la potente Confederazione Generale del Lavoro (CGT). Definì questa come la «terza posizione» (definizione ripresa in seguito da numerosi movimenti antagonisti radicali europei, compresi quelli italiani), tra il [[capitalismo]] e il [[comunismo]], sebbene egli fosse dichiaratamente anti-americano ed anti-britannico. Perón spinse molto anche verso l'industrializzazione del paese; nel [[1947]] annunciò il primo piano quinquennale per dare un aiuto alle industrie appena nazionalizzate. La sua ideologia, soprannominata [[peronismo]] e che ebbe come sbocco istituzionale la costituzione del [[Partito Giustizialista]] (Partido Justicialista), ebbe grande influenza tra i partiti politici argentini.
Perón perseguì una politica sociale che mirava all'aumento di potere della [[classe operaia]]. Espanse enormemente il numero di lavoratori iscritti al sindacato e contribuì a rafforzare la potente Confederazione Generale del Lavoro (CGT). Definì questa come la «terza posizione» (definizione ripresa in seguito da numerosi movimenti antagonisti radicali europei, compresi quelli italiani), tra il [[capitalismo]] e il [[comunismo]], sebbene egli fosse dichiaratamente anti-americano e anti-britannico. Perón spinse molto anche verso l'industrializzazione del paese; nel [[1947]] annunciò il primo piano quinquennale per dare un aiuto alle industrie appena nazionalizzate. La sua ideologia, soprannominata [[peronismo]] e che ebbe come sbocco istituzionale la costituzione del [[Partito Giustizialista]] (Partido Justicialista), ebbe grande influenza tra i partiti politici argentini.


== L'esilio ==
== L'esilio ==


La seconda moglie di Perón, [[Eva Duarte de Perón]] ([[1919]] - [[1952]]) da lui sposata il [[2 ottobre]] [[1945]], divenne in breve tempo molto famosa e le fu assegnato l'affettuoso diminutivo di Evita; ella aiutò il marito con il sostegno del sindacato e dei gruppi femminili e gestì gran parte dell'attività propagandistica del coniuge. Perón rivinse le elezioni nel [[1951]]: tuttavia i problemi economici, l'alto livello della corruzione e i conflitti con la [[Chiesa cattolica]] (che Peron intendeva porre sotto il diretto controllo dello stato e del suo presidente), contribuirono alla sua destituzione per l'avvento di un [[colpo di stato]] militare organizzato il [[19 settembre]] [[1955]]. Nello stesso anno ricevette anche la [[scomunica]] per le sue posizioni anti-cattoliche<ref name=sili>[[Alessandro Silj]], ''Malpaese: criminalità, corruzione e politica nell'Italia della prima Repubblica'', Donzelli Editore, 1994 - ISBN 8879890743.</ref>.
La seconda moglie di Perón, [[Eva Duarte de Perón]] ([[1919]] - [[1952]]) da lui sposata il [[2 ottobre]] [[1945]], divenne in breve tempo molto famosa e le fu assegnato l'affettuoso diminutivo di Evita; ella aiutò il marito con il sostegno del sindacato e dei gruppi femminili e gestì gran parte dell'attività propagandistica del coniuge. Perón rivinse le elezioni nel [[1951]]: tuttavia i problemi economici, l'alto livello della corruzione e i conflitti con la [[Chiesa cattolica]] (che Perón intendeva porre sotto il diretto controllo dello stato e del suo presidente), contribuirono alla sua destituzione per l'avvento di un [[colpo di Stato]] militare organizzato il [[19 settembre]] [[1955]]. Nello stesso anno ricevette anche la [[scomunica]] per le sue posizioni anti-cattoliche<ref name=sili>[[Alessandro Silj]], ''Malpaese: criminalità, corruzione e politica nell'Italia della prima Repubblica'', Donzelli Editore, 1994 - ISBN 8879890743.</ref>.


Perón si recò in esilio in [[Paraguay]], da dove infine riparò a [[Madrid]]. Sposò poi una famosa cantante e ballerina di un [[night club]], [[Isabel Martínez de Perón]] nel [[1961]].
Perón si recò in esilio in [[Paraguay]], da dove infine riparò a [[Madrid]]. Sposò poi una famosa cantante e ballerina di un [[night club]], [[Isabel Martínez de Perón]] nel [[1961]].
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[[Licio Gelli]], esponente della [[loggia massonica]] [[P2]], ha rivendicato un ruolo della massoneria, e suo in particolare, nel favorire il rientro di Perón<ref>{{cita web|autore=Simone Nastasi|url=http://www.litaliano.it/index.php?Itemid=270&catid=1:ultime&id=766:intervista-esclusiva-a-licio-gelli&option=com_content&view=article|editore=litaliano.it|titolo=Intervista esclusiva a Licio Gelli|accesso=16 gennaio 2012}}</ref>. Alle manovre avrebbe partecipato anche [[Giancarlo Elia Valori]]<ref name=sili />.
[[Licio Gelli]], esponente della [[loggia massonica]] [[P2]], ha rivendicato un ruolo della massoneria, e suo in particolare, nel favorire il rientro di Perón<ref>{{cita web|autore=Simone Nastasi|url=http://www.litaliano.it/index.php?Itemid=270&catid=1:ultime&id=766:intervista-esclusiva-a-licio-gelli&option=com_content&view=article|editore=litaliano.it|titolo=Intervista esclusiva a Licio Gelli|accesso=16 gennaio 2012}}</ref>. Alle manovre avrebbe partecipato anche [[Giancarlo Elia Valori]]<ref name=sili />.


Il nuovo regime peronista però si disfece per via dei conflitti tra i sostenitori di sinistra e quelli di [[destra (politica)|destra]]. Nel tentativo di ristabilire l'ordine pubblico, il governo deliberò alcuni provvedimenti di emergenza. Perón morì il 1º luglio 1974, con tali problemi ancora non risolti e a lui succedette Isabel. Quest'ultima fu rovesciata da un golpe il [[24 marzo]] del [[1976]] ed il suo esecutivo fu sostituito da una giunta militare.
Il nuovo regime peronista però si disfece per via dei conflitti tra i sostenitori di sinistra e quelli di [[destra (politica)|destra]]. Nel tentativo di ristabilire l'ordine pubblico, il governo deliberò alcuni provvedimenti di emergenza. Perón morì il 1º luglio 1974, con tali problemi ancora non risolti e a lui succedette Isabel. Quest'ultima fu rovesciata da un golpe il [[24 marzo]] del [[1976]] e il suo esecutivo fu sostituito da una giunta militare.


==I dubbi sulle origini==
==I dubbi sulle origini==
{{E|ingiusto rilievo di questione molto marginale, vedi in discussione. Togliere tutto lasciando solo un paio di righe che accennano alla questione, con i ref pro e contro.|storia|aprile 2012}}
{{E|ingiusto rilievo di questione molto marginale, vedi in discussione. Togliere tutto lasciando solo un paio di righe che accennano alla questione, con i ref pro e contro.|storia|aprile 2012}}
Secondo una teoria sostenuta e argomentata da alcuni studiosi sardi ([[Peppino Canneddu]]<REF>Peppino Caneddu. ''Giovanni Piras- Juan Peron: due nomi una persona''.</REF>, [[Gabriele Casula]]<REF>Gabriele Casula. ''¿Dónde nació Perón? Un enigma sardo nella storia dell'Argentina''. Ed. Condaghes, 2004.</REF>), Perón sarebbe stato, in realtà, un emigrato [[Sardegna|sardo]], tale [[Giovanni Piras]] di [[Mamoiada]], inventatosi natali argentini per sfuggire alla coscrizione durante la [[prima guerra mondiale]]. La notizia del Peron sardo appare per la prima volta nel [[marzo]] del [[1951]], in un articolo a firma [[Nino Tola]], avvocato-giornalista di Mamoiada.
Secondo una teoria sostenuta e argomentata da alcuni studiosi sardi ([[Peppino Canneddu]]<REF>Peppino Caneddu. ''Giovanni Piras- Juan Peron: due nomi una persona''.</REF>, [[Gabriele Casula]]<REF>Gabriele Casula. ''¿Dónde nació Perón? Un enigma sardo nella storia dell'Argentina''. Ed. Condaghes, 2004.</REF>), Perón sarebbe stato, in realtà, un emigrato [[Sardegna|sardo]], tale [[Giovanni Piras]] di [[Mamoiada]], inventatosi natali argentini per sfuggire alla coscrizione durante la [[prima guerra mondiale]]. La notizia del Perón sardo appare per la prima volta nel [[marzo]] del [[1951]], in un articolo a firma [[Nino Tola]], avvocato-giornalista di Mamoiada.


Alcuni anni fa, il caso sembrò essere improvvisamente risolto dal pronipote di un Giovanni Piras, che diede la notizia del ritrovamento del certificato di morte del suo prozio. Riteneva di aver individuato tutti i documenti appartenenti al suo antenato, non sapendo che in realtà quel Giovanni Piras era semplicemente un omonimo, uno dei dodici Giovanni Piras che emigrò tra il 1909 e il 1912 dalla Sardegna in Argentina. Tutti i vari Giovanni Piras sono stati rintracciati dallo scrittore Peppino Canneddu che tra le tante ricerche riuscì a ricostruirne gli alberi genealogici, tra i quali anche quello ritrovato dal suddetto pronipote. Con i moltissimi documenti rintracciati sia negli archivi ferroviari argentini che negli uffici anagrafici, poté appurare che quel Giovanni Piras ritrovato recentemente dal pronipote non era in realtà quello nato a Mamoiada, bensì in una piccola frazione del comune di Torpè, nella costa orientale della Sardegna.
Alcuni anni fa, il caso sembrò essere improvvisamente risolto dal pronipote di un Giovanni Piras, che diede la notizia del ritrovamento del certificato di morte del suo prozio. Riteneva di aver individuato tutti i documenti appartenenti al suo antenato, non sapendo che in realtà quel Giovanni Piras era semplicemente un omonimo, uno dei dodici Giovanni Piras che emigrò tra il 1909 e il 1912 dalla Sardegna in Argentina. Tutti i vari Giovanni Piras sono stati rintracciati dallo scrittore Peppino Canneddu che tra le tante ricerche riuscì a ricostruirne gli alberi genealogici, tra i quali anche quello ritrovato dal suddetto pronipote. Con i moltissimi documenti rintracciati sia negli archivi ferroviari argentini che negli uffici anagrafici, poté appurare che quel Giovanni Piras ritrovato recentemente dal pronipote non era in realtà quello nato a Mamoiada, bensì in una piccola frazione del comune di Torpè, nella costa orientale della Sardegna.
Dunque prosegue ancora e continua ad aleggiare il mistero su quel Giovanni Piras di Mamoiada che per accedere alla accademia militare in Buenos Aires fu costretto a cambiare il suo nome e la sua nazionalità e da Giovanni Piras divenne Juan Peron.
Dunque prosegue ancora e continua ad aleggiare il mistero su quel Giovanni Piras di Mamoiada che per accedere alla accademia militare in Buenos Aires fu costretto a cambiare il suo nome e la sua nazionalità e da Giovanni Piras divenne Juan Perón.
Nel Libro del ricercatore di Mamoiada Raffaele Ballore dal titolo "El Presidente" il caso Piras-Peron con sottotitolo la leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Peron, è demolita scientificamente la teoria del Piras di Mamoiada (con documenti imprescindibili).
Nell'ultimo periodo, dopo aver notato le tante imperfezioni, forzature e quant'altro messo in rete in innumerevoli siti e blog, lo scrittore ricercatore Raffaele Ballore e il parente diretto del discusso Piras di Mamoiada, Piero Salerno, hanno pubblicato un esaustivo e indiscutibile saggio sul caso Piras-Peron supportato da argomenti e documenti (pubblicati, a differenza di altri che non esibiscono nessun documento e nessuna citazione verificabile) dove dimostrano che il Piras Giovanni di Mamoiada è stato ritrovato. Inoltre sottolineano le gravi lacune nella ricerca e la confusione delle vite del Piras e del presidente Juan Peron ad opera di pseudo ricercatori. Il resoconto preciso e circostanziato è pubblicato nel sito culturale di Mamoiada ed ha il titolo significativo IL CASO PIRAS-PERON, CHI BLEFFA E CHI NON: http://www.mamoiada.org/_pdf/LetteraAperta.pdf.


Nel Libro del ricercatore di Mamoiada Raffaele Ballore dal titolo "El Presidente" il caso Piras-Peron con sottotitolo la leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Perón, è demolita scientificamente la teoria del Piras di Mamoiada (con documenti imprescindibili).
Data e luogo di nascita sono però in discussione anche in Argentina. L'[[anagrafe]] è contestata da Hipolito Barreiro, che nella sua pubblicazione ''Juancito Sosa, un [[indio]] Teuelche''<ref>Pubblicato nel 2000 a Buenos Aires.</ref> sostiene che Juan Peron non è nato a Lobos l'8 ottobre 1895, ma a [[Roque Perez]] il 7 ottobre [[1893]].
Nell'ultimo periodo, dopo aver notato le tante imperfezioni, forzature e quant'altro messo in rete in innumerevoli siti e blog, lo scrittore ricercatore Raffaele Ballore e il parente diretto del discusso Piras di Mamoiada, Piero Salerno, hanno pubblicato un esaustivo e indiscutibile saggio sul caso Piras-Peron supportato da argomenti e documenti (pubblicati, a differenza di altri che non esibiscono nessun documento e nessuna citazione verificabile) dove dimostrano che il Piras Giovanni di Mamoiada è stato ritrovato. Inoltre sottolineano le gravi lacune nella ricerca e la confusione delle vite del Piras e del presidente Juan Perón ad opera di pseudo ricercatori. Il resoconto preciso e circostanziato è pubblicato nel sito culturale di Mamoiada e ha il titolo significativo IL CASO PIRAS-PERON, CHI BLEFFA E CHI NON: http://www.mamoiada.org/_pdf/LetteraAperta.pdf.

Data e luogo di nascita sono però in discussione anche in Argentina. L'[[anagrafe]] è contestata da Hipolito Barreiro, che nella sua pubblicazione ''Juancito Sosa, un [[indio]] Teuelche''<ref>Pubblicato nel 2000 a Buenos Aires.</ref> sostiene che Juan Perón non è nato a Lobos l'8 ottobre 1895, ma a [[Roque Perez]] il 7 ottobre [[1893]].
Recentemente è stato richiesto l'[[Test di paternità|esame del DNA]] dall'argentina Marta Susana Holgado, che ha promosso una causa presso la magistratura argentina sostenendo di essere figlia di Perón e reclamando una parte della sua eredità.
Recentemente è stato richiesto l'[[Test di paternità|esame del DNA]] dall'argentina Marta Susana Holgado, che ha promosso una causa presso la magistratura argentina sostenendo di essere figlia di Perón e reclamando una parte della sua eredità.


== Dissacrazione ==
== Dissacrazione ==
Ignoti, nel giugno del [[1987]], hanno trafugato le mani del presidente argentino, chiedendo un [[riscatto]] pari ad otto milioni di dollari<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/cucciatre/salme/salme.html|titolo=I casi di salme trafugate da Chaplin a Ferruzzi|accesso=16 gennaio 2012|editore=la Repubblica|data=17 marzo 2011}}</ref>.
Ignoti, nel giugno del [[1987]], hanno trafugato le mani del presidente argentino, chiedendo un [[riscatto]] pari a otto milioni di dollari<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/cucciatre/salme/salme.html|titolo=I casi di salme trafugate da Chaplin a Ferruzzi|accesso=16 gennaio 2012|editore=la Repubblica|data=17 marzo 2011}}</ref>.


Una ricerca di [[Damian Nabot]] e [[David Cox]] ha sostenuto che la [[P2]] di [[Licio Gelli]] fosse coinvolta nella dissacrazione del corpo di Perón.
Una ricerca di [[Damian Nabot]] e [[David Cox]] ha sostenuto che la [[P2]] di [[Licio Gelli]] fosse coinvolta nella dissacrazione del corpo di Perón.
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== Curiosità ==
== Curiosità ==
{{curiosità}}
{{curiosità}}
Il logo del [[Campionato mondiale di calcio 1978]] in [[Argentina]] riprende il caratteristico gesto di Peron, che usava salutare la folla con le braccia tese sopra la testa; il disegno era stato creato ancora nel [[1974]] ma, dopo che i militari presero il potere nel [[1976]], si accorsero troppo tardi di tale simbologia in vista dell'avvio dei mondiali e tentarono quindi di modificare il logo della manifestazione. Ma oramai il disegno era stato già ampiamente commercializzato ed il merchandising avviato, per cui una modifica forzata "sarebbe sfociata in un mare di azioni legali contro il paese", per cui i militari "masticarono la sconfitta"<ref>Pablo Llonto, ''"I Mondiali della vergogna. I campionati di Argentina '78 e la dittatura"'', Edizioni Alegre, Roma 2010, p. 38.</ref>.
Il logo del [[Campionato mondiale di calcio 1978]] in [[Argentina]] riprende il caratteristico gesto di Perón, che usava salutare la folla con le braccia tese sopra la testa; il disegno era stato creato ancora nel [[1974]] ma, dopo che i militari presero il potere nel [[1976]], si accorsero troppo tardi di tale simbologia in vista dell'avvio dei mondiali e tentarono quindi di modificare il logo della manifestazione. Ma oramai il disegno era stato già ampiamente commercializzato e il merchandising avviato, per cui una modifica forzata "sarebbe sfociata in un mare di azioni legali contro il paese", per cui i militari "masticarono la sconfitta"<ref>Pablo Llonto, ''"I Mondiali della vergogna. I campionati di Argentina '78 e la dittatura"'', Edizioni Alegre, Roma 2010, p. 38.</ref>.


== Note ==
== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Sulle origini di Peron:
* Sulle origini di Perón:
** Peppino Canneddu - ''Juan Peron Giovanni Piras: due nomi una persona.''
** Peppino Canneddu - ''Juan Peron Giovanni Piras: due nomi una persona.''
* Raffaele Ballore - "El Presidente il caso Piras-Peron" la leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Peron
* Raffaele Ballore - "El Presidente il caso Piras-Peron" la leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Peron

Versione delle 13:45, 19 mag 2012

Disambiguazione – "Peron" rimanda qui. Se stai cercando altri significati del termine, vedi Peron (disambigua).
Juan Domingo Perón
File:Juan Domingo Perón - Official portrait A.jpg

Presidente dell'Argentina
Durata mandato12 ottobre 1973 –
1º luglio 1974
PredecessoreRaúl Alberto Lastiri
SuccessoreIsabel Martínez de Perón

Durata mandato4 giugno 1946 –
21 settembre 1955
PredecessoreEdelmiro Farrell
SuccessoreJosé Domingo Molina

Dati generali
Partito politicoGiustizialista
FirmaFirma di Juan Domingo Perón

Juan Domingo Perón Sosa (Lobos, 8 ottobre 1895[1][2]Buenos Aires, 1º luglio 1974) è stato un militare e politico argentino.

Fu ininterrottamente presidente dell'Argentina dal 1946 al 1955 quando venne rovesciato da un golpe militare. Rieletto alla stessa carica nel 1973, morì l'anno dopo, venendo sostituito dalla terza moglie, già vicepresidente, Isabel Martínez de Perón.

I seguaci di Perón acclamavano i suoi sforzi per eliminare la povertà e dare maggiore dignità al lavoro; mentre i suoi oppositori politici lo hanno considerato un demagogo e un dittatore. Diede vita al movimento politico conosciuto come Peronismo, che si proponeva come una terza via fra il capitalismo e il socialismo.

È stato uno dei presidenti argentini più discussi sia per la mancanza di un riferimento politico ben preciso[3], sia per aver dato asilo ai nazisti che scappavano dai processi per crimini di guerra al termine della Seconda guerra mondiale.

Primi anni

Juan Perón entrò nella scuola militare all'età di 16 anni e dopo il diploma fece rapidamente carriera nei vari gradi. Prestò servizio in Italia alla fine degli anni trenta nel ruolo di osservatore militare[4], e frequentò la Scuola Centrale di Alpinismo di Aosta dove prese lezioni di sci e di arrampicata da Gigi Panei. Subito dopo venne a contatto con la politica e l'ideologia fascista che insieme all'ideologia socialista, in un particolare sincretismo, sarebbe stata la base ideologica del Partito Giustizialista.

Nel giugno del 1943, con il grado di colonnello, svolse un ruolo di primo piano nel golpe militare del GOU (Grupo de Oficiales Unidos) contro il governo civile di Ramón Castillo. Inizialmente sottosegretario alla guerra sotto il generale Pedro Ramírez, divenne ministro del lavoro e dello stato sociale nel novembre dello stesso anno e in seguito vicepresidente e segretario alla guerra sotto il generale Edelmiro Farrell nel febbraio 1944.

Vittoria elettorale

Manifestazione pro-Perón, 1945
La firma del documento con cui Perón compiva la nazionalizzazione delle ferrovie
Il Presidente Juan Domingo Perón con il cardinale Santiago Luis Copello

Costretto alle dimissioni dai suoi oppositori all'interno delle stesse forze armate, il 9 ottobre del 1945, Perón fu arrestato poco dopo; tuttavia grandi manifestazioni di massa, organizzate dal sindacato CGT, fecero pressioni notevoli sul governo e lo portarono al suo rilascio, il 17 ottobre; il supporto popolare gli aprì inoltre la strada per la candidatura alla presidenza, che si concretizzò con il 56% dei voti nelle elezioni del 24 febbraio 1946.

Perón perseguì una politica sociale che mirava all'aumento di potere della classe operaia. Espanse enormemente il numero di lavoratori iscritti al sindacato e contribuì a rafforzare la potente Confederazione Generale del Lavoro (CGT). Definì questa come la «terza posizione» (definizione ripresa in seguito da numerosi movimenti antagonisti radicali europei, compresi quelli italiani), tra il capitalismo e il comunismo, sebbene egli fosse dichiaratamente anti-americano e anti-britannico. Perón spinse molto anche verso l'industrializzazione del paese; nel 1947 annunciò il primo piano quinquennale per dare un aiuto alle industrie appena nazionalizzate. La sua ideologia, soprannominata peronismo e che ebbe come sbocco istituzionale la costituzione del Partito Giustizialista (Partido Justicialista), ebbe grande influenza tra i partiti politici argentini.

L'esilio

La seconda moglie di Perón, Eva Duarte de Perón (1919 - 1952) da lui sposata il 2 ottobre 1945, divenne in breve tempo molto famosa e le fu assegnato l'affettuoso diminutivo di Evita; ella aiutò il marito con il sostegno del sindacato e dei gruppi femminili e gestì gran parte dell'attività propagandistica del coniuge. Perón rivinse le elezioni nel 1951: tuttavia i problemi economici, l'alto livello della corruzione e i conflitti con la Chiesa cattolica (che Perón intendeva porre sotto il diretto controllo dello stato e del suo presidente), contribuirono alla sua destituzione per l'avvento di un colpo di Stato militare organizzato il 19 settembre 1955. Nello stesso anno ricevette anche la scomunica per le sue posizioni anti-cattoliche[5].

Perón si recò in esilio in Paraguay, da dove infine riparò a Madrid. Sposò poi una famosa cantante e ballerina di un night club, Isabel Martínez de Perón nel 1961.

In Argentina, gli anni cinquanta e sessanta furono segnati da frequenti cambi di governo e da un'insufficiente crescita economica, con continue rivendicazioni sociali e sindacali. I diversi governi che si succedettero non riuscirono a rivitalizzare l'economia e a sopprimere l'escalation terroristica dei gruppi filo-peronisti come i Montoneros, e alla fine degli anni sessanta e nei primi settanta, si aprì la strada al ritorno di Perón. Il generale Alejandro Lanusse si impossessò militarmente del potere nel marzo del 1971 e dichiarò l'intenzione di ripristinare la democrazia costituzionale a partire dal 1973. Dall'esilio, Perón sostenne i peronisti di sinistra e le organizzazioni sindacali più attive.

Il ritorno e la morte

Juan Domingo Perón e la moglie Eva nel 1945

Il 11 marzo del 1973 si tennero in Argentina le elezioni generali. Anche se a Perón fu impedito di concorrere, gli elettori votarono come presidente un suo sostenitore, Héctor Cámpora. Cámpora si dimise nel luglio dello stesso anno, spianando la strada a nuove consultazioni. A quel punto la confusione era tale che da più parti si invocava il ritorno di Perón. Egli tornò al suo paese natale e vinse la tornata elettorale, divenendo presidente per la terza volta, nell'ottobre del 1973, affidando a sua moglie Isabel il ruolo di vicepresidente.

Licio Gelli, esponente della loggia massonica P2, ha rivendicato un ruolo della massoneria, e suo in particolare, nel favorire il rientro di Perón[6]. Alle manovre avrebbe partecipato anche Giancarlo Elia Valori[5].

Il nuovo regime peronista però si disfece per via dei conflitti tra i sostenitori di sinistra e quelli di destra. Nel tentativo di ristabilire l'ordine pubblico, il governo deliberò alcuni provvedimenti di emergenza. Perón morì il 1º luglio 1974, con tali problemi ancora non risolti e a lui succedette Isabel. Quest'ultima fu rovesciata da un golpe il 24 marzo del 1976 e il suo esecutivo fu sostituito da una giunta militare.

I dubbi sulle origini

Secondo una teoria sostenuta e argomentata da alcuni studiosi sardi (Peppino Canneddu[7], Gabriele Casula[8]), Perón sarebbe stato, in realtà, un emigrato sardo, tale Giovanni Piras di Mamoiada, inventatosi natali argentini per sfuggire alla coscrizione durante la prima guerra mondiale. La notizia del Perón sardo appare per la prima volta nel marzo del 1951, in un articolo a firma Nino Tola, avvocato-giornalista di Mamoiada.

Alcuni anni fa, il caso sembrò essere improvvisamente risolto dal pronipote di un Giovanni Piras, che diede la notizia del ritrovamento del certificato di morte del suo prozio. Riteneva di aver individuato tutti i documenti appartenenti al suo antenato, non sapendo che in realtà quel Giovanni Piras era semplicemente un omonimo, uno dei dodici Giovanni Piras che emigrò tra il 1909 e il 1912 dalla Sardegna in Argentina. Tutti i vari Giovanni Piras sono stati rintracciati dallo scrittore Peppino Canneddu che tra le tante ricerche riuscì a ricostruirne gli alberi genealogici, tra i quali anche quello ritrovato dal suddetto pronipote. Con i moltissimi documenti rintracciati sia negli archivi ferroviari argentini che negli uffici anagrafici, poté appurare che quel Giovanni Piras ritrovato recentemente dal pronipote non era in realtà quello nato a Mamoiada, bensì in una piccola frazione del comune di Torpè, nella costa orientale della Sardegna. Dunque prosegue ancora e continua ad aleggiare il mistero su quel Giovanni Piras di Mamoiada che per accedere alla accademia militare in Buenos Aires fu costretto a cambiare il suo nome e la sua nazionalità e da Giovanni Piras divenne Juan Perón.

Nel Libro del ricercatore di Mamoiada Raffaele Ballore dal titolo "El Presidente" il caso Piras-Peron con sottotitolo la leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Perón, è demolita scientificamente la teoria del Piras di Mamoiada (con documenti imprescindibili). Nell'ultimo periodo, dopo aver notato le tante imperfezioni, forzature e quant'altro messo in rete in innumerevoli siti e blog, lo scrittore ricercatore Raffaele Ballore e il parente diretto del discusso Piras di Mamoiada, Piero Salerno, hanno pubblicato un esaustivo e indiscutibile saggio sul caso Piras-Peron supportato da argomenti e documenti (pubblicati, a differenza di altri che non esibiscono nessun documento e nessuna citazione verificabile) dove dimostrano che il Piras Giovanni di Mamoiada è stato ritrovato. Inoltre sottolineano le gravi lacune nella ricerca e la confusione delle vite del Piras e del presidente Juan Perón ad opera di pseudo ricercatori. Il resoconto preciso e circostanziato è pubblicato nel sito culturale di Mamoiada e ha il titolo significativo IL CASO PIRAS-PERON, CHI BLEFFA E CHI NON: http://www.mamoiada.org/_pdf/LetteraAperta.pdf.

Data e luogo di nascita sono però in discussione anche in Argentina. L'anagrafe è contestata da Hipolito Barreiro, che nella sua pubblicazione Juancito Sosa, un indio Teuelche[9] sostiene che Juan Perón non è nato a Lobos l'8 ottobre 1895, ma a Roque Perez il 7 ottobre 1893. Recentemente è stato richiesto l'esame del DNA dall'argentina Marta Susana Holgado, che ha promosso una causa presso la magistratura argentina sostenendo di essere figlia di Perón e reclamando una parte della sua eredità.

Dissacrazione

Ignoti, nel giugno del 1987, hanno trafugato le mani del presidente argentino, chiedendo un riscatto pari a otto milioni di dollari[10].

Una ricerca di Damian Nabot e David Cox ha sostenuto che la P2 di Licio Gelli fosse coinvolta nella dissacrazione del corpo di Perón.

Onorificenze

Onorificenze argentine

Gran Maestro dell'Ordine del liberatore San Martín - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine di Maggio - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

Collare dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Classe speciale della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria

Curiosità

Il logo del Campionato mondiale di calcio 1978 in Argentina riprende il caratteristico gesto di Perón, che usava salutare la folla con le braccia tese sopra la testa; il disegno era stato creato ancora nel 1974 ma, dopo che i militari presero il potere nel 1976, si accorsero troppo tardi di tale simbologia in vista dell'avvio dei mondiali e tentarono quindi di modificare il logo della manifestazione. Ma oramai il disegno era stato già ampiamente commercializzato e il merchandising avviato, per cui una modifica forzata "sarebbe sfociata in un mare di azioni legali contro il paese", per cui i militari "masticarono la sconfitta"[12].

Note

  1. ^ (ES) Vida del General Juan Domingo Perón, su jdperon.gov.ar, Instituto Nacional Juan Domingo Perón. URL consultato il 2 marzo 2011.
  2. ^ La data di nascita anagrafica è contestata da Hipolito Barreiro che, in una sua recente pubblicazione, sostiene sia nato il 7 ottobre 1893 a Roque Perez; alcuni scrittori sardi (Tola, Canneddu, Casula, Ballore) sostengono che dietro la figura del generale si nasconda il contadino Giovanni Piras di Mamoiada emigrato in Argentina nel 1909.
  3. ^ La sua posizione ideologica ebbe in Italia un'accoglienza calorosa, alla sua assunzione di potere in Argentina. Nei manifesti politici dell'epoca, infatti, sia il Partito Comunista Italiano, sia il Movimento Sociale Italiano esaltarono la sua ascesa, sottolineando le affinità ideologiche che l'avrebbero collegato potenzialmente a questa o quella formazione politica italiana.
  4. ^ L'alpino Peron, in Paolo Valente, Porto di mare, ed. Temi, Trento 2005 - Vertigine, in Paolo Valente, La città sul confine, ed. OGE, Milano 2006.
  5. ^ a b Alessandro Silj, Malpaese: criminalità, corruzione e politica nell'Italia della prima Repubblica, Donzelli Editore, 1994 - ISBN 8879890743.
  6. ^ Simone Nastasi, Intervista esclusiva a Licio Gelli, su litaliano.it. URL consultato il 16 gennaio 2012.
  7. ^ Peppino Caneddu. Giovanni Piras- Juan Peron: due nomi una persona.
  8. ^ Gabriele Casula. ¿Dónde nació Perón? Un enigma sardo nella storia dell'Argentina. Ed. Condaghes, 2004.
  9. ^ Pubblicato nel 2000 a Buenos Aires.
  10. ^ I casi di salme trafugate da Chaplin a Ferruzzi, su repubblica.it, la Repubblica, 17 marzo 2011. URL consultato il 16 gennaio 2012.
  11. ^ PERON S.E.Gen Don Juan Domingo decorato di Gran Cordone, su quirinale.it. URL consultato il 16 gennaio 2012.
  12. ^ Pablo Llonto, "I Mondiali della vergogna. I campionati di Argentina '78 e la dittatura", Edizioni Alegre, Roma 2010, p. 38.

Bibliografia

  • Sulle origini di Perón:
    • Peppino Canneddu - Juan Peron Giovanni Piras: due nomi una persona.
  • Raffaele Ballore - "El Presidente il caso Piras-Peron" la leggenda di un sardo che sarebbe diventato Juan Peron
  • Sulla presenza di Perón in Italia vedi anche:

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Presidente dell'Argentina Successore
Edelmiro Julián Farrell 4 giugno 1946 - 21 settembre 1955 José Domingo Molina Gómez ad interim I
Raúl Alberto Lastiri 12 ottobre 1973 - 1º luglio 1974 Isabel Martínez de Perón II