Gabbai: differenze tra le versioni

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La parola "gabbai" è [[lingua aramaica|aramaica]] e ai tempi del [[Talmud]] significava collettore di tasse o di carità, o tesoriere.<ref>Cfr. ''[http://www.tyndalearchive.com/tabs/jastrow/ Dizionario dei Targumim, Talmud Bavli, Talmud Yerushalmi e Letteratura Midrashica]'' di Marcus Jastrow. (Londra, 1903) 1971/2004, p. 206. [[ISBN]] 1-932443-20-7 {{en}}</ref>
La parola "gabbai" è [[lingua aramaica|aramaica]] e ai tempi del [[Talmud]] significava collettore di tasse o di carità, o tesoriere.<ref>Cfr. ''[http://www.tyndalearchive.com/tabs/jastrow/ Dizionario dei Targumim, Talmud Bavli, Talmud Yerushalmi e Letteratura Midrashica]'' di Marcus Jastrow. (Londra, 1903) 1971/2004, p. 206. [[ISBN]] 1-932443-20-7 {{en}}</ref>


Nell'[[ebraismo]] - il termine "bidello" (in [[ebraico]]: "[[Šamaš|shamash]]") viene usato a volte al posto di ''gabbai'' - indica un "custode" o "[[factotum]]" di sinagoga. Moshe il Custode, gabbai della sinagoga di [[Sighet]] negli [[anni 1940]], è un importante personaggio del romanzo ''La notte'', di [[Elie Wiesel]].<ref>Cfr. Elie Wiesel, ''La notte'', La Giuntina, Firenze 1980.</ref>
Nell'[[ebraismo]] - il termine "bidello" (in [[ebraico]]: "[[Chanukkah|shamash]]") viene usato a volte al posto di ''gabbai'' - indica un "custode" o "[[factotum]]" di sinagoga. Moshe il Custode, gabbai della sinagoga di [[Sighet]] negli [[anni 1940]], è un importante personaggio del romanzo ''La notte'', di [[Elie Wiesel]].<ref>Cfr. Elie Wiesel, ''La notte'', La Giuntina, Firenze 1980.</ref>


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Versione delle 12:32, 19 apr 2012

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Gabbai a Biała (Polonia, 1926)

Gabbai (in ebraico גבאי ?) (o a volte: Shamash שמש) è una persona che assiste nei servizi di sinagoga e nella sua gestione, assicurandosi che tutte le relative esigenze siano sempre soddisfatte, per esempio che i servizi liturgici di preghiera vengano officiati regolarmente ed efficientemente; ha inoltre mansioni di assistente del rabbino (nell'ebraismo chassidico, come segretario o assistente personale del Rebbe). Spesso il gabbai ha anche l'obbligo di mantenere il cimitero ebraico.

In molte sinagoghe il gabbai non è un'occupazione permanente, come sopra descritta, ma rappresenta piuttosto un ruolo nel servizio della Torah. Il gabbai è responsabile di chiamare i fedeli alla lettura della Torah (aliyah); in alcune sinagoghe il gabbai sta vicino al lettore della Torah, tenendo in mano una versione del testo con vocali e cantillazioni (speciale sillabazione e grafia dell'ebraico che non appare sullo scrollo sinagogale della Torah) e segue il lettore rendendosi sicuro che non faccia errori (per es., sbagli pronuncia o salti una parola). In altre sinagoghe questo ruolo è assunto da un'altra persona chiamata sgan סגן.

La parola "gabbai" è aramaica e ai tempi del Talmud significava collettore di tasse o di carità, o tesoriere.[1]

Nell'ebraismo - il termine "bidello" (in ebraico: "shamash") viene usato a volte al posto di gabbai - indica un "custode" o "factotum" di sinagoga. Moshe il Custode, gabbai della sinagoga di Sighet negli anni 1940, è un importante personaggio del romanzo La notte, di Elie Wiesel.[2]

Note

  1. ^ Cfr. Dizionario dei Targumim, Talmud Bavli, Talmud Yerushalmi e Letteratura Midrashica di Marcus Jastrow. (Londra, 1903) 1971/2004, p. 206. ISBN 1-932443-20-7 (EN)
  2. ^ Cfr. Elie Wiesel, La notte, La Giuntina, Firenze 1980.

Voci correlate

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