Decisionismo: differenze tra le versioni

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Versione delle 13:38, 25 gen 2012

Il termine decisionismo, nella sua accezione originaria, indica la dottrina che fa capo al filosofo del diritto Carl Schmitt (Plettenberg, 11 luglio 1888 - Plettenberg, 7 aprile 1985) secondo cui all'origine del diritto stesso c'è una decisione incondizionata.

Il decisionismo di Carl Schmitt

Il filosofo Carl Schmitt, per teorizzare il decisionismo nella sua opera Il custode della costituzione, prende le mosse dall'articolo 48 della Costituzione della Repubblica di Weimar, che prevedeva l'attribuzione di poteri eccezionali al Presidente del Reich (cioè, il Presidente della Repubblica di Weimar).

Questa forma di dittatura costituzionale destinata a emergere durante lo stato d'eccezione - cioè durante una guerra, una rivoluzione o crisi simili - secondo Schmitt evidenzia la vera essenza del diritto, alla base del quale ci sarebbe una decisione d'imperio posta da chi, a un certo punto, si trova effettivamente in condizione di imporla. È questa decisione originaria, incondizionata e arbitraria perché fondata sostanzialmente sulla forza, a raccordare la società col diritto. Passato lo stato d'eccezione, l'energia fondatrice si istituzionalizza formalmente, il sovrano si eclissa e dal caos si passa di nuovo all'ordine, fino alla successiva crisi.

In Italia ha studiato a fondo il pensiero di Carl Schmitt Gianfranco Miglio, scienziato della politica, già preside della facoltà di Scienze politiche dell'Università cattolica di Milano dal 1959 al 1988.

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