Sogno: differenze tra le versioni

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Sogno (disambigua).

«Sogna perché nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti può dare»

Il sogno è un fenomeno legato al sonno e in particolare alla fase REM del sonno, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni apparentemente reali.

Lo studio e l'analisi dei sogni inducono a riconoscere un tipo di funzionamento mentale avente leggi e meccanismi diversi dai processi di pensiero che sono oggetto di studio della psicologia tradizionale. Freud nel '900, spiegò questa modalità di funzionamento dell'apparato psichico descrivendo la psicologia dei processi onirici e suddivise il funzionamento dell'apparato psichico in due forme che chiamò processo primario e processo secondario.

Secondo tale teoria psicoanalitica classica, il sogno sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il sonno di un desiderio inappagato durante la vita diurna.

L'arte divinatoria che pretende di interpretare i sogni si chiama oniromanzia.

Dopo Freud, molti analisti di varie correnti si sono interessati al sogno. Contributi originali sono stati portati nel 1952 da Ronald Fairbairn, per il quale il sogno sarebbe un fenomeno schizoide, da interpretare alla luce della teoria degli oggetti parziali della Klein, ponendo l'accento sull'aspetto simbiotico della personalità.

Bonime nel 1962 propone una teoria del sogno basata sulla concezione che il sogno sia un autoinganno volto a preservare e a rafforzare un modello di vita, ponendo l'accento sull'aspetto comportamentale sociale della personalità.

Neurologia dei sogni

Non esiste una definizione biologica universalmente accettata dei sogni. In generale si osserva una forte corrispondenza con la fase REM, durante la quale un elettroencefalogramma rileva un'attività cerebrale paragonabile a quella della veglia. I sogni che siamo in grado di ricordare, non avvenuti durante la fase REM, sono a confronto più banali.[1] Un uomo in media sogna complessivamente per sei anni durante la sua vita[2] (circa due ore per ogni notte[3]). Non si conosce l'area del cervello in cui hanno origine i sogni, né sappiamo se abbiano origine in una singola area o se più parti del cervello vi concorrano, né lo scopo dei sogni per il corpo e la mente

Fasi del sonno

Lo stesso argomento in dettaglio: Sonno.

Quando il corpo avverte la necessità di dormire, i neuroni situati nelle vicinanze degli occhi iniziano a mandarvi segnali. Secondo Michael Smith, questi neuroni sono situati tanto vicino a quelli che controllano le palpebre che queste iniziano a diventare pesanti.[4] Le ghiandole iniziano a secernere un ormone che favorisce il sonno ed i neuroni inviano segnali al midollo spinale che rilassa il corpo.

Scoperta della fase REM

EEG mostra le onde cerebrali durante la fase REM

Nel 1953 Eugene Aserinsky scoprì la fase REM lavorando nello studio del suo assistente, già dottore in filosofia. Aserinsky notò che gli occhi dei dormienti, durante il sonno, si muovono pur con le palpebre chiuse, mentre usava un poligrafo per registrare le onde cerebrali durante questi periodi. In una sessione svegliò un paziente che stava piangendo durante la fase REM, potendo quindi trovare conferma in quanto aveva presupposto precedentemente.[5] Nel 1953 Aserinsky e il suo assistente pubblicarono gli studi effettuati sulla rivista Science.[6]

Nel 1976, J. Allan Hobson e Robert McCarley proposero una nuova teoria che cambiò radicalmente il sistema di ricerca, sfidando la precedente visione Freudiana dei sogni come desideri del subconscio che dovrebbero essere interpretati. La teoria di attivazione di sintesi asserisce che le esperienze sensitive sono fabbricate dalla corteccia come un mezzo per interpretare i segnali caotici dai ponti neuronali. Questi propongono che durante la fase REM, le onde della sinapsi ascendente PGO (ponto-genicolo-occipitale) stimolano la parte alta del mesencefalo e il proencefalo, producendo rapidi movimenti degli occhi. Il proencefalo così attivato sintetizza il sogno all'esterno delle informazioni generatasi internamente. Questi presumono inoltre che le stesse strutture indurrebbero anche le informazioni sensoriali della fase REM.

Le ricerche di Hobson e McCarly nel 1976 suggerirono che i segnali interpretati come sogni hanno origine nel tronco del cervello durante la fase REM. Comunque, la ricerca di Mark Solms suggerisce che i sogni sono generati nel romboencefalo, e che la fase REM e i sogni non sono direttamente correlati.[7] Lavorando nel reparto di neurochirurgia in ospedali a Johannesburg e Londra, Solms aveva accesso a pazienti coi vari danni al cervello. Cominciò quindi ad interrogare pazienti sui loro sogni e scoprì che coloro che avevano registrato danni al lobo parietale avevano smesso di sognare; questa scoperta era in linea con la teoria del 1977 di Hobson. Comunque, Solms non incontrò casi di perdita della capacità di sognare nei pazienti che avevano danni al tronco cerebrale. Questa conclusione lo portò a mettere in discussione la teoria prevalente di Hobson secondo la quale il tronco è la fonte dei segnali che vengono interpretati come sogni. Solms formulò l'idea del sogno come una funzione di molteplici e complesse strutture cerebrali, confermando quanto presupposto dalla teoria freudiana dei sogni, idea questa che aveva incontrato le critiche di Hobson.[8]

Teoria dell'attivazione continua

Combinando le ricerche di Hobson e Solms, la teoria di continual-activation del sognare presentata da Jie Zhang propone che sognare è un risultato dell'attivazione di cervello e della sintesi allo stesso tempo, poiché il sogno e la fase REM del sonno sono controllati da differenti meccanismi cerebrali. Zhang ipotizzò che le funzioni del dormire sono una sorta di trasferimento delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, sebbene non vi sia una assoluta certezza sulla teoria del "consolidamento" della memoria. Il sonno non-REM tratta la memoria consapevole-relativa, e il sonno-REM tratta la memoria relativa ed inconscia (memoria procedurale)

Zhang presumette che durante la fase REM, la parte inconscia del cervello è occupata nel processare la memoria procedurale; nel frattempo, il livello di attività nella parte consapevole del cervello scenderà ad un livello molto basso come i contributi dal sensorio, che risulterà fondamentalmente disconnesso. Questo provocherà il meccanismo di "continuo-attivazione" che genererà un fiume di dati dalla memoria immagazzinata alla parte consapevole del cervello. Zhang propone che, col coinvolgimento del sistema pensante ed associativo, sognando, il cervello del sognante mantiene la stessa memoria finché non si verifica la successiva inserzione di memoria. Questo spiega perché i sogni hanno ambo le caratteristiche della continuità (all'interno di un sogno) e cambi improvvisi (tra due sogni).[9][10]

Sogni e memoria

Eugen Tarnow suggerì che i sogni sono una forma di stimolazione continua della memoria a lungo termine, durante tutto il corso della vita. La stranezza dei sogni è dovuta alla configurazione della memoria a lungo termine, memore delle scoperte di Wilder Penfield e Rasmussen secondo le quali le stimolazioni elettriche della corteccia cerebrale darebbero origine ad esperienze sensoriali del tutto simili ai sogni.

Durante la normale attività giornaliera una funzione esecutiva interpreta la memoria a lungo termine, verificando la veridicità dei singoli eventi. La teoria di Tarnow è una riscrittura della teoria di Sigmund Freud sui sogni, nei quali l'inconscio è sostituito col sistema di memoria a lungo termine ed il Lavoro di Sogno di Freud descrive la struttura di memoria a lungo termine.[11]

Ippocampo e memoria

Locazione dell'ippocampo

Uno studio del 2001 ha mostrato l'evidenza che le ubicazioni illogiche, i caratteri e i flussi di sogno possono aiutare il cervello a fortificare il concatenamento ed il consolidamento della memoria semantica. Questa occasione potrebbe realmente verificarsi, in quanto, durante la fase REM, il flusso di informazioni tra l'ippocampo e la corteccia si riduce. Livelli in aumento dell'ormone dello stress Cortisolo fanno inoltre decrescere (spesso durante il sonno di REM) la comunicazione. Una tappa del consolidamento della memoria è il concatenamento di ricordi distanti ma correlati. Payne e Nadel hanno ipotizzato che i ricordi vengano concatenati in un resoconto liscio simile ad un processo che accade quando la mente è sotto stress.

Funzione dei sogni

Ci sono molte ipotesi relativamente alla funzione dei sogni. Durante la notte ci possono essere molti stimoli esterni, ma la mente rielabora gli stimoli e ne fa parte integrante dei sogni, nell'ordine in cui il sonno procede. Comunque, la mente sveglia un individuo se questo dovesse trovarsi in pericolo o se qualificato a rispondere a certi suoni, come ad esempio un bambino che piange. I sogni possono permettere anche alle parti represse della mente di essere soddisfatte attraverso la fantasia mentre tiene la mente lontana da pensieri che causerebbero un risveglio improvviso.[12] Freud suggerì che gli incubi lasciano che il cervello controlli emozioni che sono il risultato delle esperienze dolorose. I sogni lasciano anche esprimere alla mente sensazioni che sarebbero normalmente soppresse da svegli, tenendosi così in armonia. I sogni possono inoltre offrire una vista sulle emozioni legate ad eventi futuri, come ad esempio accade nel periodo di veglia, in occasione di un colloquio di lavoro o comunque di una esperienza emozionante.

Carl Gustav Jung suggerì che i sogni possono compensare atteggiamenti unilaterali che si tengono da svegli. Ferenczi propose che il sogno può comunicare qualcosa che non si sta dicendo completamente. Ci sono state anche analogie con le operazione di manutenzione automatica dei computer operate quando questi sono in modalità off-line. I sogni possono rimuovere "nodi parassiti" e altra spazzatura dalla mente durante il sonno.[13][14] I sogni possono creare anche nuove idee attraverso la generazione di mutazioni di pensiero casuali. Alcune di queste possono essere rifiutate dalla mente come inutili, altre possono essere viste come preziose e mantenute. Blechner[15] definì questa come la teoria dell'Onirismo Darwiniano. I sogni possono inoltre regolare l'umore.[16] Hartmann[17] disse che i sogni posso funzionare come la psicoterapia "attivando connessioni in un posto sicuro" e permettendo al sognante di integrare cose e pensieri che altrimenti verrebbero dissociati quando sveglio. Recenti studi di Griffin hanno condotto alla formulazione della teoria di adempimento dell'aspettazione di sognare che suggerisce che sognando metaforicamente si completano modelli di aspettazione emotiva e consequenzialmente si abbassano i livelli di stress.[18][19]

Sogni lucidi

A volte capita di acquisire consapevolezza del fatto di trovarsi in un sogno. Essendo coscienti del fatto che tutto l'ambiente è una creazione della nostra mente, è possibile manipolare a piacimento gli oggetti e gli eventi del nostro sogno. Alcune persone, definite "sognatori lucidi naturali", hanno la capacità di rendersi conto di trovarsi in un sogno senza applicare tecniche particolari. Al contrario, molte persone ricercano queste esperienze impegnandosi nell'applicazione di alcune tecniche che possono aiutarli nel raggiungere l'obiettivo.

Essendo quello dei sogni lucidi un mondo che non genera alcun interesse in molta gente (che spesso reagisce chiedendosi quale sia l'utilità dell'onironautica), sono nati su Internet alcuni siti web e community che trattano di questo argomento, come l'americano DreamViews o l'italiano Sognilucidi.it.

Notevole è stato il contributo del Dr. Stephen LaBerge nel rendere accettabile dalla scienza ufficiale il fenomeno dei sogni lucidi.

Storia

Il sogno nella preistoria

Il sogno è un'attività del pensiero umano che ha interessato l'uomo fin dai primordi della civiltà. Il disegno a carboncino in una delle Grotte di Lascaux può essere considerato la rappresentazione di un sogno. In questo documento l'autore disegna ciò che vede con la fantasia: l'uccisione del bisonte durante una battuta di caccia. Esso è analogo ad un sogno ad occhi aperti, disegnato a memoria.

L'epopea di Gilgamesh

La prima testimonianza scritta è riportata in uno dei primi libri prodotti dal genere umano, l'Epopea di Gilgamesh, composta intorno al 2000 a.C. su tavolette di creta asciugata al sole e rinvenute nella biblioteca di Assurbanipal, a Ninive nel 1852 (ma riconosciute solo nel 1870 dall' assiriologo inglese George Smith). Gilgamesh sogna di incontrare Enkidu, con il quale dapprima ingaggia una lotta, ma poi, riconosciutane la forza, lo porta davanti alla madre e lo adotta come gemello. Quando Gilgamesh racconta questo sogno alla madre Ninsun, lei lo interpreta in questo modo:

«Un compagno forte verrà da te, uno che può salvare la vita di un amico, egli è potente nella montagna, egli possiede la forza. La sua forza è così grande come quella del firmamento di An. Tu lo amerai come una moglie, e lo terrai stretto a te, ed egli avrà sempre cura della tua salute. Il tuo sogno è buono e favorevole.»

In questo caso la madre (la dea-sacerdotessa Rimat-Ninsun), fornisce un'interpretazione profetica del sogno.

Il sogno presso la civiltà dei Sumeri

In epoca sumerica troviamo il rituale dell'incubazione. Questa pratica richiedeva che un individuo scendesse in un luogo sacro sotterraneo, dormisse una notte intera e andasse poi da un interprete a raccontare l'eventuale sogno, che di solito rivelava una profezia.

Il sogno nella mitologia norrena

Nei testi principale della mitologia norrena, come l'Edda poetica e l'Edda in prosa di Snorri Sturluson, il dio Baldr compie sogni premonitori della sua morte, confermati dal padre Odino, che disceso in Hel, scopre che li tutto è pronto per accogliere il morituro. La madre Frigg allora fa promettere ad ogni cosa o essere vivente che mai verrà offeso in alcun modo Baldr, tranne al giovane vischio. Alla fine, Loki ucciderà Baldr proprio con un ramo di vischio.

La Bibbia e i sogni

Antico Testamento

L'Antico Testamento riporta diversi sogni, dei quali il più noto è quello del faraone egizio che sogna sette vacche grasse e sette vacche magre: nessuno sa interpretare il sogno, finché non viene chiamato Giuseppe [20]. In questo sogno l'interpretazione è sempre di tipo profetico ma assume un carattere religioso: Giuseppe infatti pensa che la profezia provenga da Dio.
Questo voler vedere un intervento divino in un fatto terreno, in termini etnologici si chiama diafania. La più bella diafania riportata nella Bibbia è un altro sogno, questa volta fatto da Mosè, che riguarda la descrizione che Dio fa di sé stesso:

«Io sono colui che è.»

Non è un sogno profetico - non necessita di interpretazioni - ma è rivelatore di una certa realtà sempre esistente ma mai vista così chiaramente. Un sogno di realtà in cui la realtà è una diafania, un voler vedere Dio in un roveto ardente e cercare di descriverlo ai figli di Israele. Il sogno di Dio è una diafania di Mosè.

Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento si ricorda il sogno fatto da Claudia Procula, moglie di Ponzio Pilato: mentre il funzionario stava decidendo se condannare a morte o meno Gesù, la donna capì interpretando la propria visione che quell'uomo era innocente. [21].

Il sogno presso i Greci

I Greci ripresero l'usanza dell'incubazione, andando in un bosco sacro o in una grotta, dove scavavano una buca, o recandosi presso un tempio di Asclepio. Lì si accoccolavano sperando di riuscire a dormire e quindi a sognare; in seguito consultavano l'esperto in oniromanzia. Le interpretazioni assumevano un ruolo di cura e guida spirituale. Tra gli interpreti ve ne erano di famosi, come Artemidoro di Daldi, forse il primo a scrivere un libro sull'argomento, intitolato L'interpretazione dei sogni. Questo libro è un mero elenco di sogni e di interpretazioni arbitrarie, senza carattere scientifico.

Le interpretazioni fornite da Artemidoro e altri furono tramandate di generazione in generazione. Il primo a riprendere in mano l'argomento in epoca moderna fu Sigmund Freud, che pubblicò a sua volta nel 1899 la sua Interpretazione dei Sogni, un testo fondamentale nella storia del pensiero.

Inoltre sono testimoniate antiche forme di esorcismo utili a liberarsi da sogni angosciosi, come la purificazione attraverso l'uso dell'acqua, il sacrificio agli dei oppure il racconto della visione alla luce del sole.

Nella mitologia greca è rimasto famoso il caso del giovane re tracio Reso, alleato di Priamo nella guerra di Troia, che vide in sogno la persona che lo stava sgozzando in quel momento, il nemico Diomede, penetrato di sorpresa nella sua tenda: la vicenda è narrata nell' Iliade [22]. Sempre nel poema omerico si accenna a due anziani interpreti di sogni, il troiano Euridamante e Merope di Percote, entrambi padri di due figli guerrieri: i quattro giovani, destinati anch'essi a finire vittime di Diomede (ma nei combattimenti veri e propri), avevano ripetutamente sognato prima di partire per la guerra. Merope cercò di convincere i propri figli Adrasto e Anfio a non partecipare al conflitto, avendo ravvisato nelle loro visioni segnali di morte: essi non lo ascoltarono e mal gliene incolse [23]. Invece Euridamante sbagliò l'interpretazione dei sogni fatti dai figli Abante e Poliido, che a suo dire non sarebbero caduti in battaglia [24]. Merope ebbe anche una figlia, Arisbe, destinata a diventare la prima moglie di Priamo, dal quale essa ebbe Esaco, che eccelse in oniromanzia come il nonno.

Il sogno nella cultura popolare

«I sogni son desideri
di felicità.
Nel sonno non hai pensieri
Ti esprimi con sincerità.»

L'interpretazione dei sogni nelle culture popolari è spesso semplicistica, e le stesse formule chiave vengono applicate indifferentemente a individui completamente diversi. La famosa smorfia napoletana è un elenco delle associazioni di immagini, situazioni, oggetti, avvenimenti con i numeri del gioco del lotto, un dizionario prêt-à-porter dei desideri di uscire dalla necessità con una vincita risolutiva.

Sogno e psicoanalisi

L'analisi dei sogni pietra miliare della psicoanalisi

Più volte Freud espresse la sua concezione attraverso la sua ormai nota formulazione secondo la quale "il sogno è la via maestra per esplorare l'inconscio".
È infatti con l'interpretazione dei sogni che nasce quella disciplina di indagine psicologica profonda chiamata psicoanalisi.
Lo sviluppo della psicoanalisi è andata di pari passo con l'elaborazione e quindi l'analisi e l'interpretazione dei sogni non solo dei pazienti ma anche degli stessi analisti.
Freud dedicò una gran quantità di tempo, così come Jung e ogni altro psicoanalista serio, all'analisi dei propri sogni. Anzi su tale questione si può tranquillamente dire che la psicoanalisi nasce con l'atto di ripiegamento riflessivo dello stesso Freud sui contenuti provenienti dall'inconscio che a lui si palesavano tramite le immagini oniriche dei suoi sogni. Così facendo egli per primo iniziò a percorrere una nuova via di conoscenza che fece di lui il pioniere e padre di quella moderna psicologia detta psicoanalisi che ben presto attrasse a sé una quantità enorme di medici e pazienti desiderosi di intraprendere tale percorso che tuttavia, come Freud fin dall'inizio precisò, solo secondariamente era psicoterapeutica essendo la psicoanalisi principalmente una via di conoscenza.
Freud per sua formazione tendeva ad andare in sintonia con la scienza ufficiale, ma la psicoanalisi nasce proprio perché Freud invece non si conformò alla scienza del tempo, che non dava alcun serio significato al sogno e al suo specifico linguaggio, ma si ritrovò più in sintonia con la lunga tradizione delle credenze popolari.
La psicoanalisi ha sempre visto una intelligenza in azione nei contenuti di pensiero che via via emergevano dall'attività onirica, contenuti che pur provenienti dalla medesima attività onirica alcuni psicoanalisti hanno chiamato più semplicemente contenuti dell'inconscio e altri anche messaggi dell'inconscio ma che per entrambi hanno una intelligenza.
Mentre questo lavoro di interpretazione dei sogni andava progredendo, la psicoanalisi come scienza viva ha precisato, modificando via via nel tempo la sua teoria generale del sogno, creando anche varie scuole di pensiero al proposito. Resta il fatto che il sogno e l'interpretazione del sogno costituiscono il fondamento che ha dato origine a questa disciplina ed anche ne ha determinato lo sviluppo e la creatività.

Il sogno secondo Sigmund Freud

Secondo Freud il sogno costituisce un mezzo tra i più efficaci per osservare le fantasie rimosse dall'area della coscienza durante il giorno, ma che vengono rappresentate come in una specie di teatro durante la notte. I due meccanismi principali che sono deputati alla trasformazione e rappresentazione del materiale onirico sono lo spostamento (di oggetto rappresentato) e la condensazione (una crasi di temi e simbolismi). Questo permette al mattino di ricordare, per un certo tempo, immagini mentali e relative emozioni, normalmente censurate.
Gli psicoanalisti imparano a interpretare i sogni dopo un lunghissimo periodo di analisi, detto training.

Critiche interne alla psicoanalisi delle concezioni freudiane del sogno

Oggi anche molti psicoanalisti trovano discutibili alcuni punti delle teorie di Freud. Raramente infatti i sogni riguardano la soddisfazione dei desideri, come in parte originariamente teorizzato da Freud: essi possono aiutare a ricostruire alcuni processi intrapsichici più ampi, mettendo in luce aspetti endopsichici conflittuali o strutturali, e possono assumere un ruolo importante nella guida interiore del soggetto per la propria reintegrazione psichica.

Note

  1. ^ Dement, W., Kleitman, N., The Relation of Eye Movements during Sleep to Dream Activity.', in Journal of Experimental Psychology, vol. 53, 1957, pp. 89-97.
  2. ^ How Dream Works, 2006. URL consultato il 4 maggio 2006.
  3. ^ Brain Basics: Understanding Sleep, su ninds.nih.gov, 2006. URL consultato il 16 dicembre 2007.
  4. ^ Nicholas Wade, The Science Times Book of the Brain, Lyons, 1998.
  5. ^ William Dement, The Sleepwatchers, 1996, 0964933802.
  6. ^ E Aserinsky, Kleitman, N., Regularly occurring periods of eye motility, and concomitant phenomena, during sleep, in Science, vol. 118, n. 3062, settembre 1953, pp. 273-274, DOI:10.1126/science.118.3062.273, PMID 13089671.
  7. ^ M. Solms, Dreaming and REM sleep are controlled by different brain mechanisms, 23(6), Behavioral and Brain Sciences, 2000, pp. 793-1121.
  8. ^ Andrea Rock dreams are not always true., 3, in The Mind at Night: The New Science of How and Why we Dream, Basic Books, 2004, ISBN 0465070698.
  9. ^ Jie Zhang, Memory process and the function of sleep (PDF), 6-6, Journal of Theoretics, 2004. URL consultato il 13 marzo 2006.
  10. ^ Jie Zhang, Continual-activation theory of dreaming, Dynamical Psychology, 2005. URL consultato il 13 marzo 2006.
  11. ^ Eugen Tarnow, How Dreams And Memory May Be Related, 5(2), NEURO-PSYCHOANALYSIS, 2003.
  12. ^ Ole Vedfelt, The Dimensions of Dreams, Fromm, 1999.
  13. ^ Evans, C. & Newman, E. (1964) Dreaming: An analogy from computers. New Scientist, 419:577-579.
  14. ^ Crick, F. & Mitchison, G. (1983) The function of dream sleep. Nature, 304:111-114.
  15. ^ Blechner, M. (2001) The Dream Frontier. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  16. ^ Kramer, M. (1993)The selective mood regulatory function of dreaming: An update and revision. In: The Function of Dreaming. Ed., A. Moffitt, M. Kramer, & R. Hoffmann. Albany, NY: State University of New York Press.
  17. ^ Hartmann, E. (1995)Making connections in a safe place: Is dreaming psychotherapy? Dreaming, 5:213-228.
  18. ^ Griffin, J. (1997) The Origin of Dreams: How and why we evolved to dream. The Therapist, Vol 4 No 3.
  19. ^ Griffin, J, Tyrrell, I. (2004) Dreaming Reality: how dreaming keeps us sane or can drive us mad'. Human Givens Publishingfrhruruteuut.
  20. ^ Genesi 41,1-36
  21. ^ Vangelo di Matteo
  22. ^ Omero, Iliade, X
  23. ^ Omero, Iliade, II, XI
  24. ^ Omero, Iliade, V

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni