Canale di Procida: differenze tra le versioni
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Versione delle 14:46, 14 nov 2011
Il canale di Procida è un braccio di mare del Tirreno meridionale. Separa l'isola di Procida dalla penisola Flegrea, costituendo il punto d'ingresso più settentrionale del golfo di Napoli e collegandolo al golfo di Gaeta.
Il canale ha una lunghezza massima di circa 7 km (in direzione Est - Ovest) per una larghezza minima di circa 3,4 km. L'ingresso da Ovest è delimitato da Capo San Martino (sulla terraferma) e Punta Pioppeto (Procida), terminando sul versante napoletano con capo Miseno (in terraferma) e Punta della Lingua (Procida). Punta Pioppeto e Capo Miseno sono dotati di fari per la navigazione costiera notturna.
La profondità e generalmente bassa, giungendo al massimo a circa 14 - 15 metri nel punto più stretto, con diversi scogli affioranti e secche; tra queste, in posizione pressoché centrale, la Secca del Torrione, a poco più di 4 m di profondità, con segnalazione luminosa; proseguendo verso ovest, più vicina a Procida, la Secca di Marsiglia, a poco più di 6 metri. La navigazione è dunque interdetta alle navi di maggior pescaggio; viene tuttavia generalmente percorso dai traghetti e dagli aliscafi provenienti dalla terraferma e diretti all'isola d'Ischia.
Vi si affacciano i comuni di Procida, Monte di Procida e Bacoli (limitatamente alla spiaggia di Miliscola e Capo Miseno). Il canale è attraversato da numerosi cavi sottomarini per l'energia elettrica e le telecomunicazioni. Nel 1957 fu attraversato dal primo acquedotto sottomarino d'Europa (tra Miliscola e l'isola di Procida).
Nel 1799 fu teatro di un'importante battaglia navale tra la flotta della Repubblica Napoletana comandata dall'ammiraglio Francesco Caracciolo e le navi della marina Anglo-Borbonica di Nelson, documentata in una gouache di Saverio della Gatta esposta al museo di San Martino.