Piega (geologia): differenze tra le versioni
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Sull'asse orizzontale, la ''lunghezza'' di una singola piega raramente supera le decine di [[Chilometro|chilometri]]; quella di un sistema di pieghe, come nel caso di una [[catena montuosa]], può superare le centinaia di chilometri. Sul piano verticale e trasversale le dimensioni sono di norma inferiori di un ordine di grandezza, o ancora di più. <br> |
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== Classificazioni morfologiche == |
== Classificazioni morfologiche == |
Versione delle 12:13, 16 mar 2011
In ambito geologico viene definita piega una deformazione duttile di masse rocciose stratificate, la cui giacitura originaria era orizzontale, in seguito a forze di compressione, ricollegabili all'orogenesi, distribuite non omogeneamente entro la massa rocciosa tanto da aver determinato una deformazione, della serie rocciosa, plastica (ossia permanente) e continua (senza rotture).
Il geologo con il Rilevamento geologico, ovvero la cartografia degli affioramenti di roccia (caratteristiche litologiche, geometria delle pieghe, faglie, ecc.), può stabilire la struttura tettonica in profondità e capire gli sforzi tettonici che hanno provocato la deformazione della roccia. Questo lavoro gli permette di disegnare in seguito sezioni geologiche, molto utili in caso di costruzione di opere di ingegneria civile sotterranee quali tunnel autostradali o ferroviari, gallerie, miniere, ecc.
Elementi della piega
Una superficie piana curva può essere descritta come la curvatura di un arco. Si distinguono, pertanto, in una piega:
- la cerniera, ossia la parte di massima curvatura, in corrispondenza della quale si congiungono i cosiddetti fianchi, cioè le superfici laterali della piega;
- il piano assiale, ossia il piano sul quale giacciono tutti i punti di massima curvatura di tutte le superfici piegate, e pertanto rappresenta il piano di simmetria;
- il nucleo, ossia la parte più interna, lungo la quale passa il piano assiale della piega;
- l' asse della piega, ossia l'intersezione del piano assiale con una delle infinite superfici deformate della piega stessa e, come peraltro il piano assiale, può essere orizzontale o variamente inclinato fino alla posizione verticale;
- la vergenza, ossia la direzione verso cui tende a coricarsi la piega;
- la linea di cresta, la linea che congiunge i punti sulla sommità della curvatura. Quando il piano assiale è verticale, la linea di cresta coincide con l'asse della piega; quando invece il piano assiale è inclinato, la piega tende a rovesciarsi verso un punto dell'orizzonte (si dice, in questo caso, che la piega ha vergenza verso quest'ultimo punto).
Dimensioni
Le pieghe sono strutture tridimensionali nelle quali lo sviluppo va considerato nelle tre dimensioni. Si originano in genere in sistemi di forme differenti, ad es. con alternanza di curve concave e convesse, in cui non è quasi mai possibile identificare una struttura le cui dimensioni prevalgano sulle altre.
Sull'asse orizzontale, la lunghezza di una singola piega raramente supera le decine di chilometri; quella di un sistema di pieghe, come nel caso di una catena montuosa, può superare le centinaia di chilometri. Sul piano verticale e trasversale le dimensioni sono di norma inferiori di un ordine di grandezza, o ancora di più.
La grandezza di una piega può essere molto variabile, da millimetrica, alla scala dell' affioramento, fino a pieghe di grandezza chilometrica o pluri-chilometrica nel caso di catene montuose. Anche l'esame dell'orientamento di pieghe di dimensioni decimetriche ("pieghe mesoscopiche"), permette di determinare il senso di trasporto delle masse rocciose[1].
Classificazioni morfologiche
Prendendo in considerazione, per semplificare, soltanto la forma che possono assumere le pieghe in una sezione trasversale che sia perpendicolare all'asse, le pieghe possono essere classificate in vario modo, a seconda dell'elemento preso in esame. A seconda del numero di fianchi presenti, vengono classificate in:
- monoclinali (pieghe che presentano un solo fianco)
- flessure: monoclinale in cui il fianco di raccordo ha inclinazione media
- pieghe a ginocchio: monoclinale in cui il fianco di raccordo varia da subverticale a ribaltato
- biclinali (pieghe che presentano due fianchi)
- In base alla convessità (dal punto di vista geometrico):
- pieghe antiformi: rivolte verso l'alto
- pieghe sinformi: rivolte verso il basso
- In base alla convessità (dal punto di vista geometrico):
- In base alla convessità (dal punto di vista stratigrafico):
- pieghe anticlinali: è una piega con la convessità rivolta verso l'alto; essa è il risultato degli sforzi compressivi a cui sono state sottoposte le rocce nel corso del tempo, che le ha deformate plasticamente. Si possono riconoscere su una carta geologica per la presenza delle rocce più antiche al nucleo della sequenza stratigrafica, dovuto alla successiva erosione; le anticlinali sono tipicamente affiancate dalle sinclinali, pieghe con convessità verso il basso, in sistemi formatisi durante le fasi orogenetiche.
- pieghe sinclinali: rivolte verso il basso (gli strati più giovani vengono a trovarsi in prossimità del nucleo)
- In base alla convessità (dal punto di vista stratigrafico):
- In base alla posizione del piano assiale, le pieghe biclinali possono essere classificate in:
- diritte: pieghe con piano assiale verticale
- inclinate: pieghe i cui fianchi che si immergono in direzioni opposte, ma aventi un diverso grado di inclinazione
- rovesciate: pieghe con fianchi inclinati nella stessa direzione, nel fianco inferiore gli strati più recenti sono presenti al di sotto di quelli più antichi
- coricate: pieghe con piano assiale pressoché orizzontale. Quando delle pieghe coricate siano di notevoli dimensioni, si dà luogo alla formazione di falde di ricoprimento.
- immerse: pieghe in cui l'asse ha un'inclinazione negativa
- In base alla posizione del piano assiale, le pieghe biclinali possono essere classificate in:
- a seconda dell'angolo formato dai fianchi della piega (interlimb angle):
- > 140° : piega blanda
- 140°-70° : piega aperta
- 70°-30° : piega serrata
- < 30° : piega acuta
- se i fianchi sono paralleli: isoclinale
- a seconda dell'angolo formato dai fianchi della piega (interlimb angle):
Nel caso molto semplice di una compressione orizzontale, una serie di strati sedimentari si deforma in cilindri. Generalmente le pieghe non si presentano isolate, ma associate in fasci. Qualora, in conseguenza di una compressione tangenziale, la piega si rompa lungo il fianco sottostante, con spostamento relativo dei blocchi, si forma una piega rovesciata detta piega faglia.
Note
- ^ Walter Alvarez, "Fold distortion: a new indicator of tectonic transport direction", Geology, 6: 657-660, 1980.
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