Daniel Cohn-Bendit: differenze tra le versioni

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Al di là delle polemiche politiche, uno degli aspetti più controversi del Maggio '68 fu proprio il sostegno di alcuni all'idea di "liberazione sessuale" dei bambini [32], [33].
Al di là delle polemiche politiche, uno degli aspetti più controversi del Maggio '68 fu proprio il sostegno di alcuni all'idea di "liberazione sessuale" dei bambini [32], [33].

Abusi alla scuola materna Olga Rovere : una mammma ha raccontato che sua figlia le descrisse i particolari anatomici di uno degli imputati. La difesa: «Credibile una bambina che dice di aver visto a casa della maestra Patrizia il leader europeo dei Verdi Cohn-Bendit?»..lunedì 21 febbraio 2011


=== Opere ===
=== Opere ===

Versione delle 22:58, 25 feb 2011

Daniel Cohn-Bendit

Daniel Cohn-Bendit (Montauban, 4 aprile 1945) è un politico tedesco.

È deputato al Parlamento europeo dal 1994 e co-presidente dei Verdi/ALE, dal 2004 [1]. Egli è stato uno dei principali attori del movimento del Maggio '68 in Francia, durante il quale ha ottenuto il soprannome di "Dany il Rosso", sia per le sue idee che per il colore dei suoi capelli. Successivamente le sue idee politiche sono cambiate. Si è dichiarato "per il capitalismo e per l'economia di mercato" [2] e nel 1998, si è rivendicato come "liberale-libertario" durante la campagna per le elezioni europee del 1999 [3]. Ora è diventato "Dany il Verde".

Nel 2009 in occasione delle elezioni europee, è stato capolista della lista Europe Ecologie nella circoscrizione elettorale Île-de-France, nella quale ha raccolto il 20,86% dei voti [4]. Mentre la lista Europe Ecologie si è attestata a livello nazionale ad una percentuale del 16,28%, tallonando il Partito Socialista francese [5].

Biografia

Un giovane contestatore

Fratello di Gabriel Cohn-Bendit, è nato a Montauban da genitori ebrei rifugiati in Francia nel 1933 per sfuggire al nazismo. Daniel Cohn-Bendit è stato apolide fino all'età di 14 anni, quando ha optato per la nazionalità tedesca [6] per, come egli stesso ha detto, evitare di dover fare il servizio militare in Francia. Egli si è definito tuttavia come "cittadino europeo".

Brevemente membro della Federazione anarchica, poi del movimento "Nero e rosso", in seguito si definirà "liberale-libertario". Nel 1967 fu studente di sociologia presso la facoltà di Nanterre, dove cominciò il movimento che diede origine poi al Movimento del 22 marzo 1968. Fu inserito nella lista nera degli studenti. A seguito dell'evacuazione dei locali da parte della polizia il 2 maggio, fu uno degli studenti che occuparono la Sorbona il giorno seguente. Fu con Alain Geismar e Jacques Sauvageot una delle figure di primo piano del "Movimento del Maggio". Il 21 maggio, mentre era a Berlino, gli fu vietato il ritorno in Francia. Ma il 28 maggio riuscì a passare la frontiera con i capelli tinti e gli occhiali scuri ed intervenne ad un incontro alla Sorbona, dove venne acclamato dagli studenti in occupazione. Lo slogan "Siamo tutti ebrei tedeschi" riassume il sostegno dei giovani a colui che la stampa chiamò "Dany il Rosso". Il divieto di soggiorno in Francia non fu revocato fino al 1978.

Alla fine degli "eventi" del Maggio francese, si trasferisce a Francoforte, dove entra a far parte del movimento di protesta tedesco. Successivamente diventa aiuto-educatore di una scuola materna autogestita, impiegato della biblioteca Karl-Marx, ma lentamente si allontana dalla prospettiva contestataria: dopo aver criticato le "elezioni borghesi" [7], inizia una carriera politica.

Carriera politica ed ecologismo di sinistra

Alla fine degli anni '70, si avvicina al movimento dei Verdi tedeschi (Die Grünen) e si lega con Joschka Fischer, che lo invita a candidarsi alle elezioni del Land dell'Assia. Più tardi, Daniel Cohn-Bendit viene eletto sotto il simbolo dei Verdi nel consiglio comunale di Francoforte (dal 1989) ed in seguito al Parlamento europeo.

Nel 1981, in Francia egli ha sostenuto la candidatura di Coluche come Presidente della Repubblica. Cinque anni più tardi, viene formalizzato il suo abbandono della prospettiva rivoluzionaria nell'opera "Nous l'avons tant aimée, la Révolution" [8].

Nel 1989 viene nominato Vice-Sindaco del Sindaco SPD di Francoforte, responsabile per gli affari multiculturali.

Daniel Cohn-Bendit è membro del Parlamento europeo dalle elezioni europee nel 1994 [9]. Egli è stato eletto come primo rappresentante dei Verdi tedeschi ed è stato capolista dei Verdi francesi (la sua lista ottenne il 9,72% dei voti nel giugno 1999, secondo miglior risultato dei Verdi alle elezioni europee dopo il francese Antoine Waechter nel 1989), ed infine come rappresentante dei Verdi tedeschi il 13 giugno 2004. Le sue opzioni economiche "liberal-socialiste" [10] ed il sostegno della liberalizzazione dei servizi pubblici [11] lo hanno allontanato un po' dalla maggioranza degli ambientalisti europei che ritengono che il dogma liberale sia incompatibile con le risorse necessarie alla conservazione del pianeta ed alla lotta per la giustizia sociale, e quindi con il paradigma ecologista [12]. Daniel Cohn-Bendit auspica anche una politica di immigrazione "aperta" ed è a favore della depenalizzazione delle droghe leggere (cannabis) [13].

Anti-nazionalista e partigiano del federalismo europeo, Daniel Cohn-Bendit si è impegnato per il processo costituzionale europeo avviato con il discorso del suo amico Joschka Fischer sulle "finalità dell'integrazione europea" [14]. Dopo il soddisfacente bilancio della Convenzione sul futuro dell'Europa, ha inviato una lettera [15] ai governi riuniti in sede di Conferenza intergovernativa in cui ha esortato:

  • di mettere tutto il loro peso, per far sì che il testo finale del Trattato che istituisce la Costituzione Europea non contenga indietreggiamenti rispetto al testo redatto durante la convenzione;
  • di introdurre nella terza parte della Costituzione Europea, un processo di revisione meno farraginoso, che non si basi sull'unanimità, che preveda la piena partecipazione del Parlamento europeo e la ratifica da parte dello stesso;
  • di rivoluzionare le modalità di ratifica utilizzate finora, attraverso l'indizione di un referendum europeo cosi che tutti i cittadini europei possano esprimersi sulla Costituzione europea e garantire che le questioni europee abbiano la precedenza sulle considerazioni di politica interna, cosi che il rifiuto di un paese non sia in grado di bloccare tutti gli altri.

Queste proposte trovarono poco eco al momento e non vennero accettate dai governi, ma riemersero nel corso delle polemiche durante la campagna precedente il referendum francese sul Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa. Nonostante la posizione ufficiale dei Verdi francesi ed europei [16] di un "si" a favore del Trattato costituzionale per l'Europa, la campagna per il referendum fu segnata dalla tensione tra i sostenitori del "sì razionale" difeso da Daniel Cohn-Bendit e da altri eletti ambientalisti (come Alain Lipietz, Gérard Onesta e Dominique Voynet) contro una grande minoranza a favore di un "no di sinistra" in seno ai Verdi francesi, ma anche di altri partiti di sinistra. Cohn-Bendit non esiterà, nonostante le critiche che scattarono, a partecipare a riunioni congiunte con i membri del Partito socialista francese e dell'UDF al fine di spiegare e difendere il contributo che si aspettavano da quel trattato.

Al segretario del PCF che gli chiedeva di impegnarsi fortemente in una campagna pro-francese, Daniel Cohn-Bendit ha risposto: "Sì, Marie-George, so che io sono un Ebreo tedesco [17]."

Portavoce per il Partito Verde europeo, istituito nel febbraio 2004, poi vice-presidente del "Movimento europeo della Francia" dal febbraio 2007, sostenne Dominique Voynet durante le elezioni presidenziali del 2007.

Riceve il titolo di dottore honoris causa dell'Università di Saint-Louis a Bruxelles il 24 aprile 2009 [18].

Durante il periodo 2004-2009, Daniel Cohn-Bendit è stato presente a quasi il 93% delle sessioni del Parlamento europeo (278 giorni su 299) [19]. Più del 96% [19] dei voti registrati (4283 su 4400) vengono dal suo gruppo parlamentare, il Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, di cui è Presidente. Rispetto agli altri deputati del suo paese, la Germania, ha votato, in accordo con la maggior parte di loro più di una volta su due (52,25%) [19].

Nel giugno 2009, si presenta alle elezioni europee in Francia, con la lista Europe Ecologie, che comprende i Verdi e le personalità vicine alle idee ambientaliste, tra cui Jean-Paul Besset, Eva Joly, Cécile Duflot, José Bové, Yannick Jadot e Michèle Rivasi. È capolista per Europe Ecologie nella circoscrizione elettorale dell'Île-de-France, mentre il magistrato anticorruzione Eva Joly figura al secondo posto. Nel suo distretto, Daniel Cohn-Bendit ed Europe Ecologie realizzano il 20,86% [20], che pone la lista al secondo posto, dietro l'UMP, ma ben prima del Partito socialista. A livello nazionale, Europe Ecologie raccoglie il 16,28% dei voti [21] voti, il risultato più alto mai raggiunto da una lista ecologista alle elezioni europee, che ne fa il terzo partito francese, dopo il Partito socialista.

Autore controverso di "Grand Bazar" (1975)

Nel 1975, Daniel Cohn-Bendit pubblica il libro "Gran Bazar" [22], in cui egli ricorda la sua attività di aiuto-educatore in una scuola materna autogestita di Francoforte. Alcuni passaggi di questo libro teorizzano il risveglio della sessualità dei bambini da 1 a 6 anni ed assumono la possibilità di rapporti fisici ambigui (Daniel Cohn-Bendit parla esplicitamente di "carezze" che ha dato e ricevuto ai e dai bambini a pantalone aperto [23]). Egli ha inoltre ribadito in modo provocatorio quanto affermato nel suo libro durante il programma tv Apostrophes, il 23 aprile 1982 [24].

Nel 2001, è scoppiata una polemica a proposito del suo libro, in cui si è affermato che quelle dichiarazioni dovessero essere considerate, venticinque anni dopo, come una intollerabile compiacenza verso la pedofilia. Citazioni dal libro furono distribuite alla stampa internazionale [25] da parte della giornalista tedesca Bettina Röhl (figlia di Ulrike Meinhof, ex membro del gruppo terroristico tedesco RAF), che mise sotto accusa le vecchie personalità del Maggio 1968, tra cui Joschka Fischer e Cohn-Bendit [26]. In maniera ricorrente, altri politici hanno sollevato questo lato oscuro di Daniel Cohn-Bendit, tra cui Marine Le Pen nel 2004 [27], o nel corso di un acceso dibattito, François Bayrou nel 2009 [28].

Daniel Cohn-Bendit si è sempre difeso dicendo che le sue parole e le sue dichiarazioni vanno considerate nel contesto degli anni settanta, e che nessuna denuncia per molestie sessuali è stata mai presentata nei suoi confronti. Inoltre i genitori ed i figli che furono presenti in questi asili alternativi sostennero il leader ambientalista [29]. "Pretendere che io sia stato un pedofilo è una pazzia. La pedofilia è un reato. L'abuso sessuale è una cosa contro cui bisogna combattere. Da parte mia non c'è mai stato un atto di pedofilia" ha dichiarato Daniel Cohn-Bendit il 6 giugno 2009 al giornale Le Parisien, aggiungendo che tuttavia "questo testo, che non aveva provocato uno scandalo all'epoca, ormai è insostenibile" [30] e che "nutre il rimorso per aver scritto tutto questo" [31].

Al di là delle polemiche politiche, uno degli aspetti più controversi del Maggio '68 fu proprio il sostegno di alcuni all'idea di "liberazione sessuale" dei bambini [32], [33].

Opere

L'estremismo, rimedio alla malattia senile del comunismo, Serie politica 9, Einaudi 1969

Note

Per le citazioni si prega di fare riferimento alla versione di questo testo, presente nella Wikipedia francese.

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