Ostia (liturgia): differenze tra le versioni

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Versione delle 15:47, 26 gen 2011

Ostie di varie dimensioni. La più grande viene usata per la comunione del celebrante, le più piccole per la comunione dei fedeli.

L'ostia è una cialda di pane azzimo di forma circolare, fatta esclusivamente di frumento. Deriva il suo nome dal latino hostia usato per indicare la materia del sacrificio da farsi in onore di un dio. Questo anche presso gli Ebrei, soprattutto nella loro cena pasquale, memoriale della Pasqua di liberazione dall'Egitto (agnello).

L'ostia nella celebrazione eucaristica diventa - tramite un evento (consacrazione) definito teologicamente in modi diversi (nella Chiesa Cattolica transustanziazione, in altre comunità cristiane consustanziazione, impanazione ecc.) - il corpo di Gesù, offerto in sacrificio per la redenzione dell'umanità. Il potere di consacrare è stato conferito agli apostoli e ai loro successori (vescovi e, in subordine, ai presbiteri) nell'ultima cena[1].

Curiosità

  • La chiesa cattolica ha autorizzato anche l'uso di ostie con un minimo contenuto di glutine per i fedeli celiaci.
  • I ritagli di ostia, frammenti di ostia non consacrata, vengono venduti per uso culinario.

Note

  1. ^ «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me» (1Cor 11,24)

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