Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano: differenze tra le versioni

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L'ancona da altare '''Immacolata col Padre Eterno in gloria e i Santi Anselmo, Agostino e Stefano''' è uno dei capolavori del pittore [[Forlì|forlivese]] [[Marco Palmezzano]]: è ritenuta dai critici all'altezza delle sue altre opere maggiori conservate alla [[Galleria degli Uffizi di Firenze|Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]], al [[Musée du Louvre di Parigi|Museo del Louvre]] di [[Parigi]] e al [[Museo Liechtenstein di Vienna]].
L'ancona da altare '''Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano''' è uno dei capolavori del pittore [[Forlì|forlivese]] [[Marco Palmezzano]]: è ritenuta dai critici all'altezza delle sue altre opere maggiori conservate alla [[Galleria degli Uffizi di Firenze|Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]], al [[Musée du Louvre di Parigi|Museo del Louvre]] di [[Parigi]] e al [[Museo Liechtenstein di Vienna]].


La pala dell'''Immacolata'' venne dipinta nel [[1510]] per la cappella Ferri dell'[[Abbazia di San Mercuriale di Forlì]], dove è costantemente rimasta per mezzo millennio ed è tuttora conservata.
La pala dell'''Immacolata'' venne dipinta nel [[1510]] per la cappella Ferri dell'[[Abbazia di San Mercuriale di Forlì]], dove è costantemente rimasta per mezzo millennio ed è tuttora conservata.

Versione delle 20:49, 2 lug 2006

L'ancona da altare Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano è uno dei capolavori del pittore forlivese Marco Palmezzano: è ritenuta dai critici all'altezza delle sue altre opere maggiori conservate alla Galleria degli Uffizi di Firenze, al Museo del Louvre di Parigi e al Museo Liechtenstein di Vienna.

La pala dell'Immacolata venne dipinta nel 1510 per la cappella Ferri dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì, dove è costantemente rimasta per mezzo millennio ed è tuttora conservata.

L'opera, una tempera su tavola di cm 450x250, presenta quattro figure in primo piano: sulla sinistra, di tre quarti due vescovi, Sant'Agostino e Sant'Anselmo d'Aosta, che una radicata tradizione popolare voleva invece identificare in San Mercuriale e San Ruffillo protovescovi, rispettivamente di Forlì e di Forlimpopoli; sulla destra, di profilo la Madonna e, ancora di tre quarti, Santo Stefano.

Alle spalle di costoro, si apre un paesaggio, che ha al centro una città: Gerusalemme; raffigurata, però, col profilo della città dove la pala è situata, Forlì, con le sue tre caratteristiche torri: quella del Duomo, quella del Comune e quella di San Mercuriale, torre famosa già all'epoca per essere uno dei campanili romanici in mattoni più alti d'Italia.

In alto, a sinistra, appare il Padre Eterno, in gloria, circondato da angeli, mentre, a destra, emergono due speroni di roccia sormontati da due alberi che richiamano l'Antico testamento: un cipresso e un cedro, che dovrebbe rappresentare un Cedro del Libano, albero però sconosciuto all'epoca in Europa. Del resto, per i suoi destinatari era più evocativo un cedro con gli agrumi in evidenza, visto che, in occasione della festa (il 1 maggio) di un santo molto amato dai forlivesi, San Pellegrino Laziosi, si tiene, da tempo immemorabile, una sagra dei cedri.

Accanto al cipresso, si notano una simbolica nube dorata ed uno stormo di uccelli, in disposizione simile a quella che hanno nel dipinto Crocifissione e santi, realizzato tra il 1500 e il 1510 e conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

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