Pale Blue Dot: differenze tra le versioni

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| title = ''Pale Blue Dot''
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Versione delle 17:40, 19 ott 2010

La Terra (il punto blu a circa metà della banda marrone a destra) vista da 6 miliardi di chilometri appare come un piccolo puntino nel buio dello spazio profondo.

La Pale Blue Dot (in italiano pallido punto blu o pallido puntino azzurro) è una celebre fotografia del pianeta Terra scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, quando si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza.

L'idea di girare la fotocamera della sonda e scattare una foto della Terra dai confini del sistema solare è stata dell'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan.
In seguito il nome della fotografia è stato usato da Sagan anche per il suo libro del 1994 Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space.[1]

Nel 2001, in un articolo su Space.com, Ray Villard del Space Telescope Science Institute e Jurrie Van der Woude del Jet Propulsion Laboratory hanno votato la foto come una delle 10 migliori immagini scientifice dello spazio di tutti i tempi. [2]

Fotografia

La posizione approssimativa della Voyager 1 al momento della foto è indicata in verde.

La Voyager 1 è stata lanciata il 5 settembre del 1977 e Sagan aveva esortato la NASA a scattare una foto della Terra dai confini del sistema solare. [3][4][5][6]

Il 14 febbraio 1990, avendo concluso la sua missione primaria, la NASA ha ordinato alla sonda di scattare fotografie dei pianeti del sistema solare da quella posizione vantaggiosa. [5][6][7][8] Tra il 14 febbraio e il 6 giugno del 1990 una delle immagini scattate dalla Voyager era la Pale Blue Dot. [3][9] [10]

Secondo i calcoli dei sistemi della NASA [11] la distanza della sonda durante quel periodo era la seguente:

Distanza della Voyager 1 dalla Terra
Unità di misura 14 febbraio 1990 9 giugno 1990
Unità astronomiche 40,4722269111071 40,6835761263791
Chilometri 6 054 558 968 6 086 176 360

La fotografia è stata scattata usando un camera ad angolo di visuale stretto a circa 32° sopra l'eclittica ed è stata creata usando filtri blu, verde e viola. [12]
Le fotocamere ad angolo stretto sono progettate per fotografare dettagli in un'area specifica. [13]

La foto ritratto di famiglia è un collage delle foto scattate nel 1990 dalla Voyager e comprende la Pale Blue Dot

Le bande di luce nella fotografia sono un artefatto causato dalla diffusione della luce sulle ottiche della macchina fotografica a causa del piccolo angolo di distanza tra il Sole e la Terra.[6][9] Nella foto la Terra è grande meno di un singolo pixel, 0,12 pixel, per la precisione. [12]

La Voyager ha scattato simili fotografie anche a Venere, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Assemblate insieme formano la foto ritratto di famiglia [12]. Il pianeta Mercurio non è stato fotografato a causa della sua vicinanza al Sole e Marte non è visibile a causa degli effetti della luce solare sulle ottiche della fotocamera. [14]

Riflessioni di Sagan

Nel suo libro Sagan espone i suoi pensieri sul significato profondo della fotografia:[5][15]

La foto con un campo visivo leggermente più ampio che mostra più sfondo

«Da questo distante e vantaggioso punto di vista, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi. La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora. Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.»

Note

  1. ^ Carl Sagan, Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space, 1st edition, New York, Random House, 1994, ISBN 0-679-43841-6.
  2. ^ Robert Roy Britt, Experts Pick: Top 10 Space Science Photos, su space.com, Space.com, 25 September 2001.
  3. ^ a b Sagan, Chapter 1. You Are Here, in Pale Blue Dot. The quote is much copied elsewhere on the web.
  4. ^ Carl Sagan, Freeman J. Dyson, Jerome Agel, Carl Sagan's Cosmic Connection: An Extraterrestrial Perspective, Cambridge University Press, 2000, XV302, ISBN 0521783038, 9780521783033ISBN non valido (aiuto).
  5. ^ a b c Jeffrey O. Bennett, Beyond UFOs: The Search for Extraterrestrial Life and Its Astonishing Implications for Our Future, Princeton University Press, 2008, p. 211, ISBN 691135495, 9780691135496ISBN non valido (aiuto).
  6. ^ a b c Hans Christian Von Baeyer, Taming the Atom: The Emergence of the Visible Microworld, Courier Dover Publications, 2000, Xxi268, ISBN 0486414477, 9780486414478ISBN non valido (aiuto).
  7. ^ Pale Blue Dot, su planetary.org, The Planetary Society. URL consultato il 27 luglio 2006.
  8. ^ Charles Cockell, Impossible Extinction: Natural Catastrophes and the Supremacy of the Microbial World, Cambridge University Press, 2003, p. 24181, ISBN 0521817366, 9780521817363ISBN non valido (aiuto).
  9. ^ a b Guillermo Gonzalez, Jay Wesley Richards, The Privileged Planet: How Our Place in the Cosmos is Designed for Discovery, Regnery Publishing, 2004, X,224444, ISBN 0895260654, 9780895260659ISBN non valido (aiuto).
  10. ^ Visible Earth: A catalog of NASA images and animations of our home planet. Retrieved 2009-02-28
  11. ^ NASA's JPL Horizon System for calculating ephemerides for solar system bodies
  12. ^ a b c Solar System Portrait  Earth as 'Pale Blue Dot', su visibleearth.nasa.gov, NASA. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "VisibleEarth" è stato definito più volte con contenuti diversi
  13. ^ SPACECRAFT  Cassini Orbiter Instruments  ISS, su saturn.jpl.nasa.gov, NASA.
  14. ^ Solar System Portrait  Views of 6 Planets, su visibleearth.nasa.gov, NASA.
  15. ^ Reflections on a Mote of Dust, su planetary.org. URL consultato il 7 aprile 2007.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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