Virtus Roma 1960: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:00, 1 ott 2010

Pallacanestro Virtus Roma
Pallacanestro
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa
Trasferta
Colori sociali Giallo, rosso e blu
Inno Amico devi crederci
Dati societari
Città Roma
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione FIBA Europe
Federazione FIP
Campionato Serie A
Fondazione 1960
Scioglimento 2020
Denominazione Pallacanestro Virtus Roma (1960-oggi)
Proprietario Claudio Toti
Presidente Bandiera dell'Italia Claudio Toti
General manager Bandiera del Montenegro Bogdan Tanjević
Allenatore Bandiera dell'Italia Matteo Boniciolli
Impianto PalaLottomatica
(11,200 posti)
Sito web virtusroma.it
Palmarès
Titoli nazionali 1 Serie A
Coppe nazionali 1 Supercoppa Italiana
Coppe europee 1 Coppa dei Campioni
2 Coppa Korać
Altri titoli 1 Coppa Intercontinentale

La Pallacanestro Virtus Roma è la principale società di pallacanestro di Roma ed una delle più importanti in Italia e in Europa. Fondata nel 1960, milita nel campionato italiano di Serie A e nella competizione continentale di Eurolega.

La squadra è di proprietà dell'imprenditore romano Claudio Toti, che ha rilevato la società nel 2001 da Giorgio Corbelli (dopo due anni di transizione in cui la presidenza fu affidata a Sergio D'Antoni e Giovanni Malagò), Matteo Boniciolli è l'allenatore (dal dicembre 2009) e Bogdan Tanjević il general manager (dall'estate 2010).

La società ha vinto uno scudetto (1982-83), una Supercoppa italiana (2000), una Coppa dei Campioni (1984), una Coppa Intercontinentale (1984) e due Coppe Korać (1986 e 1992).

La squadra gioca le proprie partite casalinghe al PalaLottomatica ed i colori sociali sono il giallo ed il rosso.

Storia

Le origini

La fondazione e i primi anni

Cestisti della Ginnastica Roma

La Pallacanestro Virtus Roma venne fondata a Roma intorno alla metà degli anni sessanta, in una palestra a poche centinaia di metri da Piazza San Pietro, in seguito alla fusione di due squadre romane militanti già da fine anni cinquanta in serie C, il San Saba ed il Gruppo Borgo Cavalleggeri, prendendo inizialmente il nome di Virtus Aurelia. Al momento della affiliazione alla FIP venne registrato come anno di fondazione il 1960.

I quattro fondatori della società furono Rino Saba, Paolo Ragnisco, Franco Pileri ed Armando Polidori, eletto primo presidente. Poco tempo dopo la società, assorbendo la sezione pallacanestro della Società Ginnastica Roma (vincitrice di 4 scudetti tra il 1928 e il 1935) assunse la sua denominazione definitiva, Pallacanestro Virtus Roma, con la quale è conosciuta a tutt'oggi.

Gli anni immediatamente seguenti videro la formazione militare nelle categorie minori, allenandosi all'aperto sotto gli archi di Porta Cavalleggeri. La situazione cambiò agli inizi degli anni settanta: nel 1972 iniziarono i contatti tra il presidente Polidori ed alcuni funzionari del Banco di Roma, sponsor della formazione del CRAL, che prendeva parte al campionato di promozione. Interessati inizialmente alla semplice sponsorizzazione della squadra, che all'epoca ancora arrancava in serie C, i dirigenti bancari, ambiziosi e in cerca di maggiore visibilità, puntarono poi all'acquisizione diretta della Pallacanestro Virtus Roma. I colori sociali sono il blu, il giallo ed il rosso.

La fusione col Banco di Roma

Nonostante alcune resistenze da parte di un gruppo di soci della Virtus, l'accordo tra il Banco di Roma ed Armando Polidori per la fusione delle due società si concretizzò il 4 agosto 1972; nacque così la Pallacanestro Virtus Banco di Roma, iscritta al girone Sud del campionato di serie C.

La carica di presidente fu affidata a Giovanni Del Vecchio. Come allenatore venne scelto Anacleto Vanghetti, già coach della squadra della banca in promozione, ma 15 giorni prima dell'inizio della stagione l'allenatore diede le dimissioni in circostanze mai chiarite. L'incarico venne quindi affidato a Maurizio Polidori, figlio dell'ex-presidente Armando (nel frattempo uscito dalla società e divenuto presidente della Fortitudo Roma). Alla fine dell'anno la squadra si spostò nella nuova sede di Settebagni, sulla via Salaria.

Al termine del primo campionato in serie C, nel 1973, le sconfitte ottenute negli spareggi per la promozione impedirono l'immediato salto di categoria, non ottenuto neanche l'anno successivo. Al termine della stagione 1973/74, la ristrutturazione dei campionati ordinata dalla Federazione permise alla Virtus Banco di Roma di ottenere l'ammissione alla serie B.

L'arrivo in serie A

Nel primo anno in serie B la Virtus fece fatica, evitando la retrocessione solo nella fase di repechage, e anche nelle due stagioni successive non riuscì ad entrare nella poule promozione. Per il campionato 1976/77 venne ingaggiato come nuovo allenatore l'esperto Nello Paratore (già commissario tecnico della Nazionale alle Olimpiadi di Roma 1960); sotto la sua guida tecnica, nel 1978 la Virtus ottenne finalmente la promozione in serie A2.

Un ulteriore salto di categoria fu sfiorato già al primo anno in A2, durante il quale la Virtus raggiunse gli spareggi promozione, vincendo contro la Pallalcesto Amatori Udine e la Nuova Pallacanestro Gorizia ma venendo battuta dal Basket Brescia. La stagione successiva si rivelò decisiva: la formazione romana, sempre allenata da Paratore, concluse il campionato 1979/80 al primo posto - a pari merito con altre 3 formazioni - a quota 36 punti, conquistando così la promozione in serie A1. Questa la rosa della Virtus promossa in serie A1: Massimo Bini, Roberto Castellano, Claudio Cornolò, Mike Davis, Phil Hicks, Graziano Malachin, Luigi Santoro, Marco Spizzichini, Maurizio Tomassi e Giampiero Torda.

Da allora la Virtus è rimasta sempre presente nella massima categoria della pallacanestro professionistica italiana.

Gli anni '80

La conquista dello scudetto

File:Virtus campione d' Italia 83.JPG
La Pallacanestro Virtus Roma 1982-1983 campione d'Italia

L'approccio con la serie A1 fu difficile, caratterizzato da un paio di annate interlocutorie: nella prima stagione nella massima serie la Virtus sfiorò comunque i playoff, mancandoli in seguito ad una sconfitta per un punto contro la Fortitudo Bologna all'ultima giornata e classificandosi decima; l'anno successivo arrivò soltanto un deludente dodicesimo posto.

Nella stagione 1982/83 arrivò improvvisa la consacrazione. Per la panchina venne ingaggiato Valerio Bianchini (coach campione d'Italia con Cantù nel 1981), e l'arrivo del fuoriclasse americano Larry Wright nel ruolo di playmaker permise di completare un gruppo di elementi solidissimo, con l'ossatura della squadra largamente composta da giocatori romani (Polesello, Gilardi, Sbarra, Castellano).

La Virtus terminò così la regular season in testa alla classifica con 44 punti. I successivi playoff si rivelarono una cavalcata trionfale: ai quarti superò la Nuova Pallacanestro Gorizia in sole due partite, e in semifinale sconfisse 2 a 1 la Ford Cantù campione d'Europa in carica. Battendo poi in finale l'Olimpia Milano di Dino Meneghin e Mike D'Antoni in tre intensissime gare, la formazione romana si laureò campione d'Italia. La gara decisiva vide la Virtus vittoriosa col punteggio di 97-83, sostenuta da una cornice di pubblico incredibile: il 19 aprile 1983 sugli spalti del PalaEUR furono 14.348 gli spettatori paganti che assistettero alla conquista dello scudetto, record assoluto e imbattuto nella storia della pallacanestro italiana.

La formazione della Virtus campione d'Italia: Roberto Castellano, Egidio Delle Vedove, Enrico Gilardi, Giuseppe Grimaldi, Clarence Kea, Fulvio Polesello, Massimo Prosperi, Kim Hughes, Fabrizio Valente, Stefano Sbarra, Marco Solfrini e Larry Wright.

La Virtus campione d'Europa

Nella stagione seguente la formazione capitolina partecipò alla Coppa dei Campioni. Il cammino nella massima competizione europea fu subito molto convincente, e dopo i primi agevoli turni arrivarono per la Virtus alcune prestigiose vittorie contro squadre titolate come il Maccabi Tel Aviv, il Bosna Sarajevo e la Pallacanestro Cantù. La squadra di Bianchini e Wright raggiunse così la finale contro il Barcellona di Juan Antonio San Epifanio.

La sera del 29 marzo 1984, al Patinoire di Ginevra, la partita fu emozionante e combattutissima: sotto di dieci punti alla fine del primo tempo, nella ripresa la squadra capitolina trascinata dal solito Larry Wright rimontò e superò gli avversari: battendo gli spagnoli col punteggio di 79-73, la Virtus si laureò campione d'Europa. Il capitano Fulvio Polesello poté alzare la coppa in mezzo a migliaia di tifosi romani festanti. Questa la rosa della Virtus campione d'Europa: Gianni Bertolotti, Enrico Gilardi, Giuseppe Grimaldi, Clarence Kea, Fulvio Polesello, Paolo Salvaggi, Stefano Sbarra, Marco Solfrini, Renzo Tombolato e Larry Wright.

La vittoria ottenuta nella Coppa dei Campioni permise di oscurare una stagione italiana decisamente sottotono, in cui la Virtus concluse la regular season in nona posizione, esclusa dai playoff e dalla possibilità di difendere il titolo conquistato l'anno precedente.

Il ciclo continua

Nella stagione 1984/85, dopo una serie di partite disputatesi a San Paolo in Brasile, la squadra conquistò anche la Coppa Intercontinentale, precedendo tra gli altri nella classifica finale gli argentini dell'Obras Sanitarias. In campionato, dopo aver concluso per la seconda (e finora ultima) volta la regular season al primo posto in classifica, venne eliminata prematuramente nei quarti di finale dei playoff dalla Scavolini Pesaro perdendo due volte al PalaEUR, abbandonando così il sogno del secondo scudetto. Anche in Europa la corsa non finì bene, con l'uscita al primo turno. Nel girone, vi era il Cibona Zagabria di Aza Petrović e Dražen Petrović, che avrebbe poi vinto a fine stagione il titolo.

Quella fu (per il momento) l'ultima stagione di Valerio Bianchini sulla panchina della Virtus, sostituito da Mario De Sisti. Ma anche dopo il cambio di allenatore, nel 1986 il palmares della società romana si arricchì con la vittoria della Coppa Korać, conquistata dopo una doppia finale tutta italiana contro la Juve Caserta del campione brasiliano Oscar Schmidt: vincendo sia la gara di andata che quella di ritorno al PalaEUR, la Virtus conquistò un altro trofeo, chiudendo un ciclo incredibile in campo nazionale ed internazionale.

La formazione della Virtus vincitrice della Coppa Korać: Claudio Brunetti, Bruce Flowers, Enrico Gilardi, Franco Picozzi, Fulvio Polesello, Leo Rautins, Franco Rossi, Stefano Sbarra, Marco Solfrini e Fabrizio Valente.

Anni di transizione

Nonostante acquisti prestigiosi, su tutti quello della stella americana George Gervin (quattro volte capocannoniere della NBA), alla fine degli anni ottanta i risultati non furono più altrettanto brillanti: la squadra concluse spesso il campionato a centro classifica, e i numerosi avvicendamenti nel ruolo di allenatore non aiutarono la Virtus a tornare nelle primissime posizioni del campionato. Nel 1988 arrivò anche la definitiva conclusione della partnership con il Banco di Roma, abbinamento durato quasi un ventennio.

Il campionato 1988/89, il primo senza lo storico sponsor, si rivelò un difficile anno di transizione per una Virtus decisamente ridimensionata. A stagione in corso, la deficitaria situazione in classifica portò all'esonero di Giancarlo Primo, sostituito in panchina dal primo coach straniero della storia virtussina, il croato Petar Skansi. La squadra romana riuscì ad evitare una clamorosa retrocessione in serie A2 soltanto all'ultima giornata dei playout, ottenendo la salvezza grazie ad una drammatica vittoria casalinga per 82-78 contro la Glaxo Verona, dopo essere stata in netto svantaggio per lunghi tratti del match.

La permanenza in serie A1 permise comunque di perfezionare il passaggio di proprietà della società nelle mani del gruppo Ferruzzi.

Gli anni '90

L'era Ferruzzi

Rick Mahorn

Alla vigilia della stagione 1989/90 la società passò così sotto la discussa gestione del gruppo Ferruzzi, con Carlo Sama nel ruolo di presidente, portando come sponsor il quotidiano romano Il Messaggero. La nuova proprietà si caratterizzò subito per le sue grandi ambizioni e le sue promesse di grandi risultati, alimentate dal ritorno in panchina del coach dello scudetto, Valerio Bianchini, e dall'ingaggio di due giovani campioni americani: Brian Shaw e Danny Ferry.

Il miglior risultato ottenuto in quella stagione fu il raggiungimento della finale di Coppa Italia 1990, poi persa 94-83 a Forlì contro la Knorr Bologna. Ma in campionato la Virtus non riuscì a far meglio dell'ottavo posto, non superando i quarti di finale dei playoff. Negli anni immediatamente successivi la società cercò quindi di rinforzare la squadra, non badando a spese per portare nella capitale tanti importanti nomi del panorama cestistico italiano ed internazionale come Dino Rađa, Michael Cooper, Ricky Mahorn e Roberto Premier.

Le grandi promesse e ambizioni societarie però non si concretizzarono: il gioco e i risultati rimasero spesso al di sotto delle aspettative, il cammino nei playoff 1991 si fermò in semifinale contro gli eterni rivali dell'Olimpia Milano, e a metà della stagione 1991/92 si concretizzò anche il clamoroso esonero di Bianchini con la promozione in panchina del suo vice Paolo Di Fonzo.

La seconda Coppa Korać

La sola grande soddisfazione che la Virtus riuscì a dare ai propri tifosi fu la conquista della seconda Coppa Korać della sua storia, vinta contro la Scavolini Pesaro nel 1992. Dopo un inusuale risultato di parità nella gara di andata al PalaEUR, una strepitosa prestazione nel ritorno a Pesaro permise alla formazione romana di vincere 99-86, e di aggiungere in bacheca un nuovo trofeo europeo.

Questa la rosa della Virtus vincitrice della Coppa Korać: Stefano Attruia, Donato Avenia, Fausto Bargna, Davide Croce, Alessandro Fantozzi, Gianluca Lulli, Ricky Mahorn, Andrea Niccolai, Roberto Premier e Dino Rađa.

Quella coppa rimase l'unico trofeo conquistato in tutto il decennio: l'anno seguente, sempre in Coppa Korać, la Virtus si fermò però soltanto in finale, superata sia all'andata che al ritorno dalla Philips Milano. In campionato, il massimo risultato raggiunto fu un quarto posto in classifica e il raggiungimento di un'altra semifinale playoff, la seconda consecutiva, con l'eliminazione per mano della Benetton Treviso.

Il buio e la risalita

La tifoseria capitolina

Tra il 1992 e il 1993 lo scandalo di Mani pulite travolse l'Italia, e il coinvolgimento del gruppo Ferruzzi colpì indirettamente anche l'incolpevole Virtus. Nel bel mezzo della stagione 1992/93 le conseguenze furono pesantissime: l'azzeramento dei vertici societari e l'abbandono dello sponsor Il Messaggero lasciarono la società e la squadra allo sbando. Ne seguì un immediato e brusco ridimensionamento di budget, di pubblico e di risultati.

Il nuovo proprietario fu Angelo Rovati, ma le ridotte possibilità economiche societarie non permisero di allestire per la stagione 1993/94 un roster all'altezza. Quello divenne per la Virtus il campionato più sofferto della sua storia: perdendo all'ultima giornata a Reggio Calabria, la formazione romana concluse al penultimo posto in classifica, retrocedendo in serie A2. La retrocessione però non si concretizzò: il passaggio di proprietà ad un nuovo presidente, Giorgio Corbelli, e l'acquisizione dei diritti sportivi della fallita Aurora Desio permisero alla società capitolina di restare in serie A1 e di gettare le basi per un futuro più stabile.

I primi passi della nuova dirigenza furono l'arrivo a Roma del giovane coach Attilio Caja e il completo rinnovo del parco giocatori, col proposito di riportare gradualmente il grande pubblico al PalaEUR. Il lavoro del coach pavese permise alla squadra di mantenersi su buoni livelli per tutte le stagioni successive, con tranquille qualificazioni ai playoff (senza mai però riuscire a superare il muro dei quarti di finale) e dignitose partecipazioni alla Coppa Korać, arrivando fino alle semifinali nel 1998.

Il dramma di Davide Ancilotto

L'evento più importante della seconda metà del decennio, però, fu anche quello più drammatico. Alla vigilia del campionato 1997/98, durante una amichevole di preparazione estiva disputata a Gubbio, il giocatore della Virtus Davide Ancilotto cadde a terra colpito in campo da un edema cerebrale.

Morì all'ospedale San Filippo Neri di Roma il 24 agosto 1997, a 23 anni, lasciando un grande vuoto nel basket italiano, che perse troppo presto uno dei suoi più grandi talenti, e nel cuore degli appassionati romani, che ancora oggi lo ricordano con immutato affetto. La sua maglia numero 4 è stata ufficialmente ritirata il 24 marzo 2001, e la curva della tifoseria romana (insieme a quella della Juve Caserta, formazione in cui ha militato ad inizio carriera) porta il suo nome.

Dal 2000 a oggi

L'arrivo di Toti

Carlton Myers

Una nuova svolta nella storia della Virtus arrivò nel 2000: dopo un campionato decisamente deludente, venne completato il passaggio di proprietà della società nelle mani dell'imprenditore romano Claudio Toti. L'annata 2000/01 vide alla presidenza Giovanni Malagò come traghettatore nel cambio di gestione, e in avvio di stagione la Virtus (nuovamente guidata in panchina da Attilio Caja) tornò dopo otto anni a conquistare un trofeo, aggiudicandosi infatti la Supercoppa Italiana, disputata in quell'anno con una formula allargata a tutte le squadre partecipanti al campionato, battendo in finale la Kinder Bologna.

La rosa della Virtus vincitrice della Supercoppa: Jerome Allen, Federico Antinori, Juan Alberto Espil, Gianluca Lulli, Giancarlo Marcaccini, Massimo Minto, Massimiliano Monti, Alex Righetti, Rod Sellers e Alessandro Tonolli.

L'anno successivo Claudio Toti divenne a titolo definitivo il nuovo proprietario e presidente della Virtus.

Gradualmente, la Virtus iniziò a rinforzarsi sempre più sia nella dirigenza che nel parco giocatori: nel 2002 i quadri societari si arricchirono con l'arrivo di una delle figure storiche del basket italiano, Roberto Brunamonti, in qualità di general manager; dal 2001 al 2004 è stata la squadra della celebre guardia Carlton Myers (oltre 10.000 punti in Serie A in carriera).

Ritorno al vertice

Dejan Bodiroga

Con un nuovo coach, Piero Bucchi, e con acquisti di grandi nomi come Daniel Santiago, Davide Bonora, Horace Jenkins, Marko Tušek e, da metà stagione, Anthony Parker, nel 2002/03 la squadra capitolina riuscì a disputare uno dei suoi migliori campionati: conclusa la regular season al secondo posto, sfiorò l'accesso alla finale dei playoff perdendo in casa col punteggio di 75-77 una rocambolesca gara 5 di semifinale contro la Fortitudo Bologna, nella quale vennero dilapidati i 23 punti di vantaggio accumulati nelle fasi iniziali. Fu comunque centrata la qualificazione all'Eurolega per la stagione 2003/04, un'esperienza rivelatasi però fallimentare e terminata con l'ultimo posto nel girone di primo turno.

Nel 2005 l'arrivo in panchina del celebre coach slavo Svetislav Pešić, acquistato dopo l'esonero di Piero Bucchi al termine del girone di andata, fece crescere nuovo interesse intorno alla Virtus, che nei quarti di finale dei playoff eliminò clamorosamente tra l'entusiasmo del pubblico il Montepaschi Siena campione d'Italia in carica, per poi essere però fermata ancora una volta nelle semifinali dalla Fortitudo Bologna.

Grazie alle stelle della squadra, il serbo pluricampione d'Europa Dejan Bodiroga e lo statunitense David Hawkins (arrivato sul finire della stagione 2005), la formazione romana si qualificò nuovamente per l'Eurolega per effetto della semifinale di campionato 2005/06 perduta per mano della Benetton Treviso. Nella stessa annata, la Virtus di Pešić raggiunse anche la finale di Coppa Italia, persa a Forlì contro la Carpisa Napoli per 85-83 dopo un emozionante tempo supplementare.

Jasmin Repeša dà istruzioni alla squadra durante un timeout

La stagione 2006/07 iniziò con il cambio d'allenatore: dopo un lungo diverbio con Svetislav Pešić, legato a Roma da un ulteriore anno di contratto ma intenzionato a lasciare la squadra della capitale per tornare a lavorare in Spagna, al Club Bàsquet Girona, finito poi per vie legali, la squadra ingaggiò l'ex-tecnico della Fortitudo Bologna Jasmin Repeša, siglando un contratto biennale.

Il 6 ottobre 2006 la Virtus affrontò in un'esibizione amichevole la formazione NBA dei Phoenix Suns, in una partita del progetto NBA Europe Live Tour, riportando una squadra del campionato professionistico statunitense in Italia dopo 8 anni di assenza e a Roma dopo 17 (nel 1989 era stata la volta dei Denver Nuggets). L'evento fu fortemente voluto dall'allora sindaco di Roma Walter Veltroni, grande appassionato di basket e tifoso della Virtus.

Dopo una campagna acquisti estiva poco efficace (con il mancato arrivo di Marco Belinelli), buona parte della stagione 2006/07 vide molti alti e bassi nei risultati, con la Virtus che ottenne comunque le qualificazioni alle Final 8 di Coppa Italia e alle Top 16 di Eurolega. Dopo essersi attivata sul mercato a febbraio 2007 con ben quattro nuovi acquisti, la squadra riuscì a trovare più continuità nei risultati, e grazie anche a una striscia di nove vittorie consecutive (record per questa società) concluse la regular season al quarto posto.

I successivi playoff partirono con un perentorio 3-0 nei confronti della Eldo Napoli, ma il cammino finì ancora una volta nelle semifinali, stavolta contro il Montepaschi Siena primo in stagione regolare, impostosi per 3-1 in una serie assai discussa per presunti favori arbitrali a favore della formazione senese, fatti che, in gara-2 giocata a Roma, causarono una reazione piccata di David Hawkins, il quale tentò di lanciare la sua fascetta addosso all'arbitro Tolga Sahin, rischiando invece di centrare alcuni giornalisti posti dietro al campo. Famosa è anche gara-3 per i tre tempi supplementari disputati: alla fine dei 40 minuti regolamentari, Mire Chatman ignorò le disposizioni di Jasmin Repeša tirando invece di lasciare l'ultimo tiro a Dejan Bodiroga. Alla fine del primo overtime, dopo una rimonta da -7, Alex Righetti corse in contropiede per il canestro della vittoria, ma gli arrivò dietro Shaun Stonerook per un'azione sulla cui regolarità si discute ancora oggi. Alla fine del secondo overtime, Ognjen Aškrabić perse la marcatura di Benjamin Eze, lasciandolo andare a rimbalzo in attacco e schiacciata. Nel terzo overtime, Marco Carraretto spense le speranze virtussine. La gara-4 contro la formazione toscana, persa 49-70 al PalaLottomatica, è stata l'ultima partita da giocatore del grande campione serbo Dejan Bodiroga, a cui tutto il pubblico presente ha tributato una lunghissima ed emozionante standing ovation.

La stagione 2007/08: il ritorno in finale

Allan Ray

La nuova stagione della Virtus si è aperta con la conferma di Jasmin Repeša sulla panchina della squadra con un nuovo contratto triennale ed il passaggio di Dejan Bodiroga dietro la scrivania in veste di general manager della squadra capitolina.

Il 26 settembre 2007, nel corso della presentazione della squadra in Campidoglio, la Virtus ha svelato la nuova maglia casalinga di colore rosso anziché bianco, tornando quindi ad indossare il colore della prime maglie della sua storia. Il 6 e 7 ottobre 2007 Roma ha ospitato nuovamente l'NBA Europe Live Tour, questa volta per due partite: la prima sfida ha visto di fronte due squadre NBA, i Boston Celtics e i Toronto Raptors (squadra di Andrea Bargnani, nato a Roma), che la sera successiva hanno affrontato la Virtus.

Molti i nuovi arrivi sul mercato, su tutti quelli dell'ex-nazionale Gregor Fučka, della guardia ex-Boston Celtics Allan Ray e del playmaker croato Roko Ukić. Durante il corso della stagione il roster della squadra, colpito da numerosi infortuni più o meno gravi, si è modificato, arricchendosi ulteriormente con gli acquisti dell'ala spagnola Rodrigo de la Fuente e del play statunitense Ibrahim Jaaber; tra i giocatori che invece sono usciti dal roster figura Erik Daniels, tagliato dopo aver disputato solo poche gare in maglia giallorossa per ripetute incomprensioni con il coach Repeša, mentre l'ala danese Christian Drejer ha annunciato il suo prematuro ritiro dalla pallacanestro a soli 25 anni nel marzo 2008, in seguito ad un grave infortunio.

In Eurolega, la formazione romana ha iniziato malissimo, vincendo una sola partita sulle prime sette; le imprese arrivano nel girone di ritorno della prima fase, contro Panathinaikos e Real Madrid, e la vittoria esterna sul campo del Barcellona ha sancito la qualificazione alle Top 16. Il cammino in questa seconda fase del torneo (contro CSKA Mosca, ancora Barcellona e Unicaja Malaga), non è facile, e il sogno dei quarti di finale viene infranto a Malaga a seguito della sconfitta della Virtus e quella contemporanea del CSKA Mosca a Barcellona.

Il cammino in campionato è stato più convincente, e al termine della regular season la Virtus ha concluso al secondo posto in classifica, spuntandola all'ultima giornata sulle rivelazioni Montegranaro e Avellino. Il cammino nei playoff è iniziato ai quarti contro Cantù, superata per 3 a 1 nella serie, e in semifinale la Virtus ha ritrovato l'Air Avellino: dopo una gara-1 combattutissima, vinta 68-63, la formazione romana (trascinata dalle stelle Erazem Lorbek e David Hawkins) con una prova di forza ha espugnato il palasport avellinese, chiudendo poi al PalaLottomatica la serie sul 3 a 0. Dopo 25 anni la Virtus è tornata a giocare una finale scudetto, la seconda della sua storia, in cui ha affrontato il Montepaschi Siena, perdendo la serie per 4 partite a 1.

La stagione 2008/09

Sani Bečirovič con la maglia del Panathinaikos

La stagione 2008/09 è iniziata in maniera difficile per Roma, con la perdita di alcune delle sue pedine più pregiate, tra le quali David Hawkins (desideroso di tentare la carriera in NBA e poi approdato all'Armani Jeans Milano), Erazem Lorbek (acquistato dal CSKA Mosca), Roko Ukic (fine prestito dal Barcellona e poi ingaggiato dai Toronto Raptors nella NBA).

Dopo la conferma di sei elementi della formazione giunta in finale la stagione precedente, il primo colpo di mercato della Virtus è stato il ritorno in Italia di Sani Bečirovič (dal Panathinaikos), guardia slovena con passaporto italiano, seguito dall'arrivo della giovanissima point guard statunitense Brandon Jennings (dalla Oak Hill Academy), deciso a giocare in Europa e non nella NCAA prima di dichiararsi eleggibile al draft NBA, del centro sloveno Primož Brezec, dell'ala grande statunitense Andre Hutson e dell'ala grande italiana Angelo Gigli. A fine settembre il roster viene completato con l'arrivo di Luigi Datome da Siena dopo la fine del prestito a Scafati, con la formula del prestito per due anni.

La squadra è partita bene sia in campionato, con 4 vittorie consecutive, che in Eurolega, dove dopo una sconfitta iniziale contro l'ALBA Berlino ha ottenuto 5 successi, tra i quali uno sul difficile campo del Tau Vitoria, portandosi in testa al girone. Dopo questo buon inizio tuttavia la squadra è incappata in una serie di 5 sconfitte consecutive in campionato; nonostante il primato nel girone di Eurolega, in seguito a questi insuccessi Jasmin Repeša si è dimesso il 9 dicembre, e contestualmente è stato messo fuori rosa Allan Ray, il cui contratto viene rescisso il 15 gennaio 2009 (poi firmato dalla Carife Ferrara). Dopo la promozione a capo allenatore dell'ex assistente di Repeša, Nando Gentile, la Virtus ha ritrovato una serie di successi in campionato, tornando al secondo posto in classifica e qualificandosi per le Final Eight di Coppa Italia, e in campo europeo ha ottenuto il passaggio alle Top 16 di Eurolega con due giornate di anticipo, seconda nel girone dietro al Tau Vitoria. L'8 febbraio 2009 con la vittoria casalinga per 78-72 contro l'Angelico Biella la squadra eguaglia il record societario di 9 vittorie consecutive, stabilito due anni prima sotto la guida di Repeša, interrompendo la striscia contro la Bancatercas Teramo. Il 16 febbraio la Virtus aggiunge due pedine al roster per rimpiazzare le perdite di Repeša e Ray: il coach bosniaco Nenad Trajkovic, come assistente di Gentile, e la guardia statunitense con passaporto panamense Rubén Douglas. Il 9 maggio viene firmato fino a fine stagione il lungo croato con passaporto sloveno Jurica Golemac.

La Virtus ha concluso la regular season al secondo posto in classifica come l'anno precedente, davanti alla rivelazione Teramo ed a Treviso. Al primo turno dei playoff è però uscita sconfitta 3-2 contro la Angelico Biella. Nonostante l'uscita prematura nei playoff, grazie ai risultati ottenuti negli ultimi 3 anni la squadra si è aggiudicata una delle due licenze A triennali di Eurolega (insieme alla Montepaschi Siena). Il 16 giugno 2009, poco dopo la fine dei playoff, Dejan Bodiroga lascia il ruolo di general manager, poi assunto da Piergiorgio Bottai.

La stagione 2009/10

Andrea Crosariol

La stagione 2009/10 inizia con la conferma da parte del presidente Toti di Nando Gentile come tecnico sulla panchina romana e Piergiorgio Bottai come GM. Il 2 luglio vengono annunciati i primi due arrivi del mercato, il ritorno del centro Andrea Crosariol (da Avellino), firmato con un contratto quadriennale, e l'arrivo dell'ala piccola statunitense Ricky Minard (da Montegranaro) con un biennale, mentre il 3 luglio viene raggiunto un accordo triennale con l'ala francese Hervé Touré (da Cantù) e viene annunciato il rinnovo per altri due anni di Andre Hutson. Il 1 agosto La Lottomatica ha raggiunto un accordo annuale con opzione sul secondo anno con l'ala americana Kennedy Winston, proveniente dal Real Madrid, e la squadra si completa il 9 settembre con l'arrivo del playmaker italiano Luca Vitali (liberato dall'Armani Jeans Milano), firmato con un contratto quadriennale con formula 2+2. Sono invece rilasciati Sani Bečirovič, entrato in rottura con la società dopo dichiarazioni poco felici rilasciate a un sito internet sloveno, Jurica Golemac, Roberto Gabini, Brandon Jennings (chiamato nella NBA dai Milwaukee Bucks con la decima scelta nel Draft NBA 2009), Primož Brezec e Rubén Douglas.

L'11 dicembre 2009 Nando Gentile si dimette dal ruolo di capo allenatore[1]. Infatti, dopo una drammatica partita contro il Maccabi Tel Aviv in Eurolega, persa per 90-92 dopo un tempo supplementare, comincia la serie nera della squadra, che a parte la successiva trasferta di Pesaro infila solo sconfitte (8 di fila) e si "guadagna" la contestazione dei tifosi più affezionati, che non vedono in Gentile una guida tecnica adatta. Le dimissioni arrivano dopo l'ennesima disfatta, in casa contro il CSKA Mosca. Il 14 dicembre viene annunciato come suo successore Matteo Boniciolli[2].

Il 25 gennaio 2010 la squadra torna sul mercato con l'acquisto dell'ala grande serba Tadija Dragićević[3]. Il 15 marzo viene tagliato dalla rosa uno degli acquisti estivi, Ricky Minard, che approda al Chimki BC in Russia.

La stagione procede tra alti e bassi, con l'uscita dall'Eurolega e la mancata qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia, ma con la soddisfazione il 21 marzo di battere il Montepaschi Siena per 93-85, fermando così il record di vittorie dei toscani, ancora imbattuti nel campionato, a 41 gare senza ko (dalla sconfitta contro la Fortitudo Bologna del 1 marzo 2009).

Bogdan Tanjević, nuovo GM dalla stagione 2010/11

Il 29 aprile la squadra torna sul mercato per completare la rosa in vista dei playoff con l'acquisto di Darius Washington[4], play-guardia statunitense, ex San Antonio Spurs, con passaporto macedone in uscita dal Galatasaray S.K.B.. Il 13 maggio viene ufficializzato l'arrivo fino a fine stagione con opzione per il prossimo anno di Josh Heytvelt[5] in uscita dall'Oyak Renault Bursa (campionato turco), ala-centro classe 1986 proveniente dall'Università Gonzaga, dove nella stagione 2006-2007 è stato il secondo miglior realizzatore della squadra.

La squadra conclude la stagione regolare al 7º posto e viene eliminata ai quarti di finale dei playoff da parte della Pepsi Caserta con un secco 3-0, terminando così una stagione deludente.

La stagione 2010/11

Il 21 giugno con una conferenza stampa la società annuncia la conferma di Matteo Boniciolli sulla panchina della squadra per la stagione 2010/11 e la successiva e l'arrivo in veste di direttore tecnico dell'ex-allenatore Bogdan Tanjević, con cui Boniciolli aveva iniziato la carriera in veste di assistente.[6].

La società ha confermato di aver esercitato l'opzione per trattenere Datome e che le partite di regular season verranno giocate al Palazzetto dello Sport, meno costoso del PalaLottomatica, che verrà usato per Eurolega e playoff[7]. Tale decisione è stata successivamente rivista dopo il rinnovo del contratto con il main sponsor Lottomatica[8].

Il 22 luglio la società ufficializza il primo acquisto della nuova stagione, il centro ivoriano naturalizzato francese Ali Traore, fino all'anno precedente all'ASVEL Lyon-Villeurbanne[9]. Il 5 agosto viene ufficializzata la riconferma di Darius Washington e l'arrivo del romano Andrea Iannilli[10]. Il 16 agosto la Virtus rescinde il contratto con Andre Hutson e conferma il prolungamento anche di Josh Heytvelt, annunciando inoltre l'ingaggio di Draško Prodanović come senior assistant di Boniciolli, allenatore bosniaco naturalizzato francese che ha collaborato diversi anni con Tanjevic[11]. Il 26 agosto arriva nella capitale in prova per un mese la promessa serba Djordje Drenovac, classe 1992[12]. Il 28 agosto viene firmata la guardia statunitense Charles Smith (proveniente dall'Efes Pilsen)[13]. Il 7 settembre 2010 la società annuncia di aver ottenuto in prestito per due anni dal Barcellona il giovane serbo Nihad Đedović, classe 1990.[14]

I campi di gioco

File:Palalottomatica notturna.jpg
Veduta notturna esterna del PalaLottomatica
L'interno del PalaLottomatica gremito durante una partita della Virtus Roma nel 2007

Il primo campo di gioco che ospitò le partite interne della Virtus Roma era situato all'interno del Centro Sportivo di Settebagni, lungo la via Salaria; la formazione capitolina vi disputò i suoi incontri fino alla stagione 1978/79, mantenendo comunque il complesso come propria sede sportiva e come campo di allenamento fino ai nostri giorni.

Alla seconda stagione in serie A2, quella che portò poi la Virtus alla promozione nella massima serie, la squadra si trasferì in una struttura più adatta e in una zona decisamente più centrale della città: il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano, nelle immediate adiacenze dello Stadio Flaminio. L'impianto progettato da Pier Luigi Nervi fu teatro di tutte le gare di campionato della Virtus nei primi anni ottanta.

In occasione dei playoff 1982/83, che la Virtus concluse con la vittoria dello scudetto, per venire incontro alle richieste del grande pubblico il campo di gioco divenne il gigantesco PalaEur, anch'esso opera di Pier Luigi Nervi e Marcello Piacentini; l'impianto (il palasport più capiente d'Italia e il secondo in Europa con i suoi oltre 13.000 posti) rimase la sede delle partite interne della formazione capitolina fino al 2000, quando venne temporaneamente chiuso per lavori di restauro e ammodernamento.

In occasione dei lunghi e tormentati lavori del palazzone dell'EUR, protrattisi oltre i due anni inizialmente preventivati, all'inizio del nuovo millennio la Virtus fu costretta a ritornare a giocare nel vecchio impianto di viale Tiziano, ormai inadatto con i suoi 3.500 posti per una squadra di Serie A di alto livello.

Dopo una breve parentesi all'inizio della stagione 2003/04, con relativo abbandono per scarso pubblico e deficit di risultati in una stagione disgraziata, il definitivo ritorno del basket romano all'interno del nuovo PalaEur (ribattezzato dopo i lavori PalaLottomatica) avvenne soltanto in occasione dei playoff 2004/05: la Virtus vi disputò quattro partite da tutto esaurito (dopo i lavori la capienza è stata ridotta a circa 10.500 posti), e vi è rimasta a giocare anche nelle stagioni successive, ritrovando così la sua storica casa sia per le partite di campionato che per quelle di Eurolega.

Durante una conferenza stampa indetta il 21 giugno 2010 il presidente Toti aveva annunciato l'intenzione di tornare a disputare le partite di regular season della stagione 2010/11 al Palazzetto dello Sport, meno costoso del PalaLottomatica, che sarebbe stato usato per Eurolega e playoff.[15]. Tale decisione è stata successivamente rivista dopo il rinnovo del contratto con il main sponsor Lottomatica[16].

Albo d'Oro

Vittorie

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I banner con le vittorie della squadra e, al centro, la maglia numero 4 di Davide Ancilotto, ritirata dopo la sua prematura scomparsa. Questi banner sono stati applicati per la prima volta nella sfida contro il Montepaschi Siena in regular season il 5 aprile 2008.

Altre finali disputate

  • Campionato Italiano

2008 vs. Mens Sana Siena

  • Coppa Italia

1990 vs. Virtus Pallacanestro Bologna
2006 vs. Carpisa Napoli

  • Coppa Korac

1993 vs. Olimpia Milano

Cronologia completa dei risultati

Stagione Serie Posizione Playoff / Playout Coppa Italia Coppe Europee Altre Coppe
1971/72 C - - -
1972/73 C - - -
1973/74 C Promossa in B - -
1974/75 B - - -
1975/76 B - - -
1976/77 B - - -
1977/78 B Promossa in A2 - -
1978/79 A2 - - -
1979/80 A2 Promossa in A1 - -
1980/81 A1 10° - - -
1981/82 A1 10° - - -
1982/83 A1 Campione d'Italia - Coppa Korać: Quarti di finale
1983/84 A1 - Quarti di finale Coppa dei Campioni: Vincitrice
1984/85 A1 Quarti di finale Quarti di finale Coppa dei Campioni: Girone finale Coppa Intercontinentale: Vincitrice
1985/86 A1 10° Quarti di finale Quarti di finale Coppa Korać: Vincitrice
1986/87 A1 Ottavi di finale 16mi di finale -
1987/88 A1 10° Quarti di finale Quarti di finale -
1988/89 A1 12° Playout 16mi di finale -
1989/90 A1 Quarti di finale Finale -
1990/91 A1 Semifinali Ottavi di finale -
1991/92 A1 Semifinali Quarti di finale Coppa Korać: Vincitrice
1992/93 A1 12° Playout Ottavi di finale Coppa Korać: Finale
1993/94 A1 15° - 16mi di finale -
1994/95 A1 Ottavi di finale Ottavi di finale -
1995/96 A1 Quarti di finale Ottavi di finale -
1996/97 A1 Quarti di finale Ottavi di finale Coppa Korać: Quarti di finale
1997/98 A1 Quarti di finale Quarti di finale Coppa Korać: Semifinali
1998/99 A1 Quarti di finale Quarti di finale Coppa Korać: Ottavi di finale
1999/2000 A1 Ottavi di finale Quarti di finale Coppa Korać: Quarti di finale Supercoppa Italiana: Vincitrice
2000/01 A1 Quarti di finale Semifinali -
2001/02 A Quarti di finale - -
2002/03 A Semifinali Quarti di finale -
2003/04 A Quarti di finale Quarti di finale Eurolega: Prima fase
2004/05 A Semifinali Semifinali -
2005/06 A Semifinali Finale ULEB Cup: Quarti di finale
2006/07 A Semifinali Quarti di finale Eurolega: Top 16
2007/08 A Finale Quarti di finale Eurolega: Top 16
2008/09 A Quarti di finale Quarti di finale Eurolega: Top 16
2009/10 A Quarti di finale - Eurolega: Prima fase
2010/11 A Eurolega

Presidenti e allenatori

Gli sponsor

Altri sponsor

Fornitori tecnici

Stagione 2010/2011

Roster

Il capitano Alessandro Tonolli
Lo stesso argomento in dettaglio: Pallacanestro Virtus Roma 2010-2011.
Naz. Ruolo Sportivo Anno Alt. Peso
5 Bandiera dell'Italia P Jacopo Giachetti 1983 1,90 82
6 Bandiera dell'Italia AC Angelo Gigli 1983 2,09 104
7 Bandiera degli Stati Uniti G Charles Smith 1975 1,93 88
8 Bandiera dell'Italia AG Alessandro Tonolli (C) 1974 2,02 99
9 Bandiera della Macedonia del Nord PG Darius Washington 1985 1,88 88
10 Bandiera dell'Italia P Luca Vitali 1986 2,01 85
11 Bandiera dell'Italia C Andrea Crosariol 1984 2,10 110
12 Bandiera della Francia C Ali Traore 1985 2,08 108
13 Bandiera dell'Italia AP Luigi Datome 1987 2,02 95
14 Bandiera della Bosnia ed Erzegovina A Nihad Đedović 1990 1,96 93
15 (32) Bandiera della Francia A Hervé Touré 1982 2,03 100
17 Bandiera dell'Italia P Gianluca Marchetti 1993 1,78
18 (34) Bandiera degli Stati Uniti C Joshua Heytvelt 1986 2,11 108
20 (26) Bandiera dell'Italia C Andrea Iannilli 1984 2,07

Aggiornato al 23 settembre 2010
Tra parentesi il numero usato in Eurolega (se diverso)

Staff tecnico

Dirigenza

Formazioni del passato e giocatori storici

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Statistiche e record

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche della Virtus Roma.

statistiche aggiornate al 25/5/2010

Statistiche generali

Campionato italiano

  • Stagioni in Serie A: 32
  • Partite disputate (regular season + playoff/playout): 1.141
  • Partite vinte: 625
  • Partite perse: 516
  • Percentuale di vittorie: 54,8%

Coppe italiane

  • Partite disputate: 90
  • Partite vinte: 50
  • Partite perse: 37
  • Pareggi: 3
  • Percentuale di vittorie: 55,5%

Coppe internazionali

  • Partite disputate: 222
  • Partite vinte: 133
  • Partite perse: 88
  • Pareggi: 1
  • Percentuale di vittorie: 59,9%
Record

Record individuali (giocatori)

Record individuali (allenatori)

Record di squadra

  • Punti in classifica: 50 (2002/03)
  • Vittorie consecutive: 9 (2006/07 e 2008/09)
  • Massimo scarto attivo: +66 (2001/02)
  • Massimo scarto passivo: -35 (2000/01)
  • Massimo punteggio realizzato: 130 (1987/88)
  • Minimo punteggio realizzato: 48 (1998/99)
  • Massimo punteggio subito: 121 (2003/04)
  • Minimo punteggio subito: 48 (2001/02)
  • Pubblico: 14.348 spettatori (1982/83)
  • Incasso: 136.845 (2005/06)

Note

  1. ^ Nando Gentile rinuncia all'incarico di capo allenatore della Virtus, su virtusroma.it, 11/12/2009. URL consultato l'11/12/2009.
  2. ^ Matteo Boniciolli nuovo allenatore della Virtus fino a fine stagione, su virtusroma.it, 14/12/2009. URL consultato il 14/12/2009.
  3. ^ Tadija Dragićević alla Lottomatica Roma, su virtusroma.it, 25/1/2010. URL consultato il 25/1/2010.
  4. ^ Ufficiale Darius Washington alla Lottomatica Roma, su virtusroma.it, 29/4/2010. URL consultato il 29/4/2010.
  5. ^ Ufficiale Josh Heytvelt alla Virtus Roma, su virtusroma.it, 13/5/2010. URL consultato il 13/5/2010.
  6. ^ Tanjevic alla dirigenza della Virtus. Confermato Boniciolli, su virtusroma.it, 21/6/2010. URL consultato il 21/6/2010.
  7. ^ http://www.virtusroma.it/internal.asp?cat_id=11&art_id=3904
  8. ^ Anche il prossimo anno Lottomatica title sponsor della Virtus, su virtusroma.it, 10/8/2010. URL consultato il 10/8/2010.
  9. ^ Il francese Ali Traore alla Lottomatica, su virtusroma.it, 22/7/2010. URL consultato il 22/7/2010.
  10. ^ Siglato accordo con Washington, ufficiale anche il romano Iannilli, su virtusroma.it, 5/8/2010. URL consultato il 5/8/2010.
  11. ^ Risolto il contratto con Hutson, prolungato con Heytvelt, su virtusroma.it, 16/8/2010. URL consultato il 16/8/2010.
  12. ^ Arrivato a Roma, in prova per un mese, il giovane serbo Djordje Drenovac, su virtusroma.it, 26/8/2010. URL consultato il 26/8/2010.
  13. ^ Ufficiale la firma con Charlie Smith, l'accordo raggiunto nella notte, su virtusroma.it, 28/8/2010. URL consultato il 28/8/2010.
  14. ^ Nihad Dedovic alla Virtus Roma per due anni in prestito dal Barcellona, su virtusroma.it, 7/9/2010. URL consultato il 7/9/2010.
  15. ^ http://www.virtusroma.it/internal.asp?cat_id=11&art_id=3904
  16. ^ Anche il prossimo anno Lottomatica title sponsor della Virtus, su virtusroma.it, 10/8/2010. URL consultato il 10/8/2010.

Bibliografia

  • Lega A Basket, Almanacco ufficiale del campionato italiano di basket, Libreria dello Sport, 2006, ISBN 88-6127-003-4.
  • Fabrizio Fabbri, Dal muro torto al PalaEUR. Storie della pallacanestro romana e laziale. Racconti di sport di Roma e del Lazio, Riccardo Viola Editore, 2006, ISBN 88-901707-4-3.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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