Monaco buddista: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Three Ancestors Temple - nigu.JPG|thumb|right|250px|Monache che recitano dei sutra in un tempio nella provincia di [[Anhui]] in [[Cina]].]]
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Il '''monaco buddhista''' ([[sanscrito]] ''bhikṣu'', [[pāli]] ''bhikkhu'', [[cinese]] 比丘 [[pinyin]] ''bǐqiū'' [[Wade-Giles]] ''pi-ch'iu'', [[giapponese]] ''biku'', [[tibetano]] ''dge slong pha'', [[coreano]] 비구 ''pigu'', [[vietnamita]] ''tỷ khưu'') e la '''monaca buddhista''' ([[sanscrito]] ''bhikṣuṇī'', [[pāli]] ''bhikkhunī'' [[cinese]] 比丘尼 [[pinyin]] ''bǐqiūní'' [[Wade-Giles]] '' pi-ch'iu-ni'', [[giapponese]] ''bikuni'', [[tibetano]] ''dge slong ma'', [[coreano]] 비구니 ''piguni'', [[vietnamita]] ''tỷ khưu ni'') è colui o colei che, compiuti i venti anni di età, conferma l'ordinazione dopo un periodo di [[novizio buddhista|noviziato]] ([[sanscrito]] ''[[śrāmaṇera]]'', [[pāli]] ''[[sāṃanera]]'').
Il '''monaco buddhista''' ([[sanscrito]] ''bhikṣu'', [[pāli]] ''bhikkhu'', [[Lingua cinese|cinese]] 比丘 [[pinyin]] ''bǐqiū'' [[Wade-Giles]] ''pi-ch'iu'', [[giapponese]] ''biku'', [[tibetano]] ''dge slong pha'', [[coreano]] 비구 ''pigu'', [[vietnamita]] ''tỷ khưu'') e la '''monaca buddhista''' ([[sanscrito]] ''bhikṣuṇī'', [[pāli]] ''bhikkhunī'' cinese 比丘尼 [[pinyin]] ''bǐqiūní'' [[Wade-Giles]] '' pi-ch'iu-ni'', [[giapponese]] ''bikuni'', [[tibetano]] ''dge slong ma'', [[coreano]] 비구니 ''piguni'', [[vietnamita]] ''tỷ khưu ni'') è colui o colei che, compiuti i venti anni di età, conferma l'ordinazione dopo un periodo di [[novizio buddhista|noviziato]] ([[sanscrito]] ''[[śrāmaṇera]]'', [[pāli]] ''[[sāṃanera]]'').


La piena ordinazione monastica avviene di fronte ad almeno altri dieci membri anziani della comunità monastica (cinque per le regioni considerate di periferia).
La piena ordinazione monastica avviene di fronte ad almeno altri dieci membri anziani della comunità monastica (cinque per le regioni considerate di periferia).
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Le scuole giapponesi [[Tendai]] e [[Zen]] non seguono le regole del ''[[vinaya]]'' ma solo quelle [[Mahāyāna]] elencate nel ''[[Brahmajālasūtra ]]'' (梵網經 pinyin: ''Fànwǎng jīng'', giapp. ''Bonmō kyō'', Il Sutra della rete di Brahma, conservato nel ''[[Lǜbù]]'', [[T.D.]] 1484.24.997a-1010a) testo contenenti 58 precetti, di cui 10 considerati maggiori e 48 minori.
Le scuole giapponesi [[Tendai]] e [[Zen]] non seguono le regole del ''[[vinaya]]'' ma solo quelle [[Mahāyāna]] elencate nel ''[[Brahmajālasūtra ]]'' (梵網經 pinyin: ''Fànwǎng jīng'', giapp. ''Bonmō kyō'', Il Sutra della rete di Brahma, conservato nel ''[[Lǜbù]]'', [[T.D.]] 1484.24.997a-1010a) testo contenenti 58 precetti, di cui 10 considerati maggiori e 48 minori.



== Rito dell'ordinazione monastica==
== Rito dell'ordinazione monastica==
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I primi riti di ordinazione monastica prevedeveno la rasatura dei capelli e della barba, la recitazione della formula del rifugio (sans. ''śaraṇa'') nel [[Buddha]], nel [[Dharma]] e nel [[Saṃgha]] (il [[Triplice gioiello]] sans. ''Triratna'') e la consegna dell'abito color zafferano composto di tre parti (''[[trichīvara]]'').
I primi riti di ordinazione monastica prevedeveno la rasatura dei capelli e della barba, la recitazione della formula del rifugio (sans. ''śaraṇa'') nel [[Buddha]], nel [[Dharma]] e nel [[Saṃgha]] (il [[Triplice gioiello]] sans. ''Triratna'') e la consegna dell'abito color zafferano composto di tre parti (''[[trichīvara]]'').


Successivamente il rito si rese più complesso prevedendo che il candidato a novizio (''śrāmaṇera'' ) si presentasse con la testa rasata di fronte ad un'assemblea composta da almeno dieci monaci già ordinati, mentre le novizie avevavo bisogno della presenza sia di monache che di monaci altrimenti l'ordinazione era invalidata. Successivamente il novizio prendeva l'abito monastico con una formula che ricordava che l'uso di questo abito era a sola protezione del corpo e non suo ornamento. Dopo essersi ritirato per indossarlo tornava per prendere rifugio nel ''Triratna'' impegnandosi a rispettare le ''[[Śīla ]]'' che il capo dei monaci elencava e il novizio ripeteva.
Successivamente il rito si rese più complesso prevedendo che il candidato a novizio (''śrāmaṇera'' ) si presentasse con la testa rasata di fronte ad un'assemblea composta da almeno dieci monaci già ordinati, mentre le novizie avevavo bisogno della presenza sia di monache che di monaci altrimenti l'ordinazione era invalidata. Successivamente il novizio prendeva l'abito monastico con una formula che ricordava che l'uso di questo abito era a sola protezione del corpo e non suo ornamento. Dopo essersi ritirato per indossarlo tornava per prendere rifugio nel ''Triratna'' impegnandosi a rispettare le ''[[Śīla]]'' che il capo dei monaci elencava e il novizio ripeteva.


Nella ordinazione completa (''[[Upasaṃpadā]]''), ovvero il passaggio da ''śrāmaṇera'' a ''bhikṣu'', il novizio ripeteva la sua prima ordinazione, poi un monaco anziano gli domandava se avesse degli impedimenti (età, malattie, etc.). Successivamente il novizio citava i sue due maestri (''[[āchārya]]'') che lo avevano seguito nella sua formazione fino a quel momento, i quali gli consegnavano l'abito e le ciotole per le elemosine. Successivamente il capo dei monaci elencava le trasgressioni per cui sarebbe stato allontanato dall'ordine monastico e il novizio faceva professione per tre volte dell'intenzione di entrare nella comunità. La comunità monastica presente aveva il diritto di opporsi al suo ingresso. La cerimonia terminava con un discorso sul [[Dharma]] del capo dei monaci.
Nella ordinazione completa (''[[Upasaṃpadā]]''), ovvero il passaggio da ''śrāmaṇera'' a ''bhikṣu'', il novizio ripeteva la sua prima ordinazione, poi un monaco anziano gli domandava se avesse degli impedimenti (età, malattie, etc.). Successivamente il novizio citava i sue due maestri (''[[āchārya]]'') che lo avevano seguito nella sua formazione fino a quel momento, i quali gli consegnavano l'abito e le ciotole per le elemosine. Successivamente il capo dei monaci elencava le trasgressioni per cui sarebbe stato allontanato dall'ordine monastico e il novizio faceva professione per tre volte dell'intenzione di entrare nella comunità. La comunità monastica presente aveva il diritto di opporsi al suo ingresso. La cerimonia terminava con un discorso sul [[Dharma]] del capo dei monaci.


Nel [[Buddhismo cinese]], in passato, l'ordinazione a monaco era preceduta dal rito del 灸 ''[[moxibustione|jiǔ]]'' che consisteva nel bruciare dei coni di incenso composti con l'erba dell' ''[[artemisia vulgaris]]'' sulla testa rasata del candidato monaco producendo un numero variabili di cicatrici, da 3 a 12, a seconda del monastero in cui veniva praticata.
Nel [[Buddhismo cinese]], in passato, l'ordinazione a monaco era preceduta dal rito del 灸 ''[[moxibustione|jiǔ]]'' che consisteva nel bruciare dei coni di incenso composti con l'erba dell'''[[artemisia vulgaris]]'' sulla testa rasata del candidato monaco producendo un numero variabili di cicatrici, da 3 a 12, a seconda del monastero in cui veniva praticata.


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Versione delle 23:02, 8 ago 2010

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Un monaco buddhista in Sri Lanka.
Monache che recitano dei sutra in un tempio nella provincia di Anhui in Cina.

Il monaco buddhista (sanscrito bhikṣu, pāli bhikkhu, cinese 比丘 pinyin bǐqiū Wade-Giles pi-ch'iu, giapponese biku, tibetano dge slong pha, coreano 비구 pigu, vietnamita tỷ khưu) e la monaca buddhista (sanscrito bhikṣuṇī, pāli bhikkhunī cinese 比丘尼 pinyin bǐqiūní Wade-Giles pi-ch'iu-ni, giapponese bikuni, tibetano dge slong ma, coreano 비구니 piguni, vietnamita tỷ khưu ni) è colui o colei che, compiuti i venti anni di età, conferma l'ordinazione dopo un periodo di noviziato (sanscrito śrāmaṇera, pāli sāṃanera).

La piena ordinazione monastica avviene di fronte ad almeno altri dieci membri anziani della comunità monastica (cinque per le regioni considerate di periferia).

La procedura di ammissione al saṃgha è dettagliata nel Vinaya del canone ed è chiamata Upasaṃpadā; in breve, il candidato è interrogato sulle sue motivazioni e su eventuali ostacoli. Poi ne viene annunciata la candidatura per tre volte e, se nessuno esprime obiezioni, è ammesso ed invitato a rispettare i precetti del vinaya che sono:

Nelle scuole del Buddhismo Mahāyāna ovvero tutte quelle afferenti ai Canoni cinese e tibetano viene aggiunta la recita del pranidhāna ovvero i Voti del Bodhisattva.

Le scuole giapponesi Tendai e Zen non seguono le regole del vinaya ma solo quelle Mahāyāna elencate nel Brahmajālasūtra (梵網經 pinyin: Fànwǎng jīng, giapp. Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma, conservato nel Lǜbù, T.D. 1484.24.997a-1010a) testo contenenti 58 precetti, di cui 10 considerati maggiori e 48 minori.

Rito dell'ordinazione monastica

Monaci giapponesi Shingon in pellegrinaggio sul Monte Kōya, Giappone.

I primi riti di ordinazione monastica prevedeveno la rasatura dei capelli e della barba, la recitazione della formula del rifugio (sans. śaraṇa) nel Buddha, nel Dharma e nel Saṃgha (il Triplice gioiello sans. Triratna) e la consegna dell'abito color zafferano composto di tre parti (trichīvara).

Successivamente il rito si rese più complesso prevedendo che il candidato a novizio (śrāmaṇera ) si presentasse con la testa rasata di fronte ad un'assemblea composta da almeno dieci monaci già ordinati, mentre le novizie avevavo bisogno della presenza sia di monache che di monaci altrimenti l'ordinazione era invalidata. Successivamente il novizio prendeva l'abito monastico con una formula che ricordava che l'uso di questo abito era a sola protezione del corpo e non suo ornamento. Dopo essersi ritirato per indossarlo tornava per prendere rifugio nel Triratna impegnandosi a rispettare le Śīla che il capo dei monaci elencava e il novizio ripeteva.

Nella ordinazione completa (Upasaṃpadā), ovvero il passaggio da śrāmaṇera a bhikṣu, il novizio ripeteva la sua prima ordinazione, poi un monaco anziano gli domandava se avesse degli impedimenti (età, malattie, etc.). Successivamente il novizio citava i sue due maestri (āchārya) che lo avevano seguito nella sua formazione fino a quel momento, i quali gli consegnavano l'abito e le ciotole per le elemosine. Successivamente il capo dei monaci elencava le trasgressioni per cui sarebbe stato allontanato dall'ordine monastico e il novizio faceva professione per tre volte dell'intenzione di entrare nella comunità. La comunità monastica presente aveva il diritto di opporsi al suo ingresso. La cerimonia terminava con un discorso sul Dharma del capo dei monaci.

Nel Buddhismo cinese, in passato, l'ordinazione a monaco era preceduta dal rito del 灸 jiǔ che consisteva nel bruciare dei coni di incenso composti con l'erba dell'artemisia vulgaris sulla testa rasata del candidato monaco producendo un numero variabili di cicatrici, da 3 a 12, a seconda del monastero in cui veniva praticata.

Bibliografia

  • Bechert, Heinz, e Gombrich, Richard, The World of Buddhism: Buddhist Monks and Nuns in Society and Culture. London, Thames and Hudson, 1984.
  • Kieschnick, John. The Eminent Monk: Buddhist Ideals in Medieval Chinese Hagiography. Honolulu, University of Hawaii Press, 1997.
  • Lopez, Donald S., Jr., Buddhism in Practice. Princeton, NJ, Princeton University Press, 1995.
  • Ray, Reginald A. Buddhist Saints in India: A Study in Buddhist Values and Orientations. Oxford, Oxford University Press, 1994.
  • Suzuki D.T., La formazione del monaco buddhista zen. Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1984.

Voci correlate

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