Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
GnuBotmarcoo (discussione | contributi)
m Bot: Sostituisco tmp 'Opera pittorica' --> 'Opera d'arte'
Riga 1: Riga 1:
{{Opera pittorica
{{Opera d'arte
| immagine=Quadro di Marco Palmezzano.JPG
| immagine=Quadro di Marco Palmezzano.JPG
| grandezza immagine=300px
| grandezza immagine=300px
| titolo=Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano
| titolo=Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano
| artista=[[Marco Palmezzano]]
| artista=[[Marco Palmezzano]]
| anno=[[1500]]
| data = [[1500]]
| opera = dipinto
| tecnica=[[tempera]]
| supporto=[[su tavola|tavola]]
| tecnica = [[tempera]] su [[su tavola|tavola]]
| altezza=450
| altezza=450
| larghezza=250
| larghezza=250

Versione delle 14:25, 14 lug 2010

Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano
AutoreMarco Palmezzano
Data1500
Tecnicatempera su tavola
Dimensioni450×250 cm
UbicazioneAbbazia di San Mercuriale, Forlì

L'Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano è una ancona da altare, tempera su tavola di cm 450x250, del pittore forlivese Marco Palmezzano, dipinta nel 1510 per la cappella Ferri dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì, dove è tuttora conservata.

È ritenuta dai critici uno dei capolavori del Palmezzano, all'altezza delle altre opere maggiori conservate alla Galleria degli Uffizi di Firenze, al Museo del Louvre di Parigi e al Museo Liechtenstein di Vienna.

L'opera, presenta quattro figure in primo piano: sulla sinistra, di tre quarti, due vescovi, Sant'Agostino e Sant'Anselmo d'Aosta, che una radicata tradizione popolare voleva invece identificare in San Mercuriale e San Rufillo protovescovi, rispettivamente di Forlì e di Forlimpopoli; sulla destra, di profilo la Madonna e, ancora di tre quarti, Santo Stefano.

Alle spalle di costoro, si apre un paesaggio, che ha al centro una città: Gerusalemme; raffigurata, però, col profilo della città dove la pala è situata, Forlì, con le sue tre caratteristiche torri: quella del Duomo, quella del Comune e quella di San Mercuriale, torre famosa già all'epoca per essere uno dei campanili romanici in mattoni più alti d'Italia.

In alto, a sinistra, appare il Padre Eterno, in gloria, circondato da angeli, mentre, a destra, emergono due speroni di roccia sormontati da due alberi che richiamano l'Antico testamento: un cipresso e un cedro, che dovrebbe rappresentare un Cedro del Libano, albero però sconosciuto all'epoca in Europa. Del resto, per i suoi destinatari era più evocativo un cedro con gli agrumi in evidenza, visto che, in occasione della festa (il 1º maggio) di un santo molto amato dai forlivesi, San Pellegrino Laziosi, si tiene, da tempo immemorabile, una sagra dei cedri.

Accanto al cipresso, si notano una simbolica nube dorata ed uno stormo di uccelli, in disposizione simile a quella che hanno nel dipinto Crocifissione e santi, realizzato tra il 1500 e il 1510 e conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

  Portale Pittura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Pittura