Antropologia: differenze tra le versioni

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* J. L. Lombo e F. Russo. ''Antropologia filosofica. Una introduzione''. Roma, Ed. Università Pontificia della Santa Croce, 2005.
* J. L. Lombo e F. Russo. ''Antropologia filosofica. Una introduzione''. Roma, Ed. Università Pontificia della Santa Croce, 2005.
* Anna Ludovico, ''Anima e corpo. I ragazzi selvaggi alle origini della conoscenza'', Roma: Aracne 2006,ISBN: 8854803871.
* Anna Ludovico, ''Anima e corpo. I ragazzi selvaggi alle origini della conoscenza'', Roma: Aracne 2006,ISBN: 8854803871.
D. Albera, C. bomberger, A. Blok. "Antropologia del mediterraneo", Guerini, Milano 2007.
* D. Albera, C. bomberger, A. Blok. "Antropologia del mediterraneo", Guerini, Milano 2007.
* R. Malighetti. "Clifford Geertz. Il lavoro dell'antropologo", Utet, Torino
* R. Malighetti. "Clifford Geertz. Il lavoro dell'antropologo", Utet, Torino
* R. Malighetti. "Oltre lo sviluppo. Le prospettive dell'antropologia", Meltemi, Roma.
* R. Malighetti. "Oltre lo sviluppo. Le prospettive dell'antropologia", Meltemi, Roma.

Versione delle 10:54, 4 lug 2010

Disambiguazione – Se stai cercando scienze demo-etnoantropologiche, vedi Scienze etnoantropologiche.

L'antropologia (termine composto col prefisso antropo-, dal greco άνθρωπος ànthropos = "uomo" più il suffisso -logia, dal greco λόγος, lògos = "parola, discorso") è la scienza che studia l'uomo dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella società.

Nella contemporaneità, dal punto di vista accademico, l'antropologia è suddivisa nella tradizione di studi italiana in due aree principali:

  • l'antropologia fisica (o "antropologia biologica"), che studia l'evoluzione e le caratteristiche fisiche degli esseri umani, la genetica delle popolazioni e le basi biologiche dei comportamenti della specie umana e dei suoi parenti più stretti, le grandi scimmie (primatologia);
  • le discipline demo-etnoantropologiche, che si occupano degli aspetti sociali, culturali, economici, cognitivi, politici, etc. (ad esempio le reti di relazioni sociali, i comportamenti, usi e costumi, gli schemi di parentela, le leggi e istituzioni politiche, le ideologie, religioni e credenze, gli schemi di comportamento, i modi di produzione e consumo o scambio dei beni, i meccanismi percettivi, le relazioni di potere). Grande importanza ha per tale area di studi la ricerca etnografica, spesso considerata come base imprescindibile per riflessioni teoriche ed eventuali comparazioni.

Generalmente quando viene utilizzato il termine antropologia senza specificazioni ci si riferisce a questo secondo gruppo.

Le definizioni "antropologia culturale", di derivazione statunitense, "antropologia sociale", di provenienza britannica, ed "etnologia", di scuola francese, vengono spesso utilizzate per riferirsi genericamente al campo di studi delle scienze antropologiche o etnoantropologiche. L'utilizzo di queste etichette comporta diverse letture teoriche dell'antropologia, che possono essere in linea di massima messe in relazione con le diverse tradizioni di studi. Tuttavia vi è ampio consenso nella contemporaneità nell'individuare un'unità epistemologica di fondo del campo disciplinare.

In Italia si tende quindi a preferire la dizione "scienze (o discipline) etnoantropologiche" per evitare le implicazioni teoriche della scelta tra etnologia e antropologia sociale e culturale. In accordo con tale tendenza la voce enciclopedica di riferimento per tale campo di studi è Scienze etnoantropologiche, ed in essa viene trattata la storia della disciplina.

Tematiche dell'antropologia

  • Cognizione e mente (educazione, percezione, categorizzazione, teorie della mente)
  • Modelli e classificazioni sociali (cultura, etnia, identità, ruoli, scambi culturali, reti sociali, gerarchia, generi sessuali)

Sono inoltre strettamente collegate le discipline dell'etno-linguistica, che si occupa delle variazioni linguistiche delle diverse società umane, e l'archeologia e la paletnologia, che indagano le società del passato attraverso i resti materiali che esse hanno lasciato ("cultura materiale").

Considerazioni generali sull'antropologia

Data l'enorme varietà di fenomeni che ricadono nel campo di interesse della disciplina e in seguito ad evoluzioni storiche delle configurazioni e delle politiche accademiche (e non) relative ad essa, proliferano le direzioni di ricerca ed esiste, di conseguenza, una grande varietà di sottodiscipline istituzionalizzate in corsi e specializzazioni nelle università di tutto il mondo (per citarne solo alcune: antropologia visuale; antropologia dello stato; antropologia economica; antropologia amazzonica; antropologia dello sviluppo; antropologia delle organizzazioni, ecc.).

La grande quantità di sottodiscipline e campi di interesse che caratterizza attualmente l'antropologia culturale e sociale deve la sua esistenza principalmente alla crisi di due pilastri delle costruzioni teoriche di entrambe, gli stessi concetti di cultura e società.

Cenni storici

Se già gli antichi Egizi solevano distinguere le differenze tra i popoli, raffigurando i nemici catturati con un colore della pelle diverso, come ad esempio i libici dalla pelle chiara, ed evidenziando inoltre usanze e tratti fisici differenti, come la barba lunga degli stessi libici, bisognerà attendere gli studi dello storico e geografo greco Erodoto di Alicarnasso, per poter leggere una descrizione dei caratteri di varie popolazioni antiche (Etiopi, Greci, Egizi, Sciti), nella quale l'autore distinse tra i caratteri fisici e quelli etnografici.[1]

Uno dei primi precursori dell'antropologia, nell'antichità fu Aristotele, che si preoccupò di classificare il mondo zoologico, comprendente l'uomo animale ragionevole. Le conoscenze dei tipi umani si approfondirono grazie agli studi dei medici Ippocrate e Galeno ed ai racconti dei viaggiatori, da Marco Polo a Magellano.

Nel Settecento Linneo istituì una catalogazione delle varietà umane imperniata sia sui caratteri fisici sia su quelli morali o etnologici e l'antropologia ottocentesca ricevette un grande sviluppo grazie alle ricerche fornite, qualche anno prima, da Buffon (1707-1788), basate sul concetto di razza umana e dalla teoria dell'adattamento ai vari ambienti naturali. Seguirono Lamarck (1744-1829), Blumenbach (1752-1840), con le sue norme descrittive del cranio, Paul Broca (1824-1880 e la craniometria, Manouvrier (1850-1927) con la focalizzazione dei rapporti tra morfologia e funzionalità.

In Italia si misero in evidenza Paolo Mantegazza (1831-1910), fondatore della prima cattedra di antropologia nella penisola, a Firenze nel 1870, ed Enrico Morselli (1852-1929).

Fondamenti filosofici

Le tradizioni di pensiero moderno che possono essere definite come costituenti una antropologia filosofica, hanno i principali esponenti in Immanuel Kant, Johann Gottfried Herder, Ralph Waldo Emerson, Friedrich Nietzsche, Max Scheler, Arnold Gehlen e Helmuth Plessner.

Note

  1. ^ Universo, De Agostini, Novara, Vol. I, 1962, pag.352-353

Bibliografia

Per saperne di più:

  • U. Fabietti, R. Malighetti, V. Matera. Dal tribale al globale. Milano, Bruno Mondadori, 2000. ISBN 88-424-9607-3.
  • Fabietti - Remotti (a cura di), Dizionario di antropologia. Bologna, Zanichelli.
  • Mead, Baldwin. Dibattito sulla razza. Milano, Rizzoli.
  • S. Moravia. Lévi-Strauss e l'antropologia strutturale. Firenze, Sansoni.
  • A. dal Lago. Descrizione di una battaglia. I rituali del calcio. Il Mulino 2001.
  • C. Geertz. Interpretazione di culture. Il Mulino, Bologna, 1998.
  • C. Geertz. Mondo Globale, mondi locali Cultura e Politica alla fine del XX secolo. Bologna, Il Mulino.
  • C. Geertz. "Opere e vite" Bologna, il Mulino.
  • U. Fabietti. Storia dell'antropologia. Zanichelli.
  • F. Barth. Ethnic groups and boundaries: The social organization of culture differences. Boston, Little Brown & Co. , 1969.
  • J. L. Lombo e F. Russo. Antropologia filosofica. Una introduzione. Roma, Ed. Università Pontificia della Santa Croce, 2005.
  • Anna Ludovico, Anima e corpo. I ragazzi selvaggi alle origini della conoscenza, Roma: Aracne 2006,ISBN: 8854803871.
  • D. Albera, C. bomberger, A. Blok. "Antropologia del mediterraneo", Guerini, Milano 2007.
  • R. Malighetti. "Clifford Geertz. Il lavoro dell'antropologo", Utet, Torino
  • R. Malighetti. "Oltre lo sviluppo. Le prospettive dell'antropologia", Meltemi, Roma.
  • R. Malighetti. "Alla ricerca dell'identità", Meltemi, Roma.
  • U. Fabietti, V. Matera, "Etnografia, scritture e rappresentazioni dell'antropologia", Carocci, Roma

Voci correlate

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