Archivio Diaristico Nazionale: differenze tra le versioni

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==Consistenza dell'Archivio==
==Consistenza dell'Archivio==
Ad oggi l’Archivio conserva circa seimila testi tra diari, memorie e raccolte ed epistolari.
Ad oggi l’Archivio conserva circa seimila testi tra diari, memorie ed epistolari.


Tutto quello che viene depositato in Archivio è sottoposto alla lettura e alla schedatura informatica che da luogo al catalogo on-line del fondo edito e inedito, reperibile nell’Opac del Polo Aretino.
Tutto quello che viene depositato in Archivio è sottoposto alla lettura e alla schedatura informatica che da luogo al catalogo on-line del fondo edito e inedito, reperibile nell’Opac del Polo Aretino.

Versione delle 13:14, 27 giu 2010

L'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano è un archivio pubblico che raccoglie documenti cartacei italiani in forma diaristica, epistolare e memorialistica autobiografica.

Storia dell'Archivio

Nel 1984 a Pieve Santo Stefano, quasi al confine fra Toscana, Umbria e Romagna, Saverio Tutino ha l’idea di fondare l’ Archivio Diaristico Nazionale[1].

L'allora sindaco Pietro Minelli accetta l'idea: nasce l'Archivio, come iniziativa della biblioteca comunale e contemporaneamente, per incentivare l'afflusso di testi, si organizza il Premio Pieve per diari, memorie, epistolari inediti.

Da quel momento la città ospita un Archivio pubblico che raccoglie scritti autobiografici di gente comune in cui si riflettono, in varie forme, la vita di tutti e la storia d'Italia: sono diari, epistolari, memorie dell'esistenza personale.

L'Archivio serve non solo a conservare, come un museo, brani di scrittura popolare: vuole far fruttare in vario modo la ricchezza che in esso viene depositata.

Dopo averlo chiamato retoricamente “banca della memoria”, è stato definito “vivaio”, considerando che in esso gli scritti del passato rivivono, germogliando di nuovo ad ogni stagione, e creando nuove forme di attenzione alla diaristica.

Consistenza dell'Archivio

Ad oggi l’Archivio conserva circa seimila testi tra diari, memorie ed epistolari.

Tutto quello che viene depositato in Archivio è sottoposto alla lettura e alla schedatura informatica che da luogo al catalogo on-line del fondo edito e inedito, reperibile nell’Opac del Polo Aretino.

Attività dell'Archivio

Un concorso per i diari

Chiunque possegga uno scritto inedito (in originale o in copia) può spedirlo all’Archivio scegliendo di depositarlo oppure di farlo concorrere all’annuale Premio Pieve. La selezione del materiale che perviene per il concorso è affidata ad una Commissione di lettura composta da persone del luogo che durante tutto l’anno leggono e discutono sui diari, le memorie e le raccolte epistolari che giungono a Pieve. Questa Commissione sceglie fra i cento testi ammessi ogni anno al concorso la rosa degli otto finalisti che vengono poi passati alla Giuria Nazionale.

Si prediligono i testi non scritti appositamente per il Premio magari appartenenti alla sfera intima o famigliare e che non erano destinati alla pubblicazione, almeno nelle intenzioni dell’autore. Si richiede quindi che il materiale, se trascritto, venga mantenuto nella forma originaria, anche con gli errori di sintassi e ortografia, per non togliere niente alla spontaneità di chi ha scritto.

Il primo e unico premio consiste in 1000 euro e la pubblicazione del testo presso un editore scelto dall’Archivio.

In questo modo si è messa in circolazione l'idea che anche da certi documenti personali, estranei alle logiche di mercato, si può ricavare un filone nuovo di letteratura non colta (forse “semicolta”), sicuramente dotata di una vivezza culturale adeguata all'epoca in cui viviamo.

Dal 2001 l'editore dell'Archivio è Terre di Mezzo di Milano.

La partecipazione al Premio Pieve è gratuita. Dopo la partecipazione al concorso tutti i testi vengono inseriti nell’Archivio che provvede a schedarli, catalogarli e metterli a disposizione dei frequentatori dell'Archivio.

Iniziative

Dal settembre 1998, con cadenza semestrale viene pubblicata una rivista dell’Archivio dal titolo Primapersona, in vendita presso le librerie Feltrinelli di tutta Italia e in abbonamento presso l’Archivio. Scrivono per Primapersona i referenti scientifici dell'Archivio e gli esperti europei di autobiografia, mentre i lettori della Commissione di lettura del Premio parlano del loro lavoro di selezione.

Nel 2001 inizia la collaborazione con la casa di produzione di Angelo Barbagallo e Nanni Moretti e alcune delle storie tratte dall'Archivio diventano I diari della Sacher presentati con successo al Festival del Cinema di Venezia e al Festival internazionale del film di Locarno, trasmessi poi a Tele+ e Raitre.

A partire da ottobre 2001 il sito dell'Archivio ospita la rubrica Pagine, un appuntamento bimestrale che dà spazio a brani autobiografici. La rubrica è curata dalla redazione del sito con la collaborazione della Commissione di lettura.

L'Archivio è frequentato e consultato da studenti, giornalisti, scrittori, sceneggiatori e autori di testi televisivi e radiofonici.

La Fondazione

Per iniziativa del Comune di Pieve Santo Stefano viene istituita la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale che ottiene nel 1991 il riconoscimento della personalità giuridica privata dalla Regione Toscana e, nel giugno 2000, quello del Ministero per i beni e le attività culturali.

Dal 1998 la Fondazione è divenuta una Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale). Nello stesso anno la Regione inserisce la Fondazione nella tabella delle grandi istituzioni della Toscana e il 16 luglio 1999 la Sovrintendenza Archivistica per la Toscana gli conferisce la notifica di archivio di notevole interesse.

L’attività dell’Archivio è finanziata da Banca Toscana, dalla Provincia di Arezzo, dalla Comunità Montana Valtiberina Toscana, dal Ministero per i beni e le attività culturali, dalla Regione Toscana, dalla Camera di Commercio, da altri istituti, ditte o benefattori privati.

L’Archivio ha un’apertura giornaliera di otto ore.

Note

  1. ^ Archivio Diaristico Nazionale [1]