Iperomocisteinemia: differenze tra le versioni
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Versione delle 22:28, 8 mag 2010
L'iperomocisteinemia è una concentrazione nel sangue elevata dell' omocisteina, un amminoacido derivato dalla cisteina, e che svolge il ruolo di metabolita intermedio nella trasformazione di quest'ultima in metionina e viceversa.
Cause
L'iperomocisteinemia è un sintomo di alcune patologie, ereditarie e non, e di stili di vita errati[1]:
- omocistinuria (malattia metabolica dovuta a deficit dell'enzima cistationina-β-sintetasi).
- carenza di folati, vitamina B12 o vitamina B6 [2]
- tabagismo
- eccessivo consumo di caffè e di bevande alcoliche
- ridotta attività fisica
- esposizione cronica all'inquinamento atmosferico, specialmente al particolato
- La mutazione MTHFR (metilentetraidrofolato-reduttasi) che ostacola il processo di trasformazione e causa un aumento di omocisteina. Si tratta di una mutazione piuttosto frequente (frequenza allelica intorno allo 0.5 nella popolazione italiana) [3] e interessa il gene C677T.
- Varie malattie possono a volte dare iperomocisteinemia, in particolare ipotiroidismo, psoriasi, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide. Anche durante trattamenti farmacologici con metotrexate, carbamazepina, fenitoina ed isoniazide è possibile l'aumento di livelli ematici di omocisteina.
Rischi
L'iperomocisteinemia è stata inserita dall'OMS tra i fattori di rischio cardiovascolari, cerebrovascolari e vascolari periferici[4].
Valori elevati di omocisteina nel sangue sono accusati di volta in volta di portare ad un aumento del rischio di:
- coronaropatia (che può portare tra l'altro a infarto cardiaco ed angina pectoris)
- ictus ischemico [6],
- tromboembolia
- demenza senile
- ritardo o diminuzione dell'intelligenza nei bambini in età scolare
- malformazioni fetali (spina bifida)
Alcuni studi la associano anche ad osteoporosi, diabete [7] e a numerosi problemi correlati alla gravidanza [8], dall'aumento della sindrome di Down all'aumento dei casi di aborto spontaneo. In quest'ambito si concentrano tuttavia forti contestazioni e vari risultati contradditori [9]
Per i rischi legati alla malattia coronarica, tromboembolia e ictus sono stati presentati vari studi che ai più paiono del tutto convincenti, tuttavia non mancano anche qui(come del resto per molti fattori di rischio legati all'aterosclerosi e alle malattie ischemiche) perplessità e contestazioni. Queste riguardano sia la pericolosità dell'aumento dell'omocisteina in sé, quanto l'efficacia del suo abbassamento mediante la comune terapia: ad esempio, uno studio [10] mostrerebbe che la terapia e l'abbassamento dell'omocisteina non porterebbe comunque ad una diminuzione del rischio di tromboembolia sintomatica profonda.
Parametri di riferimento
- Normalità[1]
In caso di omocistinuria da MTHRF i valori ematici sono più alti dalle 10 alle 50 volte, mentre le altre cause e patologie danno aumenti solitamente più contenuti.
Terapia
I livelli di omocisteina vengono ridotti principalmente mediante l'assunzione di acido folico. Quasi sempre a questa prescrizione si aggiungono vitamine del gruppo B (B6, B12), che sono comunque di minore impatto terapeutico. Per le forme di minore importanza (o border) si può tentare una cura semplicemente con una dieta molto ricca di verdura.
L'acido folico è contenuto in questi alimenti, ma è una sostanza piuttosto deperibile, infatti, si degrada facilmente con la cottura, alla luce, alla presenza di alcuni conservanti, al congelamento, ecc; quindi si consiglia il consumo di verdura fresca e conservata lontana dalla luce, non congelata, ecc.
Note
- ^ a b Catalano R., Rosso V., Spaccamiglio A., Omocisteina e iperomocisteinemia, su flipper.diff.org. URL consultato il 13 novembre 2008.
- ^ Miller JW, Nadeau MR, Smith D, Selhub J, Vitamin B-6 deficiency vs folate deficiency: comparison of responses to methionine loading in rats, vol. 59, maggio 1994, pp. 1033–1039.
- ^ http://www.asl2.liguria.it/pdf/Labinforma_8_06.pdf
- ^ Jean-Charles Fruchart, PhD; Melchior C. Nierman, MD; Erik S. G. Stroes, MD, PhD; John J. P. Kastelein, MD, PhD; Patrick Duriez, PhD, Atherosclerosis: Evolving Vascular Biology and Clinical Implications - New Risk Factors for Atherosclerosis and Patient Risk Assessment, in Circulation., vol. 109, 2004, pp. III-15 - III-19, DOI:10.1161/01.CIR.0000131513.33892.5b.
- ^ O. Nygard, S.E. Vollset, H. Refsum et al., Total plasma homocysteine and cardiovascular risk profile. The Hordaland Homosycteine Study., JAMA (274), 1526-33 (1995)
- ^ (Homocysteine, MTHFR 677C →T polymorphism,and risk of ischemic stroke: results of a meta-analysis. Kelly et al, Neurology 2002; Aug 27;59(4):529-36) conferma tale dato (OR = 1.23 (95% CI, 0.96 to 1.58;p=0.1)).
- ^ http://www.prevenzione-cardiovascolare.it/archivio/archivio_text.php?cat_id=358&pos=5
- ^ http://www.theramex.it/thol/pages/canali/gravidanza/folati/gravPat.jsp
- ^ http://www.rostigin.com/SchedaArticolo.aspx?ID=9>
- ^ (Ray JG et al, Annals 2007;early release)