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Dopo una breve esperienza nel teatro contemporaneo si dedica all'arte. Negli anni Sessanta diventa direttore della Kunsthalle di [[Berna]], dove realizza alcune mostre seminali, tra cui "[[When Attitudes Become Form]]", che introduce nuovi linguaggi e modi di intendere arte, grazie anche alla partecipazione di artisti come [[Joseph Beuys]], [[Franz Gertsch]], [[Richard Serra]], [[Mimmo Paladino]], [[Jörg Immendorff]], [[Gian Ruggero Manzoni]], [[Markus Lüpertz]] e [[Dieter Roth]]. |
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Szeemann in seguito si dimette dalla Kunsthalle preferendo operare come freelance, inventando di fatto il modello del "curatore indipendente", cioè un organizzatore di mostre slegato dalle istituzioni museali. |
Szeemann in seguito si dimette dalla Kunsthalle preferendo operare come freelance, inventando di fatto il modello del "curatore indipendente", cioè un organizzatore di mostre slegato dalle istituzioni museali. |
Versione delle 05:00, 17 feb 2010
Harald Szeemann (Berna, 11 giugno 1933 – Tegna, 18 febbraio 2005) è stato uno storico dell'arte e curatore di mostre d'arte svizzero.
Dopo una breve esperienza nel teatro contemporaneo si dedica all'arte. Negli anni Sessanta diventa direttore della Kunsthalle di Berna, dove realizza alcune mostre seminali, tra cui "When Attitudes Become Form", che introduce nuovi linguaggi e modi di intendere arte, grazie anche alla partecipazione di artisti come Joseph Beuys, Franz Gertsch, Richard Serra, Mimmo Paladino, Jörg Immendorff, Gian Ruggero Manzoni, Markus Lüpertz e Dieter Roth.
Szeemann in seguito si dimette dalla Kunsthalle preferendo operare come freelance, inventando di fatto il modello del "curatore indipendente", cioè un organizzatore di mostre slegato dalle istituzioni museali.
Nel 1972 viene chiamato a dirigere Documenta 5 a Kassel e nel 1978 cura una mostra sul Monte Verità, la comunità artistica fondata agli inizi del secolo sulle prealpi locarnesi.
Nel 1980 inventa con Achille Bonito Oliva la sezione "Aperto" alla Biennale di Venezia. Nel 1999 viene nominato direttore artistico della stessa biennale, carica che ricoprirà anche nel 2001.
Negli ultimi anni della sua carriera avvia un ciclo di mostre a sfondo geografico, come "Blüt & Honig" (Vienna, 2003), "El Viajo Real" (New York, 2004) e "Belgique Visionnaire" (Bruxelles, 2005).
Mostre (selezione)
1957 - Malende Dichter - Dichtende Maler, San Gallo
1969 - When Attitudes Become Form - Kunsthalle, Berna
1972 - documenta 5, Kassel
1975 - Junggesellenmaschinen
1978 - Monte Verità, Locarno
1983 - Der Hang zum Gesamtkunstwerk
1995 - Hundert Jahre Kino
1996 - Austria im Rosennetz
1997 - Biennale di Lione, Lione
1999/2001 - Direttore della XLVIII e XLIX Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia
2002 - Geld und Wert - Das letzte Tabu (Expo.02 - Schweizerische Landesausstellung)
2003 - Blut & Honig - Zukunft ist am Balkan, Sammlung Essl, Vienna
2004 - la Bienal Internacional de Arte Contemporaneo de Sevilla
2005 - Belgique visionnaire, Bruxelles
Bibliografia
- Hans-Joachim Müller: Harald Szeemann. Ausstellungsmacher. Hatje-Cantz-Verlag, Ostfildern 2006, 168 S., 94 Abb., ISBN 3775717048
- Harald Szeemann: Zeitlos auf Zeit - Das Museum der Obsessionen. Verlag Lindinger und Schmid, Regensburg 1994, ISBN 3929970112
Collegamenti esterni
- L'Ecole du Magasin International Curatorial Training Program, CNAC [1]. Official website for session 16 of L'Ecole du Magasin, National Contemporary Art Center located in Grenoble, France. The theme of research for session 16 (2006-2007) was Harald Szeemann, his archive, and curatorial practice. On this site, you will find exhaustive information regarding their research, including audio, photo, and video documentation of interviews with artists and professionals in the art field.
- Obrist, Hans-Ulrich Mind over matter - interview with Harald Szeemann [2] (Art Forum, November 1996)
- Smith, Roberta Obituary: Harald Szeemann, Innovative Curator [3] (New York Times, February 26, 2005)
- Vetrocq, Marcia E. Harald Szeemann (1933-2005) [4] (Art In America, April 2005)
- Winkelmann, Jan Failure as a poetic dimension. A conversation with Harald Szeemann [5] (Metropolis M. Tijdschrift over hedendaagse kunst, No. 3, June 2001)