Bramanesimo: differenze tra le versioni
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Con il termine '''Brahmanesimo''' gli [[Storia delle religioni|storici delle religioni]] e gli [[Orientalistica|orientalisti]] intendono la [[religione]] dell'[[India]] generatasi intorno all'ultima letteratura [[Veda|vedica]], quella inerente alle ''[[ Upaniṣad]]'' ai ''[[Brāhmaṇa]]'' <ref>Qui nel suo genere "neutro", inteso quindi come letteratura religiosa e non come casta sacerdotale che richiama invece il genere "maschile".</ref>. |
Con il termine '''Brahmanesimo''' gli [[Storia delle religioni|storici delle religioni]] e gli [[Orientalistica|orientalisti]] intendono la [[religione]] dell'[[India]] generatasi intorno all'ultima letteratura [[Veda|vedica]], quella inerente alle ''[[ Upaniṣad]]'' e ai ''[[Brāhmaṇa]]'' <ref>Qui nel suo genere "neutro", inteso quindi come letteratura religiosa e non come casta sacerdotale che richiama invece il genere "maschile".</ref>. |
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Il Brahmanesimo rappresenta lo sviluppo del [[Vedismo]] e si avvia intorno all'VIII secolo a.C. terminando nei primi secoli della nostra Era con l'ingresso dell' [[Hindūismo]]. |
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Il passaggio dal [[Vedismo]] al Brahmanesimo corrisponde alla progressiva sostituzione delle figure sacerdotali coinvolte nei riti sacrificali. Se nel primo ''Veda'', il ''[[Ṛgveda]]'', l'officiante delle libagioni è l' ''hotṛ'' (corrispondente allo ''[[zaotar]]'' dell' ''[[Avesta]]''), accompagnato da altre figure sacerdotali minori, con il passare dei secoli e con l'elaborazione dottrinale all'interno degli stessi ''Veda'', sopraggiunge la figura dell' '' udgātṛ '' il cantore delle melodie del ''[[Samāveda]]'', sostituito poi anch'esso come figura sacerdotale primaria dallo ''adhvaryu'', il mormorante i ''[[mantra]]'' relativi allo ''[[Yajurveda]]'' e, infine con il [[Brahmanesimo]], dal ''[[ brāhmaṇa ]]'', l'ultimo dei sacerdoti che sovrintendeva alla correttezza del rito, riparando a qualsiasi errore, e detentore dell'ultimo ''Veda'', l' ''[[Atharvaveda]]''<ref>Cfr. al riguardo Alf Hiltebeitel. ''Religions of the Brāhmaṇas'' in ''Hinduism'', Encyclopedia of Religion vol.6. NY, MacMillan, 2004, pag.3991.</ref>. |
Il passaggio dal [[Vedismo]] al Brahmanesimo corrisponde alla progressiva sostituzione delle figure sacerdotali coinvolte nei riti sacrificali. Se nel primo ''Veda'', il ''[[Ṛgveda]]'', l'officiante delle libagioni è l' ''hotṛ'' (corrispondente allo ''[[zaotar]]'' dell' ''[[Avesta]]''), accompagnato da altre figure sacerdotali minori, con il passare dei secoli e con l'elaborazione dottrinale all'interno degli stessi ''Veda'', sopraggiunge la figura dell' '' udgātṛ '' il cantore delle melodie del ''[[Samāveda]]'', sostituito poi anch'esso come figura sacerdotale primaria dallo ''adhvaryu'', il mormorante i ''[[mantra]]'' relativi allo ''[[Yajurveda]]'' e, infine con il [[Brahmanesimo]], dal ''[[ brāhmaṇa ]]'', l'ultimo dei sacerdoti che sovrintendeva alla correttezza del rito, riparando a qualsiasi errore, e detentore dell'ultimo ''Veda'', l' ''[[Atharvaveda]]''<ref>Cfr. al riguardo Alf Hiltebeitel. ''Religions of the Brāhmaṇas'' in ''Hinduism'', Encyclopedia of Religion vol.6. NY, MacMillan, 2004, pag.3991.</ref>. |
Versione delle 12:26, 28 nov 2009
Con il termine Brahmanesimo gli storici delle religioni e gli orientalisti intendono la religione dell'India generatasi intorno all'ultima letteratura vedica, quella inerente alle Upaniṣad e ai Brāhmaṇa [1].
Il Brahmanesimo rappresenta lo sviluppo del Vedismo e si avvia intorno all'VIII secolo a.C. terminando nei primi secoli della nostra Era con l'ingresso dell' Hindūismo.
Il passaggio dal Vedismo al Brahmanesimo corrisponde alla progressiva sostituzione delle figure sacerdotali coinvolte nei riti sacrificali. Se nel primo Veda, il Ṛgveda, l'officiante delle libagioni è l' hotṛ (corrispondente allo zaotar dell' Avesta), accompagnato da altre figure sacerdotali minori, con il passare dei secoli e con l'elaborazione dottrinale all'interno degli stessi Veda, sopraggiunge la figura dell' udgātṛ il cantore delle melodie del Samāveda, sostituito poi anch'esso come figura sacerdotale primaria dallo adhvaryu, il mormorante i mantra relativi allo Yajurveda e, infine con il Brahmanesimo, dal brāhmaṇa , l'ultimo dei sacerdoti che sovrintendeva alla correttezza del rito, riparando a qualsiasi errore, e detentore dell'ultimo Veda, l' Atharvaveda[2].