Impollinazione: differenze tra le versioni
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Versione delle 20:08, 13 mag 2009
L'impollinazione, nelle Angiosperme e nelle Gimnosperme, è il trasporto di polline (formato da gametofiti maschili immaturi) dalla parte maschile a quella femminile di uno stesso apparato riproduttivo (contenuto nei coni o nei fiori) appartenenti alla stessa pianta o piante diverse.
Il trasporto può essere mediato da diversi vettori:
- insetti (impollinazione entomofila)
- vento (impollinazione anemofila)
- uccelli (impollinazione ornitogama)
- pipistrelli (impollinazione chirotterogama), piccoli marsupiali e mammiferi.
- acqua (impollinazione idrogama)
- uomo (impollinazione artificiale)
Nella maggior parte dei casi esistono adattamenti per evitare l'autoimpollinazione, meno vantaggiosa dell'impollinazione incrociata che invece favorisce la comparsa di nuove combinazioni genetiche.
Le angiosperme hanno evoluto particolari meccanismi per evitare l’autoimpollinazione. Uno di questi è la produzione di fiori unisessuati su individui di sesso diverso (specie dioiche). Nelle specie con fiori ermafroditi e in quelle monoiche sono noti altri meccanismi. Uno dei più frequenti è la maturazione del gineceo e dell’androceo in tempi diversi: fenomeni definiti rispettivamente proteroginia e proterandria.
Un altro meccanismo è l’autoincompatibilità, cioè l’impossibilità per una pianta bisessuale di produrre zigoti con il suo stesso polline. L’autoincompatibilità è geneticamente controllata in molte specie da alleli multipli di un gene chiamato S. Si riconosce sia l’autoincompatibilità gametofitica sia l’autoincompatibilità sporofitica.
Notevoli sono alcuni casi di coevoluzione tra alcune angiosperme ed insetti pronubi (insetti che favoriscono l'impollinazione).
Storia
Alcuni importanti studi sull'impollinazione sono stati compiuti da Sir John Lubbock, scienziato pupillo di Darwin: per esempio, scopri tramite lo studio dei fiori di due varietà di Lobelia dalla colorazione rispettivamente rossa e blu, che le api avevano una netta predilezione per i fiori dal colore blu.[1] La scoperta principale fu senz'altro di capire che il lavorio degli insetti non era solo un'attività che procurava loro il cibo, ma era funzionale alle piante stesse.[2][3]
Voci correlate
Note
- ^ John Williams Lubbock, Observations on ants, bees, and wasps. IX. Color of flowers as an attraction to bees: Experiments and considerations thereon, J. Linn. Soc. Lond. (Zool.) 16, pp. 110–112, (1881)
- ^ Articolo sugli studi di J. Lubbock sulle Lobelia
- ^ Canny insect workers. They Fertilize Flowers for Strictly Utilitarian Reasons, "The New York Times", dal "The London Times", March 27, 1898