Gelatina (filtro): differenze tra le versioni
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Versione delle 19:20, 4 apr 2009
Sono detti gelatine i filtri che si applicano ai fari teatrali o cinematografici per modificare le caratteristiche della luce. Possono essere di vetro o di plastica (poliestere). Le gelatine in vetro sono già montate su un telaio da applicare al proiettore, mentre quelle in plastica sono vendute in fogli o rotoli da tagliare secondo la misura del telaio. Il telaio che serve a tendere la gelatina e a tenerla alla giusta distanza dal proiettore si chiama anche porta-gelatina.
Le gelatine si dividono in diversi tipi, contrassegnati da numerazione standard:
colori - gelatine colorate, che cambiano il colore del fascio luminoso. Spesso il loro effetto non dipende tanto dal colore della gelatina quanto dai colori che vanno a colpire. Per esempio, i filtri rosa servono anche a correggere l'eccesso di verde presente in scena o nell'inquadratura.
conversioni - gelatine che non cambiano il colore della luce, bensì la sua temperatura, cioè la fanno virare verso il bianco-azzurro (raffreddamento) oppure verso il giallo-arancio (riscaldamento). Sono fra le gelatine più usate. Le più comuni conversioni freddo sono il numero 201 (freddo) e il numero 202 (mezzo freddo). La più comune conversione calda è il numero 204 (ambra) e il numero 205 (ambra chiara).
neutri - gelatine che non servono a cambiare il colore della luce quanto a ridurne l'intensità.
diffusori - filtri che servono alla diffusione della luce, per renderla più omogenea e priva di variazioni nette. Sono detti anche frost.
riflettenti - non sono vere e proprie gelatine, in quanto non sono filtri, ma reti che si frappongono fra la luce e il suo obbiettivo per dare effetti particolari. Possono anche essere superfici opache e riflettenti di varia natura, sulle quali si fa cadere la luce.